GOLDMAN SACHS: UNA BRUTTA STORIA

tontolina

Forumer storico
GOLDMAN SACHS: UNA BRUTTA STORIA

http://www.centrostudimonetari.org/
Roma, 27 Novembre 2006 – AgenParl – A metà settembre Elio Lannutti, presidente dell’Adusbef, aveva fatto circolare un comunicato stampa in cui denunciava che, approfittando delle diverse legislazioni fiscali in vigore nei paesi europei, Goldman Sachs International, quarta banca d’affari nel mondo, ha attuato una ingegnosa truffa ai danni dello Stato per 202 milioni di euro”. La banca ha avuto come vice presidente e responsabile per l’Europa Mario Draghi nel periodo incriminato (2002-2005). C’è in corso un’indagine della magistratura e un’operazione delle Fiamme Gialle è stata disposta dalla Procura della Repubblica di Pescara, titolare dell’indagine in quanto nella città abruzzese ha sede il centro operativo dell’Agenzia delle Entrate. Queste operazioni hanno portato all’inizio di settembre a sequestrare valori per 5 milioni di euro nella sede romana della Goldman Sachs, dopo i 4 milioni prelevati in precedenza.
Era stato messo in atto un meccanismo truffaldino con il quale le azioni di società italiane quotate in borsa, detenute anche da investitori istituzionali ( come fondi pensione e altri), poco prima del periodo di distacco delle cedole dei dividendi, venivano “trasferite” in altri paesi, in prevalenza in Inghilterra, in modo da creare le premesse per evitare la doppia imposizione fiscale. Quindi partiva la richiesta di rimborso, ma subito dopo i titoli tornavano in Italia, scriveva l’Adusbef.
L’indagine era stata denominata “Easy Credit”. Lannutti si chiede dove sia finita la solerzia sia di Tommaso Padoa Schioppa che di Draghi, anche perché il Tesoro continua ad avvalersi di Goldman Sachs come banca di riferimento privilegiata nel piazzamento dell’ultima emissione di global bond decennali da 3 miliardi di dollari con scadenza 20 settembre 2016, conferendole la qualifica di lead manager, assieme a JPMorgan e Citigroup. Queste ultime sono poi le due banche internazionali più coinvolte in derivati finanziari e speculativi. Mentre ci si accanisce a raccogliere le tasse dalle tasche dei cittadini, per favore, non scordiamoci anche di queste “piccole” faccende e di chi le ha tollerate.

Sono cose che non vanno viste sotto un colore politico ma dal punto di vista dell’interesse dello Stato sovrano.
 
E' VERGOGNOSO
Io sono un dipendente statale...
Il mio datore di lavoro ...il ministero degli interni
3 anni fa mi doveva rimborsare 700 euro e non lo ha fatto perche' la prefettura non aveva soldi.
Mi fu detto che con lo stato non si perde niente infatti tale importo mi fu dato l'anno dopo.
Due mesi fa mi e' arrivata una communicazione delle agenzie delle entrate che diceva che visto che io avevo avuto 2 volte questa somma dovevo restituire 700 euro + spese + interessi....
ASSURDO...
Poi i GOLDMAN BOYS ( )
SONO capaci di soffiare allo stato tutti questi soldi in maniera + che discutibile....
B E N V E N U T I IN I T A L I A

IL PAESE DEI MAGNONI
 
è di ieri la notizia secondo cui
la Goldaman ha assunto i traders del fondo hedge fallito queste estate

e......

faccio peccato se penso male?

quanti soldi ha perso hamarant?
perchè la banca fece sapere che era short sul petrolio solo dopo che l'amministrazione bush assunse un boy-goldman?
Anche in italia abbiamo Brodi e Drago sempre della stessa scuderia di fetenti

e nessuno riesce ad opporvisi anzi le fanno fare sempre ottimi affari anche se sembrano sofferenze (sofferenze per chi?)


Unicredito: Hvb cede sofferenze immobiliari a Goldman Sachs

FRANCOFORTE (MF-DJ)--Hvb, controllata tedesca del gruppo bancario Unicredito, ha reso noto oggi di aver ceduto a Goldman Sachs un portafoglio di sofferenze immobiliari dal valore complessivo di 960 milioni di euro. red/cat (END) Dow Jones Newswires Copyright (c) 2006 MF-Dow Jones News Srl. December 12, 2006 06:20 ET (11:20 GMT)
 
tontolina ha scritto:
GOLDMAN SACHS: UNA BRUTTA STORIA

http://www.centrostudimonetari.org/
Roma, 27 Novembre 2006 – AgenParl – A metà settembre Elio Lannutti, presidente dell’Adusbef, aveva fatto circolare un comunicato stampa in cui denunciava che, approfittando delle diverse legislazioni fiscali in vigore nei paesi europei, Goldman Sachs International, quarta banca d’affari nel mondo, ha attuato una ingegnosa truffa ai danni dello Stato per 202 milioni di euro”. La banca ha avuto come vice presidente e responsabile per l’Europa Mario Draghi nel periodo incriminato (2002-2005). C’è in corso un’indagine della magistratura e un’operazione delle Fiamme Gialle è stata disposta dalla Procura della Repubblica di Pescara, titolare dell’indagine in quanto nella città abruzzese ha sede il centro operativo dell’Agenzia delle Entrate. Queste operazioni hanno portato all’inizio di settembre a sequestrare valori per 5 milioni di euro nella sede romana della Goldman Sachs, dopo i 4 milioni prelevati in precedenza.
Era stato messo in atto un meccanismo truffaldino con il quale le azioni di società italiane quotate in borsa, detenute anche da investitori istituzionali ( come fondi pensione e altri), poco prima del periodo di distacco delle cedole dei dividendi, venivano “trasferite” in altri paesi, in prevalenza in Inghilterra, in modo da creare le premesse per evitare la doppia imposizione fiscale. Quindi partiva la richiesta di rimborso, ma subito dopo i titoli tornavano in Italia, scriveva l’Adusbef.
L’indagine era stata denominata “Easy Credit”. Lannutti si chiede dove sia finita la solerzia sia di Tommaso Padoa Schioppa che di Draghi, anche perché il Tesoro continua ad avvalersi di Goldman Sachs come banca di riferimento privilegiata nel piazzamento dell’ultima emissione di global bond decennali da 3 miliardi di dollari con scadenza 20 settembre 2016, conferendole la qualifica di lead manager, assieme a JPMorgan e Citigroup. Queste ultime sono poi le due banche internazionali più coinvolte in derivati finanziari e speculativi. Mentre ci si accanisce a raccogliere le tasse dalle tasche dei cittadini, per favore, non scordiamoci anche di queste “piccole” faccende e di chi le ha tollerate.

Sono cose che non vanno viste sotto un colore politico ma dal punto di vista dell’interesse dello Stato sovrano.


grazie lina...
peccato che anche con questo governo non ci salviamo!
tutti gli amici di draghi sanno che siamo spacciati e nessuno più nella city investe più da noi...
 
per me stanno aspettando di vedere il nostro sangue

quando saranno certi che sono iniziate le svendite
allora inizieranno gli acquisti


però l'Italia derubata dai suoi politicanti sarà distrutta

ed io spero che qualcuno rispolveri la ghigliottina e cominci ad usarla
e se Craxi e C. non ci saranno perchè passati a miglior vita
spero troveranno gli eredi di tanto scempio


dopotutto è scritto che <<l'errore dei padri deve ricadere sui figli>>
 
Non che quelli di prima, fossero il massimo,

ma questi, qualcuno li avrà pur votati..


Stiamo facendo una specie di "sondaggio " tra i pazienti... non ne trovi uno , dico uno , uno solo, che non si lamenti di Frodi...

Ma qualcuno li avrà pur votati..

Mi sono meravigliato di Ciampi, che stimavo, il quale vota a favore della finanziaria.

Oggi un giornalista chiedeva:"ma se avete incassato 35 miliardi IN PIU di tasse. IN 11 MESI
pERCHè fare una finanziaria così pesante ??

Nessuna risposta, Bersani ha tergiversato.... la ue, l'avanzo primario etc..
 
«sinistra Goldman Sachs»

Immobiliari agevolate, piccoli puniti
Maurizio Blondet
13/12/2006
Tra i trucchi celati nella Finanziaria di Prodi (devo la segnalazione ad una lettrice) c'è la creazione di «Società di investimento immobiliare» (SIIQ), specie di fondi d'investimento che si occuperanno di costruzioni edilizie e di locazioni.
Sono previste, nota la lettrice, «volumetrie da capogiro, tali da far raddoppiare molti comuni, in particolare della cintura di Milano».
La novità è che queste SIIQ godono, nella Finanziaria, di un regime di tassazione molto agevolato, del 15 %, oltre che della totale esenzione dall'Irap e dalla tassa societaria.
Perché Prodi, Visco e Padoa Schioppa, famigerati tartassatori, siano così generosi con tali fondi, si spiega con i nomi dei fondi stessi: Soros RE, Pirelli RE (dove RE sta per «real estate», patrimoni immobiliari), Beni Stabili…
Insomma i soliti compari del governo della cosiddetta «sinistra Goldman Sachs»: colossi multinazionali e amici ben protetti.

Soros RE è uno dei cinque fondi offshore del noto finanziere ebreo-ungherese e speculatore George Soros, amico di Prodi e da lui insignito di laurea honoris causa a Bologna.
Soros l'ha creato in società con Paul Reichmann, un altro notorio immobiliarista, perché controllava la maggioranza dell'immobiliare Olympia & York, fallita a causa dell'enorme volumetria costruita a Londra sui vecchi docks in disuso, Canary Warf, e rimasta a lungo sfitta.
La Pirelli RE è stata portata alla gloria dall'amministratore delegato Carlo Puri Negri, compagno di classe di Tronchetti Provera, che è anche uno dei dirigenti più pagati d'Italia (sugli 11 milioni di euro annui).
E' la società con cui la famiglia Pirelli si è sottratta all'industria (troppa concorrenza, troppa ricerca e tecnologia) per rifugiarsi nel mattone sicuro: la percezione di affitti non richiede ricerca né tecnologia. Ammanicata con Morgan Stanley, si è molto espansa all'estero. Ad ottobre, con la Cypress Grove International ha creato una joint venture per investire nell'edilizia residenziale in Polonia; ed ha assorbito la Deutsche Grundvermogen (DGAG), una delle prime immobiliari germaniche.
Quanto alla Beni Stabili, è parte integrante dell'impero di Leonardo del Vecchio.


La scusa ufficiale per le agevolazioni fiscali ai colossi del mattone è la necessità di ridurre il costo delle locazioni: Prodi pensa ai poveri, vedete.
Ma se così fosse, nota la giudiziosa lettrice, l'agevolazione sarebbe stata estesa anche ai piccoli proprietari privati che danno i loro appartamenti in affitto.
Invece no. Questi restano tartassati, con l'aliquota punitiva del 43%.
I grossi fondi RE sbaraglieranno dunque la concorrenza dei piccoli.
Con gravi conseguenze nell'economia e anche nella società italiana.


«In un quadro ribassista come questo, in Milano, per esempio», scrive la lettrice, «c'è nell'immobiliare molto invenduto sia per le vendite che per le locazioni e i prezzi sono già calati; tale provvedimento provocherà a breve vendite a catena; e quando tutti vendono, si sa, si svende; chi sarà pronto a comprare a prezzi di saldo il patrimonio edilizio milanese, i palazzi e i singoli appartamenti dei piccoli investitori, magari di 5-10 appartamenti? Ma Soros RE, naturalmente. Argentina docet».

Non so se la lettrice (che è del settore) abbia ragione.
Ma mi pare che ciò che denuncia sia una strategia costante e coerente del governo d'occupazione della «sinistra Goldman Sachs»: il trasferimento di rendite dai piccoli privati ai grossi gruppi «amici» e multinazionali; dalla società che sopravvive (ed è tacciata continuamente di evasione fiscale) alle grandi società, che invece vengono detassate, ancorchè con holding di controllo nei paradisi fiscali.
Tipico di Prodi
L'accenno speciale al «patrimonio edilizio milanese» da parte della lettrice va sottolineato.
Il Rapporto annuale Nomisma segnala come interessanti per un grande sviluppo residenziale l'ex stazione di Porta Vittoria, Porta Garibaldi e le aree industriali dismesse (Bovisa e limitrofe). Nomisma, guarda caso.
Naturalmente, i grandi giornali non dedicano una riga a questa rivoluzione silenziosa.
Il Sole 24 Ore, non una parola.
Compari.
Furbetti.
Amiconi.
Maurizio Blondet
http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=1641&parametro= esteri
 
Pericolo di attentato all'Eurotunnel: un disastro annunciato


Minaccia di attentato al Tunnel della Manica da parte di un gruppo di militanti di Al Queda entro la fine dell'anno: è il comunicato della Direzione Generale di Sicurezza Esterna (DGSE) trasmesso il 19 dicembre, ricevuto in linea diretta dalla Cia. Viene così lanciato un allarme con elevato probabilità di rischio, accentrando l'attenzione su un obiettivo altamente delicato data la situazione attuale.

La Etleboro da mesi ha preannunciato il Tunnel della Manica come obiettivo sensibile, e probabile bersaglio di un attentato, come evento eclatante per rispondere alla grave crisi finanziaria internazionale e della società Eurotunnel stessa .
Il tunnel che collega Francia e Inghilterra sta registrando forti perdite, e un “buco” al suo interno potrebbe risanarne la situazione grazie ai fondi della ricostruzione, e probabilmente aiutare a occultare delle prove pericolose, come delle scorie nucleari, giacenti sul fondo dopo l'affondamento di una nave che ha spinto i governi a bloccare la pesca in quella zona.

La società Eurotunnel è in bancarotta, sta sfiorando da mesi il fallimento e solo l'approvazione del piano di ristrutturazione del debito da parte dell'assemblea degli obbligazionisti, dei creditori, soprattutto grandi banche d'affari, e degli azionisti è riuscito ad evitare il lastrico.
Un piano questo per sanare un debito di circa 9 miliardi di euro, mediante la creazione di una nuova società, battezzata Gruppo Eurotunnel, che per l'87% sarà di completa proprietà dei suoi creditori. Questa lancerà un'offerta pubblica di scambio (OPE) sulle azioni dell'attuale struttura quotata e sottoscriverà un prestito di 4,16 miliardi di euro presso un consorzio bancario internazionale, e approvando l'offerta di finanziamento integrale da parte di Citigroup, di Goldman Sachs e Deutsche Bank.

L'attuazione del piano è prevista per marzo dell'anno venturo, tuttavia il lancio di questo allarme provocherà un grande sconvolgimento dello stesso, forse un aumento delle quotazioni stesse, che diventeranno ancora più rischiose, e darà ai creditori diritto a maggiori interessi o maggiori quote di proprietà nel gruppo. La semplice notizia di un attentato, lanciata al mercato degli investitori in un momento così delicato per l'approvazione del piano di ristrutturazione, da sicuramente adito a manovre speculative da parte delle Banche che intendono recuperare il loro investimento.

Se l'attentato andasse veramente in porto, costituirebbe quell'evento sconvolgente che potrebbe influire anche sulle sorti dell'economia internazionale. La vertiginosa caduta del dollaro non sembra arrestarsi, ormai la sua svalutazione è critica e preoccupante anche perché tutti gli Stati in contrapposizione agli Stati Uniti hanno cominciato a diversificare le riserve, ma soprattutto a cambiare la valuta di scambio per petrolio e gas. L'Iran ha ormai annunciato che scambierà petrolio solo con euro, e la sua posizione ferma e determinata è stata già condannata con sanzioni economiche pesantissime, nel tentativo di rimarginare le gravi conseguenze.
Ormai la guerra strategica è stata da tempo combattuta, gli Stati si stanno scontrando sul campo diplomatico ed economico, e una prima battaglia è stata già vinta.

La Russia ha annunciato la Borsa del Petrolio come centro nevralgico degli scambi di materie prime del Medioriente, avendo già accolto consensi e alleanze per la sua costruzione tra i principali produttori di petrolio e gas. L'Iran è riuscito a resistere alle minacce di un intervento armato da parte delle Nazioni Unite per le sue decisioni sulla politica energetica, e continua tutt'oggi a resistere alle pressioni internazionali.

L'allarme terroristico lanciato dalle agenzie di intelligence anglossasoni e americane parlano di un attentato progettato in Pakistan, mediante cellule che si trovano in Iraq e in Siria: è ovvio che l'attenzione si riverserà sul medioriente, su quegli Stati canaglia che covano fondamentalismi e piani terroristici. Utilizzare Al Queda come strumento di guerra sortisce sempre un grande impatto mediatico, perché rappresenta un'arma invisibile, senza collegamento alcuno, capace di colpire ovunque e creare il panico diffuso mediante una semplice notizia.

È chiaro invece che la politica e le forze internazionali e diplomatiche sono fallite dinanzi alla crisi economica internazionale, e ora non ci resta che osservare come gli Stati sono costretti a pagare la bancarotta delle società e di debiti delle Banche. I media tacciono, si parla di rumori di fondo, di velate rivelazioni con i collaboratori delle intelligence: aspetteranno la fine dell'anno, nel pieno dei viaggi e delle vacanze oltre-manica, per lanciare ufficialmente l'allarme e creare il panico tra le persone. Dobbiamo aspettarci controlli e terrorismi psicologici ben peggiori dell'allarme di questo luglio in Gran Bretagna, e deliberatamente voluto per rendere l'evento ben più traumatico e sconvolgente.
etleboro.blogspot.com
25 dicembre 2006



http://www.canisciolti.info/modules.php?name=Sections&op=viewarticle&artid=1083
 
ricordo a tutti che sia Prodi, capo del governo attuale, che Draghi presidente della banka d'italia, sono stati dipendenti di GOLDMAN SACHS

per cui notizia sul Draghetto
La crisi della sterlina e lo zampino di Mario Draghi
http://www.movisol.org/07news013.htm

22 gennaio 2007 – All'inizio dell'anno abbiamo riferito come fonti della City di Londra abbiano paventato una prossima crisi della sterlina e come tale crisi potrebbe essere addirittura agevolata dagli ambienti sinarchisti che desiderano un crollo del dollaro, allo scopo di instaurare un impero globale definitivamente al di fuori del potere costituzionale degli Stati Uniti (vedi qui). Il fatto che la sterlina, abbia recentemente accresciuto il suo ruolo nella finanza mondiale rende la moneta britannica ancora più vulnerabile all'inevitabile scossone che colpirà quella che è una vera e propria bolla.

Negli ultimi due anni, le banche centrali hanno acquistato, in una strategia coordinata, sterline al ritmo di 5 miliardi di dollari a trimestre, tanto che le riserve di sterline nelle casse delle banche centrali sono salite da 55 a 111,5 miliardi di dollari (cifre FMI). Sorpassato lo yen, oggi la sterlina è la terza moneta di riserva del mondo, dopo il dollaro e l'euro. Il valore della moneta britannica naturalmente è salito in corrispondenza con il crescere della domanda. Se si tiene presente che le riserve nette di oro e valuta della Banca d'Inghilterra sono solo 20 miliardi di dollari, si comprende quali vaste dimensioni potrebbe avere una crisi in cui solo una parte dei possessori di sterline corresse a riscattarle. L'estrema debolezza dell'economia britannica, con un debito personale totale di 1,27 mila miliardi di sterline, composto da mutui e ipoteche non garantiti, fa della crisi della sterlina solo una questione di tempo.

In questo scenario, la Banca d'Italia di Mario Draghi sembra aver svolto un ruolo centrale. Nella primavera del 2006, poco dopo essersi insediato, Draghi ha fatto spostare sulla sterlina ben il 24% delle riserve della banca centrale, operando una drammatica rottura con la politica tradizionale della Banca d'Italia. Draghi ci aveva abituato ai comportamenti da lacché della Regina, da quando salì sul Britannia a parlare di privatizzazioni e riforma del sistema politico; vai a vedere che Mr. Britannia l'ha fatta grossa ancora una volta, partecipando a quella che all'inizio sembrava un'azione da furbetti del quartierino (vendere dollari che si deprezzano in cambio di sterline che si rivalutano), e che invece potrebbe rivelarsi come parte dello scenario destabilizzante di cui sopra. Forse Draghi è solo un “utile idiota”, ma comunque un giorno dovrà rendere conto ai poteri dello stato, anche se la banca che presiede è di fatto in mano ai privati (speriamo ancora per poco).
 
DECADENZA, SPRECO, CORRUZIONE NEL NUOVO IMPERO AMERICANO
Postato il Lunedì, 19 marzo @ 19:00:00 EST di marcoc

DEL PROF. RODRIGUE TREMBLAY
Online Journal

Parte I

"Un impero è sempre coercitivo e autoritario: è come un coperchio tenuto premuto su una pentola che bolle. Ad un certo punto la pressione interna è troppo forte, il coperchio esplode via e avviene una sorta di eruzione vulcanica".
Umberto Eco, medievalista italiano

"Un impero è dispotismo, e un imperatore è un despota, che non è trattenuto da alcuna legge o limitazione che non sia la sua volontà; è l'estensione della tirannia oltre la monarchia assoluta".
John Adams (1735-1826), secondo presidente americano

"Il deterioramento di ogni governo inizia con il declino dei principi su cui è fondato".
Montesquieu (1689-1755), Charles Louis de Secondat, Barone di Montesquieu



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Un sicuro segno della decadenza di un impero si ha quando il denaro duramente guadagnato sembra perdere ogni significato e viene sprecato a destra e a manca. Ci sono indizi che ciò è quanto sta accadendo oggi negli Stati Uniti. Vi è una danza di miliardi che sfida ogni immaginazione e che nessuno sembra capire.

Primo caso:

Nel 2006 la banca di investimenti e compagnia di assicurazioni Goldman Sachs ha pagato l'esorbitante somma di 16.5 miliardi di dollari in bonus di fine anno per i suoi dirigenti e impiegati. Una tale quantità di denaro se dovesse essere trasportata in scatole contenenti banconote da 100 dollari richiederebbe circa 50 container da 10 tonnellate.

Da questa somma è venuto fuori un regalo di Natale di 625000 dollari per ciascun uomo o donna di tale organizzazione, il cui maggior lavoro consiste nello spostare fogli di carta. Lo scorso anno la società pagò i suoi due co-presidenti 54 milioni di dollari l'uno in stipendi, bonus e benefit. Pensate ci sia un legame tra gli esorbitanti profitti privati e il potere politico? Beh, potreste chiedervi perchè Bush abbia nominato un ex presidente e amministratore delegato della Goldman Sachs come Segretario del Tesoro e abbia scelto un avvocato proveniente dalla Goldman Sachs come capo del suo staff.


Il secondo caso
in cui il denaro scorre liberamente è il Pentagono. Il budget militare del governo degli Stati Uniti per il 2007 ammonta all'enorme somma di 623 miliardi di dollari. Vuol dire più di 2000 dollari per ciascun uomo, donna o bambino in America. Come ha fatto notare il Rapporto della Commissione sull' 11 Settembre, "Il Dipartimento della Difesa è un colosso... Con un budget annuale superiore al PIL della Russia, è un impero".
Il vero Nuovo Impero Americano è il Dipartimento della Difesa USA. Il suo budget annuale rappresenta più del 50% delle spese militari di tutti gli altri 191 paesi al mondo messi assieme. E' un impero che allunga i suoi tentacoli in 135 paesi, con truppe in ognuno di essi, e che ha dispiegato l'incredibile numero di 737 basi militari in questi paesi stranieri. Questò è veramente un impero fuori controllo che è diventato una sempre maggiore minaccia per il mondo.
..........

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=3162
 

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