il lockdown italiano è servito ha mettere in ginocchio la popolazione delle partite IVA

Basterebbe curare le persone a casa con
antinfiammatori - eparina- vitC e vitD - zinco

ma il ministro senza Speranza preferisce la dannosa tachipirina e i medici incapaci in scienza e coscienza obbediscono
sembra che in italia ce ne siano solo 250 che hanno la dignità di curare anche disobbedendo al ministro incapace? o delinquente?
 
anche in Germania la corruzione dilaga alla grande ...
Il governo ha tedesco ha pagato scienziati per giustificare il lockdown duro. Anche la scienza si piega alla pecunia
Il ministero federale dell’interno tedesco ha coinvolto scienziati di diversi istituti di ricerca e università per dare un alibi alle misure del governo. Anzi, è andato anche oltre: ha incaricato i ricercatori dell’Istituto Robert Koch e di altre istituzioni di creare un modello di calcolo che giustificasse le misure di lockdown dure prese del ministro degli interni, Horst Seehofer (CSU).

Questo emerge da più di 200 pagine di corrispondenza interna tra il livello dirigenziale del Ministero dell’Interno tedesco e l’Istituto Kock, che i giornalisti del Welt sono riusciti a ottenere solo dopo un piccola battaglia legale.

In uno scambio di e-mail, il sottosegretario di Stato al ministero dell’Interno, Markus Kerber, chiede ai ricercatori contattati di sviluppare un modello sulla base del quale pianificare “misure preventive e repressive”. Quindi, successivamente, gli scienziati hanno lavorato in stretto coordinamento con il ministero ed in soli quattro giorni hanno sviluppare i contenuti di un documento prima segreto, poi distribuito al pubblico. Per creare terrore questo scenario parlava di un milione di morti, in Germania, nello scenario peggiore.

Praticamente gli scienziati medici hanno piegato la propri attività e, francamente, la propria etica per creare un documento che, se non falso, non aveva basi di carattere scientifico. Il governo è arrivato, ha chiesto un documenti che giustificasse delle misure non scientifiche, ma ritenute necessarie, sulla base di non si sa bene cosa [forse per il great reset], e il più prestigioso istituto scientifico tedesco non ha neppure discusso se era il caso di produrre il documento. Semplicemente hanno obbedito, esattamente come facevano negli anni trenta e quaranta con il Fuhrer [i tedeschi non cambiano mai]
 
Addio lavoro autonomo e professione. Massacro delle Partite IVA. La classe media si disintegra…

Come ci informa Italiaoggi, c’è stato un massacro di partite IVA nella prima metà del 2020. Oltre 30 mila professionisti e circa 170 mila lavoratori indipendenti hanno chiuso la propria attività, cancellando la propria partita IVA. Quasi ovvi i settori più colpiti, considerando il lockdown: commercio, finanza e immobiliare con un calo di quasi il 14% nel primo trimestre. Cali importanti anche tra le professioni dell’area tecnica (-5,7%) e amministrativa (-2,5%).

Secondo un report Comprofessioni, nei primi sei mesi del 2020, oltre 30 mila liberi professionisti, soprattutto donne, hanno chiuso i battenti sino a a giugno, mentre le partite IVA chiuse, extra attività professionale, raggiungono le 170 mila, numero impressionante se si considera che in totale quelle colpite dal primo lockdown era 1,5 milioni. Quindi i due mesi di chiusura da marzo a maggio hanno cancellato oltre il 10% della P.IVA colpite. La distribuzione territoriale mostra quando stia soffrendo il tessuto produttivo e Imprenditoriale italiano, con il Nord Italia (-23,9%) che paga un prezzo elevato, superato però dal Centro Italia (-28,3%). In controtendenza il Sud Italia, dove la variazione risulta invece positiva per entrambe le componenti e a crescere è soprattutto il numero di datori di lavoro (+15,9%).

Anche l’Istat conferma il calo dei professionisti, con un -1,2%, superiore a quello del 2019 (-0,2%). Il calo colpisce molto duramente gli under 34, (-11%) mentre cresce la fascia 45-54 (+4%).

Guardando al primo trimestre 2020, sulla base dei dati Istat, il calo di liberi professionisti (-1,2%) è risultato leggermente più marcato rispetto a quello dell’anno precedente (-0,2%). La diminuzione sembrerebbe riguardare soprattutto la componente femminile (-2,6%) risultando molto più contenuta per i maschi (-0,4%). Il segno negativo è prevalentemente a carico degli under 34 (-11%), mentre la crescita maggiore si riscontra nella fascia 45-54 anni (+4%).

Nell’ultimo decennio i lavoratori autonomi sono calati di 755 mila unità, il tutto per la pressione fiscale e contributiva forzata su quest categoria di lavoratori. Non si tratta solo di una redistribuzione del lavoro, ma anche della distruzione di una fascia sociale che garantiva stabilità e costituiva il famoso ceto medio, quello che tutti corteggiano, ma che tutti hanno aiutato a distruggere.
 

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