Hindenburg Research, la società che spaventa gli uomini più ricchi del mondo

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Chi c’è dietro Hindenburg Research, la società che spaventa gli uomini più ricchi del mondo​

Nathan Anderson

Nathan Anderson in una foto di Bonnie Jo Mount per il Washington Post
Chi c’è dietro Hindenburg Research, la società che spaventa gli uomini più ricchi del mondo

Si sa che cosa fa: cerca irregolarità nelle carte delle società quotate, le denuncia e scommette contro di loro. Non si sa quale sia la sua data di nascita, ma solo che dovrebbe avere 38 anni. Si sa che combattere contro i più forti gli è sempre piaciuto: da bambino tentò di convincere un rabbino ortodosso che il libro della Genesi era incompatibile con la teoria dell’evoluzione di Darwin.
Non si sa quale sia il suo patrimonio.
Si sa che per gran parte di Wall Street è un paladino della trasparenza e che per altri, invece, è solo un uomo d’affari senza morale che rovina altri imprenditori per ottenere profitti.
Non si sa quasi nulla di quello che pensa, perché è quasi impossibile strappargli un’intervista. Si sa che pochi hanno la sua capacità di spaventare gli uomini più ricchi del mondo.

Nathan Anderson è l’uomo che ha accusato Carl Icahn, uno dei più grandi investitori statunitensi, di avere messo in piedi “una struttura economica simile a uno schema Ponzi”. Lo ha attaccato con un rapporto della sua società, Hindenburg Research. Anderson l’ha fondata in un appartamento di New York che poteva a malapena permettersi e l’ha chiamata come il dirigibile Zeppelin tedesco che il 6 maggio 1937 prese fuoco a Lakehurst, nel New Jersey. Morirono 13 passeggeri, 22 membri dell’equipaggio e un membro dell’equipaggio di terra.

“Vediamo l’Hindenburg come l’esempio perfetto di un disastro del tutto umano e del tutto evitabile”, spiega il sito ufficiale della società. “Quasi 100 persone furono stipate in un pallone pieno dell’elemento più infiammabile dell’universo, nonostante dozzine di velivoli che funzionavano a idrogeno avessero già avuto destini simili.
Gli operatori dell’Hindenburg continuarono sulla loro strada, secondo la massima del ‘questa volta sarà diverso’, molto citata a Wall Street”. Anderson, insomma, cerca “simili disastri prodotti dall’uomo che si aggirano sui mercati, per fare luce prima che facciano altre vittime”. Il New York Magazine lo ha definito “l’ultimo uomo sano di mente di Wall Street”.

Chi è Nathan Anderson

Anderson è originario del Connecticut, dove si è laureato in commercio internazionale. Tra il 2004 e il 2005 si è trasferito in Israele, dove ha seguito corsi all’Università Ebraica di Gerusalemme e ha lavorato come autista di ambulanza. Un’esperienza che, secondo il suo profilo LinkedIn, gli ha permesso di acquisire “esperienza nel pensare e agire in situazioni di estrema pressione”.

Ha iniziato a lavorare nel mondo della finanza in FactSet Research Systems, nel 2007.
“Facevo analisi banali e c’era molto conformismo”, ha raccontato al Wall Street Journal.
Nel 2014 ha cominciato a segnalare illeciti finanziari alle autorità americane per riscuotere ricompense.
Nello stesso anno ha lavorato con il suo idolo, Harry Markopolos, tra i primi a denunciare lo schema Ponzi di Bernie Madoff e più volte ignorato dai regolatori statunitensi.
Insieme hanno studiato l’hedge fund Platinum Partners e con le loro indagini hanno contribuito a far accusare sette dirigenti di una frode da un miliardo di dollari.

Un investigatore “dal grande fiuto”

Nel 2015 Anderson ha fondato la sua prima società, ClaritySpring, che si occupava di analisi e consulenze sugli hedge fund. La sua vocazione, però, era quella dell’investigatore. Nel 2018 ha indagato su un’azienda di cannabis con l’italiano Gabriele Grego del fondo attivista Quintessential Capital Management. Grego, che ha fatto crollare l’unicorno bolognese delle bioplastiche Bio-On, in un’intervista al Washington Post ha descritto Anderson come una persona dotata “di un grande fiuto” per le frodi finanziarie, che lavora “in modo molto, molto, molto, molto veloce”.
A novembre dello stesso anno è nata Hindenburg Research.
Come sottolinea il nome, Anderson tiene a presentarla come una società di ricerca e non di investimento. Il suo modello di business, come ha spiegato Bloomberg, prevede di stringere accordi con partner che ricevono in anteprima i risultati delle analisi e piazzano le loro scommesse. In cambio, Hindenburg riceve una fetta dei guadagni.

Che cosa fa Hindenburg Research

Il sito ufficiale della società descrive così la sua attività: “Usiamo analisi sui fondamentali finanziari per prendere le nostre decisioni di investimento, ma crediamo che i risultati più significativi arrivino dalla scoperta, tramite fonti atipiche, di informazioni difficili da reperire”. In particolare, Hindenburg cerca “irregolarità contabili”, figure poco affidabili tra i dirigenti o in ruoli chiave, operazioni poco trasparenti, pratiche di rendicontazione finanziaria “illegali o poco etiche”, problemi “non divulgati con i regolatori, sui prodotti o sulle finanze aziendali”.
Secondo i calcoli di Bloomberg, in media le società prese di mira da Hindenburg perdono il 15% in Borsa il giorno dopo la pubblicazione dei rapporti e il 26% dopo sei mesi.

Le voci contrarie

Non tutti vedono in figure come Anderson i salvatori della finanza. Secondo fonti anonime citate da Bloomberg a febbraio, le autorità statunitensi starebbero cercando prove di manipolazione dei mercati da parte degli attivisti. L’ipotesi è che alcuni di loro adottino tattiche come il cosiddetto smash and grab. In sostanza, piazzerebbero scommesse contro alcune società, pubblicherebbero informazioni negative sul loro conto e incasserebbero velocemente i profitti prima di essere smentiti.

Vittime eccellenti

Hindenburg è diventata famosa a Wall Street quando, nel settembre 2020, ha attaccato Nikola, un’azienda di veicoli elettrici che si era quotata pochi mesi prima e aveva raggiunto una valutazione di 34 miliardi di dollari. La accusava di avere mentito sulle sue tecnologie e sulle prestazioni dei suoi prodotti per stringere accordi con grandi case automobilistiche. Tra le altre cose, Nikola aveva diffuso il video di un suo camion in movimento. Hindenburg scoprì che si spostava solo perché la strada era in discesa.
Il fondatore di Nikola, Trevor Milton, è stato condannato per frode. L’azienda ha trovato un accordo con la Securities and Exchange Commission – l’equivalente statunitense della Consob – e ha pagato 125 milioni di dollari per chiudere il caso. Oggi la sua capitalizzazione di mercato è inferiore ai 600 milioni.

Gautam Adani e Carl Icahn

A gennaio Hindenburg ha accusato il magnate indiano Gautam Adani di frode contabile e manipolazione delle azioni. Adani all’epoca era la terza persona più ricca del mondo e il suo patrimonio era tra i 120 e i 130 miliardi di dollari. Oggi, secondo i calcoli in tempo reale di Forbes, è sceso al 24esimo posto nella classifica dei miliardari e la sua fortuna si è più che dimezzata (50 miliardi alle 13.30 di venerdì 5 maggio).
Ora tocca a Icahn, il “Wolf of Wall Street originale” – definizione della rivista Time – che ispirò anche il personaggio di Gordon Gekko in Wall Street. Secondo Hindenburg, la sua holding, Icahn Enterprises, userebbe i soldi dei nuovi investitori per pagare grossi dividendi ai vecchi investitori. Le stime per il ritorno sugli investimenti sarebbero “gonfiate di molto” e le azioni sarebbero sopravvalutate del 75%.
In pochi giorni, Icahn ha perso circa 8 miliardi di dollari.

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