La Cassa Pensione di Lugano sta perdendo milioni...!!!

C'erano amici lunghi sul cambio €/ch e alcuni con leva pari a 400
ora se usavano opzioni... hanno perso solo il premio
ma se utilizzavano i CFD SONO ROVINATI
perderanno anche le mutande
Trader e clienti: aumentano vittime voltafaccia Svizzera

Stampa Invia Commenta (36) di: WSI | Pubblicato il 16 gennaio 2015| Ora 15:52

Broker in crisi. Clienti FXCM (-90% in Borsa) hanno subito perdite ingenti.
Excel Markets chiude.
Non sono risparmiate nemmeno Barclays e Deutsche Bank.
Ingrandisci la foto
Il crollo delle azioni del broker FXCM in Borsa. I titoli perdono anche il 90% a un certo punto.




NEW YORK (WSI) - Aumentano di numero le vittime della decisione a sorpresa della SNB che ha sconvolto i mercati. Il bilancio è da bollettino di guerra.

I clienti di FCXM hanno subito perdite ingenti e tra i trader sono in molti a rischiare di perdere il posto di lavoro. I titoli di FXCM perdono il 90% in Borsa.

C'è chi chiede la testa di Thomas Jordan, il presidente della SNB, che spiazzando i mercati ha deciso di togliere il limite che ancorava il franco all'euro.

Come l'americana FXCM, anche Excel Markets, broker neozelandese, non riuscirà a rispettare i minimi di capitale richiesti dopo le perdite pesanti subite dai propri clienti.

Il bilancio di capitale di FXCM sarà negativo per 225 milioni di dollari. Il gruppo sta intavolando trattative con le autorità di regolamentazione per trovare soluzioni alternative che consentanto di fare tornare il capitale sui livelli precedenti alla decisione choc di ieri.

Da parte sua Excel Markets ha detto che "non saremo in grado di riprendere le attività. La posizione dei clienti sarà chiusa entro un'ora", hanno avvertito.

Sulle Borse si è registrato un crollo delle azioni di FXCM (-90% al momento).

Tra le altre vittime si possono citare Deutsche Bank (persi 150 milioni per effetto della volatilità improvvisa),
Barclays (perse decine di milioni di dollari)
e Interactive Brokers. Il gruppo ha riferito che diversi clienti hanno subito perdite in ecesso per un ammontare complessivo di 120 milioni di dollari, poco meno del 2,5% del valore netto del gruppo.

Anche se la scelta della SNB ha provocato un terremoto sui mercati, con l'euro che è sceso sulla parità rispetto al franco svizzero e la Borsa elvetica che ha ceduto l'8,48% (oggi perde un altro -4%), nel medio-lungo termine secondo gli analisti di Saxo Bank, "questa decisione sarà considerata non solo come decisamente razionale, ma anche come una tutela della crescita della Svizzera e delle sue aspettative di inflazione a lungo termine".

"La Banca Nazionale Svizzera ha di fatto riconosciuto che il ciclo economico deve seguire il suo corso e che l’artificiale debolezza del CHF ha avuto come conseguenza indiretta quella di gonfiare un mercato immobiliare già forte", secondo il chief economist Steen Jakobsen.

Detto questo, l'impatto sull'economia e le aziende svizzere si farà sentire. Se il franco dovesse nuovamente testare la parità contro l’euro, poi, "la SNB sarà obbligata a intervenire di nuovo per limitare il rafforzamento della valuta elvetica", ha scritto l'economista di Petercam Bart Van Craeynest.

(DaC)
 
Io tra lunedì e martedì proseguo a comprare CHF e parallelamente ad effettuare le dovute contromosse long... devo raggiungere una posizione tale da essere in guadagno sia con la posizione LONG che con quella SHORT...!!! :V
 
Io tra lunedì e martedì proseguo a comprare CHF e parallelamente ad effettuare le dovute contromosse long... devo raggiungere una posizione tale da essere in guadagno sia con la posizione LONG che con quella SHORT...!!! :V
come fai? :mmmm:


devo a te, se da allora, sono sempre short :cool:

non sono più capace di comperare niente... :specchio:
 
ipotesi affascinante

ipotesi affascinante


Gold Club: E se la SNB avesse Dovuto Abbandonare il PEG per Coprire una Gigantesca Posizione Short sull’Oro?

Di FunnyKing , il 17 gennaio 2015 8 Comment


Oggi un caro amico mi ha segnalato un articolo veramente affascinante, questo qui:
https://www.bullionstar.com/blog/koos-jansen/guest-post-i-have-a-theory-on-the-swiss-franc/





Parto dalle conclusioni: la SNB potrebbe avere assunto nel tempo una gigantesca posizione Short sull’oro e messa all’angolo da “forze di mercato” (ho detto Putin?) si è vista costretta a rivalutare il Franco per coprire senza danni, ovvero senza mandare sulla luna il prezzo dell’oro espresso in Franchi.
Ok mi rendo conto che l’ipotesi è lunare, però ci sono coincidenze veramente affascinanti.
Se vi ricordate sono mesi che su RC facevamo notare lo strano link fra Euro e Oro, ovvero lo strano PEG (ormai rotto) fra il prezzo dell’Oro espresso in Euro a circa 975€ all’oncia.
Ma c’è un particolare che ci era sfuggito: visto il PEG con l’Euro la stessa situazione laterale si era creata con il Franco intorno a 1150Chf all’oncia.

E dunque in realtà lo “strano” gold-standard era con il Franco e non con l’Euro (o con entrambi se volete).

In altre parole una “forza” respingeva l’apprezzamento dell’oro in CHF di fronte ad un mercato toro sul metallo giallo… e quella forza qui si ipotizza sia stata la SNB.
Poi c’è stato un break-out verso l’alto e…… solo dopo la BNS ha tolto il PEG e ha fatto rivalutare il Franco sia sull’Euro che sul Dollaro.
Andiamo anzitutto a vedere cosa è successo al prezzo dell’oro da quando nel 2011 la Svizzera ha messo il PEG con l’Euro:
1-651x386-650x385.png

Prima coincidenza: il prezzo dell’oro fa il suo massimo in $ (relativo, abbiate pazienza) nella settimana in cui la BNS pegga il Franco con l’Euro a 1,20.
Poi una lunga discesa, fino ad un periodo di relativa lateralità, infine alla fine del 2014, inizio 2015 (grazie zio Vlad) l’oro comincia a risalire e rompe al rialzo molti livelli:
2-651x273-650x273.png
3-651x299-650x299.png
4-651x308-650x308.png



Ci siete?



E ad un certo punto per la SNB è stato impossibile rimanere short sull’oro in franchi svizzeri, a meno di non far rivalutare il Franco.


Ora guardate il prezzo dell’Oro in Franchi:
5-651x326-650x325.png
6-651x335-650x334.png

Ok saranno solo coincidenze e/o suggestioni create ad arte con dei grafici, però uhmmmmm
p.s. se ipotizziamo un livello sopportabile dell’Oro in CHF per la SNB di 1150chf, abbiamo ancora un simpatico 7% di aumento del valore del metallo giallo in Franchi, magari qualcosa di più in Euro e Dollari.
p.p.s. poi c’è l’ipotesi che ora la SNB dovrà coprirsi.
p.p.p.s. sul perchè la SNB potrebbe essersi messa short sull’oro… beh non saprei, qui ci vuole sul serio qualche teoria complottista. Un fatto è certo, per la prima volta nella sua storia la SNB si è impicciata di politica svizzera, e lo ha fatto dando la sua autorevole (ora molto meno autorevole) opinione su un certo referendum.
 
Divertentissima da leggere! Per le terre di confine, è probabile che abbia fatto più "Jordan Belfort" del QE che farà Draghi.

Nicola Santarelli

Code al cambio e negozi vuoti, Chiasso cambia vita
Caccia all’euro, ma allo sportello limitano i prelievi
Volano i soldi, a Chiasso. Perfino troppi. Al punto che nella sede della Posta compare un cartello: «Visto il momento critico dovuto alla mancanza di liquidità il prelevamento massimo possibile allo sportello è di 2000 franchi». È la febbre da superfranco che qui intorno porta moltissimi a ritirare la valuta elvetica in banca per cambiarla in euro. «È un delirio», fa appena in tempo a dire la ragazza del cambiavalute Meetingpoint, alle prese le code che solo in tarda mattinata sfumano in un andirivieni comunque sostenuto. «È una bella soddisfazione mettere in tasca tutti questi euro - sorride Bettina Della Casa, una frontaliera che abita a Como ed è curatrice del museo cantonale d’arte di Lugano -. Ho però l’impressione che tra tre mesi ne pagheremo le conseguenze...». Negli uffici «cambio» che si susseguono dalla dogana lungo il corso San Gottardo (due giorni fa, quando il franco è scattato, molti sono rimasti chiusi), si affollano «non solo italiani - avvertono alla Western Union -, ma pure svizzeri che prendono euro a buon mercato per l’estate». Per qualcuno è l’occasione di chiudere con la Svizzera: «Voglio prelevare tutto, cosa me lo tengo a fare a questo punto un conto qui...», sussurra un cliente italiano, mentre chiede i cambi praticati da «Osacca».
La fila allo sportello
Le banche sono posti affollati. «Ho diversi clienti che cercano di chiudere i loro conti - confida un negoziante - ma le banche fanno prelevare solo poco per volta». Ostruzionismo? Macché. «È solo una questione tecnica legata alla scarsità di liquidità», ribatte Franco Citterio, direttore dell’Associazione bancaria ticinese. Il quale esclude che gli istituti dopo l’accordo con l’Italia sulla «voluntary disclosure» cerchino di frenare l’emorragia di clienti. «Noi - assicura Citterio - raccomandiamo agli istituti di consigliare la clientela a regolarizzare la propria posizione».
Benzinai e negozi
Anche dai distributori di benzina è calma piatta. «Lo vede? Anni fa qui c’era la coda. Ora entrano solo per chiedermi se cambio la valuta, uno voleva convertire 25 mila franchi!», racconta un’esercente di confine. Non distante c’è la Coop, un tempo meta privilegiata dello shopping italiano.

La gerente Donatella Bianchi non riesce ancora a quantificare il contraccolpo, «di certo rispetto a 5 anni fa il calo è notevole». La spesa la fanno in Italia anche gli svizzeri. Qui col super franco i prezzi dello zucchero - ricercato come i dadi che costano 3,95 franchi/euro per 5 cubetti da 22 grammi -, per un italiano in due giorni son passati da 0,92 euro circa a 1,10 euro al chilo. Il caffè? Il «Chicco d’oro» passa a 2,10 franchi (euro) all’etto dai precedenti 1,76 euro.

Anche gli altri negozi sono per lo più vuoti. «Da ieri ho venduto solo un pacchetto di sigarette - lamentano da una tabaccheria del corso -: sfido io, costano 8 franchi. Prima voleva dire 6,70 euro ora sono 8 euro tondi».
Al bar
I più si fermano dall’altra parte della dogana (lunghe code, ieri), a Pontechiasso. Alla cassa del bar Principe, Stefano sorride: «Le sigarette? Ormai vengono tutti qui in Italia, anche con l’ultimo aumento a 5,20 euro non c’è storia...». Come non c’è storia contro i 2,20 franchi, tradotti ugualmente in euro, che chiedono nel centrale bar Cerutti di Chiasso per un semplice caffè, 4,80 euro per cappuccino e cornetto. C’è chi si ingegna. Alla boutique Pelfini, abiti e accessori di lusso vintage Claire Pelfini è decisa: «Finché posso, terrò il cambio a 1,20 euro, come prima».


In gioielleria
Al negozio di orologi superlusso Audrino, Petra Ardizzoni è preoccupata: «Finora avevamo resistito alla crisi, ora spero che i fornitori possano rivedere i prezzi. Così facendo ci resta un solo vantaggio sui rivenditori italiani: possiamo ancora accettare contanti anche oltre i mille euro...».
Chi se ne infischia davvero è il gestore del Bar Oceano di Pazzallo, vicino Lugano. È l’unico club a luci rosse col permesso cantonale. «Non cambia nulla», dice Bernhard Windler. Per i clienti delle «signorine» che lavorano qui «spendere 100 o 110 euro non fa differenza: abbiamo un business di qualità».
 
E' un'ipotesi molto interessante... collima con i miei grafici postati nel forex... dove la questione non è con l'EURO ma è interna alla Svizzera...!!! :V
 
01.2015 – Le cose cambiano

Posted By Francesco On 21 gen 2015.

Che cosa è cambiato dopo la decisione della BNS di liberare il cambio del Franco Svizzero contro Euro?

Qualcosa di certo è cambiato.

In primo luogo, il re è nudo: le Banche Centrali, come tutti sanno ma nessuno dice, si sono ancora una volta dimostrate mentitrici strutturali, non per malevolenza, ma per convenienza, a volte (almeno nella loro opinione) per convenienza collettiva. Fino a tre giorni prima della decisione, la BNS ha detto pubblicamente che avrebbe difeso il cambio con ogni mezzo. Ci sono diverse opinioni sul perché ciò non sia successo. Si va da un eccesso di riserve valutarie nel bilancio della BNS (per difendere il livello di 1.20 la BNS ha dovuto acquistare enormi quantità di EUR), alla semplice presa d’atto che, lasciando il cambio contro EUR fisso, il CHF veniva massacrato contro USD, per finire con l’ipotesi di una perdita di fiducia nell’Euro stesso preventiva al QE della BCE. Certamente, per l’assunto iniziale, diffidiamo che la verità venga rivelata nei comunicati ufficiali. Sia come sia, la mossa della BNS potrebbe passare alla storia finanziaria come il primo atto deliberato di ribellione (o di autonomia) rispetto alla politica globale (keynesiana? dibattito aperto…) di creazione di moneta dal nulla. Semplicemente, la Svizzera si è dissociata e si è posta, per un motivo o per l’altro, sulla posizione del pensiero economico austriaco. Ma facciamo un passo indietro.


La grande storia del mondo è la bolla obbligazionaria.

Per decenni, i sistemi politici delle maggiori nazioni sono andati avanti comprando voti in cambio della promessa di sistemi sanitari, pensionistici e di creazione di infrastrutture. I politici, per essere eletti, hanno promesso di spendere le tasse in programmi sociali di cui gli elettori avrebbero beneficiato. Siccome ciascuno alla fine pensa che a pagare siano prevalentemente gli altri (ma, come diceva Sartre, gli altri siamo noi), il gioco è andato avanti. Quando si pensa che i soldi che vengono spesi non siano i tuoi, è facile firmare un assegno in bianco: e questo è esattamente ciò che è successo, con i governi di molte nazioni che sono andati avanti a promettere pensioni sicure, senza preoccuparsi di dove avrebbero trovato i soldi. Quando si è trattato di pagare il conto di queste promesse, i governi hanno capito che le tasse non sarebbero bastate e hanno cominciato a emettere debito (= obbligazioni): e questa è la vera origine della bolla obbligazionaria.

Le grandi banche, che avevano un monopolio nel trattare il debito pubblico, erano lasciate libere di gestire questa situazione per tre motivi:

1. loro e i loro grandi clienti potevano utilizzare gli asset “risk free” come i debiti governativi come collaterale a garanzia delle posizioni in derivati, che erano (sono) quelle dove le banche guadagnano i veri soldi; attualmente, il rapporto tra il debito globale (enorme) e i derivati è di 1:5

2. i governi erano ben felici di lasciare alla banche la patata quando era bollente, come si è visto nella crisi Lehman e ancora dopo nelle ondate di crisi del debito europeo;

3. i detentori di bonds governativi sono al top della catena alimentare finanziaria.
Dal momento che per decenni emettere debito governativo non è mai stato un problema, siamo arrivati dove siamo ora: al punto in cui questo debito non è più matematicamente sostenibile e sarebbe necessario tagliare le spese che questo debito finanzia. Ma tagliare le spese è un suicidio politico: per cui i governi – tutti – piuttosto di venir meno al contratto sociale con gli elettori hanno preferito (e stanno preferendo) usare qualunque mezzo per tirare avanti, emettendo sempre più debito per finanziare il vecchio debito e creando il modello del QE per sostenere questo schema, molto molto simile, a ben riflettere, a quello che oggi in diritto viene chiamato “autoriciclaggio”: se la suonano e se la cantano, emettono il debito e poi fanno il QE per ricomperarselo.
Non esiste letteralmente nessuna scorciatoia per uscire da questo vicolo cieco. Il fatto che le Banche Centrali stiano apertamente tagliando i tassi fino a portarli in negativo dovrebbe spiegare meglio di qualunque altro ragionamento quanto siamo avanti in termini di problemi. Per usare un paragone calcistico, siamo nei minuti di recupero, anche se non sappiamo quanti siano.

Cosa può succedere?

Come sarà il 2015?

Per ora, come ampiamente previsto nei post precedenti, i mercati stano metabolizzando questo pesante (indigeribile?) boccone con possenti rigurgiti di volatilità e cominciando a mettere in atto un (sottaciuto dai media) flight to quality verso i beni reali non iperinflazionati (oro, sul quale è entrato un segnale del quale hanno già ampiamente beneficiato i Portafogli Modello di Cicli e Mercati - Analisi dei mercati finanziari, Franco Svizzero).

Possiamo escludere un altro 2008?

Forse, per la semplice ragione che un 2008 si verifica solo se fallisce il sistema bancario. Il sistema bancario mondiale attuale è talmente solido, patrimonializzato e con i rischi sotto il controllo delle Banche Centrali, da poter sopportare il fallimento di uno Stato come la Spagna o l’Italia, figuriamoci una Grecia.
Quello che si puo’ affermare con alte probabilità che sia vero, è che il 2015 sarà l’anno in cui le Banche Centrali smetteranno o saranno forzate a smettere (vedi Banca Centrale Svizzera) di determinare i prezzi delle asset class attraverso l’acquisto delle stesse, in principal modo le obbligazioni Societarie sia High Yield che Investment Grade. Se lasciate libere, diverse asset class perderebbero tra il 10 e il 20% del loro valore. Il valore delle asset class con rischio di credito e rischio di tasso determinato dal mercato libero è diverso dal valore determinato dalle Banche Centrali (vedi Franco Svizzero, che per il mercato valeva il 20/30% in più del valore determinato dalla banca Centrale Svizzera). Diversi mercati azionari hanno valutazioni sostenibili solo grazie alla non competitività delle altre classi di asset (esempio: la borsa USA). In questo scenario di persistente dissonanza cognitiva dell’investitore, istituzionale o privato, l’unico motivo per il quale le Banche Centrali interverrebbero ancora sul mercato attraverso l’acquisto di titoli è solo se pensassero che un crollo dei mercati finanziari potrebbe determinare una nuova recessione.
La mia sensazione è che le Banche Centrali si stiano convincendo che un ribasso dei mercati finanziari non determinerebbe una recessione, almeno non peggiore di quella che già alcune aree rischiano, quindi il 2015 può essere l’anno della liberazione dal controllo delle Banche Centrali. Poi, come dimostrano le due citazioni qui sotto, chiunque si può sempre sbagliare nel valutare le situazioni.
I cannot imagine any condition which would cause a ship to founder. I cannot conceive of any vital disaster happening to this vessel. Modern shipbuilding has gone beyond that.” – Edward Smith, Capitano della RMS Titanic
One reason that risk premiums may be low is precisely because the environment is less risky… The Fed has long focused on ensuring that banks hold adequate capital and that they carefully monitor and manage risks. As a consequence, banks are well-positioned to weather the financial turmoil.” – Janet Yellen, attuale Governatore della FED, Luglio-Settembre 2007 (qualche mese prima della crisi)
(Nota – Il titolo del pezzo fa riferimento a un bellissimo film di David Mamet, “Things change“)


da Francesco Caruso ? Blog di analisi dei mercati finanziari - 01.2015 ? Le cose cambiano
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto