I ricchi davvero ricchi sono 8,3 milioni nel mondo

  • Creatore Discussione Creatore Discussione pb
  • Data di Inizio Data di Inizio

pb

Forumer attivo
http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=841&parametro=economia

Maurizio Blondet
16/12/2005


Anche quest'anno l'uomo più ricco del mondo è Bill Gates.
Da nove anni il fondatore di Microsoft è in testa alla classifica dei più ricchi del mondo stilata annualmente da Forbes, la rivista dei miliardari.
Gates è entrato in classifica nel '91: allora solo al 28mo posto, ma aveva 35 anni.
Oggi le sue fortune sono valutate a 46,5 miliardi di dollari.
La classifica di Forbes è interessante perché riflette fin troppo bene i caratteri del capitalismo terminale.
Ai primissimi posti dei miliardari astronomici sono le figure della «nuova economia» immateriale, senza fabbriche né operai: così fra i primi venticinque figura anche il padrone della Oracle, Lawrence Ellison (18,4 miliardi di dollari) seguito da Michael Dell (computer Dell, 16 miliardi). Subito dopo Gates, secondo uomo più ricco del mondo, viene il genio della finanza creativa Warren Buffett, che fa soldi con i soldi (44 miliardi); il quarto è il messicano Carlos Slim Helu, che ha messo insieme la sua fortuna con le telecom e la finanza.

Ben rappresentato l'ex terzo mondo in grande sviluppo: il terzo più ricco del pianeta è l'indiano Lakshmi Mittal (25 miliardi di dollari), e ciò a capo di un'industria pesante, un conglomerato metallurgico: com'è logico, perché le industrie sono finite lì, dove si sfrutta la manodopera a basso costo.
E Li Ka-shing, detto il «barone rosso di Hong Kong» per i suoi oscuri legami con il regime di Pechino, risale parecchio: nel '91 era al posto numero 54, oggi è al 22mo posto, con 13 miliardi di dollari.
Cominciò nel 1940 fabbricando fiori di plastica, dice lui.
Storia commovente, che tace sugli aiuti occulti ricevuti come affarista delegato della nomenklatura di Pechino.
Compaiono per la prima volta, come dubitarne?, i farabutti patentati, i criminali russi.
Roman Abramovich, «oligarca» trasferitosi in Gran Bretagna, dove ha comprato il Chelsea, che ha evitato la Siberia rivendendo a Gazprom la sua petrolifera Sibneft (male acquistata ai tempi delle privatizzazioni-saccheggio di Eltsin) è al 21mo posto, con 13,3 miliardi di dollari.

Tra i primi venticinque figurano 12 americani (insieme hanno una ricchezza di 243 miliardi di dollari, pari al PIL della Norvegia), nessun giapponese (là le enormi inique disparità non sono ben viste), e solo sette europei: vero è che i fratelli Walton, i padroni della mega-catena di magazzini Wal-Mart, occupano cinque posti.
L'eccezione di spicco: lo svedese Ingvar Kamprad, il padrone dell'Ikea, salito dall'ottantesimo al sesto posto dal '91 ad oggi, che esibisce 23 miliardi di dollari.
E da vecchio europeo, Kamprad (79 anni) è un avaro del genere più tradizionale, quasi commovente o divertente, come il Paperone dei fumetti.
Ha cambiato il barbiere da cui andava fin da giovanotto quando ne ha scoperto uno che gli faceva pagare dieci euro in meno.
A Losanna dove abita (un paradiso fiscale sovraffollato di miliardari) fa la spesa personalmente: appare al mercato verso mezzogiorno, quando il prezzo della verdura si abbassa.
Negli hotel a cinque stelle, se consuma una bevanda dal frigobar, la sostituisce con una uguale comprata al supermercato: con un bello e oculato risparmio.

A distanza, ma profumati di ricchezza come ci si aspetta nel capitalismo terminale, dove a far soldi sono i produttori di illusioni e di generi voluttuari, si trova un parrucchiere famoso, Jean-Louis David (200 milioni di franchi svizzeri); madame Bettencourt, azionista di maggioranza dell'Oréal, resta la donna più ricca di Francia, ma è risalita dal 66mo posto al sedicesimo (17,2 miliardi
di dollari).
Naturalmente la classifica non è esaustiva.
Restano fuori le grandi famiglie bancarie, i Rotschild appaiono qua e là a titolo personale, il sultano del Brunei (20 miliardi di dollari) non vi figura perché dal 1995 Forbes non elenca le teste coronate.
E soprattutto, i ricchi davvero ricchi sono troppi: 8,3 milioni nel mondo, perché il loro numero è aumentato del 60 % negli ultimi sette anni, quelli in cui noi e voi ci siamo impoveriti.
Nel suo «Rapporto sulla ricchezza mondiale», la Merrill Lynch segnala che questi 8,3 milioni di ricchi possiedono, tutti insieme, beni investibili, mobili e immobili, per 30 mila miliardi di dollari, 30 trilioni.

La grandezza della cifra può sfuggire: basti ricordare, per confronto, che il PIL (ossia la ricchezza prodotta in un anno) dagli Stati Uniti è pari a 11,7 trilioni, meno della metà dei beni di quegli otto milioni di ricchi.
Il PIL della zona Euro è di 9,5 trilioni, quello della Cina di 1,6.
I super-ricchi possiedono dunque una dozzina di Cine.
Non basta dire che il divario fra ricchi e poveri aumenta, com'è tipico del capitalismo terminale, del capitalismo illusionista e saccheggiatore.
Bisogna aggiungere che si divarica anche la distanza fra «solo» ricchi (fino ai 5 milioni di dollari) e stra-ricchi stratosferici.
Questi sono solo 820 mila nel mondo: e da soli detengono la metà di tutte le ricchezze degli otto milioni di ricchi: 15.400 miliardi di dollari.
Gli altri 7,5 milioni di individui benestanti si devono dividere la rimanenza, poco più di 15 trilioni.

Maurizio Blondet
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto