Hemispherx BioPharma: nuovo farmaco anti aviaria

superg52

Nuovo forumer
sembra che Hemispherx BioPharma Inc (HEB)
abbia trovato un farmaco per l'influenza aviaria
più efficate del Tamiflu

By Val Brickates Kennedy, MarketWatch
Last Update: 4:52 PM ET Feb 16, 2006


BOSTON (MarketWatch) -- Hemispherx unveiled medical data Thursday that
showed its anti-viral drug Ampligen can be highly effective in boosting the power
of the avian flu-fighting drugs Tamiflu and Relenza, and avian flu vaccines.
Shares of Hemispherx (HEB : Hemispherx BioPharma Inc)

Last: 2.94+0.28+10.53%

http://www.marketwatch.com/News/Sto...02A3-F14F-4D7F-B31F-0EE131B1A82C}&siteid=mktw
 
superg52 ha scritto:
sembra che Hemispherx BioPharma Inc (HEB)
abbia trovato un farmaco per l'influenza aviaria
più efficate del Tamiflu

By Val Brickates Kennedy, MarketWatch
Last Update: 4:52 PM ET Feb 16, 2006


BOSTON (MarketWatch) -- Hemispherx unveiled medical data Thursday that
showed its anti-viral drug Ampligen can be highly effective in boosting the power
of the avian flu-fighting drugs Tamiflu and Relenza, and avian flu vaccines.
Shares of Hemispherx (HEB : Hemispherx BioPharma Inc)

Last: 2.94+0.28+10.53%

http://www.marketwatch.com/News/Sto...02A3-F14F-4D7F-B31F-0EE131B1A82C}&siteid=mktw

Ampligen?
un vecchio farmaco fallimentare, forse vogliono riciclarlo
 
meglio le mascherine :lol:

jeudi 16 février 2006, 11h44
Grippe aviaire: explosion des commandes de masques à Mulhouse

MULHOUSE (AFP) - Le distributeur mulhousien de masques respiratoires Infield Safety France a enregistré ces dernières semaines des commandes cinq fois supérieures à la normale, a-t-on jeudi appris auprès de la société.
L’explosion n’est pas due à un contrat gigantesque, mais à une somme de surplus de commandes d’origines très diverses, qu’énumère David Laird, le gérant de la petite société de cinq salariés basée à Mulhouse (Haut-Rhin), filiale d’un fabricant américain.
"Les organismes en contact avec le public, comme les sapeurs-pompiers, renforcent leurs stocks. Les commandes actuelles des laboratoires sont multipliées par cinq par rapport à la normale, celles des magasins de bricolage par trois" précise M. Laird.
"Ces magasins, ajoute-t-il, constituent un stock de prévention, car ils s’attendent à être les premiers pris d’assauts par les particuliers si une panique gagnait la population".
Alors que sa société avait vendu 300.000 masques l'an dernier, elle prévoit d'en vendre 1,5 million cette année, soit un bonus de chiffre d’affaires d’un million d’euros.
Infield Safety France mène également des discussions commerciales avec Air France, qui avait acheté plus de 300.000 masques en 2003 pour protéger ses équipages et ses passagers contre l’épidémie de SRAS en Asie.
L’usine européenne d’Infield à Londres connaît le même surrégime que la filiale de vente française. Elle tourne sept jours sur sept depuis l’été dernier et s’attend à fabriquer 24 millions de masques en 2006, deux fois plus qu’en 2005 et quatre fois plus qu’en 2004, a encore indiqué M. Laird.
 
http://www.corriere.it/solferino/se...06-02-16/01.spm


Siamo sicuri che i polli siano quelli in gabbia?


Beppe Severgnini

Influenza aviaria. Per cominciare: perché non "influenza dei polli", come in altre lingue (inglese: "Bird Flu")? "Aviaria" è un aggettivo latineggiante e lussureggiante, che non aiuta a chiarirsi le idee. E ne avremmo bisogno, mi sembra.

Negli ultimi due giorni, il consumo di carne di pollo in Italia è crollato del 70%. Ieri sera mi ha chiamato, affascinato, un collega della BBC: "In nessun Paese del mondo è avvenuta una cosa del genere! Perché fate così?".
Buona domanda, ho risposto, per guadagnare tempo. Perché noi italiani abbiamo queste reazioni? Leggo sul sito di Altroconsumo: "Non c'è nessun dato che suggerisca che un eventuale virus dell'influenza aviaria possa trasmettersi all'uomo attraverso carne di pollo o uova. L'Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha spiegato che non occorre alcuna ulteriore precauzione oltre a quelle che da sempre esistono: consumare la carne di pollo e le uova ben cotte."

Il problema è che la maggioranza degli italiani non s'informa sul sito di "Altroconsumo". Non ascolta i telegiornali, che dicono le stesse cose da settimane. Non legge i giornali. Non dà retta alla radio. "Non vi fidate, forse?", chiedeva il collega britannico. Macché: noi siamo selettivi nella nostra diffidenza. La riserviamo, magari, a Storace politico (e a un migliaio di suoi colleghi); ma al ministro della salute crediamo, anche perché è evidente che in materia di prevenzione è stato fatto tutto per bene, e per tempo.

Qualcuno, mesi fa, ha parlato di "astensione precauzionale", lasciando intendere che fosse una cosa saggia. Ma quando mai. Alcuni dei ragazzi che oggi, davanti a una cotoletta di pollo, saltano sulla sedia come se gli avessero messo un bomba nel piatto, escono di casa e corrono rischi ben maggiori: in auto, bevendo e fumando, o facendo sesso con una tipa pagata per strada.

Cosa succede, allora? Semplice: la nazione che mangia le ragazze con gli occhi, ragiona con la pancia.

Quest'inversione funzionale spiazza gli stranieri, che ormai considerano l'Italia una versione live della "Settimana Enigmistica". Ma il rebus si può risolvere. Se volete capire "la nuova reazione emotiva che rischia di travolgere il comparto avicolo nel quale operano 6.000 allevamenti, 173 macelli, 517 imprese e 180.000 addetti" (dati Coldiretti), dovete pensare a una cosa sola: la superstizione.

Ci comportiamo nello stesso modo. Il cervello dice una cosa, ma le viscere ne suggeriscono un'altra. Il gatto nero, il numero, il sale, il colore, la scaramanzia dell'abito, il toccamento, il personaggio, la data: quello che altrove è roba di pochi eccentrici, in Italia è l'atteggiamento inconfessabile della maggioranza (a proposito: complimenti alla Provincia di Milano che domani, venerdì 17, alle 17.17 commemora Dino Buzzati, uomo geniale e non superstizioso).

Quell'imbarazzante, arcaico, pavido (sinonimo di vigliacco...n.d.chagans..), volgare "Non ci credo, ma non si sa mai..."riempie le case, le cene, le aule, gli stadi, i teatri, gli uffici, la televisione. Rovina, spesso, la vita di chi diventa bersaglio di sospettose crudeltà. Spinge gente logica e coraggiosa a essere illogica e timorosa. Ci imbarazza tutti: ma la paura, per molti, è più forte dell'imbarazzo.

Sarete d'accordo: quanto sta accadendo con la carne di pollo non è diverso. Le orecchie sentono, gli occhi vedono, la testa capisce, il cuore conferma. Ma giù, tra le budella, qualcosa piagnucola: e noi l'ascoltiamo. Così finisce che scappiamo da un cibo sano: per buttar giù cose poco salutari, magari.

Uno si chiede, a questo punto: siamo sicuri che i polli siano quelli in gabbia?

(dal Corriere della Sera - 16 febbraio 2006)
 
ricpast ha scritto:
http://www.corriere.it/solferino/se...06-02-16/01.spm


Siamo sicuri che i polli siano quelli in gabbia?


Beppe Severgnini

Influenza aviaria. Per cominciare: perché non "influenza dei polli", come in altre lingue (inglese: "Bird Flu")? "Aviaria" è un aggettivo latineggiante e lussureggiante, che non aiuta a chiarirsi le idee. E ne avremmo bisogno, mi sembra.

Negli ultimi due giorni, il consumo di carne di pollo in Italia è crollato del 70%. Ieri sera mi ha chiamato, affascinato, un collega della BBC: "In nessun Paese del mondo è avvenuta una cosa del genere! Perché fate così?".
Buona domanda, ho risposto, per guadagnare tempo. Perché noi italiani abbiamo queste reazioni? Leggo sul sito di Altroconsumo: "Non c'è nessun dato che suggerisca che un eventuale virus dell'influenza aviaria possa trasmettersi all'uomo attraverso carne di pollo o uova. L'Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha spiegato che non occorre alcuna ulteriore precauzione oltre a quelle che da sempre esistono: consumare la carne di pollo e le uova ben cotte."

Il problema è che la maggioranza degli italiani non s'informa sul sito di "Altroconsumo". Non ascolta i telegiornali, che dicono le stesse cose da settimane. Non legge i giornali. Non dà retta alla radio. "Non vi fidate, forse?", chiedeva il collega britannico. Macché: noi siamo selettivi nella nostra diffidenza. La riserviamo, magari, a Storace politico (e a un migliaio di suoi colleghi); ma al ministro della salute crediamo, anche perché è evidente che in materia di prevenzione è stato fatto tutto per bene, e per tempo.

Qualcuno, mesi fa, ha parlato di "astensione precauzionale", lasciando intendere che fosse una cosa saggia. Ma quando mai. Alcuni dei ragazzi che oggi, davanti a una cotoletta di pollo, saltano sulla sedia come se gli avessero messo un bomba nel piatto, escono di casa e corrono rischi ben maggiori: in auto, bevendo e fumando, o facendo sesso con una tipa pagata per strada.

Cosa succede, allora? Semplice: la nazione che mangia le ragazze con gli occhi, ragiona con la pancia.

Quest'inversione funzionale spiazza gli stranieri, che ormai considerano l'Italia una versione live della "Settimana Enigmistica". Ma il rebus si può risolvere. Se volete capire "la nuova reazione emotiva che rischia di travolgere il comparto avicolo nel quale operano 6.000 allevamenti, 173 macelli, 517 imprese e 180.000 addetti" (dati Coldiretti), dovete pensare a una cosa sola: la superstizione.

Ci comportiamo nello stesso modo. Il cervello dice una cosa, ma le viscere ne suggeriscono un'altra. Il gatto nero, il numero, il sale, il colore, la scaramanzia dell'abito, il toccamento, il personaggio, la data: quello che altrove è roba di pochi eccentrici, in Italia è l'atteggiamento inconfessabile della maggioranza (a proposito: complimenti alla Provincia di Milano che domani, venerdì 17, alle 17.17 commemora Dino Buzzati, uomo geniale e non superstizioso).

Quell'imbarazzante, arcaico, pavido (sinonimo di vigliacco...n.d.chagans..), volgare "Non ci credo, ma non si sa mai..."riempie le case, le cene, le aule, gli stadi, i teatri, gli uffici, la televisione. Rovina, spesso, la vita di chi diventa bersaglio di sospettose crudeltà. Spinge gente logica e coraggiosa a essere illogica e timorosa. Ci imbarazza tutti: ma la paura, per molti, è più forte dell'imbarazzo.

Sarete d'accordo: quanto sta accadendo con la carne di pollo non è diverso. Le orecchie sentono, gli occhi vedono, la testa capisce, il cuore conferma. Ma giù, tra le budella, qualcosa piagnucola: e noi l'ascoltiamo. Così finisce che scappiamo da un cibo sano: per buttar giù cose poco salutari, magari.

Uno si chiede, a questo punto: siamo sicuri che i polli siano quelli in gabbia?

(dal Corriere della Sera - 16 febbraio 2006)

Ma per favore! da quale pulpito ... :wall:
La colpa maggiore ce l'hanno i giornalisti, che hanno battuto la grancassa con titoloni d'apertiura, forse incoraggiati dalle farmaceutiche che sperano di vendere (sperano?, hanno venduto) tanto inutile Tamiflu.
Andate a vedere l'incremento degli utili della Roche: 20%!!!!!!!!! :wall:
 
Cosa intendi dire con "da quale pulpito"?

Personalmente trovo interessante l'articolo e vengono espressi (anche simpaticamente) concetti che condivido.

Tu parli di profitti delle case farmaceutiche e speculazioni non meglio specificate.Bene.Sono assolutamente d'accordo e non capisco come queste riflessioni siano in antitesi con i concetti espressi nell'articolo...

Forse perchè Severgnini è un giornalista e come tale coimputato nel (giusto) "processo" che andrebbe fatto (anche qs volta) alla categoria dei giornalisti??
 
ricpast ha scritto:
Cosa intendi dire con "da quale pulpito"?

Personalmente trovo interessante l'articolo e vengono espressi (anche simpaticamente) concetti che condivido.

Tu parli di profitti delle case farmaceutiche e speculazioni non meglio specificate.Bene.Sono assolutamente d'accordo e non capisco come queste riflessioni siano in antitesi con i concetti espressi nell'articolo...

Forse perchè Severgnini è un giornalista e come tale coimputato nel (giusto) "processo" che andrebbe fatto (anche qs volta) alla categoria dei giornalisti??

Quando parla di "superstizione". Chi gliel'ha fatta venire?
Chiediti quali sono gli introiti e i privilegi dei giornalisti assunti

E sul mondo del giornalismo riporto dall'altro 3D:
"Mi rendo conto che la maggior parte della gente, qua, non conosce affatto l'ambiente giornalistico.
Nei giornali la pubblicazione di un articolo passa per il direttore o il caporedattore, che può benissimo dire "non si pubblica", senza dover dare nessuna spiegazione. Oppure può dire: "di questo argomento non si parla". Oppure può cambiare il titolo di un articolo magari stravolgendone il significato.
La maggior parte degli articoli, a meno che non si tratti di firme, viene scritta su incarico "scrivimi questo, dicendo così e così".
Non sempre lo stesso giornalista "è d'accordo con quello che scrive", nel senso che capita che giovani che sarebbero di destra trovino lavoro nei giornali di sinistra e viceversa, ma ... la pagnotta è la pagnotta.
Le stesse notizie di cronaca sono spesso così stravolte che se uno conosce il caso manco lo riconosce.
Insomma: attendibilità da prendere ... con beneficio d'inventario. "
 
Conclusioni troppo sommarie.

La stragrande maggioranza dei bar della mia città hanno aumentato i tramezzini del 300% negli ultimi 2 anni. Cosa faccio? Li impalo tutti?

Magari, direi io!
:D :D

Insomma: anch'io avrei tantissimi appunti da fare alla categoria dei giornalisti ma questo non vuol dire che solo per il fatto che una cosa è detta o scritta da un appartenente a quella categoria allora è preconcettamente sbagliata, pilotata, mirata ad un secondo fine....

Mi pare la solita, trita e ritrita visione italica delle cose: bianco o nero, fascista o comunista, ecc.....
Insomma: una visione tipicamente dickensiana della realtà, dicotomica, senza sfumature nè vie di mezzo....
Anche gli anglossassoni tendono culturalmente ad avere questa visione del mondo che, quindi, non è un ns copyright...ma ameno loro quando si trovano faccia a faccia con un problema hanno maggiori capacità nell'analizzarlo razionalmente e trovare VELOCEMENTE una risposta.
Risposta che non sarà certamente la migliore e, in alcuni casi risulta addirittura controproducente, ma sempre meglio che discutere all'infinito (come invece piace a noi) cercando l'isola che non c'è.....

Poi non mi pare che tu abbia risposto alla mia prima domanda...
Se ne hai voglia..grazie.
:)
 
ricpast ha scritto:
Conclusioni troppo sommarie.

La stragrande maggioranza dei bar della mia città hanno aumentato i tramezzini del 300% negli ultimi 2 anni. Cosa faccio? Li impalo tutti?

Magari, direi io!
:D :D

Insomma: anch'io avrei tantissimi appunti da fare alla categoria dei giornalisti ma questo non vuol dire che solo per il fatto che una cosa è detta o scritta da un appartenente a quella categoria allora è preconcettamente sbagliata, pilotata, mirata ad un secondo fine....

Mi pare la solita, trita e ritrita visione italica delle cose: bianco o nero, fascista o comunista, ecc.....
Insomma: una visione tipicamente dickensiana della realtà, dicotomica, senza sfumature nè vie di mezzo....
Anche gli anglossassoni tendono culturalmente ad avere questa visione del mondo che, quindi, non è un ns copyright...ma ameno loro quando si trovano faccia a faccia con un problema hanno maggiori capacità nell'analizzarlo razionalmente e trovare VELOCEMENTE una risposta.
Risposta che non sarà certamente la migliore e, in alcuni casi risulta addirittura controproducente, ma sempre meglio che discutere all'infinito (come invece piace a noi) cercando l'isola che non c'è.....

Poi non mi pare che tu abbia risposto alla mia prima domanda...
Se ne hai voglia..grazie.
:)

Il punto è che io l'ambiente dei giornalisti lo conosco.
E alla domanda ho risposto, mi pare
 
Lo conosci eh??
E allora?

:D

Io conosco quello dei baristi.

Di quello dei giornalisti mi sono fatto un'idea pur non conoscendolo dall'interno.

Stiamo comunque divagando.

Severgnini, ed io concordo con lui, dice che i polli siamo noi italiani (unico paese dove sono crollati i consumi mettendo alle corde migliaia di lavoratori, investitori, ecc) che abbiamo paura per una cosa di cui non c'è nulla da preoccuparsi.

Se il virus fa il salto e diventa trasmissibile uomo-uomo: mangiare polli sarà sicurissimo (come lo è pure adesso....) mentre dovremo temere tantissimo di andare in autobus (e quindi shortare aem.....:D ).
Quindi aver paura di mangiare carne di pollo non ha alcun senso nè adesso nè mai.

Perchè noi abbiamo paura?
Certo che i media hanno giocato la loro parte, come sempre.

Gli italiani godono molto di + nel farsi trascinare passionalmente dalle cose....nulla di nuovo....questa è spesso una bellissima cosa e ci fa vivere molto meglio di altre popolazioni.....ma altrettanto spesso è un enorme limite che ci autoimponiamo e che ci impedisce di affrontare i problemi, le paure e ci porta ad una paralisi deleteria.

E la colpa è nostra.
Non dei giornalisti.
 

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