ricordiamo che se Profumo non avesse presentato le dimissioni
sarebbe stato sfiduciato
quindi
ha accettato optorto collo le dimissioni per incassare 2 milioni di euro in più che poi ha elatgito in beneficienza
Unicredit,Geronzi
reoccupa logica Fondazioni,Profumo primo caso
giovedì 23 settembre 2010 09:36
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ROMA (Reuters) -
La crisi al vertice di Unicredit culminata con le dimissioni dell'AD Alessandro Profumo non ha a che fare con la presunta scalata dei soci libici, ma
è frutto di un "malinteso senso del radicamento con il territorio" che esprimono in questa fase le Fondazioni bancarie. Lo ha detto Cesare Geronzi presidente di Generali in un colloquio con il quotidiano la Repubblica.
Quindi dietro il caso Profumo c'è il comportamento delle Fondazioni azioniste "che stanno riproducendo antiche formule del passato....e in nome di questo malinteso senso del radicamento con il territorio le Fondazioni rischiano di disgregare il sistema, mentre c'è bisogno di cementarlo", dice
Geronzi, aggiungendo, "questo mi preoccupa molto".
Il banchiere oggi al vertice di Generali avverte: "Unicredit è il primo esempio. Ce ne potrebbero essere altri. Non Banca Intesa, per fortuna, dove Bazoli ha gestito al meglio la fase critica".
MAI PENSATO A PROGETTO FUSIONE MEDIOBANCA-GENERALI
Geronzi nega quindi, diversamente da come ricostruito ieri dal quotidiano La Repubblica, che ci sia un disegno orchestrato da governo e dallo stesso Geronzi per arrivare a una fusione Mediobanca con Generali.
Un progetto che Geronzi smentisce con decisione parlando di "fantascienza" e dicendo "non ci penso, non ci ho mai pensato", e non c'è né il rischio di una scalata dei soci libici, oggi con oltre il 7,5% di Unicredit, né tantomeno di una germanizzazione della banca di Piazza Cordusio, evocata ieri dal leader della Lega Umberto Bossi.
Su questo il giudizio di
Geronzi è duro: "Non diciamo sciocchezze. Far serpeggiare adesso il rischio della scalata dei tedeschi con il solito slogan del 'no pasaran', dopo aver gridato al pericolo dei libici, mi pare davvero un modo stravagante e propagandistico di leggere gli eventi".
Infine critica aspramente, pur ricordando di non essere azionista Unicredit, la modalità con cui Profumo è stato dimissionato.
"Il caso Profumo non è degno di una banchetta di provincia...Il consiglio di amministrazione dell'altro ieri,
con gente che entra e che esce e foglietti che volano da un tavolo all'altro, è uno spettacolo avvilente", taglia corto Geronzi.
"In Francia e in Germania una cosa del genere non sarebbe mai accaduta", aggiunge.
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