Epidemia da Coronavirus dell'autunno 2020 - 1 morto ogni 10.000 casi

tontolina

Forumer storico
I dati di oggi spiegati: perché stiamo perdendo il controllo dell’epidemia di Coronavirus in Italia


Numeri da record anche nel bollettino di oggi, 15 ottobre, sull’emergenza Coronavirus in Italia. Ma c’è un dato che preoccupa più degli altri: su 100 tamponi diagnostici, 8 sono positivi, con picchi oltre il 20% in alcune regioni. È il segnale che stiamo perdendo il controllo dell’epidemia e del contagio, come successe in primavera. Ecco perché servono più tamponi, ora più che mai.
ATTUALITÀ 15 OTTOBRE 2020 18:02 di Francesco Cancellato

Come ieri più di ieri. Il bollettino di oggi, giovedì 15 ottobre, diramato dal Ministero della Salute riferisce che nelle ultime 24 ore sono stati registrati 8804 casi (ieri ne erano +7332), che portano il totale dall'inizio dell'emergenza a quota 381.602. I guariti sono 245.964 (+1.899 nelle ultime 24 ore, ieri erano +2037) e i morti sono 36.372 (+83, ieri erano 43). Nel nostro paese ci sono attualmente 99.266 casi positivi: di questi sono 5796 i pazienti ricoverati in ospedale con sintomi, mentre sono 586 quelli in terapia intensiva. La Regione con più casi positivi nelle ultime 24 ore è la Lombardia che fa registrare un boom di nuovi contagi (+2000), seguita da Campania , Piemonte. Complessivamente i tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore sono stati 162.932, per un totale dall’inizio dell’epidemia di 13.077827.

“Sembra che l'epidemia ci sia sfuggita di mano. Siamo sulla stessa strada degli altri Paesi europei, e i problemi che stanno avendi li conosciamo bene”. Giovanni Forti, 26 anni, è studente di Economics all'Università di Pisa e alla Scuola Superiore Sant'Anna. Dal 2018 fa parte della redazione di YouTrend, dove di occupa della parte editoriale, dell'analisi dei dati e della produzione di data visualization e su YouTrend ha scritto diversi articoli sulla pandemia del Covid-19: “Il fatto che siamo arrivati con così tante settimane di ritardo mostra che non era inevitabile tornare a questi livelli – spiega Forti a Fanpage.it -. A fregarci è stato l'allentarsi di quell'attenzione che ci ha tenuto così bassi così a lungo”.

È tutta colpa dell'attenzione, quindi?
No. Ci sono tre fattori dirimenti. L'inizio delle scuole, innanzitutto. Poi il ritorno al lavoro, con i relativi spostamenti. E in ultimo il freddo improvviso che ci ha portati tutti a passare più tempo in luoghi chiusi. Il mix di questi tre fattori ha inevitabilmente condotto i contagi a crescere.

Stanno crescendo in modo esponenziale?
In questo momento sì. Negli ultimi quattro, cinque giorni si mantiene un trend di raddoppio dei casi rispetto alla settimana precedente. Non durerà per sempre, ovviamente. Presto diventerà una crescita lineare. Sta a noi quando succederà e quanto si appiattirà la curva. Quel che ci dicono le curve del Regno Unito, della Spagna e della Francia ci dice che il numero a un certo punto diventa costante tra i 10mila e i 25mila casi. Oltre, perlomeno, non va.

Sono numeri da lockdown, questi?
Il fatto che siamo riusciti a gestire meglio i casi impone di non guardare la sola crescita dei contagi, come nella prima ondata. Allora, in primavera, i numeri raccontavano tutti la stessa storia. Oggi i dati dei contagi assoluti ci raccontano una storia allarmante, quelli delle terapie intensive, comunque gravi, un po' meno.

Come stanno crescendo i dati sulle terapie intensive?
Stanno crescendo abbastanza, e oggi abbiamo avuto 47 ricoverati in più rispetto a ieri, quasi il 10% un giorno con l'altro. È un aumento importante, ma rispetto agli oltre quattromila ricoverati della prima ondata – al netto di chi in molte regioni non poteva essere curato – siamo in un altro film. Se la crescita continuerà a 50 ricoverati al giorno, non sono molti i giorni che abbiamo a disposizione.

Soprattutto in alcune regioni…
Esatto. In una regione piccola, 150 ricoverati in terapie intensiva sono un’emergenza in diverse regioni. La situazione più preoccupante in relazione alle terapie intensive oggi è la Sardegna. Poi ci sono 326 ricoverati in più extra terapie intensive. L'allarme è minore, certo, ma costringe alcuni ospedali a creare reparti Covid, a gravare sul carico di lavoro del personale sanitario, a mettere sotto stress chi si occupa di curare altre patologie.

Torniamo ai contagi: quali sono le province che preoccupano di più?
Partiamo da una considerazione generale. Le province delle grandi città stanno avendo numeri molto preoccupanti. Milano ha più di mille casi da sola anche oggi, così come ieri. Dopo c'è Napoli che ne ha più di 750, Torino e Roma attorno ai 500. Non era successo nella prima fase dell'epidemia, sta succedendo ora. Va detto anche che sono le città con la maggior densità di posti letto ospedalieri, ma bisogna capire quanto Roma e Napoli siano pronte ad affrontare l'emergenza.

La crescita riguarda soprattutto loro?
Continua a essere diffusa, come la scorsa settimana. Tutte le regioni hanno un numero molto elevato di contagi. Rispetto alla prima ondata l'omogeneità della crescita è molto maggiore. Paradossalmente, avrebbe più senso un lockdown generale oggi rispetto a sei mesi fa. A proposito di lockdown parziali: De Luca la scorsa settimana aveva annunciato un lockdown sopra i mille casi. Ecco, oggi la Campania fa più di mille casi.

Anche oggi record di tamponi, come ieri…
Più di 160mila oggi, 125mila in media in settimana, quasi un milione alla settimana. Di questi, solo poco più del 60% sono tamponi diagnostici, usati per testare positività. Detto questo, la brutta notizia, è che il tasso di positività su questi tamponi diagnostici è molto alto e sta crescendo: ogni 100 tamponi diagnostici, 8 sono positivi, e in diverse regioni supera il 10%. In Liguria arriva al 17%, in Valle d'Aosta al 22%.

Cosa vuol dire questo dato?
Che stiamo cominciando a perdere traccia di tanti malati, perché più è alto questo tasso, più significa che ci sono tante altre persone positive che non riusciamo a testare. Forse è per questo che abbiamo ridotto l'attestazione della guarigione da due a un tampone, nell'ultimo Dpcm. Perché abbiamo un disperato bisogno di tamponi diagnostici.



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Ultima modifica:
ma la domanda che sorge spontanea è:" ma questo coronavirus autunnale è lo stesso sars-cov 2 della primavera?"

credo di no...
il punto è che le analisi da tampone non discriminano sui vari covid e non distinguono una banale influenza, da un raffreddore e da una laringite

quindi nel calderone dei numeri entra tutto e non distinguono
 
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nessuno di questi test e' ancora in grado di dividere positivi di ogni tipo di Coronavirus, e lo conferma oggi lo Spallanzani.
La differenza la fanno i giornalai ormai.

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nell'ospedale c'è posto solo per i pazienti Covid ... per gli altri NIENTE

Ci hanno tolto il sistema sanitario – e l’Istruzione
Maurizio Blondet 20 Ottobre 2020
… Per curarci meglio



Forse ricordate che ero prenotato per un breve ricovero (per esami) all’Auxologico di Milano per il 2 novembre. Stamattina una telefonata mi ha comunicato che il mio ricovero è rimandato – e sine die, indefinitamente – perché c’è bisogno di posti per i positivi al covid.
Una breve indagine mi ha confermato che tutti gli ospedali milanesi, senza riguardo alle loro diverse specialità, diventano in parte ospedali covid.
Lo stesso avviene in altre regioni, come mi confermano amici medici. Si “cura” solo il Covid, non c’è posto per altre patologie.

Qui sotto (spero si veda) un video di un medico che si allarma e si indigna: è in corso chiusura di sale operatorie, perché medici infermieri e paramedici devono essere dirottati in questi reparti che si stanno creando … quasi 700 mila interventi chirurgici sono stati rimandati, come non urgenti, per la “pandemia”: ma chi può dire che l’aneurisma dell’aorta non tenuto sotto sorveglianza periodica esploda facendolo morire?
Magari un paziente necessita di un pacemaker ; l’intervento non viene considerato urgente; che ne sappiamo cosa può succedergli?
Che ne sappiamo del paziente che doveva fare uni intervento per una revisione di ferita con successivo svuotamento delle linfoghiandole inguinali per un melanoma – e si è visto la sala chirurgica chiusa?

A livello mondiale sono circa 30 milioni gli interventi rimandati, per il coronavirus che secondo l’OMS ha una mortalità sullo 0,3%…
“Che danni stanno facendo sulla mia gente, sui pazienti che hanno bisogno di cure… Ancora vi domandate dove vogliono arrivare? Sono già arrivati.
Hanno tolto la libertà, ridotto ai minimi termini lo scambio, la socialità, la cultura – hanno distrutto la scuola .

Mancanza di assistenza sanitaria, è questo che sta accadendo. Pazienti oncologici che devono ritardare follow-up, che devono supplicare la chemio; anziani che hanno bisogno di degenza per patologie croniche- non possono perché sono occupati da gente che ha tosse, un po’ di febbre.

Perché chi dovrebbe raccontare le cose, invece sta zitto. ..”
Se non si è in malafede o troppo stupidi, non si può che condividere la conclusione del dottore: stanno togliendo ai cittadini il servizio sanitario, con la scusa del covid. L’assistenza sanitaria universale è abolita, col pretesto di un’emergenza fantomatica che diventerà la nuova normalità: il Gran Reset, consistente nell’”attenuare quel diaframma di protezioni che nel corso del Ventesimo secolo hanno progressivamente allontanato l’ individuo dal contatto diretto con la durezza del vivere, con i rovesci della fortuna, con la sanzione o il premio ai suoi difetti o qualità“, come preconizzò Padoa Schioppa nel 2003, precisando che questo era “l’unico principio-guida” di “un programma completo di riforme strutturali che deve spaziare nei campi delle pensioni, della sanità, del mercato del lavoro, della scuola…”

Ecco la “riforma” della Sanità.
La sparizione del beneficio a ricevere cure per tutti. Solo chi potrà permettersele le avrà, a pagamento; per gli altri, il contatto diretto con la durezza del vivere. O come dice il direttore de La Stampa, “cedere quote di libertà”, farsi privare di diritti che credevamo (ingenui!) garantiti. Senza bisogno di lotta per difenderli continuamente.
Impressionante è il fatto che avvenga lo stesso in tutto il mondo occidentale, simultaneamente, con lo stesso pretesto . Oltre 600 medici americani hanno scritto al presidente Trump per esortarlo a impedire i lockdown da covid, “ “strage di massa” con le conseguenze per la salute in crescita esponenziale. La lettera avverte che decine di milioni di americani sono a rischio immediato di gravi problemi di salute o morte dalla chiusura a causa di problemi come mancati controlli sanitari preventivi, suicidio, alcolismo, abuso di droghe, senzatetto, attacchi di cuore e ictus. “Siamo allarmati da quella che sembra essere la mancanza di considerazione per la salute futura dei nostri pazienti”, si legge nella lettera. “Gli effetti sulla salute a valle del deterioramento di un livello vengono enormemente sottostimati”.
No, sono voluti e deliberati; non può esserci altra conclusione.
Lo stato sociale come noi lo conosciamo, i grandi ospedali pubblici e gratuiti, Niguarda, lo Spallanzani; la vittoria sulla tubercolosi, una piaga che falciava bambini, per sottonutrizione e mancanza di igiene; la previdenza sociale, le pensioni, l’obbligo scolastico.: tutto è stato fatto dal fascismo, che voleva italiani fisicamente sani e istruiti per la guerra e per l’industria, perché il popolo fosse all’altezza della civiltà moderna. [ci faranno rimpiangere il Duce?]

Come ha spiegato in modo definitivo Marco della Luna, le oligarchie a-nazionali di “non necessitano più delle masse di lavoratori, consumatori, combattenti di cui necessitava il capitalismo industriale produttivo”; non hanno interesse a mantenere i popoli sani e istruiti, non gli servono più come soldati né come lavoratori all’altezza, e nemmeno come consumatori. La sanità pubblica, come la scuola, la vedono come “Un costo”: da tagliare, attività a cui si è adoperato in modo insuperabile il PD con Monti ed oggi coi 5 Stelle. Essi obbediscono all’oligarchia che per i quali siamo superflui.


Per la scuola, riporto la dolorosa testimonianza di un amico insegnante che vive il suo compito come missione:
Di Gianluca Marletta
“Le parole che scrivo, le scrivo con costernazione e tristezza. Quello che sta accadendo nelle scuole, perché io ci lavoro e posso testimoniare, supera le più grottesche distopie.
In sostanza: ogni settimana chiude una classe. Basta poco. Uno starnuto da parte di un bambino, la mammina ipocondriaca (perché di questo si tratta) che con 37.2 si allarma e chiama il pediatra, il pediatra menefreghista che subito impone tamponi (tamponi che – sia chiaro – hanno dato risultati NEGATIVI su pazienti in TI e POSITIVI su piante di mango e capre africane) e scatta subito l’allarme! Risultato? Se il primo tampone è positivo, la classe (e TUTTI gli insegnanti) vengono immediatamente messi in ISOLAMENTO PRECAUZIONALE, ovvero (teoricamente) non potresti uscire di casa nemmeno per portare a spasso il famoso cane o per buttare la spazzatura. Se anche il tampone molecolare risulta positivo, la misura può arrivare a 10 o 14 giorni.
Nel concreto, quando inizieranno le prime, normalissime epidemie influenzali, centinaia di migliaia di persone – bambini e docenti – finiranno chiusi in casa (per chi viola l’Isolamento, ci sono migliaia di euro di multa e Codice Penale).
In concreto, chiuderanno le scuole.
L’EQUILIBRIO e il BUON SENSO ormai sono morti.
Nessuno a chiedersi, a questo punto, a che diavolo servano le mascherine in classe, le finestre aperte pure con la grandine, i lavaggi di mano compulsivi, se poi …bastano 37.2 di “febbre” per mandare agli Arresti Domiciliari 40 persone!
E sapete, in realtà, qual è la categoria più pericolosa da questo punto di vista? Le MAMMINE sfaccendate: ovvero, quelle impettite figure che ritrovi costantemente fuori dalle scuole perché, nella loro vita, non hanno letteralmente niente da fare! Di condizione sociale agiata, con un marito normalmente danaroso che mantiene loro, il loro figliolo (spesso unico), i loro flirt e la loro noia. Ipocondriache fino all’inverosimile, affettivamente castranti: sono loro che, non avendo problemi economici, si distinguono come le più grandi sostenitrici della DAD, le pasionarie del “tampone compulsivo” e che vorrebbero la scuola a casa per poter meglio tenersi i figlioli sotto le gonadi.
Normalmente, sono loro che accusano gli insegnanti di non valorizzare il “genio” dei propri figli (i figli di queste tizie sono sempre geni, al massimo sei tu che non lo capisci). Per loro, in fondo, una chiusura delle scuole non sarebbe un gran problema. La piccineria dei particolarismi mentali – tipica un po’ di tutto il nostro popolo – impedisce di capire che la società è un sistema complesso; che a fronte di un 15% di mammine che possono starsene a casa, vi è un 75% per le quali questa sarebbe una tragedia!
Ma questa è la situazione.
Piaccia o non piaccia. A noi l’arduo compito di mantenere lucidità e i nervi saldi”
Qui si vede benissimo che il virus è un pretesto; qualunque flebile scusa sanitaria è buona per interrompere il processo di educazione, la crescita del sapere, il gusto della cultura, della ricerca – in una parola, della civiltà. Questa deprivazione è volontaria, programmatica e deliberata. L’Italia ha già il maggior numero in Europa di giovani che né studiano né lavorano. Adesso si sta deliberatamente costruendo una generazione di rozzi ignoranti, inoccupabili, analfabeti, “bocche inutili” che camperanno a margini della società come parassiti, senza dignità, e in attesa di estinzione.
Il fatto che questa dittatura assassina spogliatrice di sanità e educazione goda del più massiccio consenso; che questi crimini contro l’umanità vengano commessi impunemente perché in nome della “scienza” da tele-dibattito; e che le masse credano a schiacciante maggioranza alla pericolosità del virus e alla sua cura attraverso mascherine e coprifuoco imposti, evoca un termine che ci è già capitato di usare: Oscurantismo. L’oscurantismo di neo-primitivi che si credono invece moderni e soggiacciono al più assurdo e ridicolo principio d’autorità: le tv e i tele giornalisti e i loro “ospiti in studio”
“I cittadini, invece di protestare con forza contro la soppressione della libertà, sono apparsi del tutto allineati, anzi desiderosi di essere governati proprio in quel modo, lasciandosi trasformare da cittadini in sudditi”, scrive Aldo Maria Valli (Virus e il Leviatano, 11 euro, Liberi Libri). Egli vede risorgere il Leviatano di Hobbes: i cittadini si mettono nelle mani dello stato autoritario, cedendo libertà per quella sicurezza che da soli non sono in grado di darsi”. Tutto vero, salvo che il Leviatano di Hobbes davvero garantiva il livello di sicurezza promesso. Questo ridicolo Leviatano è malevolo, e toglie e depriva lo stato assistenziale , smantella ogni sicurezza sociale, abbandona alla durezza del vivere i covidioti che lo acclamano.
 
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