extendible notes per 4,5 mld usd

tontolina

Forumer storico
Unicredito: colloca extendible notes per 4,5 mld usd -2-

MILANO (MF-DJ)--Unicredito Italiano ha collocato un'emissione di extendible notes per un ammontare di 4,5 mld usd tramite la propria controllata irlandese, Unicredito Italiano Bank. L'operazione, curata da Merrill Lynch in qualita' di sole bookrunner, con Unicredit Banca mobiliare e Hvb Corporates & Markets nel ruolo di joint lead manager, rappresenta la piu' grande emissione di extendible notes fatta sul mercato americano da una istituzione bancaria. L'offerta ha registrato un totale di ordini di oltre 6,5 mld di usd. Il titolo offre un rendimento a tasso variabile indicizzato al Libor usd, maggiorato di un premio crescente. Lo spread, inizialmente pari a 1 basis point, si incrementa di anno in anno fino ad un massimo di 4 basis point per il quarto e quinto anno. La durata iniziale e' pari a 13 mesi, con l'opzione per gli investitori di estenderla progressivamente fino a 5 anni. com/cri (END) Dow Jones Newswires Copyright (c) 2006 MF-Dow Jones News Srl. May 19, 2006 06:49 ET (10:49 GMT)



domanda: che roba è l'extendible?
 
Unicredit, maxi cessione di sofferenze in vista per il 2007

20/06/2006 11.00



In controtendenza al mercato (-0,48%), Unicredit è in rialzo oggi dell'1,21% a 5,86 euro, dopo l'indiscrezione de Il Sole 24 Ore secondo la quale l'istituto di piazza Cordusio si starebbe preparando a una maxi cessione di sofferenze per un valore di 3 miliardi di euro lordi. L'operazione, dice il giornale, è ancora in cantiere e l'obiettivo è di chiuderla nei primi mesi del 2007.

La banca guidata da Alessandro Profumo ha da pochi mesi concluso la vendita di sofferenze per 1,7 miliardi di euro a un consorzio composto da Abn Amro, General Electric e Tecnocasa. Oggetto dell'ultima cessione dovrebbero essere pacchetti di crediti provenienti da Unicredit Banca d'Impresa e Unicredit Banca.

"Le nostre stime incorporavano la sola cessione di 2,2 miliardi di sofferenze legate alla tedesca Hvb e programmata per il secondo semestre 2006. La cessione di questi aggiuntivi 3 miliardi di sofferenze permetterebbe a Unicredit di raggiungere agevolmente, e con ogni probabilità di superare, i target di solidità patrimoniale stigmatizzati dall'indice core Tier1 che erano stati fissati al 6% nel 2006 e oltre il 6,5% nel 2007", ha detto un analista di una primaria sim milanese, che su Unicredit ha un giudizio positivo con un target price a 7 euro.

Unicredit, afferma Ing, sta pertanto cedendo quasi il 70% del suo portafoglio di crediti incagliati in meno di un anno. Non vi è ancora visibilità sull'impatto dell'ultima vendita, poichè i dettagli non sono stati notificati. Il titolo della prima banca italiana sta comunque beneficiando anche della nuova raccomandazione di Goldman Sachs che ha alzato il giudizio da in-line a outperform (farà meglio del mercato).

La banca d'affari americana sottolinea le forti prospettive di crescita di Unicredit e dice che nel confronto con i concorrenti il titolo è sottovalutato del 6-10%. Il broker non esclude così di poter rivedere a 7,4 euro il fair value, attualmente fissato a 6,8 euro, una volta che la banca italiana abbia raggiunto i target a livello di sinergie e incrementato la partecipazione nella International Moscow Bank. Ma per Ing "Unicredit tratta in linea con i peers europei a 10,8 volte il P/e del 2007", che comunque resta positiva sul titolo, sostenuto dal prossimo investor day (5 luglio).


Antonella Marseglia
 
tontolina ha scritto:
Unicredito: colloca extendible notes per 4,5 mld usd -2-

MILANO (MF-DJ)--Unicredito Italiano ha collocato un'emissione di extendible notes per un ammontare di 4,5 mld usd tramite la propria controllata irlandese, Unicredito Italiano Bank. L'operazione, curata da Merrill Lynch in qualita' di sole bookrunner, con Unicredit Banca mobiliare e Hvb Corporates & Markets nel ruolo di joint lead manager, rappresenta la piu' grande emissione di extendible notes fatta sul mercato americano da una istituzione bancaria. L'offerta ha registrato un totale di ordini di oltre 6,5 mld di usd. Il titolo offre un rendimento a tasso variabile indicizzato al Libor usd, maggiorato di un premio crescente. Lo spread, inizialmente pari a 1 basis point, si incrementa di anno in anno fino ad un massimo di 4 basis point per il quarto e quinto anno. La durata iniziale e' pari a 13 mesi, con l'opzione per gli investitori di estenderla progressivamente fino a 5 anni. com/cri (END) Dow Jones Newswires Copyright (c) 2006 MF-Dow Jones News Srl. May 19, 2006 06:49 ET (10:49 GMT)



domanda: che roba è l'extendible?

Unicredito: lancia bond triennale da 1 mld

MILANO (MF-DJ)--UniCredito ha emesso un bond senior a tasso variabile con durata triennale. L'offerta, partita da un'ipotesi di realizzare un'emissione benchmark (almeno 500 mln, ndr) e' stata chiusa ad 1 mld euro. L'emissione, curata da Hsbc, Hvb e Ubm in veste di joint bookrunners ha incontrato un considerevole interesse da parte di investitori istituzionali (banche 65%; fondi 35%). E' stato ripartito per il 30% in Germania, per il 25% nel Regno Unito, per il 30% in Francia e per il 5% in Scandinavia. Il bond, si legge in una nota, avra' una cedola pari al tasso Euribor trimestrale aumentato di 10 punti base ed un prezzo di riofferta pari a 99,971 (equivalente ad un rendimento all'emissione pari a 3 mesi Euribor + 11 punti base) Il nuovo titolo, che scadra' il 7 luglio 2009, verra' quotato in Lussemburgo. Il rating atteso dell'emissione e' di A1/A+/A+ di Moody's, Standard & Poor's e Fitch rispettivamente, conformemente ai rating di UniCredito Italiano. Com/glm (END) Dow Jones Newswires Copyright (c) 2006 MF-Dow Jones News Srl. June 21, 2006 10:23 ET (14:23 GMT)
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ma quanti bond ha emesso finora
dopo l'acquisizione di HVB

nessuno lo sa?
 
Unicredit in altalena, l'acquisto del 26% di IMB non è un catalyst come l'Investor day

21/06/2006 14.20



Unicredit in altalena sull'S&P/Mib. Dopo essere salita a un massimo a 5,985 euro e scesa a un minimo a 5,895 euro, ora l'azione è passata di nuovo in territorio positivo e sale dello 0,33% a 5,95 euro. Non fa comunque molta presa sull'azione la notizia che Hvb ha sottoscritto un accordo con Nordea per l'acquisto di una quota del 26,4% di Zao International Moscow Banks (IMB) attraverso cui incrementerà la propria quota nella banca russa al 79,3%.

Il corrispettivo per la partecipazione è di 395 milioni di dollari, corrispondente a una valutazione complessiva di 1,5 miliardi di dollari. Tale valutazione corrisponde a un P/E 2005 di 14,2 volte e a un P/BV di 3,13volte, "valori allineati alla media locale: P/E 2005 di 13,9 volte", nota Manuela Meroni di Caboto.

"IMB, con le proprie 10 filiali, è prevalentemente attiva nel settore large corporate e costituisce per il gruppo Unicredit un'importante opportunità di espansione in un mercato difficilmente accessibile e caratterizzato da elevati tassi di crescita", sostiene l'esperta della banca d'affari milanese.

Tuttavia, l'operazione "non avrà un impatto significativo sui conti", aggiungono ad AbaxBank, "l'Eps consolidato stimato dovrebbe incrementarsi nell'ordine del 1% nel prossimo biennio. Confermiamo la nostra view su Unicredit di market perform con un target price a 6,63 euro". In effetti, calcola Goldman Sachs, l'incremento della quota ha un impatto positivo dell'1%, ovvero circa 52 milioni per il 2007 e 59 milioni per il 2008, sull'utile netto di Unicredit.

Per questo il broker ha aumentato il fair value dell'azione a 6,9 da 6,8 euro, confermando outperform (sovraperformerà il mercato). Ma il vero catalyst del titolo "è l'Investor Day previsto per il 5 di luglio", ricorda Manuela Meroni che ha un rating di add e un target a 7 euro su Unicredit. E proprio in attesa della presentazione del nuovo piano industriale Banca Akros ha alzato il rating di Unicredit da accumulate a buy (acquistare) con un target fissato a 7,3 euro.

Altre notizie positive potrebbero arrivare dalla cessione di 2S Banca, precedentemente denominata UniCredit Banca MedioCredito, a Societe Generale (la vendita dovrebbe essere formalizzata nei prossimi giorni). Banca Akros stima infatti 400 milioni di euro di capital gain rispetto ai 200 milioni previsti precedentemente. Mentre sfuma il possibile acquisto di Berliner Bank, la banca tedesca a cui si era detta interessata anche Unicredit, passata a Deutsche Bank per una somma provvisoria di 680,5 milioni di euro.

Francesca Gerosa
 
Unicredit allunga il passo in Borsa in attesa dei conti del secondo trimestre

04/08/2006 11.15



Unicredit allunga il passo in Borsa (+0,86% a 6,05 euro, massimo della mattinata) in attesa dei conti del secondo trimestre. Manuela Meroni di Caboto si attende un secondo trimestre dell'anno più debole rispetto al primo trimestre che aveva beneficiato di un livello particolarmente forte di proventi da operazioni finanziarie e di commissioni nette grazie ai buoni andamenti dei mercati e all'ottima performance di Hvb.

D'altro canto, il secondo trimestre 2006 beneficerà della plusvalenza relativa alla cessione di Splitska Banca che l'esperta di Caboto stima in 350 milioni di euro. "Ci aspettiamo conseguentemente nel secondo trimestre un utile netto a 1.365 milioni di euro, sostanzialmente allineato al primo trimestre 2006: 1.357 milioni (924 milioni nel secondo trimestre 2005, ndr), pur a fronte di un margine operativo lordo in flessione del 6,2% trimestre su trimestre a 2.494 milioni", afferma Manuela Meroni.

Nel primo trimestre 2006 il margine operativo lordo era stato pari a 2.660 milioni di euro e nel secondo trimestre 2005 a 1.988 milioni. "Le nostre stime sono leggermente superiori al consensus: 1.352 milioni e incorporano 73 milioni di oneri one-off connessi all'integrazione del gruppo Hvb", spiega ancora l'analista di Caboto che, a livello operativo, stima comunque un significativo progresso rispetto al secondo trimestre 2005 (+25%), grazie alla forte crescita dei ricavi (+14% anno su anno) sospinta dalla componente commissioni.

Conseguentemente il primo semestre 2006 dovrebbe essersi chiuso con un utile netto di 2.722 milioni di euro, in aumento rispetto ai 2.052 milioni del primo semestre 2005, anche grazie ai 526 milioni di proventi one-off derivanti dalla dismissione di asset. L'utile atteso nel primo semestre 2006 corrisponde al 54% dell'utile netto stimato per l'intero esercizio 2006.

A livello operativo, sempre nel semestre, è prevista una crescita del margine operativo lordo del 26,7% anno su anno a 5.154 milioni, sospinta dal forte pregresso dei ricavi (+14,5% anno su anno a 11.791 milioni). Mentre il cost income ratio del semestre è atteso al 56,3%, in miglioramento di oltre 4 punti percentuali rispetto al primo semestre 2005. Infine, gli accantonamenti su crediti sono attesi a 53 punti base annualizzati, in linea con le attese di fine anno.

"Nonostante le ottime prospettive di crescita del gruppo, derivanti dalla presenza in aree ad elevato potenziale e al processo di riorganizzazione in atto, il titolo tratta a sconto rispetto alla media europea sugli utili: P/E 2008 di 9,2 volte contro una media di 9,7", conclude Manuela Meroni che ritiene quindi Unicredit una delle storie più interessanti nel contesto bancario italiano e quindi conferma il rating di add con un target a 7 euro.

Francesca Gerosa

Unicredito: utile netto 1* sem. sale a 3,043 mld -2-

MILANO (MF-DJ)--Nel primo semestre 2006 il margine di intermediazione di Unicredito e' salito del 15,7% a/a a 11,939 mld euro,
mentre i costi operativi sono aumentati del 4,5% a 6,529 mld euro.
Il risultato di gestione ammonta pertanto a 5,41 mld euro (+32,9%),
mentre l'utile netto e' pari a 3,043 mld euro, con un incremento a/a del 48,3%.
Il Roe, precisa una nota del gruppo, al 30 giugno 2006 (utilizzando il patrimonio medio del 1* semestre) era al 17,3% (11,9% al 30/06/2005)
e il cost/income ratio e' passato dal 60,5% al 54,7%.

Il patrimonio netto di pertinenza del gruppo al 30 giugno era di 34,771 mld euro, in calo dell'1,2% rispetto alla fine del 2005.
Infine, il core Tier 1 ratio e' passato dal 10,34% del 31 dicembre scorso al 10,25%.

Com/pl (END) Dow Jones Newswires Copyright (c) 2006 MF-Dow Jones News Srl. August 04, 2006 06:45 ET (10:45 GMT)
Unicredito: utile netto 2 trim. sale a 1,686 mld -2-

MILANO (MF-DJ)--Unicredito ha chiuso il 2* trimestre con
un utile netto di 1,686 mld, in crescita dell'82,5% a/a (+47% circa escluso l'apporto derivante dalla cessione di Splitksa Banka).
Il risultato di gestione -si legge in una nota- ha toccato quota 2,745 mld (+38% a/a) grazie alla continua progressione delle commissioni nette (+16,6%).

Il rapporto Costi/Ricavi e' sceso al 54,0% dal 61,3% nel secondo trimestre 2005 per effetto del significativo aumento dei ricavi (margine d'intermediazione a 5,969 mld, +13,0% a cambi e perimetro costanti) e dell'ottimo controllo dei costi (costi operativi a 3,224 mld, -0,5% a/a a cambi e perimetro costanti).

Com/fus (END) Dow Jones Newswires Copyright (c) 2006 MF-Dow Jones News Srl. August 04, 2006 06:47 ET (10:47 GMT)
 
UniCredito: Cda approva conti 1* semestre 2006, utile netto a 3,043 miliardi

MILANO (MF-DJ)--Il Cda di Unicredito ha approvato i conti del 1* semestre 2006, che evidenziano una crescita dell'utile netto del 48,3% a/a a 3,043 mld euro. Il risultato di gestione, precisa una nota, registra un +32,9% a/a (+28,2% a cambi e perimetro costanti) a 5,41 mld euro. All'andamento dei risultati consolidati ha contribuito positivamente il gruppo Hvb, con un utile netto pari a 1,706 mld euro (566 mln euro nel primo semestre 2005) e un risultato di gestione di 2,523 mld euro (+55,5% a/a a cambi e perimetro costanti). com/pl (END) Dow Jones Newswires Copyright (c) 2006 MF-Dow Jones News Srl. October 10, 2006 09:48 ET (13:48 GMT)

UniCredito: Cda approva conti 1* sem., utile netto -3-

Il margine di intermediazione del gruppo, prosegue la nota, raggiuge gli 11,939 mld euro, con un incremento del 15,7% a /a (+11,8% a cambi e perimetro costanti), in conseguenza della crescita del margine di interesse (6,247 mld euro, +5,9% a/a , +3,2% a cambi e perimetro costanti) e dei proventi da intermediazione e diversi (5,692 mld euro, +28,7%, +23,3% a cambi e perimetro costanti). L'andamento del margine di interesse e' positivo sia per Unicredito esclusa Hvb (3,089 mld euro, +8,7%) sia per il gruppo Hvb (3,123 mld euro, +3,4%).
Al 30 giugno 2006 il patrimonio netto di pertinenza dell'intero gruppo si attesta a 34,771 mld euro, in calo rispetto ai 35,203 mld euro della fine del 2005.
Il Coer Tier 1 ratio e' pari al 5,91% a fine giugno, in miglioramento rispetto al 5,53% di dicembre 2005.
Il Total Capital Ratio raggiunge quota 10,16%.

Quanto alla capogruppo, la societa' nel primo semestre 2006 ha riportato un utile netto di 2,034 mld euro, in aumento rispetto agli 1,877 mld euro dello stesso periodo del 2005. Com/pl (END) Dow Jones Newswires Copyright (c) 2006 MF-Dow Jones News Srl. October 10, 2006 09:54 ET (13:54 GMT)
 
«INVESTISICURO...
DI PERDERE
I TUOI SOLDI»

di WSI
Investire 100mila euro in una gestione patrimoniale dal nome rassicurante e guadagnare in 5 anni appena 1000 euro a fronte di una spesa di 6000. E pensare che con un semplice Bot si sarebbe potuto guadagnare alla peggio 10mila euro...


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16 Gennaio 2007 0:01 RIMINI

(WSI) – La storia che stiamo per raccontarvi aiuterà meglio a comprendere quanto la gestione di risparmi spesso faticosamente messi da parte, possa essere a volte condizionata da interessi “di parte”.

Carlo è un pensionato riminese ultraottantenne che nella sua vita di lavoro (faceva l’operaio metalmeccanico) è riuscito a mettere da parte qualche risparmio che ora cerca di amministrare al meglio. Ma mentre un tempo tutto era più facile perché i BOT risolvevano tutto, oggi le cose si sono complicate e la scarsa dimestichezza con il mondo bancario e della finanza, comune alla stragrande maggioranza dei cittadini, di fatto lo costringe a mettersi nelle mani del funzionario di turno.

Cinque anni fa l’impiegato incaricato della gestione risparmi di un’importante banca nazionale con diversi sportelli a Rimini, gli consigliò di investire una somma superiore a 100mila euro, in una gestione patrimoniale denominata “Investisicuro a capitale garantito”, dal titolo rassicurante e presentata come scelta migliore di un normale Bot.

L’investimento è durato cinque anni, è giunto a scadenza e questi sono i risultati: la gestione, a carico della stessa banca emittente e di una società specializzata con sede all’estero, ha incassato più di 6mila euro (di cui circa 3mila solo come commissione di ingresso) e il cliente ha guadagnato, in cinque anni, appena mille euro, cioè lo 0,17% lordo annuo. Considerando l’inflazione accumulata negli ultimi cinque anni, il nostro risparmiatore ha subito una perdita del potere d’acquisto di almeno il 10% del suo patrimonio iniziale. Perché, e qui sta il gioco degli equivoci, il capitale garantito era quello nominale ma non quello reale, che tiene conto cioè dell’inflazione.

Se la stessa somma fosse stata investita in normali BOT - tra l’altro anche più sicuri - ad un anno il suo guadagno lordo, ad un interesse minimo del 2%, sarebbe stato di circa 10mila euro. Il nostro risparmiatore ha quindi perso circa 9mila euro, cioè la differenza tra quello che ha percepito e quello che avrebbe potuto ottenere senza grandi gestioni dai nomi tanto rassicuranti (InvestiSicuro!), quanti pessimi nei risultati. Anzi, siccome non è la prima volta che capita (una importante banca del Piemonte emise tempo fa una obbligazione che si intitolava “cedola reale super” quando in realtà rendeva molto meno di altri titoli) è buona norma stare attenti ed informarsi sempre bene quando vengono offerti prodotti finanziari o di altro tipo con nomi che promettono troppo.

Tornando al nostro risparmiatore, assieme al danno (mancato guadagno) ha dovuto subire anche la beffa: ha cioè dovuto pagare (costi di gestione) seimila euro per perderne novemila. Bisogna riconoscere alla banca e soci un impegno non indifferente. Purtroppo a spese del cliente. In segno di disappunto il deposito è stato ritirato.

NOTA: l'articolo pudicamente cela il nome della banca, ma si tratta di una gestione di Unicredit denominata "Investisicuro a capitale garantito".

http://www.wallstreetitalia.com/articolo.asp?ART_ID=432598
 
Unicredit allunga il passo, al momento nessuna ipotesi su Capitalia

22/03/2007 16.30



Unicredit ha obiettivi sempre più ambiziosi. Non contenta degli ottimi traguardi raggiunti con l'integrazione con Hvb, come dimostrano i conti 2006 del gruppo, la banca di piazza Cordusio vuole continuare ad acquisire quote di mercato e al tempo stesso valorizzare l'eccezionale rete che ha costruito.

"La nostra capacità di crescita per via organica è considerevole" ma "se ci sono cose interessanti devono essere valutate anche in considerazione della capacità di integrazione dimostrata dalla nostra banca", ha sottolineato oggi Alessandro Profumo, Ceo di Unicredit, a margine della presentazione a Londra dei risultati 2006.

OBIETTIVO, ESSERE LA PRIMA VERA BANCA EUROPEA

Il risultato consolidato del 2006 (utile netto a 5.448 milioni di euro in crescita del 61,3%) di Unicredit, insieme al significativo miglioramento registrato dai principali indicatori economico finanziari, evidenzia in effetti l'eccellente performance realizzata da tutte le divisioni di business in tutte le aree geografiche in cui è presente. E ancora più significativo è il fatto che questi risultati siano stati conseguiti mentre la banca riusciva a raggiungere anche importanti obiettivi nel processo di integrazione operativa.

E' proprio la combinazione di risultati eccellenti e di progressi superiori al previsto nel processo di integrazione, a detta dell'Ad, che "conferma la notevole capacità d'esecuzione di tutto il top management team di Unicredit. Di questo passo non c'è dubbio che l'istituto riuscirà a raggiungere tutti gli obiettivi del piano triennale. Anzi, c'è una divisione in cui il gruppo sta facendo meglio del piano, quella Markets Investment Banking. Nel retail poi Unicredit ha una crescita impressionante. Infatti nei primi tre mesi del 2007 c'è stato un incremento dei nuovi clienti come in tutto il 2006.

IN EUROPA RESTA L'ATTIVITA' CORE

L'Europa resta chiaramente al centro dell'attività del gruppo e così sarà in futuro, come ha assicurato Profumo. "Siamo chiaramente europei e in Europa noi includiamo anche Russia e Turchia anche se non lo sono ancora concretamente", ha specificato il top manager, per poi proseguire "gli analisti del settore ritengono che l'Europa centro-orientale e la Russia saranno le aree a crescita più veloce in termini di reddito per il settore finanziario e bancario nei prossimi vent'anni e noi siamo chiaramente ben posizionati".

La Russia è il mercato con la crescita più veloce "e noi dobbiamo rafforzare la nostra presenza nel Paese". Ci sono, poi, "altri mercati che stanno crescendo velocemente, come l'India e la Cina, e dobbiamo cominciare a considerare come muoverci. In India abbiamo siglato un memorandum of understanding per la distribuzione di prodotti di investimento. Ci sono aree specifiche sulle quali dobbiamo lavorare molto per cogliere le opportunità che si presentano".

NON ESCLUSE NUOVE ACQUISIZIONI

Naturalmente il focus di Unicredit resta sulla crescita organica, ma la banca è sempre pronta a cogliere eventuali opportunità di acquisto. "E' chiaro che se si presenteranno opportunità per una crescita esterna le considereremo. Di sicuro nel nostro futuro si ripresenteranno altre occasioni'', ha detto Profumo.

Anche per questo il Cda di Unicredit ha chiesto all'assemblea degli azionisti il via libera a una delega per aumentare il capitale, "perchè vogliamo avere la possibilità di finanziare eventuali acquisizioni anche con un aumento di capitale", ha spiegato l'Ad, aggiungendo che, comunque, "al momento non ci sono piani concreti".

Nulla da dire quindi su Capitalia. "Non siamo in grado di fare un'analisi", ha detto a chiare lettere Profumo, escludendo che il dossier specifico sia sul tavolo come altre ipotesi di aggregazione in generale. "Non sono in grado di dire se l'acquisto di Capitalia potrebbe creare valore per i soci Unicredit. Se l'ipotesi andrà sul tavolo sarà più chiaro". Quanto al processo di vendita della banca polacca Bph, sta procedendo bene. Entro la fine dell'anno verrà completato.

DIFFICILE INVESTIRE IN TELECOM

Unicredit non si fa coinvolgere per ora nemmeno nella vicenda Telecom Italia. "Abbiamo un grande braccio bancario d'investimento e lo usiamo se possiamo creare valore per gli azionisti. E' difficile capire come si possa creare valore investendo a un prezzo diverso da quello di mercato se non c'è un piano industriale chiaro per la società", ha precisato sempre Alessandro Profumo.

Ricordiamo che i rumors indicano in 2,6/2,8 euro il range a cui un pool di banche sarebbe disposto a ritirare la quota di Olimpia. Profumo ha inoltre sottolineato che è "tecnicamente sbagliato parlare di salvataggio" per Telecom. "Per quanto ne so è una delle compagnie telefoniche europee più in salute". Riguardo invece alla manifestazione di intersse per Alitalia, Profumo si è limitato a dire: "lavoriamo come investment banking. Vedremo cosa vorranno fare i nostri clienti".

Affermazioni, quelle inerenti a Telecom Italia, che hanno rassicurato ulteriormente il mercato. Tanto che l'azione ha accelerato al rialzo a piazza Affari e ora guadagna il 3,87% salendo a quota 7,07 euro, dopo aver superato la soglia psicologica a 7 euro che non vedeva dallo scorso primo marzo, sull'onda anche degli ottimi risultati di bilancio. Ingenti gli scambi pari all'1,4% del capitale.

"Profumo aveva già detto in un'altra occasione che non era disposto a comprare azioni Telecom Italia a un prezzo superiore ai corsi attuali e sentirlo ripetere oggi è una garanzia in più per molti investitori, soprattutto quelli esteri", afferma un trader. "Anche per questo il titolo Unicredit ha reagito rafforzando il rialzo di questa mattina".

BILANCIO 2006 SUPERIORE ALLE ATTESE

Questa mattina infatti, prima dell'apertura del mercato, Unicredit ha comunicato anche i risultati del quarto trimestre, che hanno registrato un utile netto di 968 milioni, rivelandosi nettamente superiori alla media del consensus, che vedeva un utile netto di 875 milioni. Verrà distribuito un dividendo di 0,24 euro alle ordinarie (consensus 0,25) e 0,255 alle risparmio.

E' stata inoltre proposta l’attribuzione al Cda di una delega per un aumento di capitale a pagamento, da attuare nei prossimi cinque anni, attraverso l'emissione di un numero massimo di 1.050.000.000 di azioni (10,2% della share base attuale). Unicredit vuole quindi continuare a dire la sua nello scacchiere del risiko europeo.

Nel frattempo, il mercato continua a ipotizzare un'integrazione con Capitalia, che avrebbe senso industriale, in quanto permetterebbe a quest'ultima di rafforzare la sua presenza al Nord e a Unicredit di rafforzarsi in Italia, dove Intesa Sanpaolo è diventato il principale attore.

"Giudichiamo positivamente la qualità dei risultati presentati, nonostante la piccola delusione sul fronte del Core Tier 1, che non ha raggiunto il target del 6%, fermandosi al 5,82%", afferma Elena erini di RasBank. "Confermiamo sul titolo il rating di buy (acquistare, ndr) con un target price a 7,4 euro". Gli analisti di Euromobiliare sim (buy e target a 7,8 euro) sottolineano in particolare il dato sui ricavi (+11% contro +9%), il margine di interesse (+7% contro +5%) e l'utile operativo (+23% contro +20%).

Sotto l'utile operativo "segnaliamo anche il positivo il trend degli accantonamenti su crediti, con un costo del rischio nell'intero 2006 a 51 punti dai 53 del 2005 e largamente inferiori rispetto ai 59 inclusi nelle nostre stime", aggiunge Manuela Meroni di Caboto (add e target a 7,7 euro). Ora più che mai Merrill Lynch, che oggi ha ribadito buy con un target price a 9 euro sull'azione, è fiducioso che Unicredit riuscirà a centrare le sue stime di utile 2008 che sono superiori di circa il 10% rispetto a quelle del consensus.

Francesca Gerosa


http://libero.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?id=200703221534171280&chkAgenzie=TMFI
 

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