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FINLANDIA (OLLI REHN) STA PER PERDERE LA TRIPLA A, IL PRIMO MINISTRO SI DIMETTE, I ''VERI FINLANDESI'' (NO EURO) IN TESTA
venerdì 11 aprile 2014
La Finlandia di Olli Rehn - il commissario europeo responsabile della vigilanza sui conti pubblici dei vari paesi, attualmente in aspettativa per le elezioni europee - vede vacillare il suo rating a tripla A. L'agenzia standard & Poor's ha infatti rivisto in peggio le prospettive di valutazione da stabili a negative.
Una mossa che "riflette profondi squilibri economici demografici, che compromettono gli sforzi del governo sui conti pubblici", afferma S&P in un comunicato. "Ci sono rischi sulla crescita e sull'attuazione delle politiche" di bilancio. Negli ultimi anni l'indebitamento della Finlandia è aumentato consistentemente e il governo prevede che superi il limite Maastricht del 60 per cento del Pil sul 2014, dal 49 per cento cui si attestava appena nel 2011.
E così, la cerchia ristretta degli stati dell’Eurozona più affidabili, da un punto di vista creditizio, rischia di restringersi ancora di più, dopo che anche la Francia ha perso la tripla A nel luglio del 2013. Restano con il massimo giudizio solo Germania, Olanda e Lussemburgo.
Eppure, nei mesi scorsi era stato proprio il commissario agli Affari monetari, Olli Rehn, anch’egli finlandese, ad avvertire che Italia e Finlandia hanno forti problemi sul mercato del lavoro. Non tutti sanno, ad esempio, che la Finlandia è stato il paese che ha maggiormente perso competitività dall’introduzione dell’euro ad oggi, a causa di una valuta - l'euro appunto - troppo forte per rappresentare l'economia di questo Paese.
Inoltre, il paese si trova politicamente instabile, dopo le dimissioni annunciate dal premier "europeista". Sabato 5 aprile la Finlandia è stata sconvolta da un vero e proprio terremoto politico. Il Primo Ministro Jyrki Katainen ha infatti dichiarato che da giugno non sarà più il premier del suo Paese. Katainen, leader del Partito di Coalizione Nazionale, viene da una lunga esperienza istituzionale, nonostante i soli 42 anni di età. È stato prima Ministro delle Finanze e in seguito, nel giugno del 2011, ha formato un governo sostenuto da sei partiti, a testimonianza del precario equilibrio politico presente attualmente nel Paese scandinavo.
Katainen lascia un governo sempre più sul rischio di implodere: la scorsa settimana uno dei sei partiti che lo appoggiava, l’Alleanza di Sinistra, ha abbandonato l’esecutivo in polemica con la decisione di alcune misure di austerità finalizzate a bloccare la crescita del debito.
Gli analisti ritengono probabile che si ritorni alle urne in autunno, con i sondaggi che danno in ascesa i Veri Finlandesi. Il leader Soini, all’indomani delle dimissioni di Katainen, ha ribadito la necessità di uscire dall’euro e dall’Unione Europea. “Il governo deve dichiarare la bancarotta” ha aggiunto Soini.
Nel 2011 i Veri Finlandesi hanno conosciuto un vero e proprio boom, ottenendo il 19% dei consensi con 39 seggi all’interno dell’Edeskunta e risultando il terzo movimento a livello nazionale. Questo risultato ha infranto un equilibrio che durava da decenni, costringendo il premier a creare un esecutivo instabile composto da tanti, forse troppi, movimenti politici diversi tra loro. Alle elezioni europee è probabile - come segnalano tutti gli ultimi sondaggi - che i Veri Finlandesi ottengano un risultato clamoroso: primo partito.
Accadesse, sarebbe la punizione perfetta per l'oligarca della UE Olli Rehn: la "sua" Finlandia uscirebbe dall'euro. E dalla UE.
venerdì 11 aprile 2014
La Finlandia di Olli Rehn - il commissario europeo responsabile della vigilanza sui conti pubblici dei vari paesi, attualmente in aspettativa per le elezioni europee - vede vacillare il suo rating a tripla A. L'agenzia standard & Poor's ha infatti rivisto in peggio le prospettive di valutazione da stabili a negative.
Una mossa che "riflette profondi squilibri economici demografici, che compromettono gli sforzi del governo sui conti pubblici", afferma S&P in un comunicato. "Ci sono rischi sulla crescita e sull'attuazione delle politiche" di bilancio. Negli ultimi anni l'indebitamento della Finlandia è aumentato consistentemente e il governo prevede che superi il limite Maastricht del 60 per cento del Pil sul 2014, dal 49 per cento cui si attestava appena nel 2011.
E così, la cerchia ristretta degli stati dell’Eurozona più affidabili, da un punto di vista creditizio, rischia di restringersi ancora di più, dopo che anche la Francia ha perso la tripla A nel luglio del 2013. Restano con il massimo giudizio solo Germania, Olanda e Lussemburgo.
Eppure, nei mesi scorsi era stato proprio il commissario agli Affari monetari, Olli Rehn, anch’egli finlandese, ad avvertire che Italia e Finlandia hanno forti problemi sul mercato del lavoro. Non tutti sanno, ad esempio, che la Finlandia è stato il paese che ha maggiormente perso competitività dall’introduzione dell’euro ad oggi, a causa di una valuta - l'euro appunto - troppo forte per rappresentare l'economia di questo Paese.
Inoltre, il paese si trova politicamente instabile, dopo le dimissioni annunciate dal premier "europeista". Sabato 5 aprile la Finlandia è stata sconvolta da un vero e proprio terremoto politico. Il Primo Ministro Jyrki Katainen ha infatti dichiarato che da giugno non sarà più il premier del suo Paese. Katainen, leader del Partito di Coalizione Nazionale, viene da una lunga esperienza istituzionale, nonostante i soli 42 anni di età. È stato prima Ministro delle Finanze e in seguito, nel giugno del 2011, ha formato un governo sostenuto da sei partiti, a testimonianza del precario equilibrio politico presente attualmente nel Paese scandinavo.
Katainen lascia un governo sempre più sul rischio di implodere: la scorsa settimana uno dei sei partiti che lo appoggiava, l’Alleanza di Sinistra, ha abbandonato l’esecutivo in polemica con la decisione di alcune misure di austerità finalizzate a bloccare la crescita del debito.
Gli analisti ritengono probabile che si ritorni alle urne in autunno, con i sondaggi che danno in ascesa i Veri Finlandesi. Il leader Soini, all’indomani delle dimissioni di Katainen, ha ribadito la necessità di uscire dall’euro e dall’Unione Europea. “Il governo deve dichiarare la bancarotta” ha aggiunto Soini.
Nel 2011 i Veri Finlandesi hanno conosciuto un vero e proprio boom, ottenendo il 19% dei consensi con 39 seggi all’interno dell’Edeskunta e risultando il terzo movimento a livello nazionale. Questo risultato ha infranto un equilibrio che durava da decenni, costringendo il premier a creare un esecutivo instabile composto da tanti, forse troppi, movimenti politici diversi tra loro. Alle elezioni europee è probabile - come segnalano tutti gli ultimi sondaggi - che i Veri Finlandesi ottengano un risultato clamoroso: primo partito.
Accadesse, sarebbe la punizione perfetta per l'oligarca della UE Olli Rehn: la "sua" Finlandia uscirebbe dall'euro. E dalla UE.
