Eni...Dogs and Horses, for pussy's lovers only - Cap. 1 (11 lettori)

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Operatività in opzioni

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Venerdì 17 Settembre 2010 01:08 |
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Author: Paolo Olivieri |




L’ operatività avviene mediante acquisto e/o vendita delle opzioni ,sia call che put , in modo da costruire strutture più o meno complesse , aventi lo scopo di ottenere il miglior rapporto fra rendimento e rischio in funzione delle molteplici condizioni di mercato ( rialzo , ribasso o fasi laterali ) .
Il primo obbiettivo che una strategia deve soddisfare è quello di ottenere il più basso rischio in rapporto al rendimento ( risk/ reward ) e di conseguenza proteggere il capitale investito , anche nel caso in cui il mercato non soddisfi le aspettative che avevano portato ad aprire una data posizione : viene cioè data massima importanza al money management ed al risk management , sia mediante monitoraggio costante delle posizioni aperte ( ed eventuali modifiche della struttura , chiudendo alcune posizioni ed aprendone altre ) , sia soprattutto utilizzando in partenza un protocollo che prevede combinazioni di opzioni in cui alcune posizioni hanno intrinsecamente ed in modo “automatico “ la funzione di controbilanciare , con i guadagni che possono generare , eventuali perdite subite da altre posizioni .

Fattori statistici che rendono le opzioni intrinsecamente poco rischiose e maggiormente remunerative :

Paragonate al trading con azioni o futures , le strutture di opzioni offrono ( ovviamente se ben concepite ) dei vantaggi intrinseci , che permettono di operare con le probabilità statistiche costantemente a nostro favore , sia dal punto di vista della protezione del capitale ( minore rischio ) che da quello del guadagno :

1) le opzioni sono gli unici strumenti finanziari che permettono di lavorare utilizzando a nostro favore ogni tipo di mercato : al ribasso ed al rialzo , ma anche le fasi laterali , incui il mercato non ha una precisa direzione


2) operando con strutture che contengono opzioni “ a copertura del rischio “ , possiamo introdurre a priori nella struttura una condizione che limita automaticamente la massima perdita possibile ( worst case position ) , anche in casi di drammatici ribassi , ad esempio legati ad attentati o ad eventi gravemente destabilizzanti : concettualmente ha delle analogie con lo stop loss , ma è più efficace , in quanto non deve scattare nessun ordine di chiusura posizioni : intrinsecamente alla struttura , per semplici regole di algebra , è già previsto , qualunque possa essere il ribasso , la massima perdita che tale struttura può subire ; questo anche in casi ( poco probabili ma pur sempre possibili ) di impossibilità di operare perché ad esempio i mercati sono chiusi : qui la struttura si autoprotegge comunque , mentre un eventuale stop loss su posizioni in azioni o futures scatterebbe solo la mattina dopo , senza garanzie di preservare la quota prestabilita di capitale , ad esempio in casi di apertura in forte gap down .


3) lavorando con strutture composte prevalentemente da opzioni vendute ( ma con presenti , sempre , le opzioni a copertura del rischio ) , il fattore tempo gioca a nostro favore : sia che siamo al rialzo , che al ribasso , che neutrali rispetto al mercato , il decadimento temporale delle opzioni ne diminuisce , giorno per giorno , il valore : quando dovremo ricomprarle , a parità di altre condizioni , per il semplice fattore tempo , le pagheremo comunque meno rispetto al prezzo a cui le abbiamo vendute , realizzando un gain.


4) Se ben concepite , le strutture direzionali ( al rialzo oppure al ribasso ) , non avendo , al contrario ad es. dei futures , una correlazione diretta ( lineare , con rapporto 1 a 1 rispetto all’ indice di riferimento ) , bensì variabile in funzione della distanza tra la base ( strike ) dell ‘ opzione rispetto all ‘indice ( detto sottostante dell opzione ) , offrono la possibilità di essere “ autoproteggentirispetto alle variazioni del mercato : in pratica , se si assume una posizione rialzista ed il mercato ci dà ragione , il nostro guadagno sarà maggiore rispetto all’ indice di riferimento ( ad .es. : se l’ indice S&P 500 si apprezzerà di 10 punti noi potremo guadagnare 600 $ ) , perché la nostra struttura si autorafforza , aumentando automaticamente la sua correlazione con il sottostante ( l’ indice ) ; viceversa ( e talvolta , anche se poco frequentemente , succede ) , se il mercato prende la direzione opposta a quanto auspicato ( ferme restando tutte le possibilità di intervenire e modificare la struttura ) , la nostra struttura si autoindebolisce , cioè riduce automaticamente la correlazione con il sottostante : a fronte di una ipotetica discesa dell’ indice di 10 punti , la nostra struttura perderà valore per soli 400 $ . La correlazione della struttura in opzioni varia in modo automatico rispetto al sottostante , per effetto delle leggi matematiche che governano la sua reazione alle variazioni dei prezzi .

5) Le strutture di opzioni offrono un’ampia gamma di possibilità di modifica ed adattamento alle condizioni del mercato ( follow up delle strutture ), nelle sue sfumature : non siamo costretti a semplici stop loss o take profit , ma possiamo adeguare “ in corso d’ opera “ le strutture : grazie alla loro duttilità esse possono assumere , con poche variazioni , connotazioni ed.es. “moderatamente “ oppure “ decisamente “ rialziste o ribassiste , oppure neutrali e poco sensibili alle variazioni di mercato .


Grazie a questi punti di forza una corretta e professionale operatività offre UN COSTANTE VANTAGGIO STATISTICO : qualunque siano le condizioni di mercato , abbiamo sempre maggiori possibilità di conseguire guadagni che perdite .

Quindi , anche ( per assurdo ) operando sui mercati in maniera del tutto casuale , avendo le probabilità statistiche costantemente a nostro favore , conseguiremmo comunque dei guadagni .

Ovviamente esistono delle operatività ben più efficaci e remunerative rispetto al lancio di una monetina , ma comunque ( operando ovviamente con l’ ausilio dell’ analisi tecnica ,etc .) , i guadagni conseguiti con le opzioni , a parità di operatività prescelta , garantiranno sempre minore rischio e maggiore guadagno , portando il grafico degli utili ( equity line ) ad assumere una linea ( ovviamente verso l’ alto ) con ribassi transitori di minore entità : una linea meno frastagliata con guadagni più costanti .







Modalità dell’ operatività


Vengono utilizzati specifici software di analisi tecnica e statistica che consentono di ottenere buoni profitti con bassi rischi sia in condizioni di mercato direzionale ( indifferentemente rialzista o ribassista ) sia in fasi laterali ( trading range , nei quali l’ indice non segue nessun trend ) .
In particolare vengono utilizzati software che permettono di evidenziare e seguire il trend in atto e che permettono di individuare le strategie e le sottostrategie con minor rischio e maggiore possibilità di gain ; ovviamente combinati alla discrezionalità derivante da anni di esperienza nel trading ( e quindi con la capacità di correlare i vari mercati e fattori quali cambi, tassi di interesse , dati macroeconomici e societari , prezzi di materie prime quali il petrolio , etc in funzione dei prezzi del nostro mercato di riferimento ) .


Quindi , in presenza di un trend possiamo usufruire di opportunità ( come già detto , sia al rialzo che al ribasso ) ; i software ed i dati in tempo reale che usiamo sono quelli degli investitori istituzionali , ed elaborati mediante i più avanzati software di analisi . Questo è un importante vantaggio , in quanto sono gli investitori istituzionali ( banche , fondi , hedge , etc . ) che determinano le tendenze di mercato : avendo questa informativa possiamo muoverci nella stessa direzione con lo stesso timing ( semplificando: andando al rialzo o al ribasso in accordo con i tempi degli acquisti o delle vendite massicce effettuati dai grossi istituzionali americani , banche e fondi di investimento, anziché accodandoci per ultimi , magari proprio quando il trend è prossimo ad esaurirsi ) .


Quando invece un trend non c’è e la Borsa si muove senza direzione , le opzioni , grazie al loro decadimento temporale , permettono comunque di guadagnare : individuato un trading range , cioè una coppia di livelli ( uno inferiore ed uno superiore ) entro i quali i prezzi si muovono , è possibile utilizzare il decadimento temporale delle opzioni per ottenere gain ; qualora il mercato riprendesse direzionalità verrà modificata la struttura secondo precisi protocolli, in modo di adeguarla prontamente alle diverse condizioni di mercato.


I software di analisi tecnica e statistica permettono quindi , unitamente all’ esperienza , di ottenere segnali di vendita o acquisto ; in merito al tipo di strutture e quindi di opzioni da utilizzare , siamo agevolati dall’ utilizzo combinato di diversi software di analisi statistica : ad es. essendo in possesso delle serie storiche di tutti i prezzi e le volatilità dal 1998 ( costantemente aggiornati n tempo reale ) , possiamo , prima di applicare una struttura alle condizioni attuali di mercato , testarla su periodi del recente passato che abbiano determinate analogie con il presente e da qui affinare la migliore struttura per risk/reward .


Possiamo quindi rapportare la volatilità storica con quella implicita , che influenza il prezzo delle opzioni , possiamo calcolare sia quella reale di mercato , sia quella teorica ( e di conseguenza ottenere informazioni di pricing , cioè determinare il prezzo teorico di una opzione ed in ultima analisi avere dati precisi in merito a quanto è valutata dal mercato : sapremo se è “ cara “ oppure “ a buon prezzo “ , ed anche queste valutazioni influiranno sui segnali operativi : ad.es. se , a parità di altri parametri un’ opzione è cara , potrà essere conveniente venderla per poi magari ricomprarla a prezzi minori , oppure , in generale , potranno essere implementate strutture “ di vendita “ o “ di acquisto “ di volatilità ).

















Altri software permettono , ancor prima di aprire una posizione , di stabilire quale sarà il break even, il punto di pareggio tra profitto e perdita , al variare dell’ indice di riferimento ( il sottostante ) , alla volatilità implicita ed al trascorrere del tempo ; possiamo calcolare in tempo reale le cosiddette “greche “ ( i parametri che influenzano il valore di una opzione al variare dei prezzi , della volatilità , del tempo , etc . ) : ciò aiuterà ad ottimizzare la struttura .


Utilizziamo anche simulatori di marginazione , cioè software che ci consentono di conoscere in anticipo , prima di aprire materialmente una struttura , quanta liquidità verrà richiesta dal broker , in modo da poter adeguare dimensionalmente la struttura , mantenendo una adeguata liquidità ; ciò si rende utile anche in caso di modifiche a strutture già aperte .



Le opzioni hanno una scadenza mensile ( terzo venerdì di ogni mese ) , ma non necessariamente le strutture durano un intero mese o più : l’ operatività può essere anche di più breve periodo , per cogliere anche i trend minori e per contrastare più rapidamente eventuali condizioni indesiderate : ciò permette di essere quasi indifferenti , e quindi non necessariamente correlati , all’ andamento della borsa : non ci interessa dove saranno gli indici fra 2 mesi ( anche se ovviamente , nel caso di trend primari che durino più mesi , non si farà altro , passando da una scadenza delle opzioni a quella successiva , che “ lasciare correre la posizione in gain “ , con tecniche simili per analogia al trailing stop , per proteggere comunque , anche a posizioni aperte , il gain man mano conseguito ) .


Inoltre i possibili loss ( le perdite ) saranno sempre di piccole dimensioni , tali da non intaccare sensibilmente il capitale : un nostro protocollo utilizzato per le fasi in trend , applicato ai 7 anni tra il 1998 ed il 2004 , su un capitale virtuale di 100.000 euro ( sul mercato Eurex di Francoforte ) ha generato un massimo drawdown ( serie consecutiva di perdite ) di 4.650 euro ( per paragone , la stessa operatività , applicata però utilizzando un future Eurostoxx 50 ha dato luogo ad un max drawdown all’ incirca triplo , con un guadagno inferiore del 40 % circa ). Essendo stata questa la situazione peggiore , l’ equity line ( cioè il “ grafico di Paperone “ che descrive i guadagni nel tempo ) risulta estremamente lineare , con periodi di guadagni non interrotti da grosse perdite : in sette anni la peggiore situazione in assoluto è stata quella di vedere il conto diminuire di 4.650 euro, a fronte di periodi in cui esso è cresciuto di oltre il triplo senza interruzioni .


In realtà la situazione è maggiormente favorevole , in quanto non è possibile quantificare, “ facendo girare “ un programma statistico, i guadagni generati dalla operatività non direzionale , attuata mediante strutture atte ad apportare profitti nelle fasi laterali ( che durano per circa il 70 % del tempo in cui la borsa è aperta ) , bensì solo quelli derivanti da operatività direzionale : quindi , poiché le due operatività coesistono , la curva dei profitti è ancora più favorevole e meno frastagliata .


PERCHE OPERARE SUL MERCATO USA

Perché dapprima il mercato italiano e , da circa un anno anche quello europeo ( Eurostoxx ) stanno diventando sempre più “ sottili “ : sempre meno scambi e sempre maggiori spread ( differenza tra prezzo di acquisto e di vendita ) ; la scarsità di operatori fa si che il mercato sia in mano ai market makers , investitori istituzionali che “ fanno prezzo “ al fine di garantire una costante liquidità dello strumento finanziario .
Ovviamente se un trader ha come controparte un computer posseduto da una banca , non sarà certo lui a decidere il prezzo e avremo sempre uno svantaggio tra quanto i softwares previsionali ( che in genere calcolano un prezzo medio tra denaro e lettera ) e quanto effettivamente realizzato a posizioni chiuse – queste perdite possono incidere anche per oltre il 10 % sull’ operatività.


Mercati USA : il CBOE – Chicago Board of Exchange – dove si scambiano le opzioni su azioni ed indici - è la maggiore borsa mondiale , solo dopo vengono NYSE , NASDAQ, altre Borse USA oltre a vari ECN , circuiti alternativi .
Gli USA , soprattutto dallo scoppio della crisi sono ulteriormente migliorati in tema di stock exchanges , fornendo la più efficiente , trasparente ed economica infrastruttura , messa a disposizione degli investitori e delle aziende quotare di tutto il mondo : troveremo quindi ad. Es. Luxottica , Petrobras ( oil brasiliano ) , Baidu ( il Google cinese ) , etc . : quando operiamo sugli Usa in realtà possiamo scambiare strumenti finanziari in modo globale .
I volumi di scambi di conseguenza sono migliaia di volte maggiori rispetto a qualsiasi altra borsa : ciò significa maggiore concorrenza .
Molti traders che hanno come controparte altri traders ( i market makers ci sono , ma anche qui sono in concorrenza fra loro ed operano soprattutto su titoli secondari ) troveranno più facilmente prezzi aderenti alle reali condizioni di mercato , essendoci poche possibilità di falsare attimo per attimo il pricing .
Inoltre lo spread è tanto ridotto che quando si apre una posizione, spesso “ si applica “ cioè la piattaforma di negoziazione calcola automaticamente il “ combo “ , cioè la combinazione di 2 o più strumenti finanziari , dandone il prezzo da pagare o da incassare per aprire la posizione e , da subito , quello che si pagherebbe o incasserebbe per chiuderla oppure a scadenza : di conseguenza non ci sono i costanti fenomeni di “ mispricing “ dell’ Eurostoxx , per esempio – se facciamo una proiezione sapremo che il premio sarà esattamente quello , sia per aprire che per chiudere una posizione .
Altro elemento fondamentale è l’ enorme quantità di azioni americane : possiamo permetterci , usando specifici scanners e rankers di scegliere tra molteplici possibilità , differenziando i sottostanti e diversificando per settori , diminuendo di molto l’ esposizione al rischio .
Operando spesso in condizioni di hedging ( cioè di bilanciamento tra posizioni rialziste e ribassiste , sempre al fine di ridurre il rischio ) , sceglieremo per le posizioni ribassiste azioni che stanno sottoperformando l’ indice o il settore e faremo il contrario per le posizioni long scegliendo sottostanti in ottima salute .
 
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