pb
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12/10/2009
non permetterò mai che israeliani vengano processati per crimini di guerra''
All'apertura dei lavori del parlamento il primo ministro lancia un secco rifiuto al rapporto Goldstone
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato, in un infuocato discorso per l'inaugurazione della sessione invernale del parlamento israeliano, che non permetterà mai che politici o militari israeliani vengano processati per crimini di guerra.
Netanyahu ha dichiarato che "Israele ha il diritto di difendersi" e che processare Israele vuol dire minacciare gli sforzi di tutti quei paesi che si battono contro il terrorismo. L'invettiva del primo ministro si scaglia contro il rapporto Goldstone, il quale accusa sia Hamas che Israele di aver commesso crimini di guerra durante l'operazione "piombo fuso". Mentre Hamas ha sottoscritto il rapporto, anche se dopo vari ripensamenti del presidente palestinese Mahmoud Abbas, Israele osteggia il rapporto in modo definitivo. Secondo Tel Aviv si tratta di un documento fazioso e politicamente schierato.
Gli Stati Uniti hanno richiesto una proroga fino a marzo per la sottoscrizione del rapporto che in un primo momento era stata voluta anche dall'autorità palestinese. A seguito di pesanti proteste della popolazione, Abbas è stato costretto a fare retro marcia e a sottoscrivere il rapporto immediatamente. Questo ha reso Israele l'unico imputato a considerare non attendibile il rapporto.
non permetterò mai che israeliani vengano processati per crimini di guerra''
All'apertura dei lavori del parlamento il primo ministro lancia un secco rifiuto al rapporto Goldstone

Netanyahu ha dichiarato che "Israele ha il diritto di difendersi" e che processare Israele vuol dire minacciare gli sforzi di tutti quei paesi che si battono contro il terrorismo. L'invettiva del primo ministro si scaglia contro il rapporto Goldstone, il quale accusa sia Hamas che Israele di aver commesso crimini di guerra durante l'operazione "piombo fuso". Mentre Hamas ha sottoscritto il rapporto, anche se dopo vari ripensamenti del presidente palestinese Mahmoud Abbas, Israele osteggia il rapporto in modo definitivo. Secondo Tel Aviv si tratta di un documento fazioso e politicamente schierato.
Gli Stati Uniti hanno richiesto una proroga fino a marzo per la sottoscrizione del rapporto che in un primo momento era stata voluta anche dall'autorità palestinese. A seguito di pesanti proteste della popolazione, Abbas è stato costretto a fare retro marcia e a sottoscrivere il rapporto immediatamente. Questo ha reso Israele l'unico imputato a considerare non attendibile il rapporto.