LA FELICITA' E' DENTRO Di NOI... MA SIAMO PIENI DI SPIFFERI

DANY1969

Forumer storico
:confused:o_O
... e gli azionisti Unicredit lo sanno bene :wall:. Oggi staccano il dividendo... che faccio... mi godo i millemilamijardi di euri che mi spettano... o mi prendo le azioni perchè tanto andranno a 40 euri :-?:mumble::specchio::titanic:
Nel frattempo... ho bisogno di emozioni forti :-o... vado a leggere il mio estratto conto :cry::tristezza::depresso:
Il tempo di vestirmi e arrivo :-o:melo::daisy:
Buona settimana a tutti :)
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Strano popolo. L'Italiano. Si lamenta, chiacchiera, maledice, benedice....e poi quando deve esercitare un diritto....." ma a me cosa interessa ? tanto ci pensano gli altri".

ROMA – Il quorum al referendum sulle trivelle non è stato raggiunto: ha votato solo il 31,18% degli elettori e quindi la consultazione non è valida.
Inutile quindi la netta vittoria del Sì tra chi è andato a esprimere il proprio voto( 13 milioni di sì circa e 2 milioni di no):
l’attività di estrazione di petrolio e gas entro le 12 miglia dalla costa potrà continuare fino all’esaurimento del giacimento, per le concessioni già attive

Però ce n'è uno che non rinuncia mai a fare una dichiarazione da cazzaro. Da coatto della politica. Uno che non può vantare diritti, ma che somiglia tanto a qualcuno che
in tempi passati - il secolo scorso per intenderci - esercitava il potere con una certa arroganza. Oh, per carità, cosa belle ne avrà fatte, ma arrogante. Sempre


“Il governo non si annovera nella categoria dei vincitori ma crede che i vincitori siano gli operai e gli ingegneri che domani torneranno alle loro piattaforme sapendo di aver conservato il posto di lavoro. E’ per loro che ho invitato all’astensione. Levo il calice con quelle oltre diecimila persone che hanno conservato il posto di lavoro. Gli sconfitti non sono i cittadini che hanno votato, chi vota non perde mai. Ma sono quei pochissimi consiglieri regionali che hanno voluto cavalcare il referendum Si potevano risparmiare 300 milioni di euro. Ho molto sofferto per non essere andato a votare”.

Poi attacca i promotori del referendum
: “Ma gli sconfitti ci sono, sono quei consiglieri regionali e alcuni presidenti di regione che hanno cercato questo voto”.

Vorrei far presente all'emerito, ma andrò a scriverglielo su qualche social, direttamente a lui, di piantarla di prenderci per il kulo.
Perchè quei lavoratori erano perfettamente a conoscenza che alla scadenza della concessione non avrebbero perso il posto di lavoro,
ma sarebbero andati a lavorare su di un'altra piattaforma. E quella legge che estende la concessione "usque ad mortem" della materia estratta
è vergognosa.....ma di vergognoso c'è qualcosa di ben più grave......la legge elettorale.
 
Duro il commento di Pippo Civati. “Probabilmente alle 23 avranno votato 15 milioni di persone.

Il premier ha vinto le primarie con due milioni di voti, scalzando Letta e quando fece il famoso 40% alle europee erano 11 milioni.

I suoi scherani che insultano gli elettori che sono andati a votare dovrebbero andare a nascondersi – dichiara in una nota il deputato di Possibile –
Il ‘ciaone’ diventa un arrivederci a ottobre”.
 
ROMA – Pensioni 2030 Inps fa crac? Buste arancioni troppo ottimiste.
Ci sono un paio di date cruciali per la tenuta del sistema pensionistico, due scenari realistici e allarmanti: nel 2030, quando i figli del baby boom andranno in pensione, l’Inps potrebbe non riuscire più a pagare gli assegni, nel 2040 la percentuale di pensionati rispetto ai lavoratori passerà dal 37% di oggi al 65% , cioè da 1 su 3 a 2 su 3.

Pensioni 2030, l’anno zero.
Quando i nati nel biennio 1964/65 compiranno 66 e 67 anni ci sarà un picco di domande di pensionamento all’Inps.
L’istituto prevede una crescita media dell’1,5% del Pil, ma nel 2015 è rimasto inchiodato sotto l’1%, le stime del 2016 sono ferme all’1,2% e il 2030 è fra una quindicina d’anni, praticamente dietro l’angolo.

Il periodo più critico arriva fino al 2035.
Poi, se le casse dell’Inps reggeranno, anno dopo anno la situazione dovrebbe migliorare per stabilizzarsi tra il 2048 e il 2060
 
Ovvio che nella discussione generale sulla sostenibilità del sistema resti centrale la riforma Fornero del 2011, vituperata da ogni parte e sempre in procinto di essere rivista, ma che intanto, insieme alla riforma del 2007, produrrà un risparmio di 30 miliardi di euro l’anno per i prossimi 15 anni (lo ha rilevato la Corte di Conti). «Con la disoccupazione che abbiamo e la mancata crescita economica, in un’Italia sempre più anziana, l’Inps rischia di saltare entro 15 anni. L’Inps presuppone il canonico 1,5% di crescita del Pil, ma chi l’ha detto che sarà così?”, segnala Raffaele Marmo, già collaboratore dell’ex ministro del Welfare Maurizio Sacconi e poi della stessa Fornero.

Invecchiamento popolazione irreversibile. «Il rapporto tra la popolazione attiva (20-65 anni) e i pensionati si raddoppierà nel giro di una generazione. La percentuale di pensionati rispetto ai lavoratori passerà dal 37% di oggi al 65% nel 2040 (da 1 su 3 a 2 su 3)», segnala invece Gian Carlo Blangiardo, ordinario di Demografia all’Università Bicocca di Milano. L’irreversibile processo di invecchiamento della popolazione italiana, cioè, raddoppierà il carico delle pensioni. Il problema dell’invecchiamento si potrebbe risovere demograficamente, “sempre che prima del 2050 l’Inps non scoppi”, aggiunge Blangiardo.
 
ROMA – A metà a aprile almeno una parte dell’Italia già boccheggia, per il caldo anomalo. Punte di 30 gradi sono state registrate, nel corso del fine settimana, in diverse città. Ma anche le previsioni per l’estate sono allarmanti: quella del 2016 sarà la più calda degli ultimi 20 anni. In Italia potremmo avere anche un serio rischio siccità in alcune regioni. Le temperature saranno al di sopra della media e sfonderanno spesso il muro dei 40 gradi, associate ad un alto livello d’afa.

Secondo i dati consultati dagli esperti di meteo, bisogna andare indietro fino al 1996 per trovare un altro periodo di alta stagione così rovente. Per ora si tratta, tuttavia, di previsioni, ma che sono suffragate dai modelli matematici, nella fattispecie il modello europeo Ecmwf (European Center Medium Weather) il cui responso è nient’affatto che incoraggiante per chi non gradisce le temperature roventi e l’afa.
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ROMA – Ha fotografato i vigili in divieto di sosta, perché non ricevevano multe a differenza sua. E così una donna è stata denunciata. E’ successo a Roma, come racconta Il Messaggero:

Gli impiegati dell’agenzia assicurativa hanno raccontato in aula, davanti al giudice monocratico di Roma, che le loro autovetture parcheggiate in divieto lungo la via venivano continuamente multate mentre stessa sorte non riguardava le vetture private dei vigili lasciate ugualmente in sosta vietata. «C’era una continua lite – ha detto uno degli impiegati sentito come testimone – perché alle nostre auto facevano le multe mentre alle loro no, anche se erano sempre in divieto. Per questo le forze dell’ordine ci dissero che se volevamo portare avanti una denuncia dovevamo fare delle fotografie». È per questo che i dipendenti delle assicurazioni hanno iniziato a fotografare le vetture dei vigili lasciate in divieto di sosta fino ad arrivare all’episodio avvenuto il primo ottobre del 2012 che ha portato alla denuncia di una delle impiegate. La donna, difesa dall’avvocato Debora Giordani, è a processo per interruzione di pubblico servizio, resistenza, oltraggio a pubblico ufficiale e ingiurie.

LA DISCUSSIONE Tutto è accaduto intorno alle nove del mattino: l’impiegata delle assicurazioni ha fotografato alcune vetture in divieto di sosta, mentre da una di queste due vigili stavano scaricando della merce sequestrata a dei venditori ambulanti. Ne è nata una discussione e la donna è stata portata negli uffici dei vigili per l’identificazione e per fornire spiegazioni. Secondo quanto denunciato dai vigili l’impiegata avrebbe avuto un atteggiamento oltraggioso e li avrebbe anche insultati. La donna ha avuto poi anche un malore tanto da esser stato richiesto l’intervento di un’ambulanza. L’accusa l’interruzione di pubblico servizio si sarebbe concretizzata nell’aver intralciato le operazioni di scarico della merce sequestrata dalla vettura di servizio. I PRECEDENTI Nel corso del dibattimento è emerso che anche altri impiegati delle assicurazioni avevano, nei giorni precedenti, fotografato alcune vetture in sosta vietata dei vigili. «Una volta – ha spiegato un testimone – abbiamo chiamato il comando centrale dei vigili chiedendo di intervenire con un carro attrezzi che non è mai arrivato. Chiamavamo i vigili per auto in divieto ben sapendo che si trattava di auto private di loro proprietà». In un altro caso un impiegato aveva fotografato la vettura di una vigilessa lasciata in corrispondenza della rampa per disabili: «La vigilessa – ha spiegato l’uomo – mi vide, tornò in dietro e disse che avrebbe spostato immediatamente l’auto, come infatti fece».
 
Avrebbe fatto pressioni a ristoratori e commercianti abusando della sua posizione di comandante dei carabinieri per ottenere sconti e favori. Finito davanti al giudice dell’udienza preliminare Umberto Donà con l’accusa di concussione Romeo Zuanigh, 45 anni, difeso dall’avvocato Katia Salvalaggio, ha patteggiato due anni di reclusione con il riconoscimento delle attenuanti generiche e la sospensione della pena. L’uomo avrebbe infatti già risarcito parte delle sue vittime, ma non tutte: alcuni ristoratori hanno preferito che la questione venisse risolta davanti al giudice. Secondo le contestazioni della procura l’uomo (attualmente sospeso dal servizio) avrebbe abusato della sua posizione per ottenere favori da commercianti e ristoratori, sotto la minaccia che li avrebbe fatti ispezionare se non avessero sottostato alle sue richieste. Le vittime erano soprattutto titolari di ristoranti in cui il sottufficiale avrebbe più volte cenato insieme alla famiglia senza però pagare il conto. Addirittura, di fronte a qualche reticenza, il comandante avrebbe fatto intuire la possibilità di ispezioni successive. Era stato il comandate provinciale a rivolgersi direttamente nel 2009 all’allora capo della Procura di Treviso, Antonio Fojadelli, che aveva coordinato l’indagine condotta dai carabinieri del Reparto Operativo di Treviso e della Compagnia di Castelfranco. Erano stati poi gli stessi colleghi a notificare a Romeo Zuanig la misura detentiva, gli arresti domiciliari. Invece del carcere, Zuanig era stato così costretto a rimanere nel suo alloggio di servizio sopra la caserma dell’Arma di Istrana.
 

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