giuseppe.d'orta
Forumer storico
Ai limiti della legge, e forse anche oltre, la decisione di Ericsson Svezia comunicata ieri sera. La società-veicolo Dina, che tramite la recente opa a 32 euro ha raggiunto l'88% del capitale, ha deciso di incorporare Ericsson Italia e delistarla, concedendo ai soci di minoranza il diritto di recesso (media dei sei mesi precedenti l'assemblea che approverà). Mai si era vista una decisione del genere, anche perché in contrasto col Testo Unico della Finanza che, all'articolo 133, dispone che (in assenza di opa residuale) una società può essere cancellata dal listino solo se c'è la quotazione su altro mercato dell'Unione Europea.
Come può Dina cancellare Ericsson Italia, visto che non è quotata altrove e che il 12% del capitale di Ericsson Italia è in possesso di azionisti terzi? Perché questa forzatura? Arrivare oltre il 90% era tanto difficile, magari rilanciando il prezzo, alquanto basso, di opa o tramite successivi acquisti?
I soci di minoranza, che hanno votato contro il bilancio 2003 e non hanno aderito all'opa, non faranno nulla per ostacolare il progetto? Ben difficile.
Ci si chiede, quindi: a cosa serve una simile forzatura?
Come può Dina cancellare Ericsson Italia, visto che non è quotata altrove e che il 12% del capitale di Ericsson Italia è in possesso di azionisti terzi? Perché questa forzatura? Arrivare oltre il 90% era tanto difficile, magari rilanciando il prezzo, alquanto basso, di opa o tramite successivi acquisti?
I soci di minoranza, che hanno votato contro il bilancio 2003 e non hanno aderito all'opa, non faranno nulla per ostacolare il progetto? Ben difficile.
Ci si chiede, quindi: a cosa serve una simile forzatura?