il lavoro nel nuovo millenio

Dalai Lama

Forumer attivo
Censis: lavoro sempre più pesante e disagiato Rapporto 2005 sulla situazione del Paese: il 33,8% degli italiani lavora abitualmente in orari disagiati, sera, notte e week-end



ROMA - Lavoro sempre più pesante e disagiato per gli italiani. È quanto emerge dal Rapporto sulla situazione sociale del Paese 2005 del Censis, presentato a Roma. Il 33,8% degli italiani lavora abitualmente in orari disagiati, ovvero di sera, di notte, nei week-end oppure a casa oltre l'orario abituale. A questi se ne aggiunge un altro 19,8% cui capita, invece, saltuariamente di dover lavorare in orari pesanti, per un totale di circa 8 milioni 638 mila lavoratori, vale a dire 53 su 100. L'orario atipico più diffuso è il lavoro di sabato, che interessa ben il 29,5% dei lavoratori italiani, seguito dall'attivitá serale (11% degli occupati), domenicale (6,5%) e da quello notturno, che coinvolge complessivamente ben il 5,6% degli occupati dipendenti. E proprio sui tempi di lavoro, che possono consentire l'adattamento alle esigenze sociali che cambiano, si gioca il futuro della flessibilitá.

Operai al lavoro a Milano (Fotogramma)
LAVORO DIPENDENTE - La crescita dell'occupazione è stata trainata, infatti, esclusivamente dal lavoro dipendente, che ha registrato, tra 2004 e 2005 (il dato si riferisce al secondo trimestre), un incremento del 2,4%. Inoltre, è continuato a decrescere il lavoro autonomo (-2,7% dal secondo trimestre 2004 allo stesso periodo del 2005) e il lavoro dipendente part-time. Segno, questo, di un ulteriore ridimensionamento di due fra le «valvole di innovazione più importanti del sistema produttivo». «Il primo - spiega il Censis - poichè introduce elementi di nuova organizzazione del lavoro, l'altro poichè simboleggia la voglia di rischiare, che in questo caso appare un pò offuscata». Senza contare l'andamento del lavoro relativo alla grande impresa, un valore da sempre considerato emblematico dell'evoluzione complessiva dell'economia che, fatta 100 l'occupazione nel 2000, al giugno 2005 è diventato 93,6 al netto della cassa integrazione guadagni. A crescere di più sono stati i profili direttivi e quadri, che hanno segnato nell'ultimo anno un +9,7%, seguiti da operai e subalterni (+4,4%), mentre il numero dei dirigenti è diminuito del 13,4%.
LE DONNE FANNO POCA CARRIERA - Ancora in minoranza invece le donne che fanno carriera. "Il vero problema delle donne italiane nei rapporti con il lavoro è il tasso di attività, ossia la loro propensione a partecipare concretamente all’attività produttiva, che è l’effetto più evidente della loro lunga permanenza all’interno delle mura domestiche. Il tasso di attività femminile, che misura questo tipo di attitudine, in Italia è fermo al 37,1%, superiore soltanto a quello di Malta (30,6%) e con una differenziazione piuttosto forte fra aree geografiche del paese". Certamente si tratta di un valore che nel tempo è cresciuto di più di quello maschile, che dal 2000 al 2004 si è incrementato solo dello 0,8%, a fronte di quello femminile cresciuto del 4,3%. Tuttavia, fra le occupate il 45% svolge lavori impiegatizi, il 5,1% è occupato come imprenditore o libero professionista e il 54% come dirigente o quadro. Come dire che nella distribuzione dei ruoli le donne sono ancora fortemente marginali.


:rolleyes:
 
Dalai Lama ha scritto:
Censis: lavoro sempre più pesante e disagiato Rapporto 2005 sulla situazione del Paese: il 33,8% degli italiani lavora abitualmente in orari disagiati, sera, notte e week-end ......
....il 33,8% è sicuramente poco rispetto alle percentuali di albanesi rumene polacce russe moldave che lavorano con qualunque condizione atmosferica, senza assicurazione, senza pensione e in orari prevalentemente notturni, con il lavoro poi s'intensifica durante il weekend. :(
..per non parlare delle nere , nigeriane congolesi marocchine ecc...
Però d'altra parte la rendita, pare, non sia da disprezzare e soprattutto è esentasse :rolleyes:
...il futuro dell'italia deve essere per forza camerieri e mignotte ??
 

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