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Analisi Mibtel, prospettive, economia statunitense, Cirio, Argentina, Mercati Obbligazionari e Valutari
Buonasera,
continua la fase ribassista del Mibtel che riporta i livelli grafici verso il primo supporto statico dei 18.700 punti indicato ieri. Per la precisione, a 18.700 punti troviamo uno statico daily, mentre a quota 18.680 punti vi è il supporto più importante per il grafico orario. Oggi il Mibtel ha trovato minimo a 18.687 punti e da tale valore ha saputo ripartire, mantenendo a fine giornata il supporto daily e disegnando una Spinning Top di indecisione. Le nostre attese per il futuro prossimo rimangono immutate: un proseguo della fase ribassista dell’indice senza accelerazioni, con possibilità di sporadici rimbalzi tecnici e ciclicità dei settori (a sfavore delle banche e a favore di telefonici ed energetici). Attenzione ai 18.400 punti, che se persi o messi in seria discussione, potrebbero scatenare un’accelerazione ribassista non indifferente. Con tutta probabilità, un rimbalzo tecnico di una certa consistenza si avrà a livello di indice quando assicurativi e bancari freneranno il loro trend ribassista di breve periodo e tale eventualità, a giudicare dai grafici, ci sembra ormai prossima.
Oggi è stata giornata di dati marco per l’economia a stelle e strisce, con la revisione definitiva del dato sul PIL del secondo trimestre, rivisto al rialzo al 3,3% rispetto al precedente 3,1%. L’incremento trimestrale del PIL è il più sostenuto dal III trimestre del 2000 e secondo la sua composizione, risulta anche che gli utili delle imprese statunitensi hanno registrato un incremento medio del 14,5%, incremento mai raggiunto dal quarto trimestre 2001. Infine, tra le varie componenti del dato sul PIL è possibile vedere l’incremento rilevante dei consumi, pari al 3,8% e quindi quasi doppio al dato relativo al primo trimestre.
Esposto in questo modo, la revisione sul dato relativo al PIL del secondo trimestre sembra essere una notizia fortemente positiva, eppure i Mercati Azionari hanno accolto tiepidamente il tutto. I motivi per le reazioni insipide di oggi possono sfuggire ai più ed anche a commentatori esperti, in realtà questi sono tutti significativi e vari:
poco dopo il dato sul PIL, è stato comunicato quello relativo all’indice Michigan; questo è sceso a Settembre è sceso a 87,7 punti dagli 89,3 punti del mese di Agosto, discesa che ha interessato soprattutto la componente legata alle prospettive future. Per capire le motivazioni per cui negli Stati Uniti è possibile soppesare un dato sulla fiducia rispetto ad un dato economicamente ben più importante, poiché rappresentante la crescita della ricchezza stessa del Paese, si deve sempre tenere presente che il sistema economico statunitense è principalmente basato su due pilastri: i consumi, che alimentano enormemente ogni ciclo di sviluppo economico e il basso tasso di disoccupazione. Sul primo elemento, basta dire che un cittadino statunitense riesce a consumare quasi 4 volte le risorse di un cittadino europeo (o forse è meglio dire della media pro capite dei consumi in Europa, viste le profonde diversità dei Paesi del vecchio continente) e nell’arco della sua vita, non sono rari gli intervalli di tempo in cui spende molto più di quello che guadagna. Sul secondo elemento è sufficiente dire che il livello di tassazione relativamente basso, le spese per il Welfare seppur notevolmente ridotto rispetto all’Europa e le enormi spese militari, rimangono tutti compatibili con le esigenze di bilancio grazie ai bassi tassi di disoccupazione, che consentono una contribuzione pro capite relativamente alta ai conti dello stato. Quando si indebolisce uno qualsiasi di questi elementi, l’economia statunitense “va a rotoli”.
Il pur positivo dato sul PIL del secondo trimestre, se letto ed approfondito adeguatamente, si ridimensiona non poco. Per citare degli esempi pratici e calzanti, l’incremento degli utili societari è dovuto solo in minima parte ad una ripresa della produzione, poiché la gran parte del merito va alla notevole riduzione della pressione fiscale decisa dall’amministrazione Bush. Minore pressione fiscale significa minori tasse e quindi utili poco erosi.
Un altro esempio opportuno riguarda la composizione dell’incremento dei consumi; infatti, si deve tenere conto che la spesa per la difesa, con il recente conflitto in Iraq, si è incrementata del 45,8% su base trimestrale, un incremento mai visto dal 1951, quando la guerra fredda faceva del riarmo una necessità primaria e gli Stati Uniti erano impegnati in Corea del Nord. Quando parliamo di spesa per la difesa statunitense parliamo di stanziamenti annui pari anche a 4 volte l’intero PIL italiano e di conseguenza, un incremento seppur minimo può andare ad incidere notevolmente sul prodotto interno del Paese. Non a caso una delle accuse dei movimenti pacifisti è legata a campagne militari statunitensi puntualmente ingaggiate in fasi di depressione economica.
Dal punto di vista societario, oggi è stata senza dubbio la giornata di Cirio, poiché la relazione dei tre commissari giudiziali per il gruppo Cirio è stata depositata nella sezione fallimentare del Tribunale civile di Roma. Secondo indiscrezioni, i tre commissari avrebbero dato parere favorevole all’amministrazione straordinaria e di conseguenza, ipotizzano che l’azienda possa essere ancora salvata attraverso la cessione delle attività non strategiche e il risanamento delle attività agroalimentari, costituenti il vero core business di Cirio.
Uno sguardo agli altri Mercati. Il Mercato Obbligazionario, dopo una mattinata in debolezza ha visto sobbalzare al rialzo le quotazioni dei Bond Euro in concomitanza al rilascio dei dati macro statunitensi. In notevole rialzo anche i BTP, con le obbligazioni a medio lungo termine che registrano gli incrementi più marcati. I rendimenti sull’emissione decennale hanno registrato i massimi delle ultime sette settimane, incanalando un trend rialzista davvero notevole per la continua e quasi ininterrotta fase rialzista che lo caratterizza. Il Mercato Valutario ha visto un indebolimento dell’Euro, che quindi reagisce negativamente al dato sul PIL statunitense temendo una migrazione oltreoceano degli investimenti privati. Il Mercato Minerario vede il calo delle quotazioni dell’oro, dopo il massimo settennale registrato ieri. Il calo è imputabile anche all’annuncio della Banca Centrale Svizzera inerente alla vendita di 284 tonnellate di oro da effettuare entro la fine di Settembre.
Indubbiamente, le indicazioni emergenti dagli altri principali Mercati non sono positive per i riflessi che potrebbero avere sul Mercato Azionario e a parte il leggero ridimensionamento dei prezzi sul Brent avvenuto oggi e dovuto principalmente ad un consolidamento del rialzo degli ultimi due giorni, non vediamo spunti positivi per attendersi un pronto e forte rilancio del rialzo. Negli ambienti finanziari si respira la voglia di consolidare i guadagni degli ultimi mesi e di andarsene un po’ al letargo. A nostro avviso invece, potrebbero esserci ancora per il quarto trimestre 2003 degli interessantissimi spunti operativi legati soprattutto ad eventuali anticipi di dividendi o dividendi straordinari, che di fatto dovrebbero portare ad un riposizionamento dei fondi comuni ad high yield sul Mercato Azionario italiano più che sul resto dell’Europa, poiché è proprio tra le S.p.A. italiane che si registrano tassi di redditività superiori a quelli degli altri principali Mercati Azionari europei.
Notizie positive per i detentori di titoli argentini: la Task Force Argentina (TFA), principale organizzazione italiana che rappresenta quasi il 90% degli investitori italiani che si ritrovano in portafoglio i titoli obbligazionari argentini soggetti a default, ha capito bene le regole della “battaglia” da ingaggiare con il governo di argentino e punta a fare fronte comune con i rappresentanti di associazioni francesi e giapponesi, al fine di raggiungere il 30% delle emissioni obbligazionarie colpite da insolvenza.
Infine, chiudiamo con la tragica notizia della scomparsa di Franco Modigliani, premio nobel per l’economia che come tanti altri illustri italiani, ha dovuto emigrare per fattori politici e di opportunità di crescita economica ed intellettuale. Oggi i commenti commemorativi dei personaggi politici ed economici di questo Paese si sono sprecati e sono stati sprecati, poiché in vita non è stato mai tenuto in debita considerazione per le sue idee sulla politica economica e più in generale sul sistema economico italiano, definite poco convenzionali a questo Paese. Oggi tutti ne commemorano la scomparsa esaltando il personaggio. Noi non siamo né con i primi né con i secondi, ma siamo parte di quella enorme massa di persone che ne ha saputo apprezzare sempre l’opera e che oggi tace davanti a tanto incoerente e nauseante opportunismo.
Buonasera,
continua la fase ribassista del Mibtel che riporta i livelli grafici verso il primo supporto statico dei 18.700 punti indicato ieri. Per la precisione, a 18.700 punti troviamo uno statico daily, mentre a quota 18.680 punti vi è il supporto più importante per il grafico orario. Oggi il Mibtel ha trovato minimo a 18.687 punti e da tale valore ha saputo ripartire, mantenendo a fine giornata il supporto daily e disegnando una Spinning Top di indecisione. Le nostre attese per il futuro prossimo rimangono immutate: un proseguo della fase ribassista dell’indice senza accelerazioni, con possibilità di sporadici rimbalzi tecnici e ciclicità dei settori (a sfavore delle banche e a favore di telefonici ed energetici). Attenzione ai 18.400 punti, che se persi o messi in seria discussione, potrebbero scatenare un’accelerazione ribassista non indifferente. Con tutta probabilità, un rimbalzo tecnico di una certa consistenza si avrà a livello di indice quando assicurativi e bancari freneranno il loro trend ribassista di breve periodo e tale eventualità, a giudicare dai grafici, ci sembra ormai prossima.
Oggi è stata giornata di dati marco per l’economia a stelle e strisce, con la revisione definitiva del dato sul PIL del secondo trimestre, rivisto al rialzo al 3,3% rispetto al precedente 3,1%. L’incremento trimestrale del PIL è il più sostenuto dal III trimestre del 2000 e secondo la sua composizione, risulta anche che gli utili delle imprese statunitensi hanno registrato un incremento medio del 14,5%, incremento mai raggiunto dal quarto trimestre 2001. Infine, tra le varie componenti del dato sul PIL è possibile vedere l’incremento rilevante dei consumi, pari al 3,8% e quindi quasi doppio al dato relativo al primo trimestre.
Esposto in questo modo, la revisione sul dato relativo al PIL del secondo trimestre sembra essere una notizia fortemente positiva, eppure i Mercati Azionari hanno accolto tiepidamente il tutto. I motivi per le reazioni insipide di oggi possono sfuggire ai più ed anche a commentatori esperti, in realtà questi sono tutti significativi e vari:
poco dopo il dato sul PIL, è stato comunicato quello relativo all’indice Michigan; questo è sceso a Settembre è sceso a 87,7 punti dagli 89,3 punti del mese di Agosto, discesa che ha interessato soprattutto la componente legata alle prospettive future. Per capire le motivazioni per cui negli Stati Uniti è possibile soppesare un dato sulla fiducia rispetto ad un dato economicamente ben più importante, poiché rappresentante la crescita della ricchezza stessa del Paese, si deve sempre tenere presente che il sistema economico statunitense è principalmente basato su due pilastri: i consumi, che alimentano enormemente ogni ciclo di sviluppo economico e il basso tasso di disoccupazione. Sul primo elemento, basta dire che un cittadino statunitense riesce a consumare quasi 4 volte le risorse di un cittadino europeo (o forse è meglio dire della media pro capite dei consumi in Europa, viste le profonde diversità dei Paesi del vecchio continente) e nell’arco della sua vita, non sono rari gli intervalli di tempo in cui spende molto più di quello che guadagna. Sul secondo elemento è sufficiente dire che il livello di tassazione relativamente basso, le spese per il Welfare seppur notevolmente ridotto rispetto all’Europa e le enormi spese militari, rimangono tutti compatibili con le esigenze di bilancio grazie ai bassi tassi di disoccupazione, che consentono una contribuzione pro capite relativamente alta ai conti dello stato. Quando si indebolisce uno qualsiasi di questi elementi, l’economia statunitense “va a rotoli”.
Il pur positivo dato sul PIL del secondo trimestre, se letto ed approfondito adeguatamente, si ridimensiona non poco. Per citare degli esempi pratici e calzanti, l’incremento degli utili societari è dovuto solo in minima parte ad una ripresa della produzione, poiché la gran parte del merito va alla notevole riduzione della pressione fiscale decisa dall’amministrazione Bush. Minore pressione fiscale significa minori tasse e quindi utili poco erosi.
Un altro esempio opportuno riguarda la composizione dell’incremento dei consumi; infatti, si deve tenere conto che la spesa per la difesa, con il recente conflitto in Iraq, si è incrementata del 45,8% su base trimestrale, un incremento mai visto dal 1951, quando la guerra fredda faceva del riarmo una necessità primaria e gli Stati Uniti erano impegnati in Corea del Nord. Quando parliamo di spesa per la difesa statunitense parliamo di stanziamenti annui pari anche a 4 volte l’intero PIL italiano e di conseguenza, un incremento seppur minimo può andare ad incidere notevolmente sul prodotto interno del Paese. Non a caso una delle accuse dei movimenti pacifisti è legata a campagne militari statunitensi puntualmente ingaggiate in fasi di depressione economica.
Dal punto di vista societario, oggi è stata senza dubbio la giornata di Cirio, poiché la relazione dei tre commissari giudiziali per il gruppo Cirio è stata depositata nella sezione fallimentare del Tribunale civile di Roma. Secondo indiscrezioni, i tre commissari avrebbero dato parere favorevole all’amministrazione straordinaria e di conseguenza, ipotizzano che l’azienda possa essere ancora salvata attraverso la cessione delle attività non strategiche e il risanamento delle attività agroalimentari, costituenti il vero core business di Cirio.
Uno sguardo agli altri Mercati. Il Mercato Obbligazionario, dopo una mattinata in debolezza ha visto sobbalzare al rialzo le quotazioni dei Bond Euro in concomitanza al rilascio dei dati macro statunitensi. In notevole rialzo anche i BTP, con le obbligazioni a medio lungo termine che registrano gli incrementi più marcati. I rendimenti sull’emissione decennale hanno registrato i massimi delle ultime sette settimane, incanalando un trend rialzista davvero notevole per la continua e quasi ininterrotta fase rialzista che lo caratterizza. Il Mercato Valutario ha visto un indebolimento dell’Euro, che quindi reagisce negativamente al dato sul PIL statunitense temendo una migrazione oltreoceano degli investimenti privati. Il Mercato Minerario vede il calo delle quotazioni dell’oro, dopo il massimo settennale registrato ieri. Il calo è imputabile anche all’annuncio della Banca Centrale Svizzera inerente alla vendita di 284 tonnellate di oro da effettuare entro la fine di Settembre.
Indubbiamente, le indicazioni emergenti dagli altri principali Mercati non sono positive per i riflessi che potrebbero avere sul Mercato Azionario e a parte il leggero ridimensionamento dei prezzi sul Brent avvenuto oggi e dovuto principalmente ad un consolidamento del rialzo degli ultimi due giorni, non vediamo spunti positivi per attendersi un pronto e forte rilancio del rialzo. Negli ambienti finanziari si respira la voglia di consolidare i guadagni degli ultimi mesi e di andarsene un po’ al letargo. A nostro avviso invece, potrebbero esserci ancora per il quarto trimestre 2003 degli interessantissimi spunti operativi legati soprattutto ad eventuali anticipi di dividendi o dividendi straordinari, che di fatto dovrebbero portare ad un riposizionamento dei fondi comuni ad high yield sul Mercato Azionario italiano più che sul resto dell’Europa, poiché è proprio tra le S.p.A. italiane che si registrano tassi di redditività superiori a quelli degli altri principali Mercati Azionari europei.
Notizie positive per i detentori di titoli argentini: la Task Force Argentina (TFA), principale organizzazione italiana che rappresenta quasi il 90% degli investitori italiani che si ritrovano in portafoglio i titoli obbligazionari argentini soggetti a default, ha capito bene le regole della “battaglia” da ingaggiare con il governo di argentino e punta a fare fronte comune con i rappresentanti di associazioni francesi e giapponesi, al fine di raggiungere il 30% delle emissioni obbligazionarie colpite da insolvenza.
Infine, chiudiamo con la tragica notizia della scomparsa di Franco Modigliani, premio nobel per l’economia che come tanti altri illustri italiani, ha dovuto emigrare per fattori politici e di opportunità di crescita economica ed intellettuale. Oggi i commenti commemorativi dei personaggi politici ed economici di questo Paese si sono sprecati e sono stati sprecati, poiché in vita non è stato mai tenuto in debita considerazione per le sue idee sulla politica economica e più in generale sul sistema economico italiano, definite poco convenzionali a questo Paese. Oggi tutti ne commemorano la scomparsa esaltando il personaggio. Noi non siamo né con i primi né con i secondi, ma siamo parte di quella enorme massa di persone che ne ha saputo apprezzare sempre l’opera e che oggi tace davanti a tanto incoerente e nauseante opportunismo.