Giappone

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Abenomics,
Crisi finanziaria in arrivo come nel 2008 secondo il Giappone, ma è vero?
Crisi finanziaria in arrivo come nel 2008 per il premier del Giappone. Come mai tanto pessimismo?

Crisi finanziaria in arrivo come nel 2008 secondo il Giappone, ma è vero? - Economia - InvestireOggi.it

Giuseppe Timpone

27 Maggio 2016, ore 10:21


Il Giappone striglia il G7: sta arrivando una nuova crisi finanziaria

L’economia mondiale rischierebbe di imbattersi in una crisi finanziaria simile a quella esplosa nel 2008 dopo il fallimento di Lehman Brothers. A spiegarlo dal vertice del G7 a Ise-Shima, Giappone, è stato niente di meno che il padrone di casa, il premier Shinzo Abe. Immediata la reazione di un altro partecipante al consesso internazionale, la cancelliera Angela Merkel, che ha definito “troppo forte” l’espressione utilizzata dal collega di Tokyo.

Eppure, lo stesso G7 ha esitato nelle scorse ore un comunicato, nel quale i principali leader mondiali hanno lanciato l’allarme sulla crescita globale, ritenuta al di sotto del potenziale, impegnandosi a proseguire le azioni di coordinamento delle politiche economiche, attraverso un mix più bilanciato. Inoltre, è stato lanciato un altro allarme sul rischio Brexit, ovvero sull’eventualità che il Regno Unito esca dalla UE, che invertirebbe la tendenza attuale verso una maggiore integrazione commerciale nel pianeta, distruggendo potenzialmente posti di lavoro e impattando negativamente sull’economia di tutto il pianeta.



Abenomics non ha dato frutti
Ma nessun altro leader ha espresso preoccupazioni simili a quelle di Abe, la cui posizione resta evidentemente isolata. Già, come mai tanto esercizio di pessimismo? La ragione potrebbe risiedere nel fallimento della sua ricetta per l’economia in Giappone, definita anche “Abenomics”. Nonostante la Bank of Japan si sia imbattuta da oltre 3 anni in potentissimi stimoli monetari e di recente abbia persino adottato i tassi negativi, di ripresa economica solida non se ne parla ancora nel Sol Levante, in stagnazione e deflazione da un ventennio.

Nel primo trimestre di quest’anno, il pil è cresciuto dell’1,7%, molto oltre le attese (+0,3), ma il dato è arrivato dopo gli ultimi 3 mesi del 2015 in calo. Per non parlare dell’inflazione, lontana dal target del 2%: ad aprile, i prezzi sono diminuiti tendenzialmente dello 0,3%. Altro che ripresa, siamo dinnanzi allo stesso scenari degli ultimi decenni.



Nuovo rinvio aumento IVA in Giappone
Per Abe, questi dati rappresentano più di un mal di testa. La sua politica economica è impostata su tre pilastri: stimoli monetari aggressivi, politica fiscale tendenzialmente restrittiva dopo una prima fase espansiva (già alle spalle) e riforme strutturali. In ottemperanza al secondo pilastro, con la finalità di tagliare il deficit in un paese, dove il rapporto tra debito e pil è esploso al 230%, il premier ha previsto già al suo arrivo al governo alla fine del 2012 di raddoppiare negli anni l’IVA dal 5% al 10%. Il primo aumento all’8% è già avvenuto, mentre resta il secondo step, quello che porterebbe l’aliquota sui consumi al 10%.
 
Abenomics sta dando ottimi frutti credimi!
In asia e' difficile inflazionare certi asset ma ci sono riusciti innondando di liquidita' il mercato privato, il debito privato in asia e' molto elevato e il filo che lo controlla si trova in giappone e USA
Il dollaro si sta lentamente apprezzando, i tassi di interesse cominciano ad aumentare e questo e' un segnale di nuova linea economica.
Inizialmente ci sara' un po di inflazione i prezzi aumenteranno e alimentando ancora di piu' la bolla immobiliare.
E' il solito schema, la solita carneficina di una elite che ha perso ogni dignita' uccidendo come sempre nel silenzio e legalmente.
Dopo la crisi i ricchi che avranno in leva i loro assets "buoni" finanzieranno generosamente i paesi per sanare i debiti, come in Grecia e come in europa sono sempre loro i re del debito.
Non succedera' ancora secondo me il ciclo non e' pronto, elezioni USA, da ammazzare Assade, prendersi Siria, Venuezela, Brasile tempo di sistemare queste cosine poi arrivano anche qui in asia
Parere personale ogni tanto la Bastiglia potrebbe essere una buona cura.
 
The Bernanke’s Experiment : l’ultimo azzardo dei banchieri centrali
Scritto il 19 luglio 2016 alle 10:00 da gianpierobn@finanza

Lo Yen ha registrato uno dei peggiori crolli degli ultimi decenni nel post Brexit. L’idea è che il primo Helicopter Money della storia moderna, stia per decollare, destinazione Giappone.

Dietro le quinte di questo ennesimo esperimento monetario ci sarebbe Ben Bernanke, che nelle ultime settimane ha incontrato i governanti Giapponesi,”invitandoli” ad adottare questa soluzione estrema. Perché? Il suggerimento del buon padre di famiglia? Ma che centra un ex Presidente della Fed “in pensione” con il Giappone? Ha tutta l’aria di un esperimento…e il Giappone è la cavia. Si tratta di una manovra da ultima spiaggia, e i mercati Usa e Giapponese la stanno già festeggiando ovviamente, ma funzionerà? Quali saranno le conseguenze? Quanto costerà un kg di riso in Yen tra qualche anno?

Forse stiamo per assistere alla prima monetizzazione del debito, da parte del paese più indebitato al mondo. In pratica la BOJ finanzierà un deficit di bilancio senza che a monte ci sia l’emissione di nuovi titoli di stato, ma con l‘aumento permanente della base monetaria da parte della banca centrale. La banca centrale Giapponese regalerebbe soldi al governo, perché li usi per finanziare una politica fiscale espansiva ( quindi meno tasse , più spesa pubblica ecc.). Non si tratta di danaro dal cielo vero e proprio, ma vi è la intermediazione dello Stato,

In Giappone, ci sono molti ostacoli istituzionali e il finanziamento diretto di un disavanzo pubblico da parte della Banca del Giappone è vietato. Agirare l’ostacolo, è compito che alla politica riesce sempre bene, e si creerebbe un precedente che potrebbe essere usato anche da altri paesi. Quali potrebbero essere gli effetti è tutto da vedere.

Ma la vera domanda è: perché il Giappone sta prendendo in considerazione queste misure estreme?
Perché una manovra del genere potresti aspettartela in un periodo di grande crisi. Ma non sembra proprio questo il caso. In Giappone l’output gap ( ossia la differenza tra Pil reale e Pil potenziale) è molto piccola, stimata nell’ordine del 2% del Pil, e il tasso di disoccupazione è sotto il 4%, in pratica il mercato del lavoro è vicino alla piena occupazione.

Il problema giapponese è che le aspettative di inflazione sono crollate decretando il fallimento totale della politica monetaria espansiva senza precedenti del governatore Haruhiko Kuroda. Con i tassi di interesse nominali sotto zero in tutta la curva dei rendimenti, il Giappone risulta estremamente vulnerabile a qualsiasi nuovo shock deflazionistico, dalla Cina per esempio. Se questa manovra dovesse riportare su le aspettative di inflazione, il debito pubblico sarebbe più sostenibile. Il governo punterebbe ad aumentare la domanda, annunciando un’espansione fiscale che promette un aumento del PIL nominale.

La differenza rispetto QE convenzionale è che questo procedimento dovrebbe portare un aumento diretto della spesa nominale quando viene aumentata la base monetaria. Questo è quello che ci raccontano, ma funzionerà? E a quale prezzo? Come faranno questi signori, che non hanno azzeccato una previsione negli ultimi anni, a calibrare la quantità di denaro che genera esattamente quell’inflazione desiderata?

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questa cosa del QE e' una barzelletta
per aumentare l'inflazione ci metti 5 minuti facendo un buy back delle tasse ovvero la banca centrale emette valuta finanziano le casse degli stati e diminuendo le tasse alla parte produttiva
esempio Italia pressione fiscale al 60% fai un taglio netto di 10 punti facendo intervenire la banca centrale
in cambio lo stato deve diventare piu' efficiente e competitivo alla pari del mercato privato
sarebbe una politica keynesiana piu' corretta del regalare soldi alle banche fallite.
Le banche non producono ricchezza le persone si ma se le ammazzi di tasse non avranno piu' voglia di lavorare.
magari mi legge Renzi e la propone come ideona....
 
Ultima modifica:
Prima della lettura dell'articolo, voglio precisare che Germania-Francia-Polonia si comportano da nazioni sovraniste perchè fanno prima di tutto i loro interessi economici... anzi direi esclusivamente..... sono solo i politici italiani quali Monti-Letta-Renzi-Gentiloni sono stati dei veri incapaci e hanno penalizzato l'Italia ; in particolare Monti le cui azioni economiche hanno portato ad una dura recessione da cui non ci siamo più ripresi. Questo per dire che essere sovranisti non esclude alla partecipazione economica dell'Europa;
inoltre la nostra Costituzione sancisce che il potere appartiene al popolo ed è tautologicamente sovranista ... e il popolo italiano non l'ha ceduto a nessuno

Sovranisti o non sovranisti e il Giappone.


L’Osservatorio dei conti pubblici italiani e il relativo articolo con titolo “Giappone, il paradiso «sovranista» che però taglia il deficit e aumenta tasse ed età pensionabile”, mostrerebbero che in realtà il Giappone non sarebbe quel porto sicuro per i sovranisti.
Al di là dalle categorie ideologico-politiche, sovranisti, europeisti, ecc…
Cerchiamo di analizzare le politiche economiche dell’economia tra le più sovrane del mondo.

L’Osservatorio, riassumendo riporta che nel periodo 2013-2017 il deficit pubblico (giapponese) è stato ridotto di oltre 4 punti percentuali (e di oltre tre punti percentuale al netto del ciclo economico, principalmente grazie a misure fiscali restrittive.
Allora:
1) Il deficit è stato sì ridotto, ma dalla cifra record del 9,5% del 2009 per recuperare dalla crisi finanziaria dell’anno prima.E tale riduzione è stata talmente graduale che a distanza di 10 anni, è risultata del 3,7% nel 2018 e prevista ora in aumento al 3.8% per il corrente anno, mentre in Italia, l’attuale governo ha intrapreso un lungo braccio di ferro con Bruxelles per strappare un 2% di deficit.
Inoltre per i tassi di interessi sul debito che paga, anzi che NON paga visto che sono in negativo, il Giappone può benissimo ridurre il deficit senza farlo pesare ai suoi cittadini. Anzi, a dicembre 2018 la bozza di bilancio giapponese per il 2019 è salita ad un record di circa 101,5 trilioni di yen ( 894,4 miliardi di $) a causa dell’aumento della spesa per il welfare, i lavori pubblici e la difesa. E marzo di quest’anno la camera bassa giapponese ha approvato un budget record di 101,46 miliardi di dollari (913 miliardi $) per l’anno fiscale 2019, addirittura superiore alla bozza di dicembre 2018.

Discorso diverso per l’Italia, malgrado siamo da vent’anni in avanzo primario, ossia le spese dello Stato inferiori alle entrate, i nostri deficit sono per ripagare soprattutto gli interessi sul debito, perchè a differenza del Giappone, NON abbiamo una banca centrale costantemente prestatrice in ultima istanza in modo da calmierare i tassi di interessi. Basti pensare che ultimamente il bilancio della Banca centrale giapponese è superiore al pil del Paese stesso.

2) Età pensionabile in aumento. Sì, ma a 70 anni sarebbe opzionale, in linea l’età pensionabile è 65 anni, ma a 60 anni se si sceglie la pensione, si riceverebbe il 70% dell’ammontare di quella dei 65 anni, mentre posticipata a 70 anni ed oltre, il 142%. Certamente la popolazione è in calo e invecchia ma con il suo alto tenore di vita, è il Paese tra i più longevi del mondo.

3) L’aumento delle tasse, l’IVA dal 5 all’8% e prevista al 10% ad ottobre 2019, ma il governo ha stanziato 2.03 trilioni di yen (circa 18 miliardi di $) in misure fiscali, incluso un programma di sconti per acquisti senza contanti e buoni acquisto per famiglie con redditi bassi o bambini piccoli.
Un’Iva al 10% rimane comunque una dato irrisorio se considerata l’Iva italiana 22%.

Questi piccoli incrementi di tassazione in Giappone, sono ben tollerati e NON hanno nessun impatto che possa provocare la temuta austerità:


a) Il Paese come sappiamo monetizza il suo debito pubblico grazie alla sua banca centrale garante, dal 2014 ad esempio ha acquistato titoli di Stato per 80 trilioni di Yen (circa 720 mld di $ all’anno). E’ vero che quasi tutto il debito giapponese è in mano nazionale, rispetto all’Italia, ma ciò che conta è quello di avere una banca centrale alle spalle (i loro tassi di interessi sono negativi) e un debito sotto la propria legislazione nazionale, lex monetae per l’Italia.
b) Il Giappone ha sempre detenuto surplus commerciali di export di beni e servizi (partite correnti) sempre superiori all’Italia in % al pil, (tranne nel 2013-14) e spesso oltre il doppio. Quindi parliamo di incrementi di una parte integrante del pil per il Paese e senza dover comprimere la domanda interna per essere competitivi.
c) Detiene un tasso di disoccupazione ai minimi storici, a febbraio di quest’anno appena 2,3%, cifra che nell’Eurozona sarebbe pura utopia.
d) Con un redditto pro capite costante di 48,556 $ annui, pagare l’8% e 10% di Iva non è certamente un peso, considerando che il reddito pro capite dell’Italia e dell’UE sono di gran lunga inferiori rispetto a quello del Giappone e noi paghiamo più del doppio dell’Iva giapponese, per giunta considerando un 2,3% di disoccupazione come un sogno…

Infine, la percentuale di crescita del pil pro capite giapponese, rispetto all’UE ha conosciuto fasi di alti e bassi, ma quasi sempre in linea con l’Europa (eccetto tra il 1997 e 1999 anno della crisi delle tigri asiatiche). Interessante notare però che la crescita % del reddito pro capite giapponese nel 2010, quindi subito dopo la crisi finanziaria mondiale 2008, sia stata più del doppio rispetto all UE e in quell’anno il deficit giapponese era all’8,3%. Quindi in teoria, il deficit è servito per recuperare e crescere.

In sostanza gli strumenti tradizionali di una economia nazionale, come la spesa a deficit, banca centrale garante del debito con tassi calmierati, leva del cambio e quindi moneta nazionale e flessibile (nel luglio 2012 1 euro= 95Yen circa, al 4 aprile 2019, 1 euro a 125 yen circa) faranno parte della normale amministrazione di uno Stato sovrano, al netto delle tante ideologie duellanti in Italia…

Ps. L’anno prossimo le olimpiadi si svolgeranno nel Paese con il più alto debito pubblico al mondo (Tokyo 2020) mentre Roma 2024 ha rinunciato…
 

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