Fotografia e Storia dell'Arte

HollyFabius

Nuovo forumer
Su consiglio di Baleng, sposto qui questo mio post, cancellandolo altrove.

Mi permetto una breve considerazione sull'argomento, breve perchè ho poco tempo in questo periodo ma io credo che vi siano delle ragioni forti per parlare di fotografia.
La fotografia rappresenta un punto di non ritorno della capacità umana di rappresentare immagini della realtà, prima della fotografia le capacità di riproduzione della realtà rappresentavano una sfida per l'intera umanità, dopo si sono cercati altri ambiti di ricerca estetica, sino ad arrivare alla negazione stessa dell'estetica, presente in parte importante dell'Arte Contemporanea.
Si pensi che si sono sviluppate, prima del novecento, tecniche secolari per riprodurre la realtà, dallo sviluppo delle tecniche di prospettiva, allo sviluppo delle tecniche di rappresentazione degli effetti di luce sulle figure, allo sviluppo di tecniche e ricerche di pigmenti di qualità e di stabilità nel tempo.
L'uomo ha progredito per secoli nel tentativo di riprodurre fedelmente la realtà, dando anche alle migliori capacità di farlo, anche una valenza soprannaturale. Non nego che l'Arte sia da sempre stata anche molto altro oltre alla semplice capacità di riproduzione ma certo, lo sviluppo di tutte le tecniche per sviluppare al massimo questa capacità, sono state parte fondamentale della riproduzione Artistica.
La fotografia è importante perchè la sua introduzione ha riposizionato l'idea stessa di rappresentazione della realtà dell'uomo.
Il contributo della fotografia allo sviluppo degli stili del primo novecento è fondamentale sebbene possa sembrare non diretto. Divisionismo, Futurismo, Cubismo, Astrattismo sono tutti approcci alla rappresentazione di una realtà diversa da quella mostrata immediatamente dall'occhio; Non possiamo negare a noi stessi che lo stimolo psicologico allo sviluppo di questi approcci è dovuto principalmente alla sviluppata consapevolezza di dovere oltrepassare l'indagine della realtà dalla semplice riproduzione, capacità oramai possibile da una semplice operatività meccanica (una Macchina, un Automa), verso una direzione che potesse conservare all'uomo la sua identità superiore rispetto a questa Macchina.
Gli stessi sviluppi dell'Arte Contemporanea, rivolti al concettuale e alla ricerca dell'Arte nel senso di linguaggio sono derivati dalla necessità umana di differenziarsi dalla Macchina, dalla necessità di affermare una Volontà rispetto alla materia priva di tutto ciò di cui l'uomo riconosce in se stesso e solo in se stesso.
 
Quoziente Copia e Quoziente Espressione (e Quoziente Sogno)
Non si dovrebbe comunque arrivare a pensare che tutta l'arte precedente la fotografia abbia avuto come unico scopo quello di riprodurre "oggettivamente" la realtà. Magari potremmo distinguere il quoziente "copia" dal quoziente "espressione", che anche in tempi più antichi fu sempre considerato. Infatti Michelangelo non veniva distinto da Raffaello nei giudizi per la minore o maggiore capacità di "riprodurre" la realtà, il QC, ma per il QE (alla faccia di Draghi :noo:).
Per esempio, l'arte delle icone russe mostra un uso dell'immagine coscientemente rivolto a stimolare risposte sul piano spirituale. Certe campiture rosse non volevano "rappresentare" un edificio, o un mantello ecc., ma soprattutto stimolare un caldo sentire spirituale. Nel giallo, di cui la realtà oggettiva mostra pochi esempi, si produceva un contatto diretto con l'emanare della divinità.
Tutto appare più comprensibile se ci si rifà allo sviluppo individuale. Il bambino nel disegnare una casa, un'automobile, una persona, non ha assolutamente lo scopo di mostrarne le fattezze in modo oggettivo, ma quello di indicare tramite una specie di alfabeto interiore parti del mondo a lui esterno. In questo caso nemmeno si tratta di QE, ma del permanere di una visione "sognante" con cui egli principia il suo viaggio nel mondo, un bagaglio iniziale. Il QE verrà dopo, con lo sviluppo della personalità. Credo che tutti possiamo ricordare i nostri primi disegni e soprattutto la disposizione d'animo con cui li facevamo, che, appunto, non era quella di "riprodurre com'è".
Il percorso appare dunque QS>QE>QC, sia nel singolo che nell'umanità. L'irrompere della fotografia ha tolto valore al lavoro artistico inteso come QC, e aperto la porta a sviluppi e ripensamenti. Cubismo e Futurismo appaiono come sviluppi, introducendo un elemento "cerebrale" nuovo. L'Espressionismo e il Surrealismo come dei ripensamenti: si va a riscoprire qualche valore degli stadi precedenti non totalmente messo in evidenza. L'Art Brut (Dubuffet) addirittura torna al QS. Più particolare invece l'evoluzione della corrente impressionistica: nata come tentativo di riprodurre la realtà oggettiva con ancor maggiore obiettività della fotografia, nella sua evoluzione postimpressionistica (sino ai paesaggisti del 900, tipicamente i veneti) essa ha virato verso un arte para-espressionistica: infatti, nei paesaggisti del 900, da Tosi a EttoreTito, da Cascella al Chiarismo di Lilloni (per far nomi che tutti conoscono) lo scopo dell'artista non è dare una sensazione oggettiva del reale, ma portare alla luce un proprio sentire usando la libertà nuova dello strumento paesaggio.

Osservazione finale: all'origine di tutto sta una specie di fotografia :eeh: . Così possiamo intendere l'impronta negativa delle mani nelle caverne della preistoria :clap:
 
Quoziente Copia e Quoziente Espressione (e Quoziente Sogno)
Non si dovrebbe comunque arrivare a pensare che tutta l'arte precedente la fotografia abbia avuto come unico scopo quello di riprodurre "oggettivamente" la realtà. Magari potremmo distinguere il quoziente "copia" dal quoziente "espressione", che anche in tempi più antichi fu sempre considerato. Infatti Michelangelo non veniva distinto da Raffaello nei giudizi per la minore o maggiore capacità di "riprodurre" la realtà, il QC, ma per il QE (alla faccia di Draghi :noo:).
Perfettamente d'accordo, infatti ho scritto:
Non nego che l'Arte sia da sempre stata anche molto altro oltre alla semplice capacità di riproduzione ma certo, lo sviluppo di tutte le tecniche per sviluppare al massimo questa capacità, sono state parte fondamentale della riproduzione Artistica.
Prima della fotografia era importante la tecnica, considerata necessaria che ovviamente era solo la base accademica per poter operare nell'Arte, a quello sempre poi devi aggiungere altro (quello che tu hai chiamato QE e QS) ma senza la tecnica non potevi neppura ambire alla produzione artistica.
Dopo la fotografia la tecnica per la riproduzione è diventata meno importante, al limite irrilevante, per la produzione artistica.
 
Quoziente Copia e Quoziente Espressione (e Quoziente Sogno)
Non si dovrebbe comunque arrivare a pensare che tutta l'arte precedente la fotografia abbia avuto come unico scopo quello di riprodurre "oggettivamente" la realtà. Magari potremmo distinguere il quoziente "copia" dal quoziente "espressione", che anche in tempi più antichi fu sempre considerato. Infatti Michelangelo non veniva distinto da Raffaello nei giudizi per la minore o maggiore capacità di "riprodurre" la realtà, il QC, ma per il QE (alla faccia di Draghi :noo:).
Per esempio, l'arte delle icone russe mostra un uso dell'immagine coscientemente rivolto a stimolare risposte sul piano spirituale. Certe campiture rosse non volevano "rappresentare" un edificio, o un mantello ecc., ma soprattutto stimolare un caldo sentire spirituale. Nel giallo, di cui la realtà oggettiva mostra pochi esempi, si produceva un contatto diretto con l'emanare della divinità.
Tutto appare più comprensibile se ci si rifà allo sviluppo individuale. Il bambino nel disegnare una casa, un'automobile, una persona, non ha assolutamente lo scopo di mostrarne le fattezze in modo oggettivo, ma quello di indicare tramite una specie di alfabeto interiore parti del mondo a lui esterno. In questo caso nemmeno si tratta di QE, ma del permanere di una visione "sognante" con cui egli principia il suo viaggio nel mondo, un bagaglio iniziale. Il QE verrà dopo, con lo sviluppo della personalità. Credo che tutti possiamo ricordare i nostri primi disegni e soprattutto la disposizione d'animo con cui li facevamo, che, appunto, non era quella di "riprodurre com'è".
Il percorso appare dunque QS>QE>QC, sia nel singolo che nell'umanità. L'irrompere della fotografia ha tolto valore al lavoro artistico inteso come QC, e aperto la porta a sviluppi e ripensamenti. Cubismo e Futurismo appaiono come sviluppi, introducendo un elemento "cerebrale" nuovo. L'Espressionismo e il Surrealismo come dei ripensamenti: si va a riscoprire qualche valore degli stadi precedenti non totalmente messo in evidenza. L'Art Brut (Dubuffet) addirittura torna al QS. Più particolare invece l'evoluzione della corrente impressionistica: nata come tentativo di riprodurre la realtà oggettiva con ancor maggiore obiettività della fotografia, nella sua evoluzione postimpressionistica (sino ai paesaggisti del 900, tipicamente i veneti) essa ha virato verso un arte para-espressionistica: infatti, nei paesaggisti del 900, da Tosi a EttoreTito, da Cascella al Chiarismo di Lilloni (per far nomi che tutti conoscono) lo scopo dell'artista non è dare una sensazione oggettiva del reale, ma portare alla luce un proprio sentire usando la libertà nuova dello strumento paesaggio.

Osservazione finale: all'origine di tutto sta una specie di fotografia :eeh: . Così possiamo intendere l'impronta negativa delle mani nelle caverne della preistoria :clap:

DSCF1031.jpg
 

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