IL FUTURO DIPENDE DA CIO' CHE FAI OGGI

DANY1969

Forumer storico
(Gandhi)
Buona settimana a tutti :)
... almeno lo spero :(
Dalla "red zone" astigiana :confused:... continuo con le foto del Canada :)

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Agli svizzerotti gli pippa il kulo.

Alberghi del Canton Ticino pieni di frontalieri.

Di pari passo con le notizie sulla imminente chiusura della Lombardia,
già dalla serata di sabato è partita la corsa dei datori di lavoro svizzeri
a far trasferire oltreconfine i dipendenti italiani per scongiurare il rischio di non poterli più avere in servizio.

Al momento sono decine le persone, soprattutto della provincia di Como e Varese,
che non sono tornate a casa e sono rimaste negli alberghi elvetici per la paura di non poter più rientrare in Svizzera,
anche se nel pomeriggio di domenica il ministero degli Esteri, in una nota ufficiale,
ha assicurato che i frontalieri possono lasciare la Lombardia per andare al lavoro.

Sono circa 70 mila gli italiani residenti nella fascia di confine che lavorano in Svizzera.

I frontalieri sono determinanti per molti settori in Canton Ticino, a partire da quello sanitario,
che difficilmente potrebbe garantire tutti i servizi senza il personale italiano.

Allarmati dal rischio di una possibile chiusura delle frontiere, molti datori di lavoro hanno chiesto ai dipendenti
che vivono oltreconfine di trasferirsi in albergo nella Confederazione o comunque di trovare un alloggio in Svizzera.

La corsa al trasloco temporaneo è iniziata sabato sera ed è proseguita domenica mattina.
Negli hotel a ridosso del confine sono decine i clienti in questa situazione,
con prenotazioni di almeno una settimana in attesa dell’evolversi degli eventi.


Gli uffici delle dogane hanno ricevuto centinaia di richieste di informazioni
e soprattutto domenica mattina la situazione è stata di caos e incertezza.

Le forze dell’ordine che presidiano i confini, da una parte e dall’altra,
non hanno potuto comunque dare indicazioni certe in attesa di un chiarimento sui provvedimenti dei governi italiano e svizzero.

La Lega dei Ticinesi non ha perso l’occasione per attaccare i frontalieri e ha chiesto a Berna
di chiudere le frontiere agli italiani, precisando però «ad eccezione dei lavoratori della sanità».
Un’istanza che non è comunque stata accolta.

La Svizzera ha chiesto invece ai cittadini elvetici di non andare in Italia nelle aree a maggiore rischio.



Nel pomeriggio è arrivata la nota ufficiale del ministero degli Esteri elvetico: «Le limitazioni introdotte non vietano gli spostamenti per comprovati motivi di lavoro — si legge nel testo —. Salvo che siano soggetti a quarantena o che siano risultati positivi al virus, frontalieri potranno entrare e uscire dai territori interessati per raggiungere il posto di lavoro e tornare a casa. Gli interessati potranno comprovare il motivo lavorativo dello spostamento con qualsiasi mezzo».
 
Crollano i petroliferi: Eni perde il 21%, Saipem il 24%, Tenaris il 18,5%. T

ra le banche -18% Banco Bpm, -17% Unicredit, -14% Mediobanca, -13% Bper, -12% Ubi -10% Intesa Sanpaolo.

Nel comparto industriale -15% Fiat Chrysler, -14,4% Pirelli.

Giù del 13% Leonardo e -11% Poste Italiane.

Tra i titoli del lusso -14% Moncler, -10% Ferrari.

Le Generali perdono il 9%.

Enel, primo titolo per capitalizzazione, arretra del 6,6%.

Intorno al 5-6% le perdite delle società di servizi di pubblica utilità e delle infrastrutture dell’energia.

Lo spread schizza in alto, a quota 230 punti, contro i 180 di venerdì,
mentre il rendimento del Treasury decennale americano è scivolato temporaneamente sotto lo 0,5%,
facendo registrare il calo più marcato dalla prima guerra del Golfo.

Sul mercato valutario l’euro ha sfiorato nella notte quota 1,15 dollari
ed è ai massimi da gennaio 2019 nei confronti del dollaro all’apertura dei mercati finanziari continentali.

Il cambio si attesta a 1,1469 (1,1494 toccato nella notte) mentre venerdì sera segnava 1,1322.

Gli occhi di tutti sono puntati sui timori di una diffusione del coronavirus negli Usa
e sulle decisioni delle banche centrali per le contromisure all’impatto dell’epidemia sull’economia:
a tal proposito giovedì ci sarà la riunione della Bce.

Acquisti sullo yen che tratta a 116,94 per un euro (da 119,09), il minimo dallo scorso settembre.

Dollaro/yen a 101,98 da 105,15, è il minimo da ottobre 2016
 
L'emergenza Coronavirus ha riaperto la polemica sui tagli alla sanità fatti dai governi degli ultimi 10 anni.

Sulla questione è intervenuto a gamba tesa Girolamo Sirchia:

"Purtroppo abbiamo subito l'influenza negativa di alcuni economisti,
che sono intelligenze importanti ma pericolose:
vivono di slogan e formule ma sono lontani dalla realtà e dalla società".
 
E allora eliminiamo dai dibattiti e dalle decisioni " queste intelligenze pericolose".


Nel mirino è finita non solo l'Italia ma anche l'Europa, colpevoli di essersi messe

"in mano a dei guru, spesso al servizio della grande finanza internazionale e delle banche,
che hanno imposto al Paese un Mes da 120 miliardi come contributo a un Fondo Salva-Stati,
che è in realtà un fondo di salvataggio delle banche franco-tedesche".


Ha specificato che il suo discorso non è sovranista ma di buonsenso,
precisando che a suo giudizio non si dovrebbe uscire dall'Ue:

"Quasi tutti i governi italiani degli ultimi anni hanno avallato le disastrose strategie economiche globaliste della Ue per incapacità e debolezza.
Erano e sono esecutivi con scarso consenso popolare, minacciati da continui rating negativi e dallo spread".


Ed effettivamente è giunta l'ora di porre un rimedio ben chiaro:

"Dobbiamo mandare al governo uomini capaci e non manichini disponibili a firmare ogni compromesso".

In tal caso la sfera politica e quella sanitaria sono strettamente collegate: l'errata gestione dal punto di vista politico

"ha ammazzato la sanità pubblica italiana e sta ammazzando tutta l'economia del Paese";

i tagli poi sono da intendersi come

"figli della spending-review, che i nostri politici si sono bevuti per ottenere il plauso dei globalisti".

In tutto ciò il risultato negativo è evidente: non è stato possibile né sostituire "i medici che andavano in pensione"
né rimpiazzare i primari "perché costava troppo e trasformavamo i vice in facenti funzione".

L'ex ministro della Sanità ha criticato duramente la gestione comunicativa da parte del governo giallorosso: "È stata pessima".

Nel 2003 lui si era trovato alle prese con l'emergenza sanitaria della Sars, ma faceva una conferenza stampa al giorn
o e l'esecutivo aveva pagato la Rai per avere degli spazi informativi in cui il medico parlava alla nazione
trasmettendo autorevolezza, mentre oggi c'è un'ombra sbiadita del ministro Speranza.

In televisione infatti è andato Giuseppe Conte, accusato di essere lo stesso

"che tre settimane fa aveva parlato di allarmismo bocciando la proposta dei governatori leghisti
di mettere in quarantena chi arrivava dalla Cina e che ha accusato l'ospedale di Codogno di non aver rispettato le direttive".


A giudizio di Sirchia è stato un grave errore poiché isolare i cinesi che tornavano dal loro Capodanno e gli altri passeggeri,
avrebbe contribuito a frenare il contagio: "La quarantena non è un'offesa".

Lo Stato non riesce a trasmettere sicurezza in quanto non parla con una voce unica e coerente:

"Gli italiani hanno capito che all'inizio la vicenda è stata affrontata dal punto di vista politico e non sanitario e molti hanno perso fiducia".
 
ma si dai DAX ha recuperato il 50% dai minimi di questa mattina ora si scateneranno agli acquisti e tireranno su anche il futse mib qalla fine chiuderanno con un modesto - 4 % questa sera secondo me
 
"Il mondo sa che sta arrivando una pandemia apocalittica. Ma nessuno è interessato a fare qualcosa al riguardo".

Un titolo da brividi, letto oggi, eppure è proprio ciò che ha pubblicato la rivista Foreign Policy
lo scorso 20 settembre 2019, ben prima che in Cina scoppiasse l'emergenza coronavirus.
 
Oggi sarà una giornata di panico puro sui mercati.

Qualche dato spot:

  • petrolio WTI 29.44 us$ (-11 us$)
  • Petrolio Brent 33.27 us$ (-12 us$) .
  • Titolo di stato USA 10y rendimento 0,53%. Questo indica fuga dalla borsa precipitosa
Anche le valute stanno subendo degli scossoni,
con il calo del Dollaro Australiano e la rivalutazione dello Yen, un classico dei momenti di crisi.

Tutto lascia indicare come certa una giornata di massacro nelle borse, non solo in Italia, ma ovunque.

Per quanto riguarda la borsa italiana sarebbe utile, per lo meno , predisporre:


  • un divieto di vendite allo scoperto;
  • uno stop alla caduta del valore dei titoli eccessivo.

Non che questo salvi qualcosa, ma almeno rallenterà la caduta e dovrebbe rendere la vita un po’ più difficile agli speculatori di mezzo mondo.

La situazione è drammatica, le borse scenderanno nel breve, economicamente ci sarà moltissimo da fare nel prossimo futuro,
ma cerchiamo di non far eccessivamente arricchire chi si nutre delle disgrazie altrui e magari ha la tentazione di provocarle.

Di Soros ne bastano pochi.
 
....e poi c'è chi la pensa così.

Se qualcuno vende c'è qualcuno che acquista.
Il principio dei vasi comunicanti.
Si raggiunge un equilibrio meno precario e posticcio di quello precedente.
Gli eccessi vengono puliti.
Occorre solo sperare che le banche centrali non iniettino altra droga.
Questa è l'occasione per lasciare che ci sia una vera sistemazione degli eccessi e delle porcherie finanziarie.
Dal 2008 ad oggi a forza di manipolazioni da parte delle banche centrali si è innalzato un castello di carte che è razionale sia lasciato cadere.
Bolle di ogni genere, prezzi che non rispecchiano la realtà economica.
E' molto meglio lasciare che si sgonfi tutto e che le cose si assestino.
Si torna coi piedi per terra.
Per taluni si andrà col culo per terra, ma è sempre stato così, nella vita.
 

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