KIEV disonesta

Motorola



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Arsenij Pavlov (soprannominato Motorola), volontario russo che combatteva nelle file dei separatisti viene ucciso domenica 16 ottobre – ore 20:30 locali circa – da una bomba piazzata nell’ascensore del suo condominio, a Donetsk nelle zone controllate dai separatisti. Si tratta di uno dei due leggendari comandanti di alcuni battaglioni di volontari separatisti, Motorola e Givi. Pur volontari russi, non si tratta di ex militari di carriera, il primo lavorava in un autolavaggio ed il secondo era una guardia giurata nel supermercato. Persone normali, arrivate per passione e che hanno fatto una carriera fulminea, oltre a vincere tante battaglie.

Sulla morte di Arsenij c’è mistero, era evidentemente una persona protetta, eppure sono riusciti a piazzare una bomba nel suo condominio. Questo implica l’uso di una squadra nutrita di persone, che si davano il cambio spesso per non destare sospetti e l’uso di tecniche di comunicazione complicate. Quindi servizi ucraini o forse occidentali (ho detto americani?). Ovviamente lo scopo è quello di fare incazzare di brutto i separatisti, se è così ci sono riusciti in pieno. In ogni caso fonti del Guardian e altre fonti occidentali parlano di “separatisti” che lo avrebbero ucciso. Fonti affidabilissime, le stesse che ci narrano dei trenta ospedali di Aleppo bombardati ogni giorno dai russi. A proposito, di ospedali ad Aleppo ce ne era solo uno ed è stato fatto saltare dagli islamisti anni fa. L’autore di questo articolo di Panorama lo inserisco con una menzione d’onore nel gotha delle Puttanazze dei media italiani.

Esmpio di giornalista del Foreign Affairs, che non è una “puttanazza” e scrive in modo obbiettivo, presto potrebbe avere dei problemi.

Solo pochi giorni fa una colonna di mezzi blindati ucraini ha provato a sfondare il fronte, “pacificato dalla tregua“. Risultato? Quindici morti, trenta feriti gravi ed un numero imprecisato di “dispersi”.

Per il resto tutto rimane come congelato dalla “pax elettorale”, mai come in nessuna parte del mondo si aspettano il risultato delle elezioni americane. Se vince la Clinton sarà guerra, con un attacco delle forze ucraine. Se vince Trump sarà un armistizio, ovvero Kiev dovrà venire a patti con la Russia. Perlomeno questo è il sentire comune in Ucraina, personalmente non vedo una grande differenza tra i due personaggi.

Dedico a Arsenij alcune parole del poeta russo Evtusenko:

Quando un uomo muore,
muore con lui la sua prima neve,

e il primo bacio e la prima battaglia…
Tutto questo egli porta con sé.

Rimangono certo i libri, i ponti,
le macchine, le tele dei pittori.

Certo, molto è destinato a restare,
eppur sempre qualcosa se ne va.

È la legge di un gioco spietato.
Non sono uomini che muoiono, ma mondi.

da

News dalla Terra Dei Pazzi: Motorola, guerra e crisi. - Rischio Calcolato
 
Financial Times avverte Kiev: avete scelto “tattica pericolosa” con Gazprom

© Sputnik. Ilya Pitaliov Economia 21:07 19.10.2016(aggiornato 23:20 19.10.2016) URL abbreviato 52249382
L'Ucraina ha bisogno di riformare il settore energetico, lottare contro la corruzione che vi regna e migliorare i rapporti con Gazprom, scrive in un articolo per il Financial Times il ricercatore senior del programma per l'energia e la sicurezza nazionale del Centro di studi strategici e internazionali di Washington Edward Chow. Il settore energetico è uno degli indicatori più importanti per capire come vanno le riforme economiche in Ucraina, che sono sotto la lente di ingrandimento sia in patria che all'estero.
Tuttavia dopo 2 anni e mezzo dalla rivoluzione di Maidan il settore energetico ucraino "soffre ancora della mancanza di concorrenza di mercato e di regolamentazione trasparente", così come della piaga della corruzione su vasta scala, scrive Chow. Ora in Ucraina ritengono erroneamente che le forniture di "gas russo inverso" dall'Europa possano risolvere i problemi energetici di lungo periodo. Tuttavia va ricordato che la Russia potrebbe tagliare le forniture di gas all'Ucraina e il transito attraverso il suo territorio" e in tal caso i partner europei non avrebbero riserve di gas da vendere a Kiev, osserva Chow. "Inoltre il valore del del sistema di transito del gas dell'Ucraina dipende dalla normalizzazione delle sue relazioni con Gazprom. I tentativi di trascinare nei tribunali internazionali la società russa e le minacce di alzare le tariffe per lo sfruttamento dei gasdotti sono una tattica molto pericolosa, se l'Ucraina non vuole regalare forti argomenti a Gazprom per costruire percorsi alternativi," — si afferma nell'articolo.

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Kiev non vuole addirittura pagare per il gas usato dagli abitanti del Donbass.....
 
Russia e Terra Dei Pazzi : ultime notizie, bombette, Odessa e pazzia.

Di Nuke The Whales , il 14 novembre 2016 2 Comment
Russia e Terra Dei Pazzi : ultime notizie, bombette, Odessa e pazzia. - Rischio Calcolato


Torno ad aggiornarvi sulla povera Terra Dei Pazzi.

Gas e freddo
Comincia a fare “freschino” e finalmente, con alterne vicende si cominciano a riaccendere le caldaie centralizzate, malgrado gran parte degli utenti paghino in ritardo le nuove, salatissime bollette o non le paghino affatto.

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La Banca Mondiale, altro bel covo di puttanazze, prosegue nell’opera caritatevole: ha appena “prestato” (senza nessuna possibilità che questi soldi possano mai essere restituiti) altri 500 milioni di dollari all’Ucraina. Questi soldi serviranno per comprare … gas russo, che viene rivenduto in Ucraina, dopo essere passato attraverso gli stessi gasdotti ucraini a prezzo maggiorato, circa 40 dollari in più ogni mille metri cubi. Una manovra tafazziana per non acquistare direttamente da Mosca.

Per il momento sembra che circa il 90% degli impianti sia collegato alla rete, a voler essere ottimista, dato che il numero delle rotture dei tubi è in aumento del 15% rispetto all’anno precedente, a causa della scarsa manutenzione. Ragazzi finalmente abbiamo un altro indice che cresce nel paese, insieme a povertà e reati.



Università di Nikolaev, durante le lezioni.

I risultati si vedono: in alcune scuole i ragazzi seguono le lezioni con cappello e guanti indossati in classe, mentre la proposta di legge di chiudere le scuole nei mesi invernali, per lasciarle aperte in estate e risparmiare sul riscaldamento, pare non sia piaciuta al governo.

Malgrado tutto in qualche modo credo che riusciranno ad accender più o meno tutti gli impianti centralizzati. Il guaio è che la popolazione continua a non poter pagare le bollette. con cinquecento milioni di dollari non vai avanti molto. Il fondo monetario internazionale ha richiesto un ulteriore aumento del 400 per cento delle utenze per il 2017, in modo da rendere appetibile agli investitori internazionali l’acquisto delle compagnie energetiche, che necessitano investimenti trascurati da decenni. A quel punto gli ucraini pagherebbero gas ed energia più degli italiani. Ovviamente è del tutto insostenibile per la popolazione, dato che un direttore di banca riceve uno stipendio di 5000 Grivnie, e paga a Kiev per un bilocale 1500 grivnie al mese solo per il riscaldamento.

Il gas europeo
Malgrado le fortissime resistenze polacche e dei paesi baltici, adesso il gasdotto Nord Stream può pompare gas in Germania a piena capacità. Prima il flusso di gas era limitato per le proteste anti monopolio europee. Un tratto della pipeline che attraversa la Polonia può rifornire anche Ungheria e paesi limitrofi.

Se per disgrazia i gasdotti ucraini venissero bloccati, le sole nazioni che ne soffrirebbero, insieme all’Ucraina, sarebbero Romania e Moldavia. Evidentemente a Bruxelles hanno deciso che di costoro non gliene frega niente a nessuno. Uno dei motivi della vittoria in Moldavia del partito filorusso è anche questo, si spera che Mosca non li lasci al freddo.

Al momento il gasdotto che passa per la Turchia è poco più di un abbozzo. Il raddoppio delle attuali linee del Nord Stream viene finalmente approvato. Pare che l’Europa intera si prepari alla chiusura dei gasdotti ucraini.

Speciale Odessa
Il governatore della regione di Odessa, il pluripregiudicato Saakashvili – ricercato tra le altre cose per furto, appropriazione indebita, concussione, intralcio alle indagini, omicidio, tortura traffico di droga e strage colposa – era sparito dai radar. Il motivo è presto detto, lo scontro titanico con lui da una parte e “Angel” dall’altra per l’elezione del sindaco di Odessa.



Angel è questo signore qui, l’inafferrabile Aleksander Argent, capo della locale mafia georgiana, così chiamato per la sua “dolcezza” quando fa eliminare gli avversari. Fuggito in Inghilterra e adesso sotto protezione del governo di Londra per “motivi politici”, pare che il mandato di arresto di Mosca non conti, in certi casi.

Durante lo scontro per le elezioni del sindaco della città, al candidato di Saakashvili capitò un “incidente” mentre mangiava al ristorante: morto per i postumi di una raffica di mitragliatrice.

"sembra il gemello di Crozza"

Questo signore, l’attuale sindaco di Odessa Gennady Truhanov, ex militare dell’esercito sovietico e presidente della società privata di sicurezza “Kapitan” vince le ultime elezioni, grazie anche alla inspiegabile mancanza di candidati validi dell’opposizione.

Cambia molte cose, tranne alcune delle disposizioni di Saakashvili, che prima gestiva la città come feudo personale, grazie all’appoggio di altre bande di mafiosi georgiani. Per esempio non cambia niente nella dogana del porto: i cinquecento doganieri hanno l’ordine di rimanere negli uffici e di non fare ispezioni delle merci per non “disturbare” le operazioni di carico e scarico (sic.).

Capiamo che fare il sindaco di una città in quella condizione deve comportare grossi oneri. Ci sono fabbriche, raffinerie e, soprattutto uno dei punti nevralgici della malavita mondiale da gestire. Metà del traffico di droga mondiale, contrabbando di alimenti, petrolio ed ogni altro prodotto immaginabile, comprese le armi fabbricate illegalmente nella vicina Transnistria, a migliaia di tonnellate, missili compresi.

La politica diventa qualcosa di complicato, tecnicamente il partito a cui fa riferimento sarebbe il “filorusso” Partito Delle Regioni, ma tra i finanziatori e supporter di Gennady ci sono Angel e Igor Koymoloiskjy, uno dei finanziatori dei gruppi nazifroci. Per non parlare dei membri della società di sicurezza (la Kapitan) che girano pesantemente armati, scortando furgoni sigillai che nessuno sa cosa contengano. Nello stesso tempo Gennady è il sostenitore anche del partito di Poroshemo, l’attuale presidente ucraino.

Cosa non si fa per i soldi.

E Saakashvili?
Purtroppo pare relegato in una posizione di secondo piano, lontano dal corso principale dove scorrono i soldi. Inoltre pare che la sua mente non sia più “lucida” come un tempo (già pochi mesi fa era semi-rincoglionito dall’abuso di cocaina) e non ci regala più le perle a cui ci aveva abituato. Peccato!

Il buon Saaka ci ha “solo” deliziato con il suo comportamento durante il terribile allagamento del 12 ottobre scorso, quando un nubifragio ha allagato la città. Il nostro eroe parte il giorno stesso per incontrare i suoi “fan” a Barcellona, per poi tornare ad emergenza finita. Ovviamente subito indossa la tuta da soccorritore e si fa intervistare fingendo di occuparsi del problema. Un cialtrone così merita la presidenza italiana.

Aggiornamento dell’ultima Ora, Saka ha dato le dimissioni e pare sia in giro a fare casino… ne vedremo delle belle.

Bombe
Alcuni giorni fa la zona di Makeyevka – a nord est di Donetsk, nella zona controllata dai separatisti – viene centrata da quindici proiettili di artiglieria da 122 mm, lanciati dai cannoni ucraini posti a decine di chilometri di distanza.

Rimane misterioso lo scopo di questo attacco, che ha centrato cinque caseggiati pieni di gente che dormiva, causando diverse vittime.

Fenomeno seguito da diversi altri bombardamenti a “spot”, diretti contro abitazioni civili.

La Tymoshenko.
La pazza con i capelli da guerre stellari , forte della sua ancora cospicua ricchezza, fondamentale per pagare i protestatori professionisti, come ai tempi del “Maidan” ha indetto una protesta di piazza in centro a kiev per il 15 Novembre, domani.

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Il governo di Kiev l' ha presa sul serio, ha messo in allerta polizia e servizi, colonne di mezzi militari sono diretti in centro.

Il mondo attuale riserva più sorprese di quanto si può immaginare…

By Nuke di Liberticida
 
non manca iccasione per capire che gli Ucraini sono Ladri-ricattatori-disonesti-.... nazisti
Il rientro delle opere d’arte a Verona. Una vicenda ancora controversa...
© Foto: fornita da Eliseo Bertolasi
Italia
10:44 11.01.2017(aggiornato 09:46 16.01.2017) URL abbreviato
Eliseo Bertolasi
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Dicembre scorso le autorità ucraine hanno finalmente restituito a Verona le opere d’arte trafugate nel museo di Castelvecchio nel novembre del 2015 e ritrovate in Ucraina sei mesi dopo. Nonostante la parvenza di “lieto fine” l’evento ha suscitato forti perplessità da parte di consiglieri della Regione Veneto e dell’Associazione Veneto-Russia.
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© Sputnik. Александр Вильф
Poroshenko restituisce a museo italiano dipinti rubati trovati in Ucraina
La questione cruciale sta nella dichiarazione, appena il giorno prima, da parte del neo ministro degli esteri Angelino Alfano, riguardo allo stanziamento di un milione di euro per aiuti umanitari all'Ucraina. I due eventi su delle date quasi coincidenti sono pura casualità oppure sono correlati?
Perché nonostante le promesse da parte del presidente ucraino Petr Poroshenko riguardo a una rapida riconsegna e i successivi continui rinvii, la restituzione è arrivata solo il giorno dopo lo stanziamento della somma?

Per far luce sulla vicenda Sputnik ha raggiunto le "voci" della protesta. Ecco cosa riferisce Stefano Valdegamberi consigliere alla Regione Veneto:

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© Foto: fornita da Eliseo Bertolasi
Stefano Valdegamberi
— Tutto nasce da una dichiarazione un po' sospetta del ministro degli esteri Alfano, il quale dice che in data 20 è stato dato un contributo "umanitario", così dice lui, all'Ucraina per aiuto alle popolazione all'Est del paese. La cosa strana è che capita il giorno prima della partenza dei quadri da Kiev verso l'Italia. Mi sembra sia strano che si diano soldi, un milione di euro, il giorno prima che partino i quadri. C'è un accostamento sospetto! Chissà come mai proprio il giorno prima! Cosa realmente sia successo non lo spremo mai, la cosa strana è che sembra quasi un messaggio rivolto a qualcuno, per far vedere che hanno ottenuto qualcosa.Nei riguardi di coloro che dicono che noi speculiamo su queste cose perché sono soldi che vanno in aiuti umanitari, io chiedo, ma che senso ha darli a un dittatore col suo establishment che hanno patrimoni per miliardi di dollari, e noi qui andiamo a togliere i soldi agli italiani, quando nemmeno loro la scuciono nulla per il loro popolo per i loro concittadini? Glieli dobbiamo dare noi i soldi?

Un'altra cosa che trovo assurda, è da quando siamo stati iscritti della black list di questi "signori", nessuno del Ministero degli Esteri si è più interessato di noi. Noi che siamo cittadini che paghiamo le tasse, manteniamo anche la Farnesina, che paghiamo i soldi che sono finiti anche in questa donazione, non siamo nemmeno degni di attenzione da parte della Farnesina. Siamo ancora iscritti in questa black list ucraina e nessuno si è mai preoccupato di toglierci. Questa cosa è veramente vergognosa.

Gli stessi dubbi sono espressi anche dal consigliere regionale Luciano Sandonà presidente dell'Associazione Veneto-Russia:

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© Foto: fornita da Eliseo Bertolasi
Consigliere regionale Luciano Sandonà presidente dell'Associazione Veneto-Russia
— Ci chiediamo, effettivamente, visto quello che è successo, il significato di quel comunicato stampa, il giorno prima, dal Ministero degli Esteri, in cui annunciava questi aiuti umanitari estemporanei non agganciati a nulla.

La cosa che fa più insospettire sembra che dietro questo ci sia un vero e proprio segnale. Noi vogliamo capire cosa c'è alle spalle di quello che è stato fatto da parte del Ministero degli Esteri con fondi pubblici. Se fosse un "riscatto" per i quadri sarebbe una vicenda assolutamente inaccettabile, perché l'Ucraina è un paese al quale diamo già degli aiuti.

— Cosa intende per segnale?

— Sembra quasi un segnale per far si che si potesse andar a prendere i quadri, come se l'Ucraina aspettasse un segnale da parte del nostro Paese. Anche sulla vicenda temporanea: prima era stato annunciato, poi rimandato, poi rimandato ancora, c'è stato un tira e molla che è durato mesi e mesi; non si capiva cosa c'era dietro a questo fatto. Anche le stesse facce scure di Flavio Tosi e Dario Franceschini al momento della consegna dei quadri, al rientro dell'aereo. Insomma c'era qualcosa che non quadrava. Per questo noi miriamo a capire meglio, nell'interrogazione parlamentare che faremo.

— Cosa chiederete esattamente?

— Chiediamo che sia fatta piena luce sulla vicenda e che si dissoci dal fatto che sia stato pagato un eventuale riscatto, una somma di denaro per avere indietro i quadri. Se ciò fosse vero rappresenterebbe una vergogna per ciò che riguarda la nostra politica estera.

Palmarino Zoccatelli vice presidente dell'Associazione Veneto-Russia ha sottolineato:

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© Foto: fornita da Eliseo Bertolasi
Palmarino Zoccatelli vice presidente dell'Associazione Veneto-Russia
— Ho sentito al telefono il senatore Paolo Tosato, mi ha detto di riferire che lui si farà carico dell'interrogazione parlamentare sulla vicenda al senato, a Roma. Conoscendo il livello di corruzione delle attuali autorità di Kiev non stupirebbe che ci fosse stato il pagamento di un riscatto vero e proprio. Gli indizi ci sono tutti, la vicenda ha contorni fin dall'inizio molto torbidi.

Come associazione Veneto — Russia avevamo denunciato fin dall'inizio, con comunicati stampa, questo atteggiamento ricattatorio di Poroshenko. Ribadiamo tutti i nostri sospetti che costui abbia preteso ben altro per la restituzione delle opere d'arte.

Sono scettico anche sul destino degli "aiuti". E`stato detto che questo milione di euro è per le popolazioni dell'Est Ucraina, ci chiediamo quali? Quelle del Donbass che hanno subito che stanno subendo i bombardamenti o chi?Perché altrimenti non si capisce quali siano le popolazioni dell'Est Ucraina. Sicuramente non credo che Poroshenko dia questi aiuti alle popolazioni di Donetsk o Lugansk, e di altre città martirizzate dai bombardamenti ucraini. Quindi è una beffa doppia il fatto che diano come motivazione, che questi aiuti vadano alle popolazioni dell'Est Ucraina il che non è vero. Le popolazioni dell'Est Ucraina stanno subendo un'aggressione militare, anche in questi giorni, non credo che Poroshenko vada a offrire loro un milione di euro per aiuti.

Come veneti, penso, siamo stati i primi in Occidente a mandare aiuti al Donbass dove venivano distribuiti a chi veramente ne aveva bisogno. Questi nostri sono aiuti veri, non quelli promessi da Poroshenko.

L'opinione dell'autore può non coincidere con la posizione della redazione.
 

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