Indici Italia .....giusto per finire l'anno in bellezza......

MM(mistermib)

Forumer storico
consigli per gli acquisti!!!!!

I consigli per il 2012 di un blogger abbastanza noto….


Ho il piacere di porgere anche quest'anno, a Voi ed ai vostri cari, i miei migliori auguri di buone feste. Insieme agli auguri sottopongo alla vostra meditazione natalizia in vista dell'anno nuovo alcune considerazioni per sopravvivere allo tsunami prossimo venturo.
Fomentare la guerra, insieme all'austerità draconiana, è la tipica reazione dell'oligarchia al rischio di perdere il potere. E oggi, rispetto anche solo a poco tempo fa, il riconoscimento del collasso finanziario generale è molto più diffuso. Perfino la direttrice del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde ha messo in guardia da una depressione mondiale. E se fino a dodici mesi fa parlare della fine dell'euro era considerato un tabù o qualcosa di "estremistico", oggi è sempre più comune. L'euro è entrato nella fase terminale del cosiddetto "contagio", che si è ormai esteso alla Francia. Se l'Italia è troppo grossa per fallire, la Francia significa la messa in soffitta di ogni sogno di salvataggio dell'euro basato sul "cerchio magico" della tripla A. In attesa della prima mossa sul debito sovrano, annunciata da Standard&Poor's per i prossimi giorni, Fitch ha già retrocesso due banche transalpine, la Banque Fédérative du Crédit Mutuel e il Crédit Agricole. Mentre l'economia fisica della Francia si contrae aumentando il rapporto deficit/PIL, altri fattori, come un ormai sicuro salvataggio e/o ricapitalizzazione bancaria e l'aumento dei costi di rifinanziamento, mettono in dubbio la capacità di Parigi di centrare il famigerato target di bilancio, entrando nel vortice che ha risucchiato l'Italia dall'estate scorsa. Nel 2012, la Francia dovrà competere con l'Italia e la Germania per piazzare circa 400 miliardi di titoli di stato in un mercato in cui la liquidità evapora come l'acqua di un ferro da stiro. Nonostante ciò, i governi UE insistono nel voler rifinanziare il debito delle banche senza "sforbiciate" e imponendo programmi di austerità duri da sopportare e fallimentari nei loro effetti economici, come abbiamo visto nei casi della Grecia e dell'Italia. Persino i più entusiasti sostenitori dell'euro riconoscono questo fallimento. Un numero crescente di euro fanatici riconosce ormai che la fine dell'Unione Economica e Monetaria sia non più una questione di "se", ma di "quando e come". Wolfgang Münchau, editorialista del Financial Times, ha pubblicato un articolo sul settimanale tedesco Der Spiegel questa settimana intitolato "La calma prima dello scoppio", in cui afferma che ogni tentativo di salvare l'euro dal collasso sarà inutile. "La dinamica genuina della crisi è ormai così potente che basta una scintilla e l'intera Eurozona esploderà". "Come avverrà il crollo dell'euro è cosa difficile da prevedere. Che ci sarà è sempre più probabile. Forse emergerà qualche problema in Grecia, o gli italiani non saranno disposti a pagare una depressione come prezzo per rimanere nell'Eurozona. Forse saranno le banche francesi, o ci sarà una corsa ai depositi scatenata dal nulla".
Nel frattempo, la City di Londra è soddisfatta della decisione del Premier Cameron di non aderire al nuovo "Compact" europeo. Ed il primo effetto concreto è il non pagamento della quota inglese di 20 miliardi che l'Europa ha deciso di destinare al FMI affinchè quest'ultimo gliela rigiri (la quota italiana è 23 miliardi, pari alla manovra del 2012). La decisione inglese non è stata motivata dalla ragione addotta ufficialmente, e cioè l'ostilità scontata della perfida Albione alla cosiddetta regolamentazione finanziaria, bensì da puro istinto di sopravvivenza, che si dimostrerà comunque illusorio. Come ha scritto lo storico Niall Ferguson sul Times del 9 dicembre, non è la politica britannica ma quella europea ad essere cambiata, perché "nessuno dovrebbe nutrire dubbi sul fatto che si è appena stabilito di creare un'unione fiscale europea. E per di più una fondamentalmente difettosa". Per Ferguson, l'economia dell'Eurozona e con essa l'economia mondiale sono "sull'orlo di un precipizio che ricorda fortemente il 1931", quando non si volle ristrutturare il debito. "Allora come oggi, i fallimenti bancari minacciavano di provocare un collasso economico completo. Allora come oggi, un sistema monetario eccessivamente rigido servì a peggiorare la situazione". Ferguson conclude che il "continente" diventerà un'"Europa federale cronicamente depressa" sotto il nuovo "Patto di Austerità e Contrazione a cui intendono aderire. Il Regno Unito non ha altra scelta che quella di dissociarsi dal patto di suicidio collettivo, anche se esso aumenta fortemente la probabilità che alla fine ci ritroveremo al di fuori dell'Unione Europea".
Anche altri fronti avanzano: e se i debitori si rifiutassero di pagare? Il Vicepresidente del Partito Socialista Portoghese si è appellato alla propria e alle altre nazioni sotto il tallone dell'Unione Europea affinché usino la "bomba del debito" contro i banchieri. Ad una manifestazione di partito il 10 dicembre Pedro Nuno Santos ha dichiarato: "Possediamo una bomba atomica che possiamo puntare contro i tedeschi e i francesi: questa bomba atomica è la decisione che semplicemente non paghiamo. Il debito è la nostra unica arma e dovremmo usarla per imporre migliori condizioni, perché proprio la recessione è ciò che ci impedisce di rispettare gli impegni presi (con la Troika UE-FMI-BCE). Dovremmo far tremare le ginocchia dei banchieri tedeschi". La "bomba del debito" recentemente è stata rilanciata da economisti come Loretta Napoleoni, che ha aggiornato la versione e-book del suo Contagio con le seguenti parole: "Il deficit dei paesi a rischio default è una loro grande forza, non un punto di debolezza. Perché i paesi creditori hanno tutto l'interesse di farsi restituire il denaro che hanno prestato". Santos ha chiesto ai membri periferici dell'Unione Europea di unirsi contro i diktat di Bruxelles e Francoforte. "E' incomprensibile che i paesi periferici non fanno ciò che fanno il Presidente francese e il Cancelliere tedesco. Dovrebbero unirsi". Santos ha fatto la sua dichiarazione lo stesso giorno in cui migliaia di dimostranti sfilavano lungo le strade di Lisbona protestando contro le misure di austerità, tra cui l'aumento della settimana lavorativa a 42 ore e il taglio del 16% per la fascia alta e dell'8% per la fascia bassa degli stipendi del pubblico impiego. In tutta Europa sta crescendo un movimento per ripudiare il debito, facendo proseliti soprattutto tra le giovani generazioni indignate per essere private di un futuro mentre le banche centrali prestano centinaia di miliardi di denaro a buon mercato alle banche. Tuttavia, un semplice ripudio del debito non funzionerà. L'unica risposta possibile alla situazione di oggi, in cui vengono creati dei governi antidemocratici per imporre una politica a favore degli interessi della grande finanza internazionale è chiara: riprendersi la sovranità nazionale e riorganizzare il sistema finanziario. Serve la separazione delle funzioni bancarie (Glass-Steagall), e una banca nazionale per finanziare lo sviluppo industriale ed infrastrutturale. Ma naturalmente è un utopia.
La situazione fin qui descritta fa da sfondo all'atteggiamento apertamente aggressivo dell'amministrazione Obama e dei paesi europei nei confronti di Siria ed Iran, ed ancor più pericolosamente contro Russia e Cina. La minima provocazione potrebbe scatenare a questo punto un conflitto sempre più in espansione. I leader russi sono allarmati per i piani della NATO di installare un sistema di difesa anti-missili al confine con la Russia, in apparenza per contrastare un attacco missilistico dall'Iran. Essi sono convinti che tali sistemi puntino invece alla capacità russa di difendere il proprio territorio, e la NATO si rifiuta di dare rassicurazioni contrarie. E mentre in Israele vari ex leader militari e dell'intelligence sono molto preoccupati per i piani di Netanyahu per un attacco all'Iran, il Presidente Obama ha fatto di tutto per ribadire il suo pieno sostegno ad Israele e per promuovere le sanzioni contro l'Iran. Questa politica è stata denunciata molto duramente da alcune personalità dell'establishment militare e di intelligence americano, incluso il colonnello Wilkerson, ex capo dello staff del Segretario di Stato Colin Powell. In un'intervista a Russia Today (8 dicembre) Wilkerson ammonisce che Israele trascinerà gli Stati Uniti in guerra, soprattutto da quando il Congresso ha accolto Netanyahu con 26 standing ovations. Gli stessi leader militari che si mobilitano contro la guerra sono i principali oppositori della legge National Defense Authorization Act che consente all'esercito la detenzione a tempo indeterminate di cittadini americani, senza processo . Il 15 dicembre il Senato USA ha approvato, dopo la Camera dei Rappresentanti, l'infame National Defense Authorization Act (NDAA) che, per la prima volta nella storia degli Stati Uniti, conferisce alle Forze Armate il mandato di detenere a tempo indeterminato cittadini statunitensi su suolo americano, senza processo, dietro il semplice sospetto di collegamenti indiretti con i terroristi. Questo vero e proprio assalto alla Costituzione è stato denunciato come tale da numerosi organismi e associazioni, ma i legislatori l'hanno tuttavia ratificato. Come riferito la scorsa settimana, il Presidente Obama aveva minacciato di porre il veto, ma non per l'articolo di legge in questione, bensì perché si sentiva limitato nei suoi "poteri inerenti" di Presidente di decidere come condurre la "guerra al terrorismo". Infatti, come ha rivelato il senatore Carl Levin il 12 dicembre, la formulazione originale della legge stilata dalla Commissione Difesa esentava i cittadini e i residenti USA dalla detenzione indefinita, ma l'amministrazione Obama ha insistito affinché l'esenzione fosse eliminata. Lo scorso ottobre un gruppo di 23 alti ufficiali in pensione aveva pubblicato un appello contro la proposta di affidare alle Forze Armate tali compiti, che costituiscono una violazione dello stato di diritto. Il generale Joseph Hoar e altri hanno anche scritto al Presidente Obama chiedendogli di porre il veto sulla legge. Significativamente, il Partito Democratico si è spaccato a metà alla Camera dei Rappresentanti, con 93 voti contro 93. Anche 43 repubblicani hanno votato contro. Al Senato, il voto è stato di 89 contro 13, di cui sei repubblicani. Tra gli oppositori spicca il candidato alla nomina presidenziale repubblicana Ron Paul, che ha chiamato la legge "un passo che permette letteralmente di arrestare i cittadini americani e farli sparire senza processo. è letteralmente la legalizzazione della legge marziale". Anche il senatore democratico Al Franken ha votato contro, ha spiegato, perché "stiamo parlando del fatto che gli americani potrebbero essere soggetti al carcere a vita senza nemmeno essere incriminati, processati o condannati di un reato, senza nemmeno avere l'opportunità di dimostrare la propria innocenza di fronte ad un giudice o ad una giuria civile".
Serve capirlo, perché è quanto arriverà anche in Europa, non appena le rivolte popolari contro l'austerità andranno aumentando. (segue)
Il mercato sta adesso aspettando un catalizzatore per l’implosione. In
> passato le crisi sono iniziate in posti che nessuno si aspettava.
> Nell'ottobre del 1929 fu il fallimento della Boden Creditanstalt di
> Vienna, a far da detonatore alla Grande Depressione. La crisi
> finanziaria asiatica del 1997, non partì nei grandi centri di Tokyo,
> Shanghai o Hong Kong ma nella meno conosciuta Bangkok. Fu la
> svalutazione del baht, a innescare il detonatore di una crisi che a
> cascata colpì tutti i paesi asiatici inclusi Malesia, Indonesia e Sud
> Corea. Analogamente l’attuale crisi finanziaria che sta colpendo
> l’occidente non è partita dai grandi centri di Londra, New York o
> Francoforte, bensì da Atene. Per inciso, è paradossale, ma la
> democrazia finisce proprio laddove era iniziata: in Grecia. Così,
> quale (e quando) sarà il prossimo detonatore che farà scoppiare la
> bomba finale? Difficile da predire, ma ciò che è possibile fare è
> prepararsi per sopravvivere a quel momento.
> Giusto per avere un idea di come si potranno svolgere gli eventi,
> immaginate questo “film” a titolo di esempio (date e situazioni
> puramente casuali):
> Alle ore 16:45 del 16 giugno 2012 il governo Monti, già sfiduciato dal
> parlamento ed in carica fino alle elezioni già convocate per fine
> settembre, annuncia l’impossibilità di far fronte al pagamento degli
> interessi ed al rimborso dei titoli di stato in scadenza. Voi siete
> ancora a lavoro senza possibilità di avere la notizia.
> 18:00 State lasciando l’ufficio per tornare a casa.
> 18:30 Siete in macchina, e sulla strada notate un enorme
> imbottigliamento di macchine, così decidete di deviare e fare un giro
> più lungo attraverso la periferia.
> 19:00 La benzina sta finendo, per cui decidete di cercare una pompa:
> la trovate, ma vi è una fila di circa 100 auto, così rinunciate
> sperando nella prossima. Passate davanti un supermercato e decidete
> di comprare qualcosa da portare a casa per arricchire la cena.
> 19:30 Ma anche davanti al supermercato vi è una ressa, per cui
> desistete, e puntate verso casa. Nel tragitto passate davanti ad
> alcuni sportelli bancomat e notate strane file di persone in attesa di
> ritirare. Che succede?
> 20:00 A casa, finalmente, e dunque a cena. Come sempre tenete la
> televisione accesa sul notiziario e vi appare il seguente titolo:
> DEFAULT ITALIA, MERCATI EUROPEI CROLLANO, EUR/USD A 0.78 FTSE -450,
> CAC 40 -278, DAX – 435, ATX -207 e ORO A 3980$
> CORSA ALLE BANCHE IN ITALIA IN EUROPA E NEGLI USA- DISORDINI
> PUBBLICI, MORTI E FERITI.
> 20:30 Iniziate a spaventarvi ed andate a collegarvi su internet per
> capirne di più, ma le pagine girano con lentezza esasperante. Troppo
> traffico.
> 21:00 Obama appare sulla TV americana con Geithner (h.15 locali)
> invitando alla calma ed assicurando gli investitori che tutto tornerà
> alla normalità in pochi giorni.
> 21:30 Il ministero degli interni, per far fronte ai disordini
> tumultuosi, proclama nelle grandi città il coprifuoco dalle 19 alle
> 06 con effetto immediato. I cittadini devono stare a casa e non uscire
> per qualsiasi motivo.
> 22:00 Breaking news: Viene dichiarata Dal g20 la chiusura delle
> banche per 5 giorni. Negli USA il DOW JONES ed il NASDAQ perdono il
> 10% ed il mercato è sospeso. Anche negli USA i bancomat ed i
> supermercati sono stati svuotati, di contanti e di merce. Panico
> totale in tutto l’Occidente.
> La mattina seguente tocca ai mercati asiatici: Tokyo -900, Hang Seng –
> 2000, Singapore – 210, Shanghai – 300. Nel frattempo il dollaro perde
> oltre il 20% sulle valute asiatiche, e USD/YEN crolla a 52,35. Mercati
> finanziari nel caos totale, compratori assenti, borse sospese per
> eccesso di ribasso. Le autorità invitano alla calma. Le banche
> centrali annunciano speciali immissioni di contante alla riapertura
> delle banche (chiuse per decreto però nei successivi 5 giorni), il
> caos regna sovrano…..
>
> Ecco un esempio di ciò cui potremmo assistere nel momento in cui vi
> fosse un implosione sistemica globale. Cioè il default italiano-ma si
> potrebbero fare altri esempi- non riguarda un singolo paese, bensì
> l’intero mondo simultaneamente, grazie alla interconnessione
> finanziaria dei mercati globalizzati. Questo è quello che si sta
> rischiando, gli sforzi coordinati delle banche centrali sono misure
> che rinviano ma non annullano la resa dei conti. Il punto di non
> ritorno è stato superato, non credete a chi dice si troveranno
> soluzioni: il treno è già partito, ormai nulla può fermarlo, il
> massimo fattibile è gestirlo in modo che la collisione risulti meno
> dannosa. Non c’è più soluzione, né con l’approccio keynesiano né con
> quello della scuola austriaca. Il keynesiano produce effetti panacea
> solo di breve termine, ma al prezzo di un maggior danno a lungo
> termine (ed è l’approccio già seguito dai governi nel mondo).
> L’austriaco produce maggiori sofferenze subito, a fronte di una
> risoluzione (e/o almeno un minor danno di lungo termine) ma è
> politicamente improponibile, come ad esempio il ritorno al sistema
> monetario basato sull’oro (nonostante l’evidente fallimento del
> sistema basato sulle cambiali dei governi, in primis quello americano,
> di un ritorno all’oro – gold standard- non se ne sente parlare neanche
> per scherzo). Invece si sente dire spesso che uno scenario
> apocalittico quale quello qui ipotizzato, non succederà “perché non
> conviene a nessuno”. Argomentazione apparentemente di buon senso, in
> realtà basata su due assiomi deboli:
> 1) si pretende di sapere cosa conviene a quelli che comandano; ma chi
> lo sa quali siano le convenienze di lungo termine cui si ispirano, e
> quali “sacrifici” sono disposti ad imporre (agli altri) pur di
> raggiungerle: Abramo in nome di Dio era pronto ad uccidere perfino il
> figlio Isacco, dunque non si può essere certi che “una grande guerra
> non convenga a nessuno”. 2) si dà per scontato che chi comanda non
> possa sbagliare: in realtà tutti possono sbagliare, di esempi storici
> son piene le fosse (Hitler pensava che la seconda guerra mondiale gli
> convenisse, invece è stata la sua distruzione; etc.). Inoltre le cose
> possono sfuggire di mano al di là di quanto programmato.
> Dunque il disastro non si può escludere, e nella mia modesta opinione
> (che però ha un buon pedigree di situazioni previste con anni di
> anticipo, come può testimoniare chi mi segue dall’anno 2000) arriverà
> prima o poi, ineluttabile. A noi non resta che prepararci in tempo,
> perché quando scatterà la sequenza di eventi sopra illustrata sarà
> troppo tardi per farlo. Sarà più veloce di uno tsunami giapponese,
> dove a volte ci sono alcune ore di tempo per scappare. Quando avviene
> il crash di un sistema finanziario globale, non ci sono neanche
> quelle, tocca ammassarsi nel caos per comprare cibo, acqua, benzina,
> contanti dai bancomat, con tutti i pericoli immaginabili, per poi
> scoprire che ogni cosa è già esaurita. Non si può neanche lasciare la
> città se il coprifuoco è stato imposto, ed in ogni caso avventurarsi
> tra rivoltosi, sciacalli, etc. non è certo consigliabile.
> Pertanto la domanda diviene: come prepararsi , in tempo, ad un
> eventualità simile? Cosa bisogna fare?
> Vi fornirò delle indicazioni assolutamente non esaustive, ma primarie,
> affinché voi possiate sopravvivere sia che la crisi colpisca fra un
> mese, sei mesi o un anno, o quando sarà. Vi sembrerà un film da incubo
> fantascientifico, eppure è proprio in quell’ottica che dovete
> mettervi.
> 1) Avere contanti equivalenti ad almeno tre mesi di spese tutto
> compreso, più una scorta ulteriore (con l’asset al 20% si dovrebbe
> già rientrare in questa condizione). Preferibilmente detenere il
> contante in una cassaforte propria, non nelle cassette di sicurezza:
> le banche possono venire chiuse e risulterà inutile aver messo i soldi
> in cassetta, per non parlare del pericolo di doverli poi trasportare
> durante una fase di caos. Meglio, una solida cassaforte da allocare in
> un posto possibilmente non rintracciabile dai ladri. Nella cassetta di
> sicurezza, per diversificare, si possono conservare i contanti in
> valuta estera (corona norvegese).
> 2) Tenetevi forte. Consiglio di prendersi il porto d’armi (per tiro a
> volo). Si può ottenere facilmente con poca spesa ed in due-tre mesi,
> incluso l’allenamento al poligono (anche divertente). Dopodichè
> comprare un fucile e una pistola e relative cartucce, a cui avere
> accesso in caso di bisogno estremo. Spesso è sufficiente “mostrare” le
> armi per mettere in fuga i malintenzionati, e nei casi peggiori esiste
> il principio universale della legittima difesa, dinanzi alla propria
> coscienza, prima ancora che di fronte ad eventuali autorità.
> 3) Conservare riserve di cibo e liquidi (preferibilmente, cereali,
> riso, cibi secchi, soprattutto acqua)e altre necessità per
> l’equivalente di due-tre mesi. Bombole del gas per cucina , e per
> stufe di riscaldamento, ideale propri generatori di elettricità.
> Sistemi di comunicazione, ma se non funzionano occorre avere un
> impianto radio ricetrasmittente. Aggiungere un fornito kit
> farmaceutico-medico per le varie emergenze, ivi incluse ferite varie,
> complessi multivitaminici etc. Sul web si trovano elenchi dettagliati.
> 4) Se avete la possibilità di finanziarvi a tassi bassi, fatelo, e
> convertite i proventi in beni durevoli che abbiano valore reale (anche
> sale, zucchero, olio, vino, etc.). L’ideale come da asset (40%) è
> comprare un terreno coltivabile, possibilmente lontano dai centri
> abitati, e dotato almeno di rustico vivibile ed orto già avviato, con
> galline, conigli e capre(latte, uova e carne). E’ lì che durante il
> caos e l’eventuale terza guerra mondiale converrà stare, asserragliati
> come da punti 1)2)3). Il contante potrà servire dopo la fase acuta
> della crisi, per cogliere eventuali occasioni di svendite effettuate
> da chi si sarà fatto cogliere impreparato. Magari con pochi soldi si
> potranno acquisire beni mobili ed immobili.
> Comunque l’obiettivo di queste istruzioni resta solo uno : la
> sopravvivenza. Di fronte all’ipotesi di terza guerra mondiale, tutto
> quanto sopra sarebbe meglio avercelo organizzato “anche” in qualche
> landa della pampa argentina o simili, nella speranza che trattandosi
> di zone spopolate ed ai confini del mondo, lì le bombe e le radiazioni
> non arrivino. Scrivo “anche”, perché una simile possibilità si
> riuscirebbe a sfruttare solo se si avesse la capacità di prevenire gli
> eventi almeno il tempo di prendere l’aereo. Non facile, nonostante
> nella Nota sui mercati si cercherà di essere il più tempestivi
> possibile, e dunque meglio avere l’equivalente “anche” a portata di
> mano.
> Questi dal punto 1) al punto 4)sono gli “investimenti” che nessun
> consulente finanziario vi proporrà; io invece consiglio di farli per
> l’anno venturo, a chi ancora ne fosse rimasto sprovvisto. Anche perché
> non si rischia nulla, sono in ogni caso beni fruibili e gestibili in
> qualsiasi scenario, anche in quello iperinflazionistico (il contante
> sarebbe più che coperto dal terreno).
> Primum vivere, deinde philosophari …..di bot, azioni, et simili.
> Avremo modo di riparlarne e di approfondire quando ci risentiremo nel
> 2012.
> Buon Natale e Buon Anno.




 
Ciao MM..mi sembra uno scenario sicuramente futuribile,l'unica obiezione è perchè conservare corone norvegesi, come valuta straniera,e non franchi svizzeri?:D:D
 
..e ha nache due banche del calibro di UBS e CS......e ancora, vive sulle banche...è troppo finanziarizzata per essere considerata safe al 200%...
 
...oa spiego bene quello che sta succedendo qui: direi che da un mese a questa parte il flusso è aumentato in maniera esponenziale....quello che piu' mi preoccupa è che la totalità praticamente dei conti aperti sono capitali dichiarati, anche perchè,dovete sapere che le banche svizzere ormai accettano solo capitale dichiarato, questo sia ben chiaro....ed in funzione del futuro accordo fiscale che si farà, sarebbe stupido essere tassati al 30% come è successo in UK e D...
e la maggior parte dei conti non sono aperti da fantamiliardari, ma da persone comuni che hanno lavorato una vita e che sono preoccupate del loro futuro.....cifre solitamente di qualche centinaio di migliaia di euro.....

tra l'altro, non è che le banche svizzere si ingrassano, spesso si tratta solo di parcheggi e dunque di conti a redditività assai modesta....
 
Ciao MM, condivido in toto, da oramai 6 mesi mi sono "attivato" e dormo un pò più tranquillo, per cosi dire,...........approfitto per gli Auguri di Buone Feste. Grazie P.S. Forse, dovrai fare un aggiornamento, prima di fine 2012,....................... non credo resti tutto questo tempo, ma spero sinceramente di sbagliarmi!!!:help:
 

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