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Politiche economiche, bancari, prospettive sul breve e consigli operativi.
Buonasera,
oggi vogliamo cominciare a parlare di un commento davvero singolare nel panorama economico mondiale: Otmar Issing, capo economista della BCE, ha dichiarato che vi è preoccupazione per l’elevata massa M3 nel sistema economico europeo e per questo la BCE segue attentamente la sua crescita per prevenire qualsiasi rischio di inflazione. Tradotto: la BCE non ha intenzione di diminuire il costo del denaro ed anzi è in allerta per aumentarlo in caso la massa M3 minasse la crescita economica attraverso il pericolo di un esplodere improvviso dell’inflazione.
Questa dichiarazione è quantomeno singolare, poiché in un contesto dove la Fed vede un enorme pericolo di deflazione, causato da prezzi e produzione in ribasso, enormemente superiore al pericolo inflazionistico a lungo termine, appunto causato da un’elevata massa M3 circolante, che nel lungo termine è come una mina vagante pronta ad esplodere, cioè a riversarsi in un incremento dei consumi e quindi, in seconda battuta, dell’inflazione, la BCE si preoccupa dei pericoli a medio termine ignorando quelli a breve termine e immanenti.
Sulla differente visone di politica economica e conseguentemente, sulla diversa politica monetaria applicata dai due guardiani dell’economia delle due maggiori macroaree economiche mondiali, si basa e si baseranno la sorte futura dei Mercati Azionari.
La BCE volge la propria politica economica esclusivamente nel mantenere stabili, entro certi livelli ritenuti ottimali per la crescita economica, i principali fattori economici e rivolge le sue forze a questo scopo di constante controllo e lungimirante nel medio lungo periodo, convinta che preservando tali equilibri l’economia possa quasi automaticamente costruire i propri cicli economici di espansione.
La Federal Reserve ha come principale scopo quello di assicurare alla nazione dei cicli economici espansivi per il maggiore periodo di tempo possibile e quindi è solita adottare una politica più aggressiva, volta a ridurre le fasi di rallentamento dell’economia con ogni mezzo, guardando i parametri dell’economia in termini più dinamici e asservendoli alla necessità improrogabile di rilanciare i cicli economici di sviluppo. Una volta terminato un periodo di contrazione e innescato un nuovo periodo di sviluppo, la Federal Reserve si occuperà anche di riportare velocemente i parametri economici del sistema a livelli ottimali, poiché è convinta che la riduzione dei cicli di contrazione economica e il rilancio dello sviluppo siano fondamentali ed una volta innescato un nuovo ciclo di crescita economica l’economia troverà automaticamente i fattori di crescita necessari per preservare il ciclo economico espansivo e la Federal Reserve dovrà avere funzione di controllo.
L’una politica è passiva, l’altra è attiva.
Non è nostra intenzione andare a vedere quale delle due sia migliore o peggio, quale sia “”giusta”” e quale “”errata””: ci troviamo ad operare nel primo sistema economico e quindi ne subiamo gli eventi positivi e negativi.
Quello che ci preme sottolineare è la differenza che si potrebbe creare a livello di performance dei Mercati Azionari se l’economia statunitense si mantenesse su tassi di crescita tre o quattro volte superiori a quelli europei e la BCE intervenisse in campo di politica economica incrementando il costo del denaro.
Tale scenario, tutt’altro che remoto, secondo molti analisti e commentatori economici potrebbe anche realizzarsi nel corso del primo e/o secondo trimestre del 2004 e la reazione dei Mercati Azionari europei non sarebbe di certo positiva.
Tornando ad eventi più strettamente legati al presente, oggi Piazza Affari finalmente mette a segno il rimbalzo economico tanto atteso e come preventivato da noi, tale rimbalzo parte proprio ai bancari e da quei 18.400 punti compresi nella fascia citata ieri e definita come probabile per dare vita ad un consistente rimbalzo tecnico.
Tra i bancari spiccano per ragioni diverse BNL e Popolari Unite.
La prima vive su rumors di possibili incrementi di quote da parte dei maggiori azionisti del gruppo, la seconda vede basare il rialzo odierno su motivi ben più solidi, legati agli ambiziosi obiettivi che si è data nel piano industriale 2003-2006. Mera speculazione ed investimenti azionario mirato sui fondamentali e volto ad puntare sul futuro di un azienda e sulla ripartizione dei suoi utili: due diversi modi di intendere la finanza e le Borse che oggi si sono ritrovati a remare nella stessa direzione per il settore bancario, contribuendo a trainare al rialzo indice settoriale e principali indici di Milano.
Appurato che il rimbalzo tecnico è in corso, l’interrogativo più importante è legata alla sua durata. A giudicare dalla forza del Mercato Obbligazionario e dalla serie di dati macro negativi che continuano ad arrivare dagli USA (oggi l’indice manifatturiero ha subito una discesa oltre le attese) verrebbe da pensare ad una nuova discesa; invece è proprio in questo clima in cui si scontano larga parte dei fattori negativi che potrebbero arrivare delle sorprese. Il Mercato Obbligazionario oggi si trova nella stessa situazione del Mercato Azionario di qualche settimana fa: il rialzo è stato lungo, privo di pause e molto accentuato; questo comporta ad un elevato rischio di prese di profitto che potrebbero scattare sulla prima notizia positiva rilevante e favorire un movimento secondario rialzista dell’Azionario molto più ampio di un semplice rimbalzo tecnico.
Se così sarà, il target rialzista più provabile per Piazza Affari sarà compreso tra i 19.050 punti e i 19.100 punti di indice Mibtel, con una prima significativa verifica in area 18.700/18.800 punti di Mibtel. Tutto ciò che accadrà successivamente dipenderà dai dati macroeconomici del quarto trimestre 2003 e di quelli dell’inizio del primo trimestre 2004; quello che sappiamo oggi è che le previsioni economiche a riguardo sono negative.
Come consigli operativi ribadiamo quanto detto ieri su Carraro, che oggi ci frutta un rialzo notevole e raggiunge il nostro primo target rialzista a 1,92 €. Di nuovo consigliamo di mettere a monitor Buzzi Unicem, che sta uncinando al rialzo ed in caso di break out dello statico a 9 euro beneficerebbe di un target rialzista primo a 9,5 €. Sempre su eventuali break out, stavolta dei 2,62 €, mettiamo a monitor Irce, con target finale a 2,75 € e Jolly Hotel sopra i 4,55 € di close, con target primo a 4,75 €.
Buonasera,
oggi vogliamo cominciare a parlare di un commento davvero singolare nel panorama economico mondiale: Otmar Issing, capo economista della BCE, ha dichiarato che vi è preoccupazione per l’elevata massa M3 nel sistema economico europeo e per questo la BCE segue attentamente la sua crescita per prevenire qualsiasi rischio di inflazione. Tradotto: la BCE non ha intenzione di diminuire il costo del denaro ed anzi è in allerta per aumentarlo in caso la massa M3 minasse la crescita economica attraverso il pericolo di un esplodere improvviso dell’inflazione.
Questa dichiarazione è quantomeno singolare, poiché in un contesto dove la Fed vede un enorme pericolo di deflazione, causato da prezzi e produzione in ribasso, enormemente superiore al pericolo inflazionistico a lungo termine, appunto causato da un’elevata massa M3 circolante, che nel lungo termine è come una mina vagante pronta ad esplodere, cioè a riversarsi in un incremento dei consumi e quindi, in seconda battuta, dell’inflazione, la BCE si preoccupa dei pericoli a medio termine ignorando quelli a breve termine e immanenti.
Sulla differente visone di politica economica e conseguentemente, sulla diversa politica monetaria applicata dai due guardiani dell’economia delle due maggiori macroaree economiche mondiali, si basa e si baseranno la sorte futura dei Mercati Azionari.
La BCE volge la propria politica economica esclusivamente nel mantenere stabili, entro certi livelli ritenuti ottimali per la crescita economica, i principali fattori economici e rivolge le sue forze a questo scopo di constante controllo e lungimirante nel medio lungo periodo, convinta che preservando tali equilibri l’economia possa quasi automaticamente costruire i propri cicli economici di espansione.
La Federal Reserve ha come principale scopo quello di assicurare alla nazione dei cicli economici espansivi per il maggiore periodo di tempo possibile e quindi è solita adottare una politica più aggressiva, volta a ridurre le fasi di rallentamento dell’economia con ogni mezzo, guardando i parametri dell’economia in termini più dinamici e asservendoli alla necessità improrogabile di rilanciare i cicli economici di sviluppo. Una volta terminato un periodo di contrazione e innescato un nuovo periodo di sviluppo, la Federal Reserve si occuperà anche di riportare velocemente i parametri economici del sistema a livelli ottimali, poiché è convinta che la riduzione dei cicli di contrazione economica e il rilancio dello sviluppo siano fondamentali ed una volta innescato un nuovo ciclo di crescita economica l’economia troverà automaticamente i fattori di crescita necessari per preservare il ciclo economico espansivo e la Federal Reserve dovrà avere funzione di controllo.
L’una politica è passiva, l’altra è attiva.
Non è nostra intenzione andare a vedere quale delle due sia migliore o peggio, quale sia “”giusta”” e quale “”errata””: ci troviamo ad operare nel primo sistema economico e quindi ne subiamo gli eventi positivi e negativi.
Quello che ci preme sottolineare è la differenza che si potrebbe creare a livello di performance dei Mercati Azionari se l’economia statunitense si mantenesse su tassi di crescita tre o quattro volte superiori a quelli europei e la BCE intervenisse in campo di politica economica incrementando il costo del denaro.
Tale scenario, tutt’altro che remoto, secondo molti analisti e commentatori economici potrebbe anche realizzarsi nel corso del primo e/o secondo trimestre del 2004 e la reazione dei Mercati Azionari europei non sarebbe di certo positiva.
Tornando ad eventi più strettamente legati al presente, oggi Piazza Affari finalmente mette a segno il rimbalzo economico tanto atteso e come preventivato da noi, tale rimbalzo parte proprio ai bancari e da quei 18.400 punti compresi nella fascia citata ieri e definita come probabile per dare vita ad un consistente rimbalzo tecnico.
Tra i bancari spiccano per ragioni diverse BNL e Popolari Unite.
La prima vive su rumors di possibili incrementi di quote da parte dei maggiori azionisti del gruppo, la seconda vede basare il rialzo odierno su motivi ben più solidi, legati agli ambiziosi obiettivi che si è data nel piano industriale 2003-2006. Mera speculazione ed investimenti azionario mirato sui fondamentali e volto ad puntare sul futuro di un azienda e sulla ripartizione dei suoi utili: due diversi modi di intendere la finanza e le Borse che oggi si sono ritrovati a remare nella stessa direzione per il settore bancario, contribuendo a trainare al rialzo indice settoriale e principali indici di Milano.
Appurato che il rimbalzo tecnico è in corso, l’interrogativo più importante è legata alla sua durata. A giudicare dalla forza del Mercato Obbligazionario e dalla serie di dati macro negativi che continuano ad arrivare dagli USA (oggi l’indice manifatturiero ha subito una discesa oltre le attese) verrebbe da pensare ad una nuova discesa; invece è proprio in questo clima in cui si scontano larga parte dei fattori negativi che potrebbero arrivare delle sorprese. Il Mercato Obbligazionario oggi si trova nella stessa situazione del Mercato Azionario di qualche settimana fa: il rialzo è stato lungo, privo di pause e molto accentuato; questo comporta ad un elevato rischio di prese di profitto che potrebbero scattare sulla prima notizia positiva rilevante e favorire un movimento secondario rialzista dell’Azionario molto più ampio di un semplice rimbalzo tecnico.
Se così sarà, il target rialzista più provabile per Piazza Affari sarà compreso tra i 19.050 punti e i 19.100 punti di indice Mibtel, con una prima significativa verifica in area 18.700/18.800 punti di Mibtel. Tutto ciò che accadrà successivamente dipenderà dai dati macroeconomici del quarto trimestre 2003 e di quelli dell’inizio del primo trimestre 2004; quello che sappiamo oggi è che le previsioni economiche a riguardo sono negative.
Come consigli operativi ribadiamo quanto detto ieri su Carraro, che oggi ci frutta un rialzo notevole e raggiunge il nostro primo target rialzista a 1,92 €. Di nuovo consigliamo di mettere a monitor Buzzi Unicem, che sta uncinando al rialzo ed in caso di break out dello statico a 9 euro beneficerebbe di un target rialzista primo a 9,5 €. Sempre su eventuali break out, stavolta dei 2,62 €, mettiamo a monitor Irce, con target finale a 2,75 € e Jolly Hotel sopra i 4,55 € di close, con target primo a 4,75 €.