In:
ECONOMIA e FINANZA,
IL BLOG DI WILDTHING,
IN EVIDENZA Lavoro : In Italia SIAMO SCHIAVI!
23 agosto 2012 Di
Otello Girardi
Signori e Signore,
per me in Italia la situazione è delirante a causa di uno stato che “trattiene” (per non scrivere altro) troppo diventando un vero e proprio schiavista nei confronti del cittadino che ignaro continua a pagare come un beota che non si rende conto di quello che accade.
Vorrei riportare un articolo apparso su yahoo
(link) e del quale vi trascrivo il testo:
“Diciamocelo: non c’era bisogno di un professore, per capire che la tassazione sul lavoro in Italia è troppo alta. Però, se anche un professore se ne accorge e se, per caso, questo professore fa parte del Governo, magari si può sperare che accada qualcosa.
Parliamo, naturalmente, del fatto che Elsa Fornero abbia ammesso, a Radio Anch’io, che le tasse sul lavoro sono troppo alte. E che domani, in Consiglio dei ministri, chiederà che vengano abbassate (a parità di gettito, quindi da qualche altra parte bisogna andare a recuperare).
Ma quante sono, queste tasse sul lavoro? Dipende, naturalmente, dal tipo di contratto che si ha e dal tipo di collaborazione o di attività che si svolgono. Ma bisogna avere ben chiaro il fatto che c’è una differenza sostanziale e sostanziosa fra il compenso netto e il compenso lordo. E dunque, in fase di contrattazione, sarebbe utile ricordarvi di specificare la parolina magica, di chiedere, cioè, se si stia parlando di netto o di lordo.
Che in Italia il lordo e il netto differiscano molto, e che il nostro paese sia in testa, in Europa, per la pressione fiscale sul lavoro è confermato anche dai dati statistici forniti qualche tempo fa dall’Eurostat. Nel 2010, contro una media europea del 34%, le tasse hanno pesato sul costo del lavoro per il 42,3%, in Italia.
E oggi le cose non vanno affatto meglio. Prendiamo, per esempio, un lavoratore autonomo che sia iscritto alla gestione separata dell’INPS. Secondo i conti offerti da Italia Oggi, un reddito lordo annuo di 30mila euro di un lavoratore dipendente che risiede in Toscana, per la precisione a Livorno (l’essere così precisi diventa necessario perché sul conto incidono anche le addizionali, di matrice regionale e comunale) subisce una tassazione reale del 29,96%. Quindi, il reddito disponibile per il dipendente, il reddito netto, è di 21.012 euro. Sul conto pesano l’Irpef (nel caso in considerazione, 5.787 euro), le addizionali (445 euro circa), l’INPS (2.757 euro).
Il lavoratore autonomo che ha una situazione di partenza analoga a quella del dipendente (lordo e residenza), invece, ha una pressione fiscale clamorosa, che arriva addirittura al 59%. Quindi, un lavoratore autonomo iscritto alla gestione separata dell’INPS che ha un reddito lordo di 30mila euro, avrà un reddito netto disponibile di appena 12.218 euro: sul suo conto pesa, oltre all’Irpef, alle addizionali, all’INPS, anche l’IRAP.
Forse, allora, il problema non riguarda solamente le buste paga, ma la tassazione sul lavoro in generale. E forse, visto che i dati sono noti da anni (le statistiche Eurostat che ci davano al primo posto nella speciale e poco gradevole classifica del paese europeo che tassa di più il lavoro), chi dice che il Ministro se n’è accorto tardi non ha tutti i torti.”
Per motivi personali mi sono scontrato con il meccanismo statale per le nuove imprese e devo dire che in questo paese sei disincentivato a lavorare frutto delle politiche economiche di
una classe politica scellerata (
destra e snistra pari sono, peggiò è la sinistra a mio parere),
che sta vivendo sulle spalle dei liberi cittadini che se vogliono salvarsi hanno tre scelte :
- non mangiare e non vivere per pagare le tasse,
- rubare per sopravvivere o non pagare tasse perchè non sanno come calcolare le imposte da quanto casino è stato fatto,
- trovarsi un secondo lavoro.
Bene se decidete di trovarvi un secondo lavoro dovete chiedervi subito se il vostro cliente vi può chiedere i danni o meno e quanto vi può chiedere. Dopo ciò capirete che se c’è il rischio di grossi danni conviene una società a responsabilità limitata ed allora viene il bello che ti porta a pensare al suicidio……
si, suicidio perchè non si può vivere in un paese gestito in questa maniera e penso che anche kafka non riuscirebbe a capacitarsi di una situazione del genere.
Prima di tutto partiamo dagli scaglioni di reddito sui quali si calcolano le tasse :
fino a 15.000 23% dai 15.001 a 28.000 27% dai 28.001 a 55.000 38% dai 55.001 a 75.000 41% oltre 75.000 43% Bene, un lavoratore di 40 anni è molto probabile che si trovi di un pelo nello scaglione del 38% e quindi ogni lavoro che fa dopo il primo deve pagare in progressione con la prima aliquota che diventa 38% e se arriva a 55.001 annui scatta il 41% per i reddi dit isopra i 55.000.
Quindi, vuoi lavorare per mantenerti da tutte ste tasse? HAaaa,
io stato di massacro di tasse perchè tu lavorando togli lavoro agli altri (concetto comunista) e togli tempo alla tua famiglia (concetto democristiano/cattolico) …….mi viene in mente un manga giapponese nel quale un uomo diceva che le relazioni sono in base a quanti soldi hai…..più soldi più relazioni….meno soldi meno relazioni.
MA NON E’ FINITA’ QUA’………….HAAAAAAAAAAAAA……. L’INPS.
Ho scoperto che gli accertatori dell’INPS hanno un manuale che gli spiega come fare gli accertamenti, bene direte voi .basta leggerlo e sappiamo come fare il lavoro…..HAAAAAAAAAAA…..sbagliato perchè si possono avere differenze tra manuale e software di gestione posizioni dell’ente, ci sono delle
particolari situazioni per le quali tu pensi di aver fatto giusto ma poi scopri che non era così ed allora paghi la multa…….maledetto evasore di contrinuti………..allora che succede, molta gente paga due volte i contributi e se non mi credete andate a vedervi l’annosa questione tra inps commercianti/artigiani e inps gestione separata.
Molti commercialisti ti dicono che devi pagare due inps (se non tre in certi casi di albi professionali)….perchè potresti pagarne una ma siccome il manuale dice cose diverse dal software INPS rischi di pagare la multa ed allora meglio pagare …….a me sembra un
ricatto!
Quindi la società pagà circa il 32% di tasse da reddito poi il socio che percepisce il dividendo deve ripagare le tasse, si avete capito bene, sul 49,72% dell’utile netto che fa cumulo con i redditi precedenti e quindi :
tax rate finale (PERCENTUALE TOTALE DELLE TASSE PAGATE SU UTILE SOCIETARIO) fino a 15.000 23% 39,24% dai 15.001 a 28.000 27% 40,61% dai 28.001 a 55.000 38% 44,36% dai 55.001 a 75.000 41% 45,38% oltre 75.000 43% 46,07% se uno percepisce 50.000 solo come reddito da società viene tassato al 44,36% a differenza del 38% come dipendente (parlo di scalgione irpef), bello no?
poi abbiamo l’inps ma non vorrei annoiarvi……….il 59% di cui parla l’articolo consiste in Ires e irap per 31,40% circa e inps primo lavoro per 27,…% il totale è circa 59%.
Questa è la sola Irpef. Ma secondo voi è giusto?
P.s. spero di aver fatto i calcoli giusti, ho controllato ma purtroppo sempre quello è il risultato…..tralasciamo poi l’irpef regionale e comunale per semplicità.