AC
Nuovo forumer
La BCE ha innalzato il tasso principale sui rifinanziamenti dal 3,75% al 4%.
Il rialzo era del tutto atteso dal mercato: secondo l'indagine condotta da Bloomberg tutti i 54 economisti interpellati si attendevano questo che rappresenta l'ottavo intervento nell'ambito del ciclo di restrizioni monetarie che ha preso le mosse a partire da fine novembre 2005, con tassi allora al 2%.
L'evoluzione della politica monetaria nel corso dei prossimi mesi appare più incerta. Nonostante un tasso d'inflazione (1,9% in aprile) inferiore all'obiettivo ufficiale del 2%, anche nella versione "core" che esclude le componenti più volatili rappresentate da energia e alimentari, la BCE sembra essere ancora intenzionata a prevenire i rischi sulla stabilità dei prezzi che potrebbero concretizzarsi nel medio periodo.
In effetti, l'abbondanza di liquidità nel sistema, l'elevato grado di utilizzo della capacità produttiva, l'evoluzione dei salari e le oscillazioni dei prezzi dell'energia rappresentano concreti rischi inflazionistici. Finora l'autorità monetaria ha cadenzato la propria manovra effettuando interventi ogni 2/3 mesi, per cui un eventuale nuovo rialzo potrebbe concretizzarsi verso la fine dell'estate, quando saranno note le statistiche sul PIL dell'intero primo semestre.
Il rialzo era del tutto atteso dal mercato: secondo l'indagine condotta da Bloomberg tutti i 54 economisti interpellati si attendevano questo che rappresenta l'ottavo intervento nell'ambito del ciclo di restrizioni monetarie che ha preso le mosse a partire da fine novembre 2005, con tassi allora al 2%.
L'evoluzione della politica monetaria nel corso dei prossimi mesi appare più incerta. Nonostante un tasso d'inflazione (1,9% in aprile) inferiore all'obiettivo ufficiale del 2%, anche nella versione "core" che esclude le componenti più volatili rappresentate da energia e alimentari, la BCE sembra essere ancora intenzionata a prevenire i rischi sulla stabilità dei prezzi che potrebbero concretizzarsi nel medio periodo.
In effetti, l'abbondanza di liquidità nel sistema, l'elevato grado di utilizzo della capacità produttiva, l'evoluzione dei salari e le oscillazioni dei prezzi dell'energia rappresentano concreti rischi inflazionistici. Finora l'autorità monetaria ha cadenzato la propria manovra effettuando interventi ogni 2/3 mesi, per cui un eventuale nuovo rialzo potrebbe concretizzarsi verso la fine dell'estate, quando saranno note le statistiche sul PIL dell'intero primo semestre.