Il tam-tam del terrore.

JOACKIN

joakin
Il contagio e la peste nella visuale trasparente e scientifica del salutismo naturale.
Siamo in mezzo al tam-tam del terrore.
Mille e seicento colpiti in Messico, con 150 morti, 40 colpiti in USA e i primi 3 in Europa.
Chiuse le frontiere all’import suino in Cina, Filippine, Nuova Zelanda.
Aereoporti con gente che indossa mascherine e guanti.
Nessuno che si tocca, nessuno che si accarezza, nessuno che si bacia.
Scomparsa la stretta di mano, si ricorre all’inchino giapponese o al saluto-mani-giunte thailandese.
Passeggeri che si evitano accuratamente, e magari nemmeno si guardano (chissà che il morbo non si trasmetta persino tramite lo sguardo).

Massima vigilanza e niente allarmismi, ovvero la frase migliore per scatenare il panico

Dire panico è dire poco.
Crolla l’industria turistica e il titolo della British Airways cala in un giorno del 10%.
La Coalizione Perversa che guida e dirige sapientemente (dal suo punto di vista) l’intero fenomeno, sta facendo miracoli di equilibrismo per tenere sotto controllo l’intera questione, per salvare capra e cavoli, o meglio per salvare maiale e vaccino.
Autorità disorientate che invitano alla massima vigilanza, al Niente Panico e Niente Allarmismi, mentre si parla di mobilitazione generale dell’Europa di fronte all’evento potenzialmente catastrofico.
E tu caro scienziato della salute e dell’igienismo naturale, che fai? Non scrivi ancora niente?
Mi sono già arrivati alcuni messaggi in questo senso, invitandomi a dire la mia.

Ho una grossa esperienza diretta di queste indegne messe in scena a livello planetario, di questi mini-Aids controllati e guidati a bacchetta dai Servizi Segreti

Avevo deciso di starmene buono.
Ho troppa esperienza diretta di questi panichi e di questi allarmismi.
Mi trovavo in Asia durante le ultime influenze Aviaria e SARS, e ne ho viste di tutti i colori.
Polizia sanitaria in ogni aereoporto.
Controlli esasperanti con termometri elettronici pronti a rilevare un minimo segno di febbre nei passeggeri.
Tripla razione di spray velenosi sulle teste dei viaggiatori ancora allacciati alle cinture (in Australia).
Sguardi sospetti ogniqualvolta uno scende in una nuova destinazione.
Qualche viaggiatore disgraziato che tossisce e che viene preso in disparte per ulteriori controlli.
- 2 -

Esatta fotocopia di quanto sta succedendo oggi con l’influenza suino-messicana

Prime pagine a titoli apocalittici.
Pagine della salute cariche di scemenze da parte di professori universitari e di docenti, di medici e sanitari, il più delle volte privi di scienza e di salute, privi di argomenti e privi di bussola.
Dichiarazioni demenziali di presidenti e premier, privi di autorità, di coerenza e di saggezza.
Una fotocopia esatta di quanto succede adesso.
Che serve commentare?

Lasciamoli cuocere nella loro stomachevole brodaglia

Lasciamoli cuocere tutti nella loro stomachevole brodaglia.
Hanno inventato e creato il brodo di carne e si anneghino nel medesimo, è stato il mio primo pensiero.
Hanno insegnato alla gente a imbottirsi di vitamina B12, di cadaverina e di putrescina, di ferro-eme e di Omega3 da pesce marcio, l’hanno spinta a diventare lattante a vita sotto le mammelle delle ergastolane e delle condannate a morte di stirpe bovina, lascia che si appestino nei miasmi delle loro amate bistecche.
Poi ho pensato che il cinismo non mi si addice.
Ed eccomi qui a commentare.

Nulla al mondo si prende per contagio, se non la scemenza e la stupidità.
 
La prima cosa che mi viene in testa è chiara e lampante: non ho alcuna paura della febbre.
Sono disposto a sfiorare o baciare in senso tecnico la prima ragazza disponibile, messicana o newyorkese, con 40 di febbre suina aviaria-caprina ed asinina, per dimostrare al mondo che non si prende un accidente.
Sono disposto a farlo di fronte a una commissione internazionale indipendente di tecnici e scienziati verificatori, per dimostrare che niente e nulla al mondo si prende per contagio, quando il proprio sistema immunitario funziona al meglio. Mi servirà solo il nulla osta di mia moglie.
Il discorso vale per l’Aids, il papilloma e tutto il resto.
Ma il mondo allora è fatto di filibustieri da un lato e di gente inscimunita dall’altro?
Mi ha chiesto incredula una gentile signora milanese.
E’ esatto, le ho risposto. Oppure, se vuole, i pochi sani stanno in manicomio e i veri matti stanno tutti fuori.

Tutti pronti ad indossare la mascherina, e poi a toglierla per addentare il cuore del vitellino e la trippa di sua madre mucca.
Per non dire del maiale, massimo traguardo del porco-uomo nell’Era Spirituale dell’Acquario.

Tutti con le mascherine e gli spray.
Tutti pronti a proteggersi e cautelarsi.
Tutti chiusi nelle proprie stanze di fronte al computer. Tutti tremebondi e disorientati.
Ma, non appena arriva il morso della fame, tutti pronti a strappare la mascherina di bocca e a gettarsi sulla coscia della povera gallina decapitata il giorno prima.
Tutti pronti ad addentare il cuore del vitellino o le trippe di sua madre, massacrati senza alcuna pietà nel macello del circondario.
Per non dire del maiale, massimo traguardo culinario del porco-uomo del Terzo Millennio, ovvero dell’Era Spirituale dell’Acquario, che la grande civiltà Maya ha datato col 22 dicembre 2012.

- 3 -

Andiamo dunque a interrogare la Scienza Salutistica più affidabile e più libera da corruzione

Ma andiamo a vedere cosa ne pensa la Scienza della Salute, l’Igienismo Naturale, ovvero l’unica fonte attendibile e libera da corruzione in questo mondo folle e sbandato, sull’infettività dei microrganismi.
Lo scienziato tedesco Robert Koch (1843-1910) ha fissato le leggi e i paletti adatti a capire quando si può accusare un batterio (e a maggior ragione un virus) di essere il vero responsabile di un’epidemia:

1) Il microrganismo deve essere trovato in ogni caso di malattia (in ogni persona colpita).
2) Il microrganismo non deve essere trovato nei soggetti che non presentano i sintomi della malattia.
3) Il microrganismo deve essere capace di sopravvivere (batterio) o di permanere (virus) fuori dai tessuti del corpo.
4) Il microrganismo, reintrodotto nell’organismo, deve essere in grado di riprodurre lo stesso tipo di malattia causata in precedenza.

Ai suoi tempi non erano ancora conosciuti i virus, ma le leggi di Koch valgono oggi sia per i batteri che per i virus (anzi valgono ancora meglio per i virus, essendo essi parassiti non viventi ed incapaci di rilasciare tossine o di adattarsi a mutazioni ambientali come avviene per i batteri).
 
Criteri di infettività non rispettati nel caso di diverse malattie considerate infettive

Caso 1) Già l’eminente ricercatore canadese William Osler (1849-1919) scoperse che il bacillo della difterite è assente nel 28-40% dei casi di difterite. La prima legge di Koch, per cui il batterio/virus deve essere trovato in ogni caso di malattia, non viene rispettato nella tubercolosi, nella difterite, nella febbre tifoide, nella polmonite e in altre malattie.
Caso 2) Nemmeno la 2° legge viene rispettata, perché specifici batteri/virus della malattia si trovano ripetutamente anche in soggetti nei quali non ci sono sintomi della malattia stessa.
Caso 3) Anche la 3° legge non viene rispettata, perché i batteri/virus non sono capaci di vivere o di prolificare fuori dai tessuti corporali.
Anche per i 3 casi citati ho parlato di batterio/virus associati, nel senso che il discorso vale per entrambi.

Sono le condizioni di suscettibilità del paziente a fare del batterio o del virus un agente infettivo

La Bio-Chemical Society di Toronto (Canada) condusse una serie di esperimenti dove colture di germi della tifoide, difterite, polmonite, tubercolosi e meningite, vennero fatte consumare in abbondanza a un gruppo di volontari sani e ben pagati.
Il risultato?
Nessuno di essi si ammalò.
Ma, quando le condizioni di suscettibilità vengono interdette, tutto il discorso cambia, a conferma del fatto che sono le condizioni del corpo ospitante a determinare il tutto, e non il microrganismo in sé.
Il batterio o il virus da solo (Dr Shelton’s Hygiene Review, feb 1972) possono causare una malattia niente più di come un fiammifero non acceso ed attivato può causare un incendio.
Non possiamo schivare i batteri e i virus. Dobbiamo essere a prova di entrambi.
Possiamo evitare le malattie solo mantenendoci in uno stato ottimale di salute tale per cui i batteri e i virus nulla possono contro di noi.


- 4 -

Batteri amici indispensabili, accompagnatori ma non causa di malattia

I batteri sono ubiquitari, stanno con noi da quando nasciamo a quando moriamo. La vita sul pianeta sarebbe impossibile senza di essi.
Trattasi dunque di creature amiche, di collaboratori ottimi, di preziosi alleati mangia-rifiuti, e non certo di nemici.
Entrano in azione immediatamente quando c’è una pericolosa accumulazione di materiale tossico che minaccia l’integrità del nostro corpo.
Non si nega che i batteri siano intimamente associati con molte malattie anche serie.
Non si nega che essi elaborino certe tossine e che emettano pure nel nostro corpo i loro rifiuti corporei, complicandoci ulteriormente la vita.
Non si nega il ruolo dei batteri nell’evoluzione della malattia.
Ma essi non sono affatto la causa primaria e fondamentale della malattia, come troppa gente pensa, in fotocopia con la medicina ufficiale.

I virus come detriti cellulari interni o comunque come entità esterne inanimate nelle quali ci imbattiamo regolarmente

I batteri accompagnano le malattie, non le causano, il che è cosa assai diversa.
Pressappoco lo stesso discorso si può fare per i virus.
Le condizioni dell’ammalato derivano sempre dal suo modo improprio e fasullo di vivere e di mangiare, non dai batteri e non dai virus in sé.
I batteri non producono malattia: è la malattia che li produce.
I virus invece non sono altro che detriti cellulari (derivati da nostre cellule spente e morte).
Più che amici, sono sostanze inevitabili che formiamo al nostro interno con la continua morìa cellulare, oppure sostanze esterne nelle quali ci imbattiamo.
Non sono entità viventi come i batteri, e sono incapaci di riprodursi in un ospite sano, dotato cioè di sistema immunitario funzionante.

Il concetto assurdo e medievale della moltiplicazione dei virus

E’ assurdo parlare di moltiplicazione dei virus.
Ci può essere solo sommatoria ed accumulazione, derivata sempre dalla moria continua e massiccia di nostre cellule spente, le quali, se non vengono pulite con regolarità da un bel sangue fluido e scorrevole, diventano alimento proteico per i batteri ed anche garitta o guscio di inserimento per i virus cadaverali acquisiti dalle carni, dal pesce, dai latticini, dai gelati, dagli yogurt, dalle uova e da tutte le folli proteine animali di cui l’umanità pazzoide si nutre.
I cibi sbagliati, carnei, cotti, zuccherati, lattati, ovati, salati, incaffeinati ed intheati, hanno la caratteristica di sospendere il normale processo metabolico cellulare, e di far accumulare nel proprio corpo i propri detriti cellulari.
Alla fine, si va a peggiorare ed a rendere densa e rallentata la qualità del liquido nobile che ci nutre e ci ripulisce, del rosso e scorrevole sangue che diventa meno rosso e meno scorrevole, e che la medicina cerca poi di migliorare a colpi di eparina.
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto