FORTEBRACCIO
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Troppi risparmiatori giudicano l'onerosità di un fondo comune basandosi solo su un elemento (le commissioni di sottoscrizione) e trascurando tutto il resto; un "resto" che in certi casi è d'importo ben superiore
FONDI COSTOSI E FONDI "GRATIS"
"Ho sottoscritto un fondo che non costa nulla: non ho pagato commissioni".
"Il mio fondo invece costa caro, perché ho pagato il 3% di commissioni".
Il bello di queste frasi è che per entrambi il costo effettivo è stato identico. La conversazione tra i due sottoscrittori è indicativa di una mentalità diffusa tra i risparmiatori, che giudicano l'onerosità di un fondo comune basandosi solo su un elemento (le commissioni di sottoscrizione) trascurando tutto il resto; un "resto" che in certi casi è d'importo ben superiore a quello iniziale e che può pesantemente pregiudicare le performances dell'investimento.
I COSTI DEI FONDI: UN LISTINO PREZZI MOLTO LUNGO
Chi crede che l'onere dei fondi sia limitato alla commissione di sottoscrizione deve ricredersi: non è vero.
Basta leggersi un prospetto di un qualsiasi fondo italiano per individuare i vari costi che sono:
- commissione di sottoscrizione
- commissione di rimborso
- commissione di gestione
- commissione di performance
- commissione di trasferimento
- commissione di negoziazione
- commissione di deposito ed amministrazione
- altri costi e spese
VOCE PER VOCE
Esaminiamone analiticamente la natura e l'entità.
1) La commissione di sottoscrizione
È applicata sull'importo versato nel fondo e riduce immediatamente il valore dell'investimento netto. Essa varia in funzione dell’importo della sottoscrizione (importi alti pagano percentualmente meno di importi bassi), delle modalità della sottoscrizione (l’unica soluzione paga meno del Pac), del tipo del fondo (gli obbligazionari pagano meno degli azionari) e del canale di vendita (quelli venduti da banche costano meno di quelli collocati da promotori finanziari). È come pagare il biglietto per entrare in autostrada.
2) La commissione di rimborso
È applicata sugli importi prelevati e riduce il valore del disinvestimento.
La commissione di uscita si applica ai fondi che non prevedono commissioni di entrata (e già qui si svela una parte del mistero dei fondi "che non costano niente").
Non si paga nulla al casello d'entrata, si paga al casello d'uscita...
L’entità della commissione varia in funzione del tempo trascorso dalla sottoscrizione. (in genere 3% il primo anno, 2% il secondo, 1% il terzo, dopo più nulla).
3) La commissione di gestione
È applicata sul patrimonio gestito dal fondo ed è calcolata in percentuale con prelievo giornaliero. La commissione riduce il valore del patrimonio netto del fondo e varia in funzione della natura dei fondi (è più alta per gli azionari, più bassa per gli obbligazionari)e della struttura delle commissioni a carico dei sottoscrittori. (se un fondo prevede commissioni di sottoscrizione la sua commissione di gestione è più bassa di quella di un fondo "no load"). Ed ecco qui svelato ancora un mistero dei fondi "che non costano niente": non si paga nulla al casello autostradale, ma ogni chilometro una pompa automatica succhia un po' di benzina dal serbatoio di tutte le auto in transito…
4) La commissione di performance
È applicata sulla rivalutazione del valore delle quote qualora essa risulti superiore ad un parametro di riferimento ed è calcolata in percentuale.
Potrebbe anche sembrare giusto, ma il fatto è che nessun fondo prevede che, nel caso in cui il gestore sia poco abile (e basta scorrere l'elenco delle performance per scoprirne parecchi...) la commissione di performance sia restituita ai partecipanti, magari accompagnata anche da una cortese lettera di scuse. (su questo tema si veda l’articolo pubblicato il 28/9/2006).
5) La commissione di trasferimento
È applicata sugli importi passati da un fondo ad un altro (all'interno di una "famiglia" gestita dalla stessa società) ed è calcolata in percentuale; l’importo è intorno allo 0,2% sugli importi passati da un fondo all’altro.
6) La commissione di negoziazione
È applicata su tutte le operazioni di compravendita ed è calcolata in percentuale. Il costo può essere consistente, in funzione della cosiddetta "movimentazione del portafoglio", cioè del totale delle compravendite effettuate.
7) La commissione di amministrazione
È applicata sul controvalore dei titoli posseduti dal fondo ed è calcolata in percentuale. La commissione riduce il valore del patrimonio netto del fondo (e quindi, pro-quota, del capitale disponibile per ogni singolo partecipante), poiché una parte è sottratta dalla società di gestione che la accredita alla banca incaricata del servizio (la banca depositaria indicata sul prospetto).
CONSIGLI PRIMA DI INVESTIRE
Qualche utile suggerimento, per non farsi abbacinare da specchietti per le allodole più o meno accecanti.
E’ indispensabile leggersi il prospetto informativo ed il regolamento.
Illudersi di sottoscrivere un fondo a costo zero è come pensare di comprare una casa gratis; meglio quindi armarsi di pazienza per vedere quali siano i costi totali che si affrontano; e se non si è certi dei calcoli, bisogna porre domande precise al consulente che è tenuto a fornire risposte chiare ed esaurienti anche in forma scritta.
Valutare il costo non significa, in assoluto, scegliere il fondo "meno caro", ma il fondo "più conveniente", anche rapportandolo al rendimento atteso ed al servizio ottenibile.
Una buona assistenza del promotore finanziario o dello sportellista bancario, una chiara comunicazione periodica, un’ampia informazione da parte della società di gestione o della Sim di distribuzione possono valere più di un punto percentuale di commissione.
Gianluigi De Marchi
FONDI COSTOSI E FONDI "GRATIS"
"Ho sottoscritto un fondo che non costa nulla: non ho pagato commissioni".
"Il mio fondo invece costa caro, perché ho pagato il 3% di commissioni".
Il bello di queste frasi è che per entrambi il costo effettivo è stato identico. La conversazione tra i due sottoscrittori è indicativa di una mentalità diffusa tra i risparmiatori, che giudicano l'onerosità di un fondo comune basandosi solo su un elemento (le commissioni di sottoscrizione) trascurando tutto il resto; un "resto" che in certi casi è d'importo ben superiore a quello iniziale e che può pesantemente pregiudicare le performances dell'investimento.
I COSTI DEI FONDI: UN LISTINO PREZZI MOLTO LUNGO
Chi crede che l'onere dei fondi sia limitato alla commissione di sottoscrizione deve ricredersi: non è vero.
Basta leggersi un prospetto di un qualsiasi fondo italiano per individuare i vari costi che sono:
- commissione di sottoscrizione
- commissione di rimborso
- commissione di gestione
- commissione di performance
- commissione di trasferimento
- commissione di negoziazione
- commissione di deposito ed amministrazione
- altri costi e spese
VOCE PER VOCE
Esaminiamone analiticamente la natura e l'entità.
1) La commissione di sottoscrizione
È applicata sull'importo versato nel fondo e riduce immediatamente il valore dell'investimento netto. Essa varia in funzione dell’importo della sottoscrizione (importi alti pagano percentualmente meno di importi bassi), delle modalità della sottoscrizione (l’unica soluzione paga meno del Pac), del tipo del fondo (gli obbligazionari pagano meno degli azionari) e del canale di vendita (quelli venduti da banche costano meno di quelli collocati da promotori finanziari). È come pagare il biglietto per entrare in autostrada.
2) La commissione di rimborso
È applicata sugli importi prelevati e riduce il valore del disinvestimento.
La commissione di uscita si applica ai fondi che non prevedono commissioni di entrata (e già qui si svela una parte del mistero dei fondi "che non costano niente").
Non si paga nulla al casello d'entrata, si paga al casello d'uscita...
L’entità della commissione varia in funzione del tempo trascorso dalla sottoscrizione. (in genere 3% il primo anno, 2% il secondo, 1% il terzo, dopo più nulla).
3) La commissione di gestione
È applicata sul patrimonio gestito dal fondo ed è calcolata in percentuale con prelievo giornaliero. La commissione riduce il valore del patrimonio netto del fondo e varia in funzione della natura dei fondi (è più alta per gli azionari, più bassa per gli obbligazionari)e della struttura delle commissioni a carico dei sottoscrittori. (se un fondo prevede commissioni di sottoscrizione la sua commissione di gestione è più bassa di quella di un fondo "no load"). Ed ecco qui svelato ancora un mistero dei fondi "che non costano niente": non si paga nulla al casello autostradale, ma ogni chilometro una pompa automatica succhia un po' di benzina dal serbatoio di tutte le auto in transito…
4) La commissione di performance
È applicata sulla rivalutazione del valore delle quote qualora essa risulti superiore ad un parametro di riferimento ed è calcolata in percentuale.
Potrebbe anche sembrare giusto, ma il fatto è che nessun fondo prevede che, nel caso in cui il gestore sia poco abile (e basta scorrere l'elenco delle performance per scoprirne parecchi...) la commissione di performance sia restituita ai partecipanti, magari accompagnata anche da una cortese lettera di scuse. (su questo tema si veda l’articolo pubblicato il 28/9/2006).
5) La commissione di trasferimento
È applicata sugli importi passati da un fondo ad un altro (all'interno di una "famiglia" gestita dalla stessa società) ed è calcolata in percentuale; l’importo è intorno allo 0,2% sugli importi passati da un fondo all’altro.
6) La commissione di negoziazione
È applicata su tutte le operazioni di compravendita ed è calcolata in percentuale. Il costo può essere consistente, in funzione della cosiddetta "movimentazione del portafoglio", cioè del totale delle compravendite effettuate.
7) La commissione di amministrazione
È applicata sul controvalore dei titoli posseduti dal fondo ed è calcolata in percentuale. La commissione riduce il valore del patrimonio netto del fondo (e quindi, pro-quota, del capitale disponibile per ogni singolo partecipante), poiché una parte è sottratta dalla società di gestione che la accredita alla banca incaricata del servizio (la banca depositaria indicata sul prospetto).
CONSIGLI PRIMA DI INVESTIRE
Qualche utile suggerimento, per non farsi abbacinare da specchietti per le allodole più o meno accecanti.
E’ indispensabile leggersi il prospetto informativo ed il regolamento.
Illudersi di sottoscrivere un fondo a costo zero è come pensare di comprare una casa gratis; meglio quindi armarsi di pazienza per vedere quali siano i costi totali che si affrontano; e se non si è certi dei calcoli, bisogna porre domande precise al consulente che è tenuto a fornire risposte chiare ed esaurienti anche in forma scritta.
Valutare il costo non significa, in assoluto, scegliere il fondo "meno caro", ma il fondo "più conveniente", anche rapportandolo al rendimento atteso ed al servizio ottenibile.
Una buona assistenza del promotore finanziario o dello sportellista bancario, una chiara comunicazione periodica, un’ampia informazione da parte della società di gestione o della Sim di distribuzione possono valere più di un punto percentuale di commissione.
Gianluigi De Marchi