Saras (SRS) in Italia si muore ancora sul lavoro

tontolina

Forumer storico
L'AZIENDA HA SEMPRE SMENTITO L'ESISTENZA DI PERICOLI

«Oil», il film-inchiesta sulla raffineria

Un documentario uscito in gennaio riferiva di rischi per salute e sicurezza. La Saras ne ha chiesto il sequestro


MILANO - La Saras di Sarroch, la raffineria dove martedì sono morti tre operai impegnati nella pulizia di una cisterna nell'impianto di desolforazione, è finita appena sei giorni fa sotto la lente della procura di Cagliari. A suscitare l'attenzione dei pm, si legge su La Nuova Sardegna, un documentario che racconta le attività della raffineria e le presunte conseguenze sulla salute degli operai e degli abitanti di Sarroch. Il film-inchiesta, già nel gennaio 2009, denunciava i rischi per la sicurezza degli operai all'interno dello stabilimento e quelli legati all'inquinamento. Nel film di 70 minuti prodotto e diretto dal regista Massimiliano Mazzotta, un ricercatore fiorentino, Annibale Biggeri, sia pure con estrema prudenza, mette in relazione la percentuale dei decessi dovuti a malattie tumorali nella zona industriale attorno alla raffineria con l'attività degli stabilimenti. La Saras, che ha sempre assicurato di rispettare al massimo le norme di sicurezza nello stabilimento, ha presentato ricorso per chiedere il sequestro del film al fine di verificare se danneggiasse l'immagine della raffineria. A fine mese è fissata l'udienza in tribunale a Cagliari, davanti al giudice civile, sul ricorso per il sequestro.
IL FASCICOLO - Il procuratore capo di Cagliari, Mauro Mura, non ha confermato l'apertura di un'inchiesta giudiziaria, scrive La Nuova Sardegna, che però dà per certa l'apertura di un fascicolo. Confermata tra l'altro dallo stesso Mazzotta a Corriere.it (il video). Mura, aggiunge il giornale sardo, avrebbe visto il lungometraggio di Mazzotta in una delle proiezioni pubbliche e avrebbe subito incaricato due sostituti: «Dovranno - si legge - valutare se gli elementi di informazione contenuti nel film siano fondati e se possano emergere ipotesi di reato».
«NESSUN PERICOLO» - C'è da dire, come sottolinea il giornale sardo, che i vertici della Saras «hanno sempre smentito con decisione l’esistenza di pericoli per la salute legati all’attività produttiva dell’impianto di raffinazione. Nel corso degli anni - si legge su La Nuova Sardegna - altre rilevazioni epidemiologiche condotte dall’università di Cagliari e da autorevoli centri di ricerca hanno dato ragione all’azienda dei fratelli Moratti, i cui investimenti sulla sicurezza e sulla prevenzione sono stati sempre molto alti».
SEQUESTRO - A fine maggio intanto è prevista l’udienza davanti al giudice civile Vincenzo Amato sul ricorso per sequestro giudiziario del film-documento presentato dai legali della Saras. Gli avvocati della raffineria hanno precisato davanti al magistrato che la richiesta al tribunale civile riguarda il sequestro probatorio del dvd. In sostanza i vertici della Saras vorrebbero esaminare il contenuto del documentario per stabilire se danneggia l’immagine dell’azienda.


26 maggio 2009
 
L'IMPIANTO DI PROPRIETà DELLA FAMIGLIA MORATTI

Tragedia alla Saras, morti tre operai

Si trovavano in un impianto di desolforazione. Napolitano: «Cordoglio per le vittime»

CAGLIARI - Tre operai sono morti e altri due sono rimasti feriti martedì pomeriggio intorno alle 14 all'interno degli impianti della raffineria Saras a Sarroch (Cagliari). Le tre vittime, secondo le prime informazioni, stavano pulendo una cisterna in un impianto di desolforazione. Sono deceduti, l'uno per salvare l'altro, per asfissia, anche se non si esclude l'intossicazione da anidride solforosa. Daniele Melis, di 29 anni, Luigi Solinas, di 27, e Bruno Muntoni, di 56, erano tutti di Villa San Pietro, piccolo paese confinante con Sarroch. Muntoni era sposato e padre di tre figli. Il presidente e l'ad della Saras, Gianmarco e Massimo Moratti, hanno subito raggiunto Sardegna appresa la notizia. I Moratti hanno comunicato con una nota il «tragico evento» verificatosi presso la raffineria di Sarroch, esprimendo «profondo dolore». I SOCCORSI - Sul luogo dell'incidente sono intervenuti medici del 118, ma per i tre operai era già tardi. Sulle cause della morte restano molti dubbi, che verranno chiariti dall'inchiesta della magistratura. Secondo il medico della Saras sarebbero morti per asfissia, cioè per mancanza di ossigeno. L'azienda assicura che la cisterna era stata bonificata con azoto lunedì sera, ma non è escluso che i tre abbiano respirato anidride solforosa. Da quanto si è appreso, i tre operai morti erano dipendenti della Comesa, una ditta esterna che lavora per la Saras e che ha in appalto alcuni lavori all'interno della raffineria. In queste settimane gli impianti sono interessati da una serie di interventi di manutenzione programmata.
LA RABBIA DEI COLLEGHI - Subito dopo l'incidente, i dipendenti sono stati invitati a mettere in sicurezza gli impianti e ad abbandonare lo stabilimento, e la Saras, esprimendo cordoglio ai familiari, ha sottolineato di attendere la ricostruzione dei fatti da parte delle autorità. Nel frattempo all'esterno cresceva la rabbia degli operai, passati dallo sgomento alla disperazione. Tante le accuse lanciate all'azienda sulla sicurezza, soprattutto quella di far svolgere le mansioni più pericolose alle ditte esterne e non ai dipendenti. «Rischiamo la vita tutti i giorni per 900 euro al mese - ha detto un operaio di
SCIOPERO - I sindacati parlano di morti annunciate e chiedono di accelerare l'entrata in vigore del testo unico sulla sicurezza. Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato per mercoledì uno sciopero di otto ore, l'intera giornata lavorativa, nello stabilimento Saras. Dalle 6 i lavoratori dell'area industriale, circa 3.000 persone, aderenti alle tre sigle sindacali si asterranno dalle attività. Come preannunciato da Nicola Marongiu, segretario della Camera del lavoro di Cagliari, lo sciopero riguarderà tutte le categorie operanti nella zona: chimici, metalmeccanici ed edili. «Non sappiamo se l'accumulatore dove i tre operai sono morti fosse stato bonificato», spiega Marongiu. «Certo, il gas che li ha uccisi non doveva essere presente al momento del loro ingresso della zona di accumulo, dove si svolge un particolare tipo di lavorazione sul gasolio». «La raffineria è un luogo ad alto rischio, non è prima volta che succedono incidenti mortali, ma mai erano stati di questa gravità. È un incidente gravissimo - ha detto il segretario generale della Cgil sarda, Enzo Costa - ma nessuno parli di fatalità, la pericolosità del sito era ampiamente nota».
LA STORIA - La Saras è stata fondata Angelo Moratti nel lontano 1962. Adesso è guidata dai suoi eredi. La società si occupa di raffinazione petrolifera e l'impianto di Sarroch, uno dei sei supersite d'Europa, lavora circa 300.000 barili al giorno, cioè il 15% dell'intera raffinazione in Italia.
IL CORDOGLIO - Unanime il cordoglio del mondo istituzionale e politico. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dalla prefettura di Firenze, dove ha partecipato a un convegno su Galileo Galilei, si è messo in contatto con il prefetto di Cagliari per avere ragguagli sulla dinamica del grave infortunio. Il capo dello Stato ha pregato il prefetto di sprimere ai familiari delle vittime la sua vicinanza e il suo cordoglio a nome di tutto il Paese. L’incidente è «una ennesima tragica notizia» ha detto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, che in occasione del convegno «Il lavoro che cambia» ha invitato i presenti in sala a tributare un minuto di silenzio. Anche l'Aula del Senato ha osservato un minuto di silenzio per i tre operai morti a Saras. Tutti i gruppi sono intervenuti esprimendo cordoglio per la morte dei tre operai. «Il profondo cordoglio proprio personale e quello dell'intera Assemblea di Palazzo Madama» è stato espresso da Renato Schifani. Cordoglio anche dal segretario del Pd, Dario Franceschini, mentre il Governatore della Sardegna, Ugo Cappellacci ha parlato di «tragedia immane». Concetti ribaditi anche dal ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi («ora sono doverosi i più attenti e scrupolosi accertamenti sulle responsabilita») e dalla presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia.

26 maggio 2009
 
Gli unici che non muoiono per motivi di lavoro sono solo i politici.
anche gli imprenditori muoiono per "lavoro"
da http://www.asca.it/regioni-CRISI__F...VITTIME_DELLA_GLOBALIZZAZIONE-399723--21.html

22-05-2009 CRISI: FERRERO, DUE IMPRENDITORI SUICIDI VITTIME DELLA GLOBALIZZAZIONE
(ASCA) - Treviso, 22 mag - ''La mia vicinanza umana piu' totale va alle famiglie dei due imprenditori che si sono uccisi''. Lo dice Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione, arrivando in provincia di Treviso, dove negli ultimi due giorni di sono suicidati due imprenditori, probabilmente temendo di dover soccombere - loro e i dipendenti - alla crisi. ''Si evidenzia una cosa, che la cultura che ha reso possibile il miracolo del nord-est, che e' una cultura del lavoro e della comunita' - sottolinea Ferrero -, e' tradita da questa globalizzazione, e gli imprenditori in qualche modo ne sono vittime perche' pensavano che fosse una cosa e invece si sono resi conto che ne e' un'altra''. Vicende cosi' tragiche dimostrano, ad avviso di Ferrero, come il neo liberismo sia proprio la rottura di ogni legame comunitario e di etica comunitaria, mentre queste persone pensavano fosse un elemento della globalizzazione, che e' il dominio della finanza e del mercato e che non rispetta niente e nessuno''.

fdm/sam/ss
(Asca)
 
Inter, made in Mourinho Rinnovato il contratto con la società e scacciato lo spettro del Real Madrid, ora il tecnico portoghese si siede sulla plancia nerazzurra e può costruire l’Inter che sarà. Obiettivi: tenere Ibra, portare a Milano Deco e Tevez. - 26/05/2009 Jose Mourinho resta all’Inter. Dopo la tirata di capelli di Moratti di ieri pomeriggio, la firma per il rinnovo del contratto: sulla panca nerazzurra fino al 2012 e aumento dello stipendio netto fino a 10 milioni di euro. Nonché pieno potere tecnico-dirigenziale: così, con le lusinghe e le concessioni strategiche, l’Inter smorza le sirene del Real Madrid e lega a Milano il tecnico portoghese. Che ora potrà gestire in prima persona e con pieni poteri il mercato.

E’ importante ricordare che Mou già da settembre scorso sosteneva che questa Inter non era propriamente la ‘sua’ Inter, quanto un ibrido tra i resti dell’era manciniana e qualche innesto dell’ultima ora (per esempio Quaresma, tanto richiesto dal tecnico quanto fallimentare). C’è peraltro il legittimo dubbio che lo Special One sia ben poco speciale quando si tratta di mercato: il flop Quaresma ma anche la continua insistenza per vendere Stankovic (che poi è rimasto e si è rivelato decisivo) fanno pensare che Mou in sede di costruzione della squadra perda qualche colpo.

Resta il fatto che quest’estate avrà pieno potere. La società vuole vincere la Champions League e per non avere rimpianti né concedere alibi è pronta a dare carta bianca al tecnico. Già arrivati Milito e Thiago Motta, ma sono solo l’antipasto: il piatto forte è Zlatan Ibrahimovic. La permanenza di Mourinho renderà più probabile (ma non sicura) quella dell’attaccante svedese, che però continua ad ammiccare al Barcellona. E in Spagna si dice che l’accordo tra Ibra e il club catalano sia già stato raggiunto.

In ogni caso l’attacco va rinforzato comunque, anche perché Crespo (insieme a Quaresma) andrà al Genoa. Il figliol prodigo Balotelli resterà e su di lui Mourinho ha grandi progetti. Quasi fatta per il giovane talento del Twente Arnautovic, un quinquennale da 1,7 milioni netti a stagione. Il grosso obiettivo in attacco è però Carlos Tevez, svincolato dal Manchester United e conteso al Liverpool. Moratti offre un contratto da 6,5 milioni di euro a stagione. Difficile se non impossibile invece Didier Drogba.

Capitolo centrocampo, Mourinho cerca un uomo di talento e fosforo per affidargli i compiti di regia pura. Piace Deco, che al Chelsea ha rimediato solo le briciole. Giocatore e allenatore si conoscono bene: insieme fecero grande il Porto che vinse la Champions League. Il portoghese verrebbe piazzato al vertice alto di un ipotetico rombo, Mourinho dunque continuerebbe ad adottare il 4-4-2: abbandonate le velleità di tridente largo, trivele quaresmiane, dribbling manciniani, champagne e ballerine. Ancora una volta si baderà al sodo. E sempre al Chelsea (e al passato) guarda il tecnico per la difesa: l’obiettivo è Ricardo Carvalho, dal Porto al Chelsea uno degli storici pretoriani dell’allenatore lusitano.
 
Moratti stoppa Mourinho
Contratto fino al 2012


«Sono infastidito», ma in serata c’è la firma

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Josè Mourinho (Ansa)
MILANO - «Un allenatore vincente di un grande club do­vrebbe avere la certezza di resta­re almeno cinque o sei anni». Così aveva detto José Mou­rinho a Massimo Moratti mer­coledì mattina, quando era emersa anche la questione del­l’interessamento del Real Ma­drid. Era un messaggio cifrato, un modo per dire: ho vinto e adesso mi dovete allungare il contratto. Una richiesta, impli­cita, che il presidente aveva rac­colto con riserva, convinto che non ci fosse tutta questa fretta per prolungare un accordo in scadenza il 30 giugno 2011. In­vece, Mourinho, volendo arriva­re all’obiettivo prima della fine del campionato, ha tenuto sot­to scacco la società per quattro giorni, perché arrivasse subito il prolungamento fino al 30 giu­gno 2012.
Con lo scudetto in ta­sca, è andato in tv, da Vialli e Rossi, a spiegare che «il Real è una piccola tentazione» e che «resterò all’Inter al 99,9%». Poi si è divertito a giocare con le percentuali ed è andato avanti fino a domenica pomeriggio. Il presidente non ha mai na­scosto l’irritazione per le parole di Mourinho in questi giorni; lo aveva sottolineato ieri mattina: «Sto seguendo la vicenda e arri­veremo alla fine anche di que­sta storia. Sono un po’ infastidi­to e non felicissimo di leggere queste cose. Comunque sto mo­nitorando la situazione». Il pre­sidente era rimasto incredulo, negli ultimi tre giorni, di fronte alla polvere sollevata da Mou­rinho, per una questione abba­stanza marginale (nessuno ha mai messo in dubbio la solidità della panchina di Mourinho) ed era deciso a congelare tutto. Invece la conclusione della vi­cenda è stata gestita nel peggio­re dei modi possibili, con l’ac­cordo firmato da Mourinho alle 11 nell’ufficio di Ghelfi (prolun­gamento al 30 giugno 2012), de­finito a metà pomeriggio, ma che doveva rimanere segreto si­ne die. Finché il procuratore di Mourinho, Jorge Mendez, con l’accordo in tasca, ha annuncia­to il prolungamento del contrat­to in Portogallo e l’Inter si è vi­sta costretta a rendere pubblica la notizia nel cuore della notte.

Resta, nel nuovo contratto, la clausola rescissoria reciproca: Mourinho potrà lasciare il club versando sette milioni di euro, l’Inter pagherà una cifra identi­ca, in caso di esonero del tecni­co portoghese. Mourinho otterrà anche la non riconferma di Cruz, che è stato considerato nel tempo il capo di una opposizione inter­na della quale non è stato facile trovare riscontri. Di certo la scelta fatta con Mourinho, per il modo in cui è stata gestita, in­debolisce la società nei confron­ti di tutti quei gioca­tori che ora potran­no chiedere prolun­gamenti di contrat­to, aggiungendo magari anche quel­lo che Mourinho non ha avuto (un ri­tocco). Il procurato­re di Maicon si è già fatto avanti («lo vuole il Real ed è difficile dire di no» ha detto Caliendo); Ibrahimovic, se non troverà una squadra, potrà sem­pre chiedere all’In­ter di consolarlo per il dispiacere di non essere andato al Barcellona. Mou­rinho potrà rim­piangere il Real Ma­drid, il club dei suoi sogni, allenan­do quella che lui ri­tiene una squadra di minor fa­scino, ma che gli ha già preso Milito e Motta e sta per chiude­re anche l’operazione Arnauto­vic: il presidente ha dato il via libera. Ora Mourinho, che vor­rà altri campioni (tanto non pa­ga lui), i «giovani» Carvalho e Deco in testa, potrà concentrar­si nel tentativo di dare final­mente un gioco all’Inter, quello che non si è visto quest’anno.
 
ascolta JOACKIN
vedi di rompere i colioni altrove

si sta parlando delle morti sul lavoro e non di SPORT

per quello che ti interessa c'è un'apposita sezione
qui si parla della raffineria quotata a piazza affari: SARAS
il calcio appartiene a qualcun altro

oh testimone del ca z z o anvedi di rompere altrove... GRAZIE
 
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niente da fare non ci arriviiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

sei troppo piena di se

quello che ho copia incollato
era coerente con quello che avevi
copiaincollato tu

ma non ci arrivi

PAZIENZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
 
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era coerente con quello che avevi
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ma non ci arrivi

PAZIENZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
verrò ad imparare l'intelligenza da te che sei davvero il massimo dell'imbecillità

e vedi di rompere altrove....
 

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