Usa, è morto Donald Rumsfeld. Fu artefice della guerra all'Iraq
dal nostro corrispondente Federico Rampini
L'ex capo del Pentagono aveva 88 anni. Firmò un appello anti Trump
L'ex capo del Pentagono aveva 88 anni. Firmò un appello anti Trump
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New York - E’ morto all’età di 88 anni Donald Rumsfeld, che si ricorda soprattutto per il suo ruolo in un’avventura dissennata: come segretario alla Difesa di George W. Bush, fu lui a gestire nel 2003 l’invasione dell’Iraq. Quel disegno era maturato come una reazione all’attacco dell’11 settembre 2001, sulla scorta di una menzogna, l'accusa secondo cui Saddam Hussein era complice di Al Qaeda, e aveva armi di distruzione di massa, false tutt’e due. In quanto fu uno dei registi del “regime change”, il disegno di esportare democrazia con l’aggressione militare, e di rifare la geopolitica del Medio Oriente, venne impropriamente catalogato tra i “neoconservatori”. In realtà apparteneva a una scuola diversa, la vecchia destra tecnocratica, capitalista e imperialista, che con i veri “neocon” ebbe un’alleanza opportunista.
Rumsfeld veniva da lontano, la sua carriera era stata gemella a quella del suo amico e alleato
Dick Cheney, vicepresidente di Bush Junior: tutti e due avevano cominciato a militare nel partito repubblicano ai tempi di Richard Nixon, e a lavorare nell’Amministrazione di Ronald Reagan. In mezzo, Rumsfeld era stato il più giovane segretario alla Difesa di Gerald Ford; con Bush Junior sarebbe stato il più anziano, e anche l’unico a ricoprire due volte quell’incarico.
Bush lo liquidò dopo tre anni e mezzo, quando la guerra in Iraq si era rivelata un pantano, non quella tranquilla passeggiata verso il trionfo che Rumsfeld aveva previsto.
Di Rumsfeld si ricorda la creatività verbale. Fu lui a coniare l’espressione “vecchia Europa contro nuova Europa”, per distinguere tra gli anti-americani come Francia e Germania (contrarie all’invasione dell’Iraq) e i paesi dell’Europa dell’Est ammessi più di recente nella Nato, allineati con la politica estera di Washington. Rimangono memorabili le sue conferenze stampa durante la seconda guerra del Golfo, quando inventò frasi come “a volte la merda succede” (i migliori piani possono andare a rotoli) oppure “ci sono le incognite note, e le incognite incognite”.
Da fautore di una strategia imperiale, non poteva riconoscersi nell’isolazionismo di Donald Trump e infatti il 4 gennaio 2021 firmò un appello anti-Trump con vari altri ex segretari alla Difesa, repubblicani e democratici, per denunciare la tentazione di Trump di usare le forze armate nella politica interna onde ribaltare la sua sconfitta elettorale. In quell’occasione Rumsfeld come gran parte della destra tradizionale si era schierato in difesa delle istituzioni contro un leader.