Macroeconomia Italinaiiiiiiiiiii PRRRRRRRRRRRRRRRRRRr

Federalismo/ Le Lega pronta a trattare con i Ds
Venerdí 30.06.2006 16:57
Gli sguardi si fanno sempre più intensi, gli scambi sempre più fitti. Che tra Ds e Lega qualche affinità ci fosse si sapeva. Però adesso le avance del Botteghino al Carroccio sembrano quelle dell’amante focosa nel momento della crisi matrimoniale.

La Lega sta attraversando un momento non facile, da cui dovrà uscire a forza, con uno strappo deciso. E i Ds continuano a corteggiarla rispetto ai temi del federalismo. Linda Lanzillotta ha lanciato la palla del federalismo fiscale. Chiti e Violante si sono fatti avanti per proporre trattative. Fassino e Maroni hanno partecipato ad un convegno insieme.

Lo stesso Maroni, parlando a una trasmissione radiofonica, ha fatto sapere che “Non c'è alcuna proposta che la Lega sta per fare alla sinistra, sono le solite esagerazioni dei giornali - ha detto Maroni - noi siamo uniti e compatti nella CdL ma, questo è vero, attenti a capire se c'è una disponibilità dall'altra parte”. E poi ha aggiunto: “Noi stiamo nella CdL e se qualcuno la mette in crisi non siamo certo noi, ma altri partiti. CdL sí o CdL no non è all'ordine del giorno dell'agenda politica leghista. Siamo attenti però a chi dialoga sulle riforme anche dall'altra parte dando per scontato che Berlusconi a questo dialogo è aperto”.
che significa, con un po’ di analisi: siamo pronti a parlare di ciò che ci interessa più di ogni altra cosa: il federalismo. E se l’Udc e Forza Italia non ci seguono, allora…Ovviamente, il terreno delle discussioni e delle trattative è fragile. Bossi e i suoi vogliono capire bene quali sono le intenzioni dei Ds. E i più cauti tirano il freno. “Ora il Centrosinistra ci sembra molto debole per poter fare delle riforme. Anche se a una parte dei Ds e della Margherita sembrava che potesse andare bene anche votare sì al referendum – spiega Angelo Alessandri, presidente federale del Carroccio – c’è un’altra parte che non vuole cambiare nulla e la parte più riformista ha difficoltà a lavorare a un tavolo serio perché deve fare i conti con la parte che le riforme non le vuole”.

Secondo Alessandri, “oggi un tavolo di trattativa non è credibile – dice – concretamente si potrà fare ben poco, però non possiamo fare finta che non ci sia un problema e una discussione sul federalismo. Noi abbiamo fatto un miracolo, ovvero abbiamo mantenuto ciò che avevamo promesso, realizzando un pacchetto di riforme. Sul federalismo siamo intenzionati a continuare”. Il presidente federale conferma la disponibilità del Carroccio a trattare sulle riforme anche con la sinistra. lega tutto ciò che riguarda il federalismo è d'attualità, che ne parli la destra o la sinistra, se faranno proposte concrete ben vengano.

Il pallino adesso lo hanno quelli al governo. Se vogliono possono far partire un processo loro responsabilità”. La Lega c’è, quindi. E di fronte a proposte interessanti potrebbe non tirarsi indietro. I Ds sembrano averlo capito e si stanno facendo sotto. Nuovi amici crescono…



http://canali.libero.it/affaritaliani/federalismo3006.html

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tontolina ha scritto:
http://video.libero.it/app/play/index.html?id=5c1460c1841250b1c7061f0620a44396

grazie tontolina.... :)
l'avevo solo letto... :rolleyes:
ora sentirmelo dire...... ah che gusto..... :D
penso al fegato. :pozione: ..alla milza. :pizza: .alla cistttifffellea. :transf: ...alla BILEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE..... :devil: :devil: :devil: :devil:
dei leghisti e forzaberluschi vari.... :invasion: :yeah: :hua:
sempre più :eeh: :eeh: :eeh: :eeh: :eeh: :eeh: :eeh: :eeh: :eeh: :hua:
GODOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO....
si..sono masochista..........
GODOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
:yeah: :hua: :yeah: :hua: :yeah: :hua: :yeah: :hua: :yeah: :hua: :yeah: :hua:
:zappo: :ombrello:
 
6 - da il Giornale - Si autosospende dall’attività istituzionale, ma non dallo stipendio. Il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro ha deciso di «scioperare» contro l’indulto voluto dagli altri partiti dell’Unione e da lunedì si occupa solo di quello, tralasciando grandi opere, ponti, autostrade, ferrovie e appalti. Ma mentre arringa i suoi con un megafono davanti a Montecitorio, continua a percepire regolarmente la sua indennità. Come ministro, Di Pietro guadagna ogni mese 5.300 euro lordi che spettano a tutti i membri dell’esecutivo (parlamentari e non) più 11.200 euro lordi (è la cosiddetta indennità integrativa, che spetta solo ai ministri non parlamentari).
In tutto, dunque, 16.500 euro, ai quali vanno aggiunti benefit quali auto blu con autista e cellulare di servizio.
http://213.215.144.81/public_html/articolo_index_25700.html




questi disonesti si intascano una marea di soldi per continuare a derubarci
 
Cara tontolina ti ricordo che questo è un forum finanziario e non politico....certamente eri piu' interessante quando ti occupavi degli indici... :)
 
fiboo ha scritto:
Cara tontolina ti ricordo che questo è un forum finanziario e non politico....certamente eri piu' interessante quando ti occupavi degli indici... :)
quella gente lì
determina l'andamento economico-finanziario dell'ITALIA

mi pareva superfluo specificare


comque spero spostino il 3d nel reparto "caffè"
così non sarai disturbato



e poi con tutto stò caldo tu pensi ancora agli indici ai pollici ecc...

e sei (scusa il paragone) all'altezza intellettiva dello staff del FOL per non capire che la politica determina i destini economici di una nazione
 
ieri Marco Travaglio
su ODEON TV
ha affermato che il governo belusconi ha di fatto depenalizzato l'incasso di tangenti portando la cifra minima sopra la quale si può processare un parlamentare a 50.000 euro


questo per tararla sulle regalie di Fiorani della popolare di LODI
 
http://213.215.144.81/public_html/articolo_index_25708.html
TRONCHETTI PASSA ALL’ASSALTO DI CARLO DE BENEDETTI (SENZA CITARLO)
“TELECOM AL CENTRO DI ATTACCHI PORTATI AVANTI DA EDITORI SENZA SCRUPOLI"
CARLETTO RASSICURA IL “DOTTOR TRONCHETTI”:FACCIAMO SOLO IL NOSTRO MESTIERE






1 – IL LUTTO BOVE SI INQUADRA IN UNA SITUAZIONE CHE VEDE L'AZIENDA AL CENTRO, DA PARECCHI MESI, DI ATTACCHI ESTERNI PORTATI AVANTI DA EDITORI SENZA SCRUPOLI"
(Ansa) - Marco Tronchetti Provera parla ai dipendenti ed esprime il suo cordoglio per la scomparsa di Adamo Bove. Un lutto "che si inquadra in una situazione che vede l'azienda al centro, da parecchi mesi, di attacchi esterni portati avanti da editori senza scrupoli". Lo ha detto in un messaggio ai dipendenti del gruppo.


(Marco Tronchetti Provera con la bella moglie Afef-U.Pizzi)


Bove era "una persona capace, per bene" ricorda Tronchetti Provera. E "la sua scomparsa è certamente un evento luttuoso per l'azienda che si inquadra in una situazione che ci vede al centro, da parecchi mesi, di attacchi esterni che venivano portati avanti da editori senza scrupoli, da parte della stampa che deforma quella che è la realtà cercando di dare un'immagine dell'azienda e del gruppo totalmente diversa da quella che è la realtà che noi tutti conosciamo".

Ci sono, ammette Tronchetti, alcuni "elementi", che però " sono stati stravolti". "Gli elementi oggettivi sono l'indagine dell'autorità giudiziaria, a cui collaboriamo da tempo, indagini che riguardano la gestione di servizi per la magistratura, e i servizi portati a fini commerciali". "A quanto emerge fino a oggi - osserva - pur essendoci evidentemente molte cose che vanno messe a posto la nostra, la vostra azienda, non ha nulla di diverso da tutte le aziende del mondo".


(Primo piano del signor Telecom-U.Pizzi)


Di diverso c'é solo il fatto, secondo Tronchetti che "qualcuno ha cercato di approfittare della nostra impresa dall'esterno, utilizzandola in modo distorto; qualcun altro si é inserito per dare questa responsabilità di distorsione all'azienda stessa". Di questa situazione "i concorrenti hanno cercato di approfittarne e qualche gruppo editoriale, uno in particolare lo abbiamo denunciato, ha cercato di utilizzare tutto questo per indebolire l'azienda".

2 – “QUELLO CHE AVVIENE OGGI È ANCHE FIGLIO DI QUELLA MANCANZA DI TRASPARENZA CHE INQUINA LA VITA POLITICA ECONOMICA E SOCIALE DEL NOSTRO PAESE"
(Ansa) - Telecom è al centro di una "turbolenza mediatica" ma "l'azienda è sana". Lo ha detto Marco Tronchetti Provera rivolgendosi ai dipendenti del gruppo questa mattina in videoconferenza, formulando loro un richiamo all' "orgoglio di appartenenza".
"Tutto questo che stiamo vivendo é un periodo di passaggio che avrà ulteriori elementi di disturbo ma nulla toglie al fatto che l'azienda è sana, fatta di gente per bene" e che "sta facendo il suo dovere in tutte le aree".


(Fuori da casa Angiolillo con Francesco Micheli-U.Pizzi)


Lo ha detto Marco Tronchetti Provera rivolgendosi ai dipendenti del gruppo con un richiamo all' "orgoglio di appartenenza a una bella, grande azienda italiana". "Un richiamo all'orgoglio di appartenenza e a un gruppo di cui io sono orgoglioso e che continuerò a guidare con lo stesso spirito e serenità - ha aggiunto - anche se qualcuno pensa che la serenità di questo gruppo possa essere messa a repentaglio con azioni di tipo mediatico".

"Nulla toglie al fatto che ognuno di voi - dice Tronchetti rivolgendosi ai dipendenti - ogni giorno fa il proprio dovere e solo pochi, pochissimi soggetti che hanno appartenenze esterne, inquinano quella che è la vita di ogni giorno di una bella, grande azienda che ha tutto il diritto di essere orgogliosa di se stessa".

"Passeremo ancora dei periodi di turbolenza mediatica -ha preventivato - ma nella sostanza tutti i soggetti istituzionali che lavorano con noi sanno chi siamo, che cosa facciamo e come collaboriamo nello spirito di contribuire a costruire un paese che sia moderno e trasparente perché quello che avviene oggi è anche figlio di quella mancanza di trasparenza che inquina la vita politica economica e sociale del nostro paese".


(Allo stadio!)


"La nostra azione - passa poi all'attacco Tronchetti nel suo messaggio - è mirata a contribuire ad eliminare quella zona grigia che in questo paese talvolta pensa di avere il potere di distruggere qualunque cosa, e probabilmente ha contribuito a distruggere la vita di un uomo e che già questo è un fatto di una gravità inaccettabile".

"Noi andiamo avanti per il nostro cammino", aggiunge, e "sono certo di avere tutti voi con me - prosegue Tronchetti - Sono certo che insieme a me il cda e tutti gli organi sociali sono pronti ad andare avanti in questa battaglia che vedrà, certamente in collaborazione con le forze istituzionali, una Telecom Italia uscire da questa turbolenza ancora più forte di prima".

"Quello che vi raccomando - conclude - è di continuare con grande impegno , grande serenità il vostro lavoro perché tutto quello che leggete è qualche cosa che fortunatamente la sera finisce in un cestino. Quello che rimane è quello che noi facciamo tutti i giorni, è l'orgoglio di quello che noi facciamo e la serenità con cui ci guardiamo allo specchio".


(Adamo Bove)


3 – “CI SONO ELEMENTI CHE HANNO CONTATTI IMPROPRI CON LA STAMPA DISINFORMANDO”
(Ansa) - "La verità emergerà" dice con sicurezza il presidente del gruppo Telecom rivolgendosi in videoconferenza ai dipendenti riferendosi alle indagini della magistratura ma anche a un'indagine interna che il gruppo sta svolgendo per scoprire chi tiene "contatti impropri con la stampa". La magistratura farà "chiarezza su chi e quali corpi esterni hanno utilizzato l'azienda per fini di natura non chiara e che comunque non ha a che vedere con quella che è la vita dell'azienda. Certamente sono pochi soggetti che hanno operato in questo modo, questi saranno perseguiti dalla magistratura con il nostro contributo. Ci sono poi altri soggetti, sempre in numero ridotto, che si muovono in modo non coerente con quelli che sono i valori aziendali tenendo contatti impropri con la stampa disinformando, o creando danno all'azienda attraverso la diffusione di informazioni errate solo magari per tenersi buono qualche giornalista. Tutto questo è deplorevole. Quando noi avremo evidenza di questo provvederemo a denunciarlo. Già una denuncia di carattere generale - ricorda Tronchetti - è stata fatta alla magistratura".



4 - CARLETTO RASSICURA IL “DOTTOR TRONCHETTI”: FACCIAMO SOLO IL NOSTRO MESTIERE

Da La Repubblica



Il dottor Tronchetti Provera (al centro di uno scandalo che non ha precedenti per il quadro illegale che rivela con le intercettazioni clandestine di Telecom, i legami delle «spie» aziendali con i servizi segreti, e ora persino un suicidio su cui indaga la magistratura) insiste nel tentativo di dare la colpa dello scandalo ai giornali e, sembra di capire, a "Repubblica" in particolare. Telecom è sana, afferma Tronchetti (e noi non ne dubitiamo) anche se molte cose «vanno messe a posto» dopo l´inchiesta giudiziaria sulle intercettazioni illegali, e non giudichiamo nemmeno questo. Ma l´azienda è dentro una «turbolenza mediatica», con la stampa che deforma la realtà, i concorrenti che cercano di approfittare della situazione e un gruppo editoriale che «vuole indebolire Telecom».
Almeno su questo punto, cogliendo la confusione e la preoccupazione di Tronchetti Provera, vorremmo se possibile rassicurarlo: "Repubblica" non punta affatto a indebolire Telecom, azione di cui non si capirebbe tra l´altro la logica, ma soltanto a pubblicare notizie di pubblico interesse. La responsabilità di quanto scriviamo è ovviamente della direzione e dei reporter del giornale: che cosa c´entra il gruppo editoriale? Le notizie da pubblicare vengono decise dalla redazione, e non si concordano preventivamente con gli editori: Tronchetti Provera, che è anche editore, dovrebbe saperlo. O dovrebbe sapere che così accade a "Repubblica".
C´è da dire, per spiegare l´attacco di ieri, che se "Repubblica" non avesse dato per prima - e sola - la notizia dello scandalo Telecom, il Paese non avrebbe saputo nulla delle intercettazioni illegali: almeno fino a quando la magistratura non è intervenuta, confermando la nostra inchiesta.
Infine: poiché siamo convinti fino a prova contraria che il dottor Tronchetti Provera non c´entri proprio nulla con questa gravissima vicenda che coinvolge la sua azienda, pensiamo che dovrebbe essere uno dei soggetti più interessati alla massima trasparenza e alla massima pubblicità di questo scandalo, per fare pulizia. L´altro soggetto interessato è la pubblica opinione, a cui questo giornale e i suoi giornalisti continuano a rispondere.



Dagospia 26 Luglio 2006
 
http://213.215.144.81/public_html/articolo_index_25707.html
BOVE, QUEL “NO” A TAVAROLI PAGATO A CARO PREZZO - UN TESTIMONE: “EMARGINATO PER NON AVER PARTECIPATO A UN’OPERAZIONE ILLEGALE” - NEI PROSSIMI GIORNI, L’EX RESPONSABILE SICUREZZA DEL GRUPPO TELECOM, GIULIANO TAVAROLI, POTREBBE ESSERE CONVOCATO DAGLI INQUIR





Guido Ruotolo per La Stampa

“Adamo Bove aveva detto a Giuliano Tavaroli che non si sarebbe prestato. Che non avrebbe fatto operazioni illegali”. A parlare è una «gola profonda», persona vicina all’ex poliziotto approdato all’azienda della telefonia, morto suicida venerdì scorso. La sua testimonianza potrebbe rivelarsi utile all’inchiesta della Procura di Napoli che indaga - l’ipotesi di reato è «istigazione al suicidio» - sulla morte dell’ex poliziotto approdato alla direzione della Security governance del gruppo Telecom.


(Adamo Bove - foto Emmevi da corriere.it)


Nei prossimi giorni, l’ex responsabile sicurezza del gruppo, Giuliano Tavaroli, potrebbe essere convocato dagli inquirenti. Adamo Bove, dunque, non si sarebbe piegato alle richieste del suo dirigente. Che, probabilmente, le ha «girate» ad altri impiegati Telecom. Una ipotesi che trova conferme dallo scenario delineato dalla procura di Milano, che da tempo indaga sul gruppo «Tavaroli-Mancini-Cipriani», ipotizzando l’esistenza di una centrale illegale di intercettazioni, di acquisizione di tabulati e di dossieraggio al servizio di agenzie investigative private (riconducibili a Emanuele Cipriani). Ma anche dal Sismi di Marco Mancini, finito in carcere per il sequestro dell’imam Abu Omar grazie proprio al contributo decisivo di Adamo Bove, che ha consentito di individuare i cellulari dei dirigenti Sismi messi sotto intercettazione dalla Procura di Milano.

Nelle settimane scorse, indiscrezioni giornalistiche avevano posto l’attenzione sull’esistenza di un programma software interno a Tim, sistema Radar, nato per proteggere la rete da intrusioni illegali. Ma all’interno di Telecom esisterebbe anche un programma e postazioni di accesso in grado di «non lasciare tracce» di operazioni di interrogazione sul traffico delle utenze telefoniche. Bove era stato il responsabile sicurezza della telefonia mobile (Tim) fino al settembre dell’anno scorso. Tavaroli di tutta Telecom fino al maggio del 2005.

Ancora ieri sera, al «Tg1», il fratello gemello di Adamo, Guglielmo Bove, responsabile dell’ufficio legale di Telecom, ha ribadito che «Adamo da dieci giorni prima della sua morte, aveva la certezza di essere pedinato. Ed era convinto che non fossero suoi ex colleghi». Insomma, uomini della polizia giudiziaria. E, dunque, chi pedinava, dai giorni successivi agli arresti Sismi per il sequestro di Abu Omar, Adamo Bove? Quei pedinamenti, e forse anche altri segnali più espliciti, potrebbero aver convinto Bove di essere finito nel mirino.

Un’agenzia di stampa, ieri ha battuto la notizia che vi sarebbero almeno due sms, ricevuti o spediti dal cellulare di Adamo Bove, che avrebbero attirato l’attenzione degli investigatori. Una notizia, però, che non viene confermata: il cellulare dell’ex dirigente Telecom - a cui l’azienda aveva tolto la delega ad avere rapporti con l’autorità giudiziaria - deve essere ancora «aperto» dagli investigatori della polizia postale.


(Abu Omar)


L’ex responsabile della Security governance non era indagato dalla procura di Milano. E non trova conferme l’esistenza di «appunti autografi su post-it» che lo incastrerebbero. Al palazzo di Giustizia di Roma, agli inizi dell’anno, Adamo Bove aveva presentato due esposti-denuncia su «anomale» movimentazioni di tabulati telefonici. Probabilmente, si tratta di denunce trasmesse alla Telecom da parte di utenti privati che avrebbero scoperto che il loro «traffico telefonico» era finito illegalmente nelle mani di qualche «committente». Nulla a che vedere con il Laziogate, precisano gli investigatori: «Sono storie più banali». Per esempio, un’agenzia investigativa privata - o un «soggetto terzo» - potrebbe aver fornito a un cliente (o a una cliente) la prova che il marito o la moglie aveva relazioni extraconiugali. Storie che comunque confermano la violazione costante della privacy.

Guglielmo Bove, il fratello di Adamo, dovrebbe essere sentito oggi dagli investigatori napoletani che indagano sulla morte dell’ex funzionario di polizia. Anche a lui, come alla moglie Wanda, Adamo aveva rivelato di sentirsi minacciato. Forse oggi Guglielmo Bove fornirà «ulteriori elementi» utili alle indagini.


Dagospia 26 Luglio 2006
 
economici non finanziari....la politica lasciamola fare ad altri..a noi poveri mortali non è concesso...dilettiamoci ( sbagliando per lo piu' ) sulle evoluzioni degli indici.... :) :) un'ultima cosa: Berlusconi non c'è piu' vediamo cosa sapranno fare i tuoi compari... :D :D :D
 

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