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Ma è realistico.......?
Bush non esclude attacchi nucleari contro Iran
martedì, 18 aprile 2006 9.08
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TEHERAN (Reuters) - Il presidente Usa George W. Bush si è rifiutato oggi di escludere attacchi nucleari contro l'Iran, se la diplomazia non riuscirà a fermare le ambizioni atomiche della repubblica islamica.
L'Iran, che sostiene di perseguire il suo programma nucleare per scopi esclusivamente pacifici, ha fatto sapere alle potenze mondiali di voler andare avanti, qualsiasi cosa esse decidano in una riunione a Mosca prevista per stasera.
Bush ha detto a Washington di voler discutere delle attività nucleari iraniane con il presidente cinese Hu Jintao questa settimana ed ha evitato di escludere ritorsioni nucleari se gli sforzi diplomatici falliranno.
Alla domanda se tra le opzioni ci sia in piano un attacco nucleare, Bush ha replicato: "Tutte le opzioni sono sul tavolo. Vogliamo risolvere questa questione diplomaticamente e stiamo lavorando duro per questo".
Speculazioni su un attacco Usa sono cresciute da quando un articolo del New Yorker magazine questo mese diceva che Washington stava soppesando l'opzione di usare armi nucleari tattiche per mettere fuori uso i siti nucleari sotterranei dell'Iran.
Ci si aspetta che gli Stati Uniti, che accusano l'Iran di voler creare bombe atomiche, spingano per sanzioni contro Teheran nell'incontro a Mosca con gli altri membri del consiglio di sicurezza Onu con potere di veto -- Gran Bretagna, Francia, Cina e Russia -- più la Germania.
Russia e Cina si oppongono alle sanzioni e all'uso della forza.
"Raccomando di essere prudenti e di studiare i loro passi nel passato. Ogni volta che hanno fatto pressione sull'Iran hanno ottenuto risultati contrari", ha detto il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Hamid Reza Asefi.
"Qualsiasi possa essere il risultato di questo incontro, l'Iran non abbandonerà i suoi diritti (alla tecnologia nucleare)", ha aggiunto.
Iran ha sfidato le richieste Onu dichiarando la scorsa settimana di avere uranio arricchito da potere usare in siti energetici e di avere come obiettivo una produzione in scala industriale, facendo accrescere le tensioni e mandando il prezzo del petrolio oltre i 72 dollari al barile.