“Equitalia addio”, ma è una bufala. Cambia solo il nome

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“Equitalia addio”, ma è una bufala. Cambia solo il nome
lunedì, 26, giugno, 2017

Sabato prossimo, per effetto del decreto fiscale 193/2016, convertito nella Legge 225/2016 e approvato insieme alla Legge di Bilancio ad ottobre, Equitalia viene soppressa (cambia nome, ndr) .
E tutti i rapporti pendenti, comprese le cause in corso, si trasferiscono all’Agenzia delle Entrate-Riscossione.

Passaggio che porterà alla rottamazione delle cartelle inevase, attraverso una sorta di sanatoria su more e sanzioni in favore dei cittadini che potranno pagare il dovuto senza gli interessi. Tra le novità poi spicca il potenziamento delle modalità di riscossione del nuovo ente, che avrà più poteri rispetto a Equitalia: il decreto consente infatti all’Agenzia delle Entrate-Riscossione di utilizzare banche dati e informazioni già in uso all’Agenzia “anche ai fini dell’esercizio delle funzioni relative alla riscossione nazionale”.

CARTELLE PENDENTI – Per quanto riguarda cartelle e debiti pendenti con Equitalia, comprese le imposte erariali e locali – come Tasi, Imu, Tari o bollo auto – non spariranno con la soppressione di Equitalia, ma verranno trasferite all’Agenzia delle Entrate-Riscossione.

Questo significa che esisterà una continuità nei crediti, poiché il cambio di soggetto non cancella il debito. Quindi, i cittadini che hanno ricevuto una cartella di pagamento – o che hanno tuttora un piano di rateazione – dovranno corrispondere quanto dovuto al nuovo ente. ADNKRONOS

“Equitalia addio”, ma è una bufala. Cambia solo il nome - Imola Oggi
 
Scontro sull'addio a Equitalia «È cambiato solo il nome»
L'ex viceministro Zanetti (Sc): «Impegni disattesi». Pure i renziani ora non esultano. E il centrodestra attacca


Gian Maria De Francesco - Dom, 02/07/2017 - 06:00

agenzia di Riscossione che ha preso il posto di Equitalia. «Non può essere considerata una scommessa vinta.



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Il governo Renzi aveva assunto l'impegno ad abolire l'aggio e a rivedere le more anche a regime», ha scritto aggiungendo che l'esecutivo Gentiloni «non ha tenuto fede a questi impegni».

«Il gettito della rottamazione delle cartelle (4,2 miliardi la stima degli incassi, ndr) doveva servire anche a finanziare la rinuncia dello Stato a quelle somme, si trattava e si tratta di una scelta politica», racconta l'ex viceministro sottolineando come «già all'epoca il ministro Padoan fosse scettico, mentre Renzi ne era convinto». Poi, il referendum ha cambiato le carte in tavola e «questo governo non ha fatto niente».
Zanetti, però, non è eccessivamente critico in tema di pignoramenti più facili. «L'obiettivo della fusione è maggiore efficacia nella lotta all'evasione: a differenza del passato l'accesso all'anagrafe tributaria comporterà, se un contribuente ha due conti correnti, il blocco di uno solo se è sufficiente a pagare il debito». Il vero problema è che in questi anni la politica tutta non è riuscita a superare l'eredità di Vincenzo Visco. «Il meccanismo di accertamento con adesione - conclude - è diventato un mercato delle vacche: l'amministrazione fiscale usa il carico sanzionatorio come strumento estorsivo per indurre il contribuente a patteggiare».

Ed è questo il punto su cui ieri sono ancora piovute critiche sulla nuova Agenzia delle Entrate-Riscossione. «Il fisco diventerà ancora più vessatorio con strumenti da Stato di polizia fiscale. Proprio quel che serviva per dare fiducia a famiglie e imprese. Complimenti!», ha commentato ironicamente il governatore ligure Giovanni Toti. «Un netto peggioramento delle garanzie dei tartassati cittadini di fronte ai Dracula del Fisco», gli ha fatto eco il presidente dell'associazione di consumatori Adusbef, Elio Lannutti lamentando i «metodi vessatori».

D'altronde, la stessa relazione tecnica del decreto fiscale 2016 cifra in 483 milioni il maggiore incasso dell'erario per quest'anno grazie all'accesso della Riscossione al sistema di interscambio dati dell'Agenzia delle Entrate. Tale incremento è il risultato della maggiore efficacia che si attende dalle procedure di pignoramento che dovrebbe crescere dal 18 all'85 per cento. Forse anche per questo motivo ieri gli esponenti renziani si sono ben guardati dall'insistere sul leit motiv del leader sulla «promessa diventata realtà» di rottamare Equitalia. L'entusiasmo di venerdì si è assopito ben presto.

Sono invece fiorite le polemiche sul retweet di un cinguettio di Matteo Renzi sulla chiusura di Equitalia e sulla quattordicesima allargata ai pensionati da parte dell'account della Corte dei Conti. «Come farà ad essere imparziale nel giudizio quando si troverà a giudicare sugli errori di Renzi?», ha commentato il pentastellato Carlo Sibilia. Critiche condivise dal segretario di Si, Nicola Fratoianni che ha definito «incredibile il silenzio dei vertici dell'istituzione sull'episodio» ripromettendosi di «avere una spiegazione esauriente in Parlamento».
Domani, intanto, i contribuenti sperimenteranno la novità.
 
L’incostituzionalità della nuova Agenzia delle Entrate-Riscossione
L’incostituzionalità della nuova Agenzia delle Entrate-Riscossione


Agenzia delle Entrate-Riscossione: il controllore è anche il controllato.

Da oggi in poi a costringere gli italiani a pagare le tasse non sarà più Equitalia bensì l’Aer, ossia Agenzia delle Entrate-Riscossione.
Ma cosa si nasconde dietro il nuovo esattore?

Sappiamo tutti che non sarà più una società per azioni ma un ente pubblico. Questo significa che non agisce come un soggetto privato, in una posizione di parità coi cittadini, ma come una pubblica amministrazione, con tutti i poteri che ad essa competono.
Trattandosi poi di un ente che gravita nell’area dell’amministrazione finanziaria, a questa vengono estese una serie di attribuzioni tipiche dell’Agenzia delle Entrate come l’accesso alle banche dati sui rapporti di lavoro, pensioni e conti correnti. Il tutto per colpire immediatamente redditi e beni da pignorare. Insomma, la chiusura di Equitalia è stata una strategica mossa per semplificare e rendere più incisiva la morsa dell’esecuzione esattoriale.

C’è poi – ma questa non è una novità, perché già Equitalia aveva questo potere – la possibilità di pignorare i conti correnti con un ordine rivolto direttamente alla banca, senza passare dal Tribunale.

Oltre a questi aspetti, già noti, ve ne sono tre preoccupanti di cui ancora si sa poco. Ed è di questo che vogliamo parlarvi oggi.

Il primo. Sapete chi è il nuovo direttore di Aer? Ernesto Maria Ruffini che – guarda caso – è lo stesso soggetto che, fino ad oggi, ha diretto Equitalia. Peraltro – e qui l’aspetto più allarmante – Ruffini è stato nominato a dirigere anche l’Agenzia delle Entrate. E siccome Aer è un ente sottoposto alla vigilanza dell’Agenzia delle Entrate stessa (così come stabilisce il decreto fiscale che l’ha istituita [1]), significa che controllante e controllore sono la stessa persona. Il che la dice lunga sulla sua indipendenza.

Volete una dimostrazione di cosa significhi concretamente? L’altro ieri è stato pubblicato lo Statuto di Aer. In esso si legge che «I rapporti con l’Agenzia delle Entrate per la condivisione delle banche dati sui contribuenti» sono regolati con accordi tra le parti. Significa che sarà sempre Ruffini a concludere contratti con sé stesso, da un lato “firmando le richieste” in qualità di direttore di Ader, dall’altro dando le autorizzazioni in qualità di direttore dell’Agenzia delle Entrate.

Il secondo aspetto inquietante di questo passaggio riguarda invece il personale. Personale che è lo stesso che prima era stato assunto in Equitalia a chiamata diretta – come sempre avviene nelle società private – e che ora transita ad Aer senza un concorso. Concorso che invece, per costituzione, è necessario per l’accesso alle cariche pubbliche. Non è solo una quesitone di controllo sulle competenze e capacità, ma anche di rispetto per quelle migliaia di giovani che stanno aspettando da anni un bando che possa mettere alla prova le loro capacità.

Tutto questo porterà due tipi di problemi:
  • il primo è quello di nomine illegittime perché in contrasto con la costituzione, ossia con l’obbligo di un concorso. Questo significa che, nel futuro, qualche giudice potrebbe dichiarare incostituzionali tali nomine e illegittime anche le cartelle firmate da queste persone;
  • il secondo è quello dei mandati processuali: in questi giorni, Aer si costituirà in tutti i ricorsi intentanti sinora contro Equitalia. E a firmare il mandato agli avvocati sarà personale divenuto dirigente di un ente pubblico senza una nomina valida, senza concorso. Risultato: le procure processuali sono illegittime e così anche la costituzione in giudizio di Aer. Che poi, se il fisco perde la causa a pagare siamo sempre noi contribuenti.
Ed ora la ciliegina sulla torta.
Passando da un soggetto privato a un ente pubblico non ci sarebbe più ragione di mantenere in vita l’aggio, ossia la percentuale sulla riscossione riconosciuta prima ad Equitalia per la sua attività. E invece guarda caso, questa è l’unica cosa che è rimasta come era prima.

Non vi piace? Questa è la legge!
 
Ecco come la nuova Agenzia delle Entrate controlla i conti correnti
Con il libero accesso alle banche dati la nuova Agenzia può bypassare il tribunale.
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Riccardo Palleschi

Curato da Domenico Camodeca
Pubblicato il: 19 luglio 2017

I nuovi poteri dell'Agenzia delle Entrate-Riscossione
La crisi economica italiana è arrivata ai massimi livelli mai registrati prima d'ora. Oltre alla mancanza di denaro circolante in Italia, sembra svanire sempre più anche la fiducia nelle istituzioni, viste sempre più frequentemente come un nemico piuttosto che come un aiuto. Ed ecco quindi che la trasformazione di Equitalia in #agenzia delle entrate - Riscossione ha sollevato molti dubbi e malumori.

I poteri della Agenzia delle Entrate - Riscossione
L'Agenzia Riscossione che ha preso il posto di Equitalia è decisamente più invasiva rispetto al suo predecessore. Le è stato concesso dal Governo un potere che prima era riservato solo al tribunale e all'Agenzia delle Entrate, ovvero quello di avere libero accesso alle banche dati con libertà di visualizzare, controllare e pignorare i conti correnti.


Quindi a partire dal primo luglio di quest'anno l'Agenzia delle Entrate - Riscossione ha cominciato a controllare autonomamente i conti degli italiani. Dettagliatamente l'articolo 3 del D.L. 193/2016 consente all'Agenzia delle Entrate di utilizzare le banche dati e le informazioni anche ai fini della riscossione nazionale. Questo significa che, durante l'espletamento delle funzioni di controllo e monitoraggio dei conti correnti, l'Agenzia non avrà bisogno dell'autorizzazione del tribunale per prelevare le somme necessarie al saldo del debito che il contribuente ha con l'Erario. Può inoltre accedere alle banche dati dell'INPS ed acquisire informazioni relative a rapporti di lavoro per l'attivazione mirata al #pignoramento di stipendi, salari, pensioni ed altre indennità.

Il pignoramento 'presso terzi'
Con il passaggio da Equitalia all'Agenzia delle Entrate - Riscossione sono rimaste immutate le regole sulla riscossione, ed anche le regole sul pignoramento dei conti dei contribuenti morosi, che vigono da dodici anni.


Tutto cominciò con il decreto legge 203/2005 che introdusse il pignoramento "presso terzi", questa procedura consentiva all'ente di accertamento di bloccare un #conto corrente senza dover ricorrere all'autorità giudiziaria (tribunale). La novità introdotta dal luglio di quest'anno però concede un ulteriore potere all'ente, ovvero la possibilità non solo di bloccare i fondi ma anche di disporne immediatamente per saldare il debito con lo Stato. Quindi la differenza sostanziale tra Equitalia e la nuova Agenzia è che quest'ultima potrà accedere direttamente ai dati dell'Anagrafe Tributaria e procedere autonomamente al recupero del credito sul conto corrente del contribuente moroso.
 

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