E' questa la cosa più ingiusta, secondo me.
Ovvero: è probabile, se non certo, che i greci abbiano vissuto ben oltre le proprie possibilità, gonfiando il debito pubblico (anche con complicità inquietanti da parte di società finanziarie) per finanziare uno Stato mostruoso e inefficiente, un'evasione dilagante peggio che in Italia, baby pensionati eccetera.
 
E' certissimo che non si può andare avanti così: a meno che il popolo greco non abbia il diritto divino di chiedere ad altri popoli di lavorare per esso (dopo avergli condonato una certa quota di debiti pregressi), i greci devono abbassare notevolmente il proprio tenore di vita. 
Anche perché il problema non è solo il debito (e gli interessi): mi par che la Grecia sia lontana dall'avanzo primario, il che vuol dire che se anche gli si abbuonasse il 100% del debito esistente, sùbito i greci dovrebbero ricominciare a indebitarsi. E credo che non troverebbero nessuno disposto a finanziarli.
 
La cosa che, in tutto ciò, mi dà fastidio è che il fallimento della Grecia era prevedibile da parecchio tempo. 
 
Ma, con la regia della Germania, per oltre un anno si è fatto finta che la Grecia potesse salvarsi, e il sospetto che mi rimane è che questo tergiversare sia servito solo a consentire alle banche tedesche di ridurre l'esposizione verso la Grecia, trasferendo così - di fatto - parte delle perdite che gli sarebbero toccate già nel 2011 ad altri investitori.  
 
Chi è più colpevole? 
Le "cicale" greche, o chi le sapeva condannate e ha finto di fare il possibile per salvarla, ma con l'obiettivo solo di salvare sè stesso (o, almeno, limitare i danni a scapito degli altri paesi)?
 
Io direi un po' tutte e due.
		
		
	 
entrambi
ma a mio avviso il comportamento della Merkel è stato davvero cinico
GRECIA: DIARIO DEL SACCHEGGIO E RITORNO ALLA DEMOCRAZIA!
DEMOCRAZIA!
    					 						Scritto il 
10 maggio 2012 alle 09:30 da 
icebergfinanza					
  					 						  
 “Diario del saccheggio” è un bellissimo film/documentario dell’argentino Fernando Solanas,  regista, politico, musicista, attore e altro ancora. Il film, uscito  nel 2003, ricorda ed analizza il periodo tra gli anni settanta ed il  2001, cercando i motivi della decadenza economica e sociale  dell’Argentina di quel periodo: un duro atto d’accusa verso le selvagge  privatizzazioni, la gestione del debito pubblico e la recessione  economica che hanno stritolato il paese. Solanas stesso afferma di aver  usato “storie vere: le trame segrete della mafiocrazia argentina e  l’alleanza spuria tra le corporazioni politico-sindacali, il potere  giudiziario, le banche, le multinazionali e gli istituti finanziari  internazionali”. Per narrarle Solanas si limita ad utilizzare materiale  d’archivio e giornalistico ma, per mezzo di uno straordinario montaggio,  ne scaturisce un racconto avvincente quanto agghiacciante.
 (…) 
 quello delle corresponsabilità è il punto su cui la visione  del film di Solanas fa riflettere: emerge in maniera nitida che gli  argentini in quella situazione sono stati trascinati dal Fondo Monetario  Internazionale, dal governo americano e dalle multinazionali,  statunitensi e spagnole in particolare.Ognisette
 Se vogliamo riassumere in poche parole quello che è accaduto alla 
Grecia  in questi anni è necessario utilizzare l’evidenza di una combinazione  di responsabilità  associata ad un concentrato di avidità che ha  distrutto la culla della democrazia trasformandola in una tomba della  democrazia stessa, con chiare responsabilità politiche, finanziare e non  dimentichiamole di un popolo che consapevolmente o inconsapevolmente ha  rincorso per anni l’illusione di un benessere che non poteva  permettersi.
 Ieri anche il secondo tentativo di formare un nuovo governo è andato  in frantumi come andrà in frantumi anche il terzo. La nuova tranche di  aiuti alla Grecia è stata ridotta per le resistenze
di Germania e  Finlandia tanto per cambiare, Germania nella quale non passa giorno nel  quale qualche politico non urli l’uscita della Grecia dall’euro per  farsi notare dai suoi futuri elettori.
 In Germania come vedremo è in atto una sorta di
 autoesaltazione delle  virtù teutoniche da parte di un manpolo di clown politici che ricorda i  nostri,  in un paese che da tempo sta alimentando la disintegrazione  dell’euro per sostenere il proprio debito e la propria economia  attraendo capitali e pagando interessi negativi che aiutano a  ristrutturare questo non dimentichiamolo il più alto debito pubblico in  Europa in termini assoluti.
 
«Nessuno può forzare la Grecia a restare nell’eurozona». Il  ministro tedesco  delle Finanze, Wolfgang Schäuble, ha perso la  pazienza. Le parole pronunciate  oggi hanno una doppia valenza. Da un  lato rappresentano un ultimatum ai partiti  politici greci, che da  domenica sera stanno cercando di formare un governo.  Dall’altro sono  l’ultimo esempio di un sentimento crescente in Europa. «La  solidarietà  l’abbiamo data, ora tocca a loro mantenere gli impegni. Se non ci   stanno, che escano», ha detto oggi Kai Carstensen, capo economista  dell’istituto  di ricerca tedesco IFO. E l’idea prende piede sempre più  anche ad Atene.
 In Germania l’opinione pubblica non ha più voglia di pagare   per salvare la Grecia. I principali quotidiani, dalla Frankfurter  Allgemeine  Zeitung (Faz) all’Handelsblatt, passando per lo Spiegel,  continuano a invocare l’uscita dall’eurozona di Atene. E lo stesso fanno  i  politici tedeschi. Oggi il ministro tedesco degli Esteri, Guido  Westerwelle, ha  attaccato i politici greci, colpevoli di uno stallo  capace di mettere a  repentaglio l’esistenza stessa della moneta unica.  «Il destino della Grecia  nell’eurozona adesso è nelle mani dei greci. È  la Grecia che ora deve decidere  quale percorso vuole seguire», ha  detto Westerwelle. E parole analoghe sono  state utilizzate anche da  Klaus-Peter Willsch, consulente economico della CDU,  il partito del  cancelliere tedesco Angela Merkel. «La soluzione migliore sarebbe   lasciare che la Grecia possa uscire dall’eurozona in modo ordinato e  pulito,  senza che ci sia un’uscita dall’Europa». ha spiegato Willsch.  Ancora più  radicale è stato il vice capogruppo della CDU, Michael  Meister: «Ci sono degli  impegni sottoscritti dalla Grecia, condivisi  dalle istituzioni europee e  coordinati per il ripristino degli  equilibri. Non si possono tirare indietro  senza che non ci siano delle  conseguenze». Il riferimento è verso il piano  organizzato dalla troika  composta da Fondo monetario internazionale (Fmi), Banca  centrale  europea (Bce) e Commissione europea. Lo stesso approvato dopo la   ristrutturazione del debito iniziata nello scorso marzo e ultimata pochi  giorni  fa. Leggi il resto: I tedeschi sono stufi:
 In questo Paese sono in pochi quelli che hanno il coraggio  di denunciare le responsabilità dei tedeschi in
 questa orgia del debito,  un popolo che ha beneficiato per anni della farsa della moneta europea,  con le loro banche che hanno disseminato di credito subprime mezza  Europa per favorire la loro economia. Ripeto è ora che in questo paese i  media raccontino anche un’altra verità oltre che evidenziare le  responsabilità politiche e finanziarie gravissime! Ma non possiamo  pretendere troppo da un settore che a sua volta è controllato  finanziariamente da coloro che sono i principali responsabili del  dissesto di questo Paese.
 La vicenda Monte dei Paschi di Siena, come vedremo in giornata e  tutte quelle che riguardano l’ormai MARCIO tessuto sociale, politico e  finanziario di questo Paese ma non solo è il punto di non ritorno.
 Tornando a noi e alla Germania a breve  sentiremo il pensiero di uno  dei massimi esperti del decennio perduto giapponese 22 lunghi anni di  stagnazione che non sono serviti da lezione, un pensiero che ripercorre  in tutto e per tutto quello che ho condiviso con Voi in questi mesi.
 
Per quanto riguarda il popolo greco è ora che prenda una decisione  definitiva e che ritorni alla democrazia scegliendo liberamente la  propria strada e il proprio destino fuori da questa immensa illusione  che è l’attuale concezione esclusiavamente finanziaria ed economica  dell’unione europea.
 Basta con inutli organizzazioni sovranazionali tecnocratiche  oligarchiche e plutocratiche che decidono i destini dei popoli!  
L’esperimento monetario europeo cosi come è stato concepito e difeso in  questi mesi è un esperimento fallito.
 L’unica possibilità di salvezza a breve termine, un’ulteriore e  temporanea iniezione di droga  è una banca centrale che faccia tutto ciò  che fanno le altre banche centrali al mondo!
 Comunque sia nei prossimi giorni stato di massima allerta, le  variabili in gioco sono decisive dall’euro al bund passando per le  reazioni politiche. Occhio alla testa e alle spalle di molti indici e  soprattutto non dimenticate che
 la realtà fondamentale delle trimestrali  sta lentamente ed inesorabilmente deteriorandosi!
 Niente paura ne parleremo insieme   nell’analisi dettagliata sulle prospettive tecniche e macroeconomiche  per i prossimi mesi dedicata ai recenti sostenitori di Icebergfinanza e a  coloro che vorranno contribuire liberamente cliccando qui sopra…