Ovvio che nella discussione generale sulla sostenibilità del sistema resti centrale la riforma Fornero del 2011, vituperata da ogni parte e sempre in procinto di essere rivista, ma che intanto, insieme alla riforma del 2007, produrrà un risparmio di 30 miliardi di euro l’anno per i prossimi 15 anni (lo ha rilevato la Corte di Conti). «Con la disoccupazione che abbiamo e la mancata crescita economica, in un’Italia sempre più anziana, l’Inps rischia di saltare entro 15 anni. L’Inps presuppone il canonico 1,5% di crescita del Pil, ma chi l’ha detto che sarà così?”, segnala Raffaele Marmo, già collaboratore dell’ex ministro del Welfare Maurizio Sacconi e poi della stessa Fornero.
Invecchiamento popolazione irreversibile. «Il rapporto tra la popolazione attiva (20-65 anni) e i pensionati si raddoppierà nel giro di una generazione. La percentuale di pensionati rispetto ai lavoratori passerà dal 37% di oggi al 65% nel 2040 (da 1 su 3 a 2 su 3)», segnala invece Gian Carlo Blangiardo, ordinario di Demografia all’Università Bicocca di Milano. L’irreversibile processo di invecchiamento della popolazione italiana, cioè, raddoppierà il carico delle pensioni. Il problema dell’invecchiamento si potrebbe risovere demograficamente, “sempre che prima del 2050 l’Inps non scoppi”, aggiunge Blangiardo.