CAPITALIA DELLE MIE BRAME - SE GLI OLANDESI ESCONO, UNICREDIT PRONTO A ENTRARE IN GIOCO: SI PROFILA UN ASSE ARPE-PROFUMO - SCENARIO ATTRAENTE MA NON FA I CONTI CON IL POTERE DI GERONZI, FORTE DELL’APPOGGIO DEI FRANCESI DI BOLLORÉ…
Giovanni Pons per La Repubblica
«Tutte le opzioni sono aperte». Risponde così Rijkman Groenink a chi gli chiede se a ottobre il colosso olandese Abn Amro uscirà dal patto di sindacato Capitalia. Nelle ultime ore è cresciuto il partito di coloro che vedono un disimpegno degli olandesi dalla banca romana, ma in realtà la partita è ancora tutta da giocare. «Guardiamo a tutte le opportunità che il mercato presenterà poiché Abn Amro vuole crescere in Italia», sottolinea il presidente ai suoi più vicini collaboratori. Non è chiaro però se la sua banca concentrerà tutte le energie sull´Antonveneta, di cui ha acquisito il controllo quasi totalitario all´inizio di quest´anno, o se sia interessata a giocare un ruolo nel risiko bancario che passerà inevitabilmente per Capitalia.
Se Abn Amro dovesse disimpegnarsi, infatti, tutto il patto potrebbe traballare e addirittura sciogliersi aprendo la strada a un´aggregazione con qualche altro istituto di credito. La Banca Intesa di Giovanni Bazoli e Corrado Passera aveva progettato un´integrazione amichevole nella scorsa primavera ma l´operazione non è andata a buon fine. Adesso potrebbe riprovarci ma il tam tam di Borsa riporta che un altro gruppo italiano ha messo gli occhi sull´istituto romano, vale a dire l´Unicredit di Alessandro Profumo.
La sintonia tra la banca milanese e quella romana deriva dai buoni rapporti che in questo periodo sono stati allacciati tra Profumo e Matteo Arpe, amministratore delegato di Capitalia. Entrambi i manager erano sullo stesso fronte in occasione dell´elezione del presidente dell´Abi, cioè a favore di Roberto Mazzotta e contro Corrado Faissola, il candidato sostenuto a spada tratta da Bazoli.
E negli ambienti milanesi si dice che qualora si procedesse a un´aggregazione tra Unicredit-Hvb e Capitalia il problema della sovrapposizione del management non esisterebbe in quanto Profumo sosterrebbe a gran voce (e con il peso azionario delle due banche unite) la nomina di Arpe ad amministratore delegato di Mediobanca.
Lo scenario, in questi termini, sembra attraente ma non fa i conti con le prerogative di Geronzi, il presidente di Capitalia tornato in sella dopo due mesi di interdizione per l´inchiesta Parmalat-Ciappazzi. A quanto risulta Geronzi vorrebbe mantenere il più possibile Capitalia indipendente, e per far ciò punta a rinnovare il patto di sindacato anche con il sostegno degli olandesi.
A favore di questa strategia vi sono anche i francesi di Vincent Bolloré, alleati di Capitalia all´interno dell´azionariato di Mediobanca, che secondo alcune indiscrezioni sarebbero pronti a puntellare l´azionariato dell´istituto romano qualora ve ne fosse bisogno. Tra l´altro, la prova che Geronzi esercita ancora le sue funzioni a pieno titolo viene dall´ultimo ribaltone in casa Rcs, nel quale il presidente di Capitalia ha giocato un ruolo di sfondamento nei confronti di Vittorio Colao e degli esponenti di Banca Intesa che lo sostenevano. Si vedrà, dunque, tra agosto e settembre, se Capitalia entrerà a pieno titolo nel risiko bancario o se riuscirà a restarvi fuori.
Dagospia 30 Luglio 2006