giuseppe.d'orta
Forumer storico
I dubbi sul bond emesso apposta per far rientrare le banche sono sempre più forti, anche sugli interessi per la quotazione in borsa ci sarà da approfondire. Dopo l'amministrazione straordinaria si era anche scoperto un buco di 100 milioni nel magazzino-merci, ma le notizie di ieri fanno comprendere che c'è anche dell'altro.....maga compresa.
Giacomelli, arrestato fondatore, figlio e altri tre.
UNA "OPERATRICE DELL'OCCULTO" PER LE SCELTE AZIENDALI
Nella vicenda giudiziaria, si scorge anche una "nota di colore", visto che la Gdf segnala che nel corso dell'inchiesta è emerso che "i coniugi Giacomelli/Spada, nel periodo di crisi più profonda del gruppo, sottoponevano le scelte sensibili aziendali ad un'operatrice dell'occulto".
MILANO (Reuters) - La Guardia di Finanza di Bologna ha arrestato oggi cinque dirigenti del gruppo Giacomelli, nell'ambito dell'inchiesta condotta dalla procura di Rimini sul dissesto della società, fra i quali il fondatore Antonio Giacomelli e il figlio Emanuele.
Lo dice un comunicato stampa delle Fiamme Gialle di Bologna, che aggiunge che una sesta persona, Gabriella Spada, moglie di Emanuele Giacomelli ed ex presidente del gruppo, "colpita da analogo provvedimento, è tuttora latitante in un paese esotico".
Le ipotesi di reato contestate nell'ordinanza di 300 pagine firmata dal gip Giacomo Gasparini su richiesta del pm Luca Bertuzzi sono "associazione per delinquere, bancarotta fraudolenta, calunnia, truffa, falso in bilancio, emissione di fatture per operazioni inesistenti".
Le indagini della magistratura si sono affidate anche ad alcune segnalazioni di "comportamenti aziendali anomali" fatte dai commissari straordinari.
Gli altri arrestati, che insieme ai Giacomelli sono stati condotti nel carcere di Rimini, sono Vittorio Fracassi, Stefano Pozzobon e Domenico Libri "tutti già amministratori di fatto o di diritto e consulenti della Giacomelli".
Lo stato di insolvenza della Giacomelli è stato dichiarato nell'ottobre dello scorso anno. La società è in amministrazione straordinaria ed è affidata a tre commissari.
GDF: "ACCLARATA MALA GESTIO DEL GRUPPO"
I reati contestati, si legge nel comunicato, sarebbero stati commessi nella " 'acclarata mala gestio' del gruppo Giacomelli (composto da circa 20 società italiane ed estere), nato nel 1992 con un solo negozio a Rimini [...]"
La Finanza dice che ad oggi i debiti del gruppo si avvicinano ai 500 milioni di euro, a fronte di attività valutabili in meno di 100 milioni di euro, "determinando un notevole ed irreparabile danno ai creditori".
Ieri la società, nella comunicazione mensile ai mercati, ha comunicato una posizione finanziaria netta consolidata negativa per 193,8 milioni di euro a fine marzo, in aumento da 185,8 milioni di fine febbraio.
IL COMMISSARIO: SEGNALATI COMPORTAMENTI ANOMALI
Il commissario straordinario Elio Blasio ha spiegato a Reuters che i commissari "in questi mesi" avevano "segnalato alle competenti autorità alcuni accadimenti aziendali a nostro avvisi anomali, alcune operazioni che meritavano valutazioni e approfondimenti" da parte della magistratura.
"BILANCI TRUCCATI PER QUOTAZIONE IN BORSA"
Per quel che riguarda la quotazione in Borsa, dice la nota, la Giacomelli "esponendo alla Consob una situazione patrimoniale ben più florida di quella reale, aveva potuto ottenere la quotazione in borsa per un valore unitario delle azioni determinato in 2,25 euro quale segmento Star".
"Sulla base dei bilanci truccati - continua la nota - gli investitori si sono trovati con azioni di una società dall'esiguo valore dopo un anno dalla quotazione, dichiarata insolvente appena dopo due anni dalla quotazione, con un prestito obbligazionario di 100 milioni di euro in default".
DALLE FATTURE FALSE AL FINTO SMARRIMENTO DI MIGLIAIA DI ASSEGNI
La Guardia di Finanza dice di aver individuato una serie di comportamenti fraudolenti che gli indagati avrebbero messo in atto fin dal 1997, tra cui fatture per operazioni inesistenti, la sistematica falsificazione dei dati dei bilanci di esercizio, il continuo ricorso fraudolento al credito, la falsificazione dei dati riportati nel prospetto informativo presentato alla Consob nel giugno 2001 in occasione della quotazione fino ad arrivare alla simulazione dello smarrimento di migliaia di assegni, per un valore complessivo di circa 140 milioni di euro.
UNA "OPERATRICE DELL'OCCULTO" PER LE SCELTE AZIENDALI
Nella vicenda giudiziaria, si scorge anche una "nota di colore", visto che la Gdf segnala che nel corso dell'inchiesta è emerso che "i coniugi Giacomelli/Spada, nel periodo di crisi più profonda del gruppo, sottoponevano le scelte sensibili aziendali ad un'operatrice dell'occulto".
Giacomelli, arrestato fondatore, figlio e altri tre.
UNA "OPERATRICE DELL'OCCULTO" PER LE SCELTE AZIENDALI
Nella vicenda giudiziaria, si scorge anche una "nota di colore", visto che la Gdf segnala che nel corso dell'inchiesta è emerso che "i coniugi Giacomelli/Spada, nel periodo di crisi più profonda del gruppo, sottoponevano le scelte sensibili aziendali ad un'operatrice dell'occulto".
MILANO (Reuters) - La Guardia di Finanza di Bologna ha arrestato oggi cinque dirigenti del gruppo Giacomelli, nell'ambito dell'inchiesta condotta dalla procura di Rimini sul dissesto della società, fra i quali il fondatore Antonio Giacomelli e il figlio Emanuele.
Lo dice un comunicato stampa delle Fiamme Gialle di Bologna, che aggiunge che una sesta persona, Gabriella Spada, moglie di Emanuele Giacomelli ed ex presidente del gruppo, "colpita da analogo provvedimento, è tuttora latitante in un paese esotico".
Le ipotesi di reato contestate nell'ordinanza di 300 pagine firmata dal gip Giacomo Gasparini su richiesta del pm Luca Bertuzzi sono "associazione per delinquere, bancarotta fraudolenta, calunnia, truffa, falso in bilancio, emissione di fatture per operazioni inesistenti".
Le indagini della magistratura si sono affidate anche ad alcune segnalazioni di "comportamenti aziendali anomali" fatte dai commissari straordinari.
Gli altri arrestati, che insieme ai Giacomelli sono stati condotti nel carcere di Rimini, sono Vittorio Fracassi, Stefano Pozzobon e Domenico Libri "tutti già amministratori di fatto o di diritto e consulenti della Giacomelli".
Lo stato di insolvenza della Giacomelli è stato dichiarato nell'ottobre dello scorso anno. La società è in amministrazione straordinaria ed è affidata a tre commissari.
GDF: "ACCLARATA MALA GESTIO DEL GRUPPO"
I reati contestati, si legge nel comunicato, sarebbero stati commessi nella " 'acclarata mala gestio' del gruppo Giacomelli (composto da circa 20 società italiane ed estere), nato nel 1992 con un solo negozio a Rimini [...]"
La Finanza dice che ad oggi i debiti del gruppo si avvicinano ai 500 milioni di euro, a fronte di attività valutabili in meno di 100 milioni di euro, "determinando un notevole ed irreparabile danno ai creditori".
Ieri la società, nella comunicazione mensile ai mercati, ha comunicato una posizione finanziaria netta consolidata negativa per 193,8 milioni di euro a fine marzo, in aumento da 185,8 milioni di fine febbraio.
IL COMMISSARIO: SEGNALATI COMPORTAMENTI ANOMALI
Il commissario straordinario Elio Blasio ha spiegato a Reuters che i commissari "in questi mesi" avevano "segnalato alle competenti autorità alcuni accadimenti aziendali a nostro avvisi anomali, alcune operazioni che meritavano valutazioni e approfondimenti" da parte della magistratura.
"BILANCI TRUCCATI PER QUOTAZIONE IN BORSA"
Per quel che riguarda la quotazione in Borsa, dice la nota, la Giacomelli "esponendo alla Consob una situazione patrimoniale ben più florida di quella reale, aveva potuto ottenere la quotazione in borsa per un valore unitario delle azioni determinato in 2,25 euro quale segmento Star".
"Sulla base dei bilanci truccati - continua la nota - gli investitori si sono trovati con azioni di una società dall'esiguo valore dopo un anno dalla quotazione, dichiarata insolvente appena dopo due anni dalla quotazione, con un prestito obbligazionario di 100 milioni di euro in default".
DALLE FATTURE FALSE AL FINTO SMARRIMENTO DI MIGLIAIA DI ASSEGNI
La Guardia di Finanza dice di aver individuato una serie di comportamenti fraudolenti che gli indagati avrebbero messo in atto fin dal 1997, tra cui fatture per operazioni inesistenti, la sistematica falsificazione dei dati dei bilanci di esercizio, il continuo ricorso fraudolento al credito, la falsificazione dei dati riportati nel prospetto informativo presentato alla Consob nel giugno 2001 in occasione della quotazione fino ad arrivare alla simulazione dello smarrimento di migliaia di assegni, per un valore complessivo di circa 140 milioni di euro.
UNA "OPERATRICE DELL'OCCULTO" PER LE SCELTE AZIENDALI
Nella vicenda giudiziaria, si scorge anche una "nota di colore", visto che la Gdf segnala che nel corso dell'inchiesta è emerso che "i coniugi Giacomelli/Spada, nel periodo di crisi più profonda del gruppo, sottoponevano le scelte sensibili aziendali ad un'operatrice dell'occulto".