Pirelli & C (PC) fuga delle società da borsa italiana

tontolina

Forumer storico
dopo FCA, CNH, GTEC
ora è il turno di Pirelli

Borsa italiana è diventata un luogo da evitare e tutti fuggono


Pirelli diventa cinese per 8,5 miliardi: al colosso ChemChina il 65% del gruppo delle gomme
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PER APPROFONDIRE
pirelli , tronchetti provera ,

di Rosario Dimito
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Via al riassetto della Pirelli con l'opa del colosso della Repubblica Popolare cinese China National Chemical Corporation (ChemChina) e dei suoi alleati italiani e russi. E' un piano-monstre da 8,5 miliardi, di cui 7,5 per l'offerta d'acquisto e uno per rifinanziare il debito della Bicocca che finirà sotto il controllo del gruppo orientale, con la diluizione di Rosneft, entrata nel capitale a luglio scorso. Ieri sera si sono riuniti i cda di...
 
Effetti Collaterali della “Svalutazione Competitiva” : Pirelli ai Cinesi

Di FunnyKing , il 23 marzo 2015 37 Comment
Effetti Collaterali della "Svalutazione Competitiva" : Pirelli ai Cinesi - Rischio Calcolato



Un bello sconto del 30% in dollari e del 25% in Yuan, questo è il sobrio effetto collaterale della “svalutazione” competitiva nel passaggio di proprietà di Pirelli sui mercati aperti.



Scommetto che non ci avevate fatto caso.



Ma torniamo a Pirelli e vediamo cosa ha perso per strada l’Italia:





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Pirelli è anzi era l’ultima vera grande multinazionale nel settore industriale che residuava almeno nella proprietà all’Italia. (mi si perdonerà ma non considerò più FCA Italiana)



Guardate bene la cartina qui sopra, noterete che di fatto i Cinesi hanno comprato :
2 fabbriche su 19 in Italia
1 centro direzionale e uno dei centri ricerche di pirelli
Con questo voglio dire che anche dal punto di vista politico, l’Italia non potrà avere quasi nessun potere di pressione sulla nuova proprietà (ad esempio per lasciare in piedi le fabbriche italiane), Pirelli può serenamente esistere senza 2 fabbriche, mentre la Cina da oggi ha una discreta arma di pressione politica sull’Italia.
Dobbiamo solo sperare che i Cinesi con Pirelli si comportino come i Tedeschi con Ducati e Lamborghini.

Dal punto di vista industriale ora a Pirelli si aprono praterie gigantesche sul mercato cinese, e dunque di lavoro ce ne sarebbe in quantità anche, eventualmente, per espandere la presenza industriale di Pirelli in Italia. Ma state sereni, certe decisioni avranno un prezzo.


Ad ogni modo, la morale è che in l’Italia oggi è straordinariamente a buon mercato per i Cinesi, magari faranno un pochino più di fatica a venderci i loro prodotti, però con i triliardi di dollari e Yuan accumulati in passato potranno serenamente comprarsi le aziende e le proprietà più interessanti: SPECIE QUELLE CHE NON NECESSARIAMENTE DEVONO RIMANERE IN ITALIA.
 
ieri tronchetti ha consegnato tutte le azioni alla nuova società: Marco Polo
e a settembre verrà lancia l'opa

intanto in italia sono sempre aperte le svendite... resterà il deserto...


Ricordo una conferenza del prof. Galloni in cui paventava la chiusura di tente piccole PMI

ora le PMI chiudono e le grandi fuggono all'estero!


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Forchielli intervistato da Michele Mengoli per Oblòg
Litigare con Corrado Passera

Tanta roba in questo “appunto volante di vita terrena”… ma iniziamo ritornando ai Pesenti che hanno venduto Italcementi ai tedeschi di HeidelbergCement (il 45% del Gruppo per 1,66 miliardi di euro).
Alberto, come commenti questa notizia?


È una notizia drammatica per l’Italia. Purtroppo tra gli italiani nessuno crede più nell’Italia. Per fortuna ci credono ancora gli stranieri, come i tedeschi e i cinesi, mentre gli italiani che contano stanno vendendo tutto.

Anche io ci credo poco nell’Italia.

Ormai credo soltanto nei contributi personali. Nel mio piccolo, per esempio, finanzio il Museo degli Alpini di Darfo-Boario Terme e anche un film sulla ritirata degli Alpini in Russia, che si chiama ‘La Seconda Via’. A Imola ho portato la Fondazione Roland Berger che sostiene gli studenti meritevoli provenienti da situazioni svantaggiate. Aiuto il CAF di Luisa Pavia, una onlus dedicata all’accoglienza e alla cura di minori vittime di maltrattamento e abuso. E poi, ancora a Imola, ho messo su T-Island per aiutare i giovani a trovare lavoro all’estero. Ripeto, ormai credo soltanto nei contributi personali.”




A proposito di contributi personali. Come la vedi la battaglia anti-tasse lanciata da Renzi, con lo slogan “Basta con l’Europa maestrina”?

Intanto Roma ha iniziato la sua promozione come candidata olimpica in maniera trionfale con il New York Times che in un lungo articolo ha descritto la nostra capitale per quello che è, tra degrado, illegalità e il sindaco Marino definito “troppo naif” e con l’ATAC che risulta una delle peggiori aziende pubbliche del mondo e il più grande spettacolo dopo il Big Bang rappresentato dal funerale del padrino Vittorio Casamonica in mondovisione… “Il New York Times deve andare a cagare… anziché proporre un sondaggio sulla qualità della vita a Roma, perché non intervista le maschere dei loro cinema chiedendo quanti bossoli trovano a fine spettacolo?
Mentre nella corsa alle Olimpiadi, Boston, ricchissima e bellissima, si è ritirata per non cacciare via i soldi. Invece Roma e Atene col pattume a mezza gamba anelano a ospitare i Giochi Olimpici indebitandosi ulteriormente per consentire agli AMICI/POLITICI di partecipare alla spartizione. È follia.
D’altronde siamo ancora col debito che aumenta di 2 punti di Pil all’anno! Spendere e fare debiti non crea ricchezza ma soltanto altri debiti. La battaglia anti-tasse a Renzi non gliela fanno fare ma anche se gliela facessero fare poi lo spread andrebbe alle stelle.
La verità è che Renzi è in difficoltà tra Crocetta, Marino e Roma allo sbando, De Luca e la disfatta di Lady Moretti.
Ma per Dio, oltre ad accordarsi con Verdini cosa può inventarsi?
E intanto ovunque aumentano i buchi nelle strade e le montagne di ***** con gli ospedali allo sfascio. Siamo al tracollo e a settembre i bambini per andare a scuola dovranno portarsi anche la carta igienica porco BIP, BIP, puttana BIIIPPP, BIIIIIPPPPP.”
Abbiamo scritto più volte di quanto sia stata importante per te la frase che ti disse Andreatta sul litigare sempre con quelli sopra di te e mai sotto. Puoi raccontarci il podio delle più grandi litigate della tua vita?
“Ma le litigate sono tantissime! È difficilissimo restringerle a tre!

Quella storica è con la Banca Mondiale, nel 1999, perché erano troppo burocratici. Un’altra potentissima è con il governo cinese nel 2013…”
E come hai fatto a sopravvivere a un litigio con il governo cinese? “Semplice. Grazie al mio data-base.”
In che senso? “Nel senso che io conservo tutto da sempre e ho un data-base sterminato con 30mila nomi e, soprattutto, con documenti compromettenti. Per questo sono intoccabile, anche per il governo cinese!”





E la terza litigata da menzionare? “Con Corrado Passera perché è un uomo che ha sempre tradito tutti.”
Puoi raccontarci i motivi?
“Come ti ho già detto, per fare il Mandarin sono andato da Pietro Modiano quando era direttore generale in San Paolo, tra il 2005 e il 2006, nei mesi della fusione con Intesa. Gli ho raccontato cosa avevo in mente e lui mi ha detto:
‘Forchielli, è un progetto fantastico. Quanto le serve?’
Gli ho risposto: ‘60 milioni di euro’.
E lui ha replicato così: ‘Ok, affare fatto’.
Poi, ovviamente, è seguita tutta la trafila per avere l’approvazione del consiglio di amministrazione, però la sua fiducia ha dato il via a tutto. Mentre non ti ho raccontato che Passera, all’epoca amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, per motivi oscuri o forse politici, ha cercato in ogni modo di non farci assegnare quei soldi, fortunatamente per noi e per Intesa Sanpaolo, non riuscendo nel suo intento.

Fortunatamente perché il Mandarin si è poi rivelato, come aveva ben intuito Modiano, un grande business.

Ma a parte questo, Passera mi spaventa…
Perché? “Lui, come me – d’altronde apparteniamo alla stessa generazione – siamo sul pezzo da almeno 35 anni e abbiamo guadagnato un sacco di soldi. Siamo entrati in pista quando l’Italia stava bene e oggi è distrutta. *****, qualche responsabilità io, lui e i nostri coetanei ce l’abbiamo oppure no? Secondo me sì. A me vengono gli scrupoli e li ho espressi mille volte. A lui no, anzi, adesso vuole fare politica perché non ha fatto abbastanza danni. Passera, ascoltami, fatti inculkare dal cannone della tua bicicletta. Dammi retta, devi avere il coraggio di guardarti allo specchio e abbandonare l’idea di fare politica. Lo dico per il bene del Paese. A Passera preferisco Salvini, arrivo a dire questo.”



Mentre il PD ha salvato Antonio Azzollini dall’arresto chiesto dalla Procura di Trani per associazione a delinquere. Con la Serracchiani che ha chiesto scusa e con Renzi che invece ha detto che “il no è un segno di maturità” e che “non siamo i passacarte delle Procure”… “Da quello che ho letto a me Azzollini sembra proprio un licaone. A parte questo, se Renzi è arrivato a fare il patto con Verdini siamo alla frutta. Dopo c’è solo Passera.”
 

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