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Guala Closures: preziosi tappi di bottiglia
JOURNAL - 16:24 - 7 Novembre 2005
Guala Closures Group, leader mondiale nella produzione di tappi per bottiglia a chiusura ermetica, arriva in Borsa per permettere ai propri azionisti di vendere parte delle loro quote e per reperire risorse destinate sia ad alleggerire il debito, sia a dotare la società di mezzi adeguati nel caso si presentino opportunità per acquisizioni.
I 42 milioni di azioni di nuova e vecchia emissione (36,6 milioni se si toglie la “green shoe”) saranno offerti a partire dall’11 novembre a un prezzo compreso tra 5 euro e 6,2 euro, pari a una capitalizzazione che potrebbe arrivare fino a 419 milioni di euro. L’ammontare esatto delle azioni offerte in vendita dai soci in uscita sarà comunicato nei prossimi giorni, non saranno comunque superiori a 19,1 milioni. In caso di esercizio completo, il flottante sarà del 62%.
Primo azionista dopo l’Ipo sarà l’attuale amministratore delegato e presidente Marco Giovannini con il 14%. Al secondo posto, con il 9% rispetto all’attuale 54%, il fondo Investitori Associati, che aveva rilevato nel 2000 la società dal fondo B&S, il quale l’aveva comprata due anni prima dalla famiglia Guala. Banca Intesa, che agisce anche da responsabile del collocamento e specialista, scenderà al 3,5% dall’attuale 11,2%. Lo sponsor e il coordinatore dell’offerta è Jp Morgan. Il prezzo sarà fissato il 16 novembre e lo sbarco in Piazza Affari nel segmento Star dovrebbe avvenire il 22 novembre.
I soldi incassati saranno messi al servizio dell’abbattimento del debito, arrivato a fine giugno a 232 milioni di euro da 219 milioni di euro dello stesso periodo dell’anno precedente su un Mol (margine operativo lordo) che l’anno scorso è salito a 53 milioni di euro dai 37 milioni di euro del 2003. I ricavi sono saliti nel 2004 a 236 milioni di euro dai 134 milioni di euro del 2003, un balzo che si spiega con l’acquisizioni di Globalcap, una mossa costata poco meno di 100 milioni di euro (valore d’impresa) che ha permesso a Guala Closures di diventare leader anche nel segmento delle chiusure in alluminio.
Gli sforzi per raggiungere il primato si sono fatti sentire sul conto economico: negli ultimi tre anni la società non ha registrato utili: nel 2002 la perdita è stata di 6,5 milioni di euro, nel 2003 di 3,1 milioni di euro e nel 2004 di 6,8 milioni di euro. Le cose non sono cambiate nel primo semestre del 2005, chiuso con una perdita di 2,1 milioni di euro, rispetto all’utile di 1,3 milioni di euro del primo semestre del 2004. L’Ebitda è salito a 24,4 milioni di euro dai 23 milioni di euro del primo semestre del 2004.
Il direttore finanziario Anibal Diaz ha detto in avvio di road show che il 2005 dovrebbe chiudersi in positivo perché non saranno presenti elementi di tipo contabile che avevano pesato sugli anni precedenti, inoltre ha detto di aspettarsi un aumento dell’Ebitda del secondo semestre del 30% rispetto al primo, un balzo da ricondurre all’andamento dei ricavi e legato alla stagionalità tipica del settore. Il manager ha aggiunto di prevedere il dimezzamento del rapporto tra debito e mol dopo l’Ipo.
A 6,2 euro per azione, il prezzo più alto della forchetta prevista dai collocatori, Guala Closures debutta in Borsa a un rapporto tra valore dell’impresa (capitalizzazione più il debito) e Mol di 9,5. A 5 euro (prezzo più basso) il multiplo scenderebbe a otto volte. Le comparazioni con altre aziende quotate non sono semplici perché Guala Closures è una società industriale anomala, poco esposta alle oscillazioni di prezzo dei prodotti che vende perché le sue chiusure sono ormai uno standard tutelato da brevetti. Il presidente Marco Giovannini ha spiegato nel corso dello stesso incontro che i clienti, una volta scelta la chiusura, hanno poche possibilità di chiedere riduzioni di prezzi perché con le attuali regole di marketing il tappo è diventato una parte fondamentale del design, l’elemento del prodotto che oggi, anche per quanto riguarda le bevande, è in grado di strappare a consumatore un “wow” di stupore, il fattore che riesce a sostenere le vendite e a legittimare un premio rispetto a una stesso prodotto non di marca.
Dando per buone queste indicazioni e ricordando che la società diventerà contendibile, si può anche accettare di pagare multipli che, per una società industriale tradizionale esposta alla concorrenza e ai cicli dell’economia sarebbero molto salati. Aldilà delle valutazioni finanziarie, un metodo eterodosso per valutare l’opportunità dell’investimento potrebbe essere quello di verificare su dieci bottiglie di superalcolici noti l’esistenza di chiusure Guala Closures, una conferma o una smentita dell’eccellenza della società nel settore.
www.websim.it
JOURNAL - 16:24 - 7 Novembre 2005
Guala Closures Group, leader mondiale nella produzione di tappi per bottiglia a chiusura ermetica, arriva in Borsa per permettere ai propri azionisti di vendere parte delle loro quote e per reperire risorse destinate sia ad alleggerire il debito, sia a dotare la società di mezzi adeguati nel caso si presentino opportunità per acquisizioni.
I 42 milioni di azioni di nuova e vecchia emissione (36,6 milioni se si toglie la “green shoe”) saranno offerti a partire dall’11 novembre a un prezzo compreso tra 5 euro e 6,2 euro, pari a una capitalizzazione che potrebbe arrivare fino a 419 milioni di euro. L’ammontare esatto delle azioni offerte in vendita dai soci in uscita sarà comunicato nei prossimi giorni, non saranno comunque superiori a 19,1 milioni. In caso di esercizio completo, il flottante sarà del 62%.
Primo azionista dopo l’Ipo sarà l’attuale amministratore delegato e presidente Marco Giovannini con il 14%. Al secondo posto, con il 9% rispetto all’attuale 54%, il fondo Investitori Associati, che aveva rilevato nel 2000 la società dal fondo B&S, il quale l’aveva comprata due anni prima dalla famiglia Guala. Banca Intesa, che agisce anche da responsabile del collocamento e specialista, scenderà al 3,5% dall’attuale 11,2%. Lo sponsor e il coordinatore dell’offerta è Jp Morgan. Il prezzo sarà fissato il 16 novembre e lo sbarco in Piazza Affari nel segmento Star dovrebbe avvenire il 22 novembre.
I soldi incassati saranno messi al servizio dell’abbattimento del debito, arrivato a fine giugno a 232 milioni di euro da 219 milioni di euro dello stesso periodo dell’anno precedente su un Mol (margine operativo lordo) che l’anno scorso è salito a 53 milioni di euro dai 37 milioni di euro del 2003. I ricavi sono saliti nel 2004 a 236 milioni di euro dai 134 milioni di euro del 2003, un balzo che si spiega con l’acquisizioni di Globalcap, una mossa costata poco meno di 100 milioni di euro (valore d’impresa) che ha permesso a Guala Closures di diventare leader anche nel segmento delle chiusure in alluminio.
Gli sforzi per raggiungere il primato si sono fatti sentire sul conto economico: negli ultimi tre anni la società non ha registrato utili: nel 2002 la perdita è stata di 6,5 milioni di euro, nel 2003 di 3,1 milioni di euro e nel 2004 di 6,8 milioni di euro. Le cose non sono cambiate nel primo semestre del 2005, chiuso con una perdita di 2,1 milioni di euro, rispetto all’utile di 1,3 milioni di euro del primo semestre del 2004. L’Ebitda è salito a 24,4 milioni di euro dai 23 milioni di euro del primo semestre del 2004.
Il direttore finanziario Anibal Diaz ha detto in avvio di road show che il 2005 dovrebbe chiudersi in positivo perché non saranno presenti elementi di tipo contabile che avevano pesato sugli anni precedenti, inoltre ha detto di aspettarsi un aumento dell’Ebitda del secondo semestre del 30% rispetto al primo, un balzo da ricondurre all’andamento dei ricavi e legato alla stagionalità tipica del settore. Il manager ha aggiunto di prevedere il dimezzamento del rapporto tra debito e mol dopo l’Ipo.
A 6,2 euro per azione, il prezzo più alto della forchetta prevista dai collocatori, Guala Closures debutta in Borsa a un rapporto tra valore dell’impresa (capitalizzazione più il debito) e Mol di 9,5. A 5 euro (prezzo più basso) il multiplo scenderebbe a otto volte. Le comparazioni con altre aziende quotate non sono semplici perché Guala Closures è una società industriale anomala, poco esposta alle oscillazioni di prezzo dei prodotti che vende perché le sue chiusure sono ormai uno standard tutelato da brevetti. Il presidente Marco Giovannini ha spiegato nel corso dello stesso incontro che i clienti, una volta scelta la chiusura, hanno poche possibilità di chiedere riduzioni di prezzi perché con le attuali regole di marketing il tappo è diventato una parte fondamentale del design, l’elemento del prodotto che oggi, anche per quanto riguarda le bevande, è in grado di strappare a consumatore un “wow” di stupore, il fattore che riesce a sostenere le vendite e a legittimare un premio rispetto a una stesso prodotto non di marca.
Dando per buone queste indicazioni e ricordando che la società diventerà contendibile, si può anche accettare di pagare multipli che, per una società industriale tradizionale esposta alla concorrenza e ai cicli dell’economia sarebbero molto salati. Aldilà delle valutazioni finanziarie, un metodo eterodosso per valutare l’opportunità dell’investimento potrebbe essere quello di verificare su dieci bottiglie di superalcolici noti l’esistenza di chiusure Guala Closures, una conferma o una smentita dell’eccellenza della società nel settore.
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