melodia
Forumer storico
Giornalismo In un’intervista l’editore della testata annuncia la scomparsa entro cinque anni dell’edizione cartacea:
“Usciremo solo on line: Internet è un luogo meraviglioso dove stare”
Smentendo le previsioni degli esperti americani di editoria, i quali profetizzavano che l’ultima copia su carta del New York Times sarebbe stata stampata nel 2043, lo stesso editore del giornale, Arthur Sulzberger, ha anticipato questa data al 2013, fra cinque anni. Molto stressato dal declino delle copie, dalla perdita di pubblicità, dal buco di 570 milioni di dollari lasciato dall’incauto acquisto del Boston Globe e dall’assalto che Morgan Stanley sta organizzando alla proprietà del giornale, Arthur Sulzberger non parla mai e non dà mai interviste. Ma al World Economic Forum di Davos ha discusso con alcune persone sul destino della sua storica testata e l’intera conversazione è stata pubblicata dal quotidiano israeliano Haaretz. «Non so davvero - ha detto Sulzberger - se saremo ancora in edicola fra cinque anni. E sapete cosa? Non me ne importa». L’editore ha aggiunto che il giornale più prestigioso del mondo ha iniziato un viaggio di transizione verso Internet («un luogo meraviglioso dove stare») e che nei piani del management c’è anche la data in cui l’edizione su carta non sarà più stampata. I lettori del Times superano di poco il milione, ma quelli del suo sito web sono raddoppiati in pochi mesi e hanno già raggiunto il milione e mezzo.
A decidere la definitiva transizione sul web, secondo Sulzberger, sarà la cosa che preme di più a ogni editore: i costi. «L’ultima volta che abbiamo fatto un grande investimento sull’edizione stampata abbiamo speso un miliardo di dollari - ha detto - mentre lo sviluppo dei siti web richiede impieghi molto minori. Anche gli annunci pubblicitari su Internet sono più facili da gestire: ce ne saranno di meno, ma non dovremo sopportare i costi di carta, stampa e distribuzione per farli arrivare al pubblico e gli utili saranno gli stessi». Per questa ragione, ha spiegato l’editore, il New York Times non seguirà la strategia di riduzione dei formati adottata dai giornali europei, che richiede l’acquisto di nuove costose rotative, per puntare direttamente all’obiettivo finale: il web.Lo staff messo al lavoro per organizzare la transizione si è scontrato inzialmente con le resistenze della redazione: «La newsroom di un giornale è come il reparto di emergenza di un ospedale o una sala operativa militare - ha rilevato Sulzberger -. Entrambi sono orientati su un solo obiettivo e molto difficili da cambiare. Ma una volta che i giornalisti, compresi quelli più anziani, hanno afferrato il concetto lo hanno abbracciato e supportato».
Preso atto che il Times non è più da 10 anni il punto focale intorno al quale ruota la vita di New York e che la gente ha ora altri strumenti per informarsi ad esempio su come organizzare il proprio tempo libero, Sulzberger ha aggiunto che anche nell’era del web sarà la qualità a distinguere il suo giornale: «Il nostro lavoro è elaborare contenuti, siamo curatori di notizie. La gente non cliccherà sul New York Times per leggere blog, ma per trovare notizie accurate alle quali possano credere». Il Times ha fatto un accordo con Microsoft per distribuire contenuti su diverse piattaforme (web, ma anche telefonini e laptop) e la convinzione di Sulzberger è che «l’esperienza di leggere un giornale potrà e dovrà essere trasferita a pagamento in questi nuovi strumenti». Nel novembre del 2006, l’editore del Washington Post, Donald Graham, aveva detto ad una conferenza di analisti di non essere in grado di fare previsioni sugli utili del suo gruppo, perché la realtà dei media cambia troppo in fretta. Le funeree previsioni di Sulzberger sul futuro della carta stampata sembrano dargli ragione.
Per chi inorridisce di fronte all’idea che i giornali passino tutti su Internet, c’è una speranza: secondo gli esperti, la diffusione di contenuti tv sul Web ucciderà Internet. L’allarme è stato lanciato già da tempo da Vint Cerf, un padre del protocollo Ip: «La rete rischia il collasso». E ieri ad Amsterdam, al congresso europeo delle tv via cavo, il capo dei video di Google (padrona di YouTube) ha spiegato che il Web non è stato progettato per ospitare tutte quelle trasmissioni: intasano la Rete.
Vittorio Sabadin
Fonte: www.lastampa.it
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io vorrei uscire online con coltellino svizzero,
per andare magari ad appartarci in qualche meraviglioso posto... come faccio?
“Usciremo solo on line: Internet è un luogo meraviglioso dove stare”
Smentendo le previsioni degli esperti americani di editoria, i quali profetizzavano che l’ultima copia su carta del New York Times sarebbe stata stampata nel 2043, lo stesso editore del giornale, Arthur Sulzberger, ha anticipato questa data al 2013, fra cinque anni. Molto stressato dal declino delle copie, dalla perdita di pubblicità, dal buco di 570 milioni di dollari lasciato dall’incauto acquisto del Boston Globe e dall’assalto che Morgan Stanley sta organizzando alla proprietà del giornale, Arthur Sulzberger non parla mai e non dà mai interviste. Ma al World Economic Forum di Davos ha discusso con alcune persone sul destino della sua storica testata e l’intera conversazione è stata pubblicata dal quotidiano israeliano Haaretz. «Non so davvero - ha detto Sulzberger - se saremo ancora in edicola fra cinque anni. E sapete cosa? Non me ne importa». L’editore ha aggiunto che il giornale più prestigioso del mondo ha iniziato un viaggio di transizione verso Internet («un luogo meraviglioso dove stare») e che nei piani del management c’è anche la data in cui l’edizione su carta non sarà più stampata. I lettori del Times superano di poco il milione, ma quelli del suo sito web sono raddoppiati in pochi mesi e hanno già raggiunto il milione e mezzo.
A decidere la definitiva transizione sul web, secondo Sulzberger, sarà la cosa che preme di più a ogni editore: i costi. «L’ultima volta che abbiamo fatto un grande investimento sull’edizione stampata abbiamo speso un miliardo di dollari - ha detto - mentre lo sviluppo dei siti web richiede impieghi molto minori. Anche gli annunci pubblicitari su Internet sono più facili da gestire: ce ne saranno di meno, ma non dovremo sopportare i costi di carta, stampa e distribuzione per farli arrivare al pubblico e gli utili saranno gli stessi». Per questa ragione, ha spiegato l’editore, il New York Times non seguirà la strategia di riduzione dei formati adottata dai giornali europei, che richiede l’acquisto di nuove costose rotative, per puntare direttamente all’obiettivo finale: il web.Lo staff messo al lavoro per organizzare la transizione si è scontrato inzialmente con le resistenze della redazione: «La newsroom di un giornale è come il reparto di emergenza di un ospedale o una sala operativa militare - ha rilevato Sulzberger -. Entrambi sono orientati su un solo obiettivo e molto difficili da cambiare. Ma una volta che i giornalisti, compresi quelli più anziani, hanno afferrato il concetto lo hanno abbracciato e supportato».
Preso atto che il Times non è più da 10 anni il punto focale intorno al quale ruota la vita di New York e che la gente ha ora altri strumenti per informarsi ad esempio su come organizzare il proprio tempo libero, Sulzberger ha aggiunto che anche nell’era del web sarà la qualità a distinguere il suo giornale: «Il nostro lavoro è elaborare contenuti, siamo curatori di notizie. La gente non cliccherà sul New York Times per leggere blog, ma per trovare notizie accurate alle quali possano credere». Il Times ha fatto un accordo con Microsoft per distribuire contenuti su diverse piattaforme (web, ma anche telefonini e laptop) e la convinzione di Sulzberger è che «l’esperienza di leggere un giornale potrà e dovrà essere trasferita a pagamento in questi nuovi strumenti». Nel novembre del 2006, l’editore del Washington Post, Donald Graham, aveva detto ad una conferenza di analisti di non essere in grado di fare previsioni sugli utili del suo gruppo, perché la realtà dei media cambia troppo in fretta. Le funeree previsioni di Sulzberger sul futuro della carta stampata sembrano dargli ragione.
Per chi inorridisce di fronte all’idea che i giornali passino tutti su Internet, c’è una speranza: secondo gli esperti, la diffusione di contenuti tv sul Web ucciderà Internet. L’allarme è stato lanciato già da tempo da Vint Cerf, un padre del protocollo Ip: «La rete rischia il collasso». E ieri ad Amsterdam, al congresso europeo delle tv via cavo, il capo dei video di Google (padrona di YouTube) ha spiegato che il Web non è stato progettato per ospitare tutte quelle trasmissioni: intasano la Rete.
Vittorio Sabadin
Fonte: www.lastampa.it
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io vorrei uscire online con coltellino svizzero,
per andare magari ad appartarci in qualche meraviglioso posto... come faccio?


è proprio vero; internet è un luogo meraviglioso dove stare