Unicredit allunga il passo, al momento nessuna ipotesi su Capitalia
22/03/2007 16.30
Unicredit ha obiettivi sempre più ambiziosi. Non contenta degli ottimi traguardi raggiunti con l'integrazione con Hvb, come dimostrano i conti 2006 del gruppo, la banca di piazza Cordusio vuole continuare ad acquisire quote di mercato e al tempo stesso valorizzare l'eccezionale rete che ha costruito.
"La nostra capacità di crescita per via organica è considerevole" ma "se ci sono cose interessanti devono essere valutate anche in considerazione della capacità di integrazione dimostrata dalla nostra banca", ha sottolineato oggi Alessandro Profumo, Ceo di Unicredit, a margine della presentazione a Londra dei risultati 2006.
OBIETTIVO, ESSERE LA PRIMA VERA BANCA EUROPEA
Il risultato consolidato del 2006 (utile netto a 5.448 milioni di euro in crescita del 61,3%) di Unicredit, insieme al significativo miglioramento registrato dai principali indicatori economico finanziari, evidenzia in effetti l'eccellente performance realizzata da tutte le divisioni di business in tutte le aree geografiche in cui è presente. E ancora più significativo è il fatto che questi risultati siano stati conseguiti mentre la banca riusciva a raggiungere anche importanti obiettivi nel processo di integrazione operativa.
E' proprio la combinazione di risultati eccellenti e di progressi superiori al previsto nel processo di integrazione, a detta dell'Ad, che "conferma la notevole capacità d'esecuzione di tutto il top management team di Unicredit. Di questo passo non c'è dubbio che l'istituto riuscirà a raggiungere tutti gli obiettivi del piano triennale. Anzi, c'è una divisione in cui il gruppo sta facendo meglio del piano, quella Markets Investment Banking. Nel retail poi Unicredit ha una crescita impressionante. Infatti nei primi tre mesi del 2007 c'è stato un incremento dei nuovi clienti come in tutto il 2006.
IN EUROPA RESTA L'ATTIVITA' CORE
L'Europa resta chiaramente al centro dell'attività del gruppo e così sarà in futuro, come ha assicurato Profumo. "Siamo chiaramente europei e in Europa noi includiamo anche Russia e Turchia anche se non lo sono ancora concretamente", ha specificato il top manager, per poi proseguire "gli analisti del settore ritengono che l'Europa centro-orientale e la Russia saranno le aree a crescita più veloce in termini di reddito per il settore finanziario e bancario nei prossimi vent'anni e noi siamo chiaramente ben posizionati".
La Russia è il mercato con la crescita più veloce "e noi dobbiamo rafforzare la nostra presenza nel Paese". Ci sono, poi, "altri mercati che stanno crescendo velocemente, come l'India e la Cina, e dobbiamo cominciare a considerare come muoverci. In India abbiamo siglato un memorandum of understanding per la distribuzione di prodotti di investimento. Ci sono aree specifiche sulle quali dobbiamo lavorare molto per cogliere le opportunità che si presentano".
NON ESCLUSE NUOVE ACQUISIZIONI
Naturalmente il focus di Unicredit resta sulla crescita organica, ma la banca è sempre pronta a cogliere eventuali opportunità di acquisto. "E' chiaro che se si presenteranno opportunità per una crescita esterna le considereremo. Di sicuro nel nostro futuro si ripresenteranno altre occasioni'', ha detto Profumo.
Anche per questo il Cda di Unicredit ha chiesto all'assemblea degli azionisti il via libera a una delega per aumentare il capitale, "perchè vogliamo avere la possibilità di finanziare eventuali acquisizioni anche con un aumento di capitale", ha spiegato l'Ad, aggiungendo che, comunque, "al momento non ci sono piani concreti".
Nulla da dire quindi su Capitalia. "Non siamo in grado di fare un'analisi", ha detto a chiare lettere Profumo, escludendo che il dossier specifico sia sul tavolo come altre ipotesi di aggregazione in generale. "Non sono in grado di dire se l'acquisto di Capitalia potrebbe creare valore per i soci Unicredit. Se l'ipotesi andrà sul tavolo sarà più chiaro". Quanto al processo di vendita della banca polacca Bph, sta procedendo bene. Entro la fine dell'anno verrà completato.
DIFFICILE INVESTIRE IN TELECOM
Unicredit non si fa coinvolgere per ora nemmeno nella vicenda Telecom Italia. "Abbiamo un grande braccio bancario d'investimento e lo usiamo se possiamo creare valore per gli azionisti. E' difficile capire come si possa creare valore investendo a un prezzo diverso da quello di mercato se non c'è un piano industriale chiaro per la società", ha precisato sempre Alessandro Profumo.
Ricordiamo che i rumors indicano in 2,6/2,8 euro il range a cui un pool di banche sarebbe disposto a ritirare la quota di Olimpia. Profumo ha inoltre sottolineato che è "tecnicamente sbagliato parlare di salvataggio" per Telecom. "Per quanto ne so è una delle compagnie telefoniche europee più in salute". Riguardo invece alla manifestazione di intersse per Alitalia, Profumo si è limitato a dire: "lavoriamo come investment banking. Vedremo cosa vorranno fare i nostri clienti".
Affermazioni, quelle inerenti a Telecom Italia, che hanno rassicurato ulteriormente il mercato. Tanto che l'azione ha accelerato al rialzo a piazza Affari e ora guadagna il 3,87% salendo a quota 7,07 euro, dopo aver superato la soglia psicologica a 7 euro che non vedeva dallo scorso primo marzo, sull'onda anche degli ottimi risultati di bilancio. Ingenti gli scambi pari all'1,4% del capitale.
"Profumo aveva già detto in un'altra occasione che non era disposto a comprare azioni Telecom Italia a un prezzo superiore ai corsi attuali e sentirlo ripetere oggi è una garanzia in più per molti investitori, soprattutto quelli esteri", afferma un trader. "Anche per questo il titolo Unicredit ha reagito rafforzando il rialzo di questa mattina".
BILANCIO 2006 SUPERIORE ALLE ATTESE
Questa mattina infatti, prima dell'apertura del mercato, Unicredit ha comunicato anche i risultati del quarto trimestre, che hanno registrato un utile netto di 968 milioni, rivelandosi nettamente superiori alla media del consensus, che vedeva un utile netto di 875 milioni. Verrà distribuito un dividendo di 0,24 euro alle ordinarie (consensus 0,25) e 0,255 alle risparmio.
E' stata inoltre proposta l’attribuzione al Cda di una delega per un aumento di capitale a pagamento, da attuare nei prossimi cinque anni, attraverso l'emissione di un numero massimo di 1.050.000.000 di azioni (10,2% della share base attuale). Unicredit vuole quindi continuare a dire la sua nello scacchiere del risiko europeo.
Nel frattempo, il mercato continua a ipotizzare un'integrazione con Capitalia, che avrebbe senso industriale, in quanto permetterebbe a quest'ultima di rafforzare la sua presenza al Nord e a Unicredit di rafforzarsi in Italia, dove Intesa Sanpaolo è diventato il principale attore.
"Giudichiamo positivamente la qualità dei risultati presentati, nonostante la piccola delusione sul fronte del Core Tier 1, che non ha raggiunto il target del 6%, fermandosi al 5,82%", afferma Elena erini di RasBank. "Confermiamo sul titolo il rating di buy (acquistare, ndr) con un target price a 7,4 euro". Gli analisti di Euromobiliare sim (buy e target a 7,8 euro) sottolineano in particolare il dato sui ricavi (+11% contro +9%), il margine di interesse (+7% contro +5%) e l'utile operativo (+23% contro +20%).
Sotto l'utile operativo "segnaliamo anche il positivo il trend degli accantonamenti su crediti, con un costo del rischio nell'intero 2006 a 51 punti dai 53 del 2005 e largamente inferiori rispetto ai 59 inclusi nelle nostre stime", aggiunge Manuela Meroni di Caboto (add e target a 7,7 euro). Ora più che mai Merrill Lynch, che oggi ha ribadito buy con un target price a 9 euro sull'azione, è fiducioso che Unicredit riuscirà a centrare le sue stime di utile 2008 che sono superiori di circa il 10% rispetto a quelle del consensus.
Francesca Gerosa
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