utente eschimese
Nuovo forumer
rapporto riservato di Vitale & Associati sullo stato di salute del gruppo:
1,4 miliardi di debiti, 366 milioni il valore degli immobili
Patrimonio netto negativo anche se vende a caro prezzo le azioni Rcs
WALTER GALBIATI
Stefano Ricucci
MILANO - Un gruppo sull'orlo del fallimento. In pieno "disequilibrio patrimoniale e finanziario", causato da almeno quattro motivi. Una perdita sui cambi con la Popolare Italiana da 62 milioni di euro. La riduzione del valore delle azioni Rcs. Il sequestro dei titoli (e quindi delle plusvalenze) Antonveneta. E la scarsa capitalizzazione del gruppo, il cui patrimonio netto è pari a soli 1,2 milioni di euro. Sono queste le premesse con le quali si apre il fascicolo riservato di 43 pagine sul gruppo Magiste preparato dagli advisor della Vitale & Associati che oggi sarà sul tavolo dell'incontro con i vertici della Popolare Italiana.
È una prima fotografia, scattata lo scorso 31 ottobre, del castello di società che fanno capo a Stefano Ricucci. Società che molti revisori non hanno voluto certificare o non sono riusciti ad analizzare fino in fondo. Del resto la stessa Vitale & Associati a pagina 2 del documento si affretta a precisare che "non rilascia alcuna dichiarazione e non presta alcuna garanzia circa la correttezza, l'accuratezza, la veridicità e la completezza delle informazioni". E declina ogni responsabilità.
La situazione patrimoniale di fine ottobre presenta, a fronte di un passivo di 1,592 miliardi di euro, costituito per lo più da debiti bancari (1,418 miliardi), un attivo di pari valore e principalmente composto da immobili (366,8 milioni), crediti vari (60,7 milioni), titoli Rcs (621,8 milioni), altre azioni (Antonveneta, Capitalia, Mps e Bpi per 500 milioni) e liquidità per 34,4 milioni di euro.
Da allora, però, qualcosa è cambiato. Sono state vendute un po' di azioni in portafoglio (Mps e Capitalia) per diminuire l'esposizione verso le banche, la Procura di Milano ha provveduto a cedere la quota Antonveneta all'Abn Amro confiscando tutti gli introiti e la Popolare Italiana ha avviato le procedure per escutere i pegni sui titoli Rcs. E saranno proprio i risvolti di queste due ultime operazioni a decretare il futuro di Ricucci e della sua galassia di società. Secondo una simulazione della Vitale & Associati, a fine marzo il patrimonio netto del gruppo Magiste nella peggiore delle ipotesi sarà in negativo per quasi 180 milioni di euro. E nella migliore in rosso per 75,6 milioni di euro.
A decretare le dimensioni reali del "buco" sarà ovviamente l'esito della partita Rcs. Ovvero il prezzo a cui saranno venduti i titoli in pegno alla Popolare Italiana. Se si riuscirà a piazzarli a 4,1 euro, si avrà lo scenario peggiore, mentre quello migliore ipotizza una cessione a 5 euro. I contatti con i possibili compratori, come il patto di sindacato tra i grandi soci o la stessa Rcs nell'ambito di un buy back, proseguono serrati, ma sul tavolo rimane sempre aperta la possibilità di creare un prodotto strutturato, come una obbligazione convertibile o convertenda (tradizionale o con vendita differita) per la quale hanno proposto alcune soluzioni la Lehman Brothers, la Goldman Sachs e la Dresdner.
Un'ulteriore riduzione dello sbilanciamento patrimoniale della Magiste potrebbe arrivare dalla sorte dei soldi incassati con il pacchetto Antonveneta. La cessione agli olandesi ha procurato 381,2 milioni di euro, 231 milioni dei quali hanno permesso di sistemare i crediti verso Deutsche Bank, Meliorbanca, Banca Intermobiliare, SocGen e parte di quelli verso la Popolare Italiana. La plusvalenza (56 milioni di euro), invece, è stata confiscata dalla Procura, mentre i restanti 94 milioni sono finiti su un conto sorvegliato dal custode giudiziale Emanuele Rimini per garantire eventuali altri creditori.
Dimenticata la plusvalenza, che non tornerà mai nelle disponibilità di Ricucci, nei piani della Vitale & Associati quei 94 milioni di euro restano un tassello fondamentale per salvare il gruppo. Secondo le stime degli advisor, ne avanzeranno solo 16,4 milioni, perché ben 77 milioni serviranno per coprire i fabbisogni che si presenteranno da qui a giugno. Nel dettaglio, quei soldi aiuteranno a rimpolpare il patrimonio netto se andranno a coprire 3,2 milioni di euro per oneri finanziari su mutui maturati al 31 marzo, 12,7 milioni per retribuire consulenti e amministratori e 13 milioni di euro per ristrutturare l'immobile di Via Lima in base agli accordi presi con la Confcommercio. Altri 47,9 milioni di euro, invece, se ne andranno per imposte da pagare entro giugno 2006.
La situazione in ogni caso appare difficile, perché per risolversi definitivamente ha comunque bisogno dello stralcio dei crediti della Popolare Italiana non coperti da garanzie. L'incontro di oggi è la prima tappa di una trattativa che non può prolungarsi più di tanto. I legali consigliano alla Popolare Italiana di andare per la loro strada, perché non si sa quali altre sorprese possa riservare il gruppo Magiste, mai certificato. Perché Magiste ormai cammina sull'orlo del burrone.