ottimista 2011
forza magico torino
Questa volta concordo : sarebbe assolutamente utile portare le regioni da 20 a 8 - (lo stesso numero degli Stati Pre-unitari … tralasciando i minori tipo San Marino o il “ducato" di Guastalla etc.) - e lasciando intatte la Provincie : i poteri di speciale autonomia delle sopprimende regioni a statuto speciale (in pratica , quelle destinate a diluirsi sono solo le tre “continentali” e cioè il Trentino Alto Adige il FVG e la Valle d’Aosta) saranno devoluti alle rispettive provincie per il territorio di competenza provinciale
Qui non è passato , secondo me , un messaggio importante di Grillo : non si tratta di fare secessioni , nè palesi né occulte
Infatti , è bene sottolineare (e rassicurare) , i poteri possono rimanere gli stessi delle attuali regioni ordinarie o a statuto speciale …
Semplicemente si tratta , riducendo il numero delle regioni , di ridurre costi e sprechi e al contempo recuperare una sorta di identità storica . E al contempo ancora mantenere le Provincie (salvo alcune di recente istituzione , v. il caso della Sardegna) , che tanto costano pochisssimo …
Le regioni italiane credo abbiano oramai appalesato la profonda inefficacia a perseguire gli obiettivi istituzionali per i quali esse furono prevedute nella carta costituzionale del 1948 e infne stabilite nel 1970 (salvo quele speciali , che vennero stabilite prima).
L’inefficacia è dovuta all’incredibile forbice fra i costi , che sono enormi , e i benefici in termini sia materiali sia di “percezione” e partecipazione democratica in capo agli abitanti.
Una identità regionale non esisteva prima e non esiste oggi , dopo più di un quarantennio : l’italiano “sente” innanzi tutto il campanile , cioè il comune , e a seguire la provincia di appartenenza
Ad eccezione di Sardegna e Sicilia , che per la loro specificità insulare potrebbero e anzi sostanzialmente sono due Stati , sia pure non sovrani – tutte le altre , le regioni continentali , sono delle costruzioni giuridiche artificiali (con esclusione della Toscana che ad una spiccata personalità identitaria accompagna una storia statuale di primaria dignità: fu Granducato indipendente per 350 anni !).
Tanto per dirne una : i Lombardi erano gli abitanti delle attuali Lombardia ed Emilia (senza la Romagna papalina).
L’ideologia regionalista fu l’espressione di un compromesso finalizzato a cercare di tenere in qualche modo unito un Paese in sfacelo , dopo la ignominiosa disfatta dell’armistizio e la conseguente tripartizione in zone d’influenza : il cd. Regno del Sud sotto il governo militare alleato che dava ordini al Re rifugiatosi a Brindisi , Roma città aperta , il Nord che si autoliberò dai Tedeschi col fenomeno partigiano , … e non scordiamoci della Sicilia separatista
Gli italiani avevano assaporato , pur nei tragici mesi ad epilogo della guerra , il sapore dell’indipendenza e occorreva trovare in qualche modo una soluzione di compromesso ,per salvare l’assetto unitario , gradito alla grande Finanza e alla grande Industria (oggi diremmo i Poteri Forti) , e da inserire nella nuova carta costituzionale destinata a subentrare allo statuto Albertino : ebbene , tale compromesso furono le regioni
Nella realtà fattuale della loro esistenza le regioni si appalesarono subito , benchè l’apoteosi si realizzasse nell’ultimo ventennio (anche a seguito della celebre “discesa in campo” di chi sappiamo …) , come una formidabile idrovora di denaro pubblico nonché un appetibilissimo approdo per le ambizioni politiche di cacicchi locali , espressione del peggior politicume italico .
Insomma , una duplicazione del governo centrale nella sua forma deteriore
Bisogna ribadire che vi è un solo istituto che dà vita e attuazione al principio localistico – affiancandosi al Comune e alla Provincia : il Collegio elettorale Uninominale .
Il cittadino , in un sistema democratico e correttamente bilanciato fra istanza centrale e istanze locali , avrà come riferimenti istituzionali :
il Sindaco del Comune di residenza ,
il Presidente della Provincia di appartenenza
e infine il Rappresentante del Collegio Uninominale del Territorio
… cioè il delegato che promuove gli interessi del territorio preso il Centro , cioè il parlamento nazionale a Roma .
Tutto il resto è fuffa , casta , ridondanza inutile e perniciosa !
In conclusione : abolire le attuali 20 regioni e sostituirle piuttosto con 8 Cantoni – gravitanti sulle città di Milano Venezia Torino Firenze Roma Napoli Palermo e Cagliari .
Infine vi segnalo un link ad un illuminante articolo di Michele Ainis ,un bravissimo , forse il migliore costituzionalista e divulgatore sul tema delle architetture istituzionali
Regioni, una sciagura lunga 40 anni. Michele Ainis per il Corriere della Sera | Blitz quotidiano
Michele Ainis - Corriere della Sera
cantonenordovest (blog)
Qui non è passato , secondo me , un messaggio importante di Grillo : non si tratta di fare secessioni , nè palesi né occulte
Infatti , è bene sottolineare (e rassicurare) , i poteri possono rimanere gli stessi delle attuali regioni ordinarie o a statuto speciale …
Semplicemente si tratta , riducendo il numero delle regioni , di ridurre costi e sprechi e al contempo recuperare una sorta di identità storica . E al contempo ancora mantenere le Provincie (salvo alcune di recente istituzione , v. il caso della Sardegna) , che tanto costano pochisssimo …
Le regioni italiane credo abbiano oramai appalesato la profonda inefficacia a perseguire gli obiettivi istituzionali per i quali esse furono prevedute nella carta costituzionale del 1948 e infne stabilite nel 1970 (salvo quele speciali , che vennero stabilite prima).
L’inefficacia è dovuta all’incredibile forbice fra i costi , che sono enormi , e i benefici in termini sia materiali sia di “percezione” e partecipazione democratica in capo agli abitanti.
Una identità regionale non esisteva prima e non esiste oggi , dopo più di un quarantennio : l’italiano “sente” innanzi tutto il campanile , cioè il comune , e a seguire la provincia di appartenenza
Ad eccezione di Sardegna e Sicilia , che per la loro specificità insulare potrebbero e anzi sostanzialmente sono due Stati , sia pure non sovrani – tutte le altre , le regioni continentali , sono delle costruzioni giuridiche artificiali (con esclusione della Toscana che ad una spiccata personalità identitaria accompagna una storia statuale di primaria dignità: fu Granducato indipendente per 350 anni !).
Tanto per dirne una : i Lombardi erano gli abitanti delle attuali Lombardia ed Emilia (senza la Romagna papalina).
L’ideologia regionalista fu l’espressione di un compromesso finalizzato a cercare di tenere in qualche modo unito un Paese in sfacelo , dopo la ignominiosa disfatta dell’armistizio e la conseguente tripartizione in zone d’influenza : il cd. Regno del Sud sotto il governo militare alleato che dava ordini al Re rifugiatosi a Brindisi , Roma città aperta , il Nord che si autoliberò dai Tedeschi col fenomeno partigiano , … e non scordiamoci della Sicilia separatista
Gli italiani avevano assaporato , pur nei tragici mesi ad epilogo della guerra , il sapore dell’indipendenza e occorreva trovare in qualche modo una soluzione di compromesso ,per salvare l’assetto unitario , gradito alla grande Finanza e alla grande Industria (oggi diremmo i Poteri Forti) , e da inserire nella nuova carta costituzionale destinata a subentrare allo statuto Albertino : ebbene , tale compromesso furono le regioni
Nella realtà fattuale della loro esistenza le regioni si appalesarono subito , benchè l’apoteosi si realizzasse nell’ultimo ventennio (anche a seguito della celebre “discesa in campo” di chi sappiamo …) , come una formidabile idrovora di denaro pubblico nonché un appetibilissimo approdo per le ambizioni politiche di cacicchi locali , espressione del peggior politicume italico .
Insomma , una duplicazione del governo centrale nella sua forma deteriore
Bisogna ribadire che vi è un solo istituto che dà vita e attuazione al principio localistico – affiancandosi al Comune e alla Provincia : il Collegio elettorale Uninominale .
Il cittadino , in un sistema democratico e correttamente bilanciato fra istanza centrale e istanze locali , avrà come riferimenti istituzionali :
il Sindaco del Comune di residenza ,
il Presidente della Provincia di appartenenza
e infine il Rappresentante del Collegio Uninominale del Territorio
… cioè il delegato che promuove gli interessi del territorio preso il Centro , cioè il parlamento nazionale a Roma .
Tutto il resto è fuffa , casta , ridondanza inutile e perniciosa !
In conclusione : abolire le attuali 20 regioni e sostituirle piuttosto con 8 Cantoni – gravitanti sulle città di Milano Venezia Torino Firenze Roma Napoli Palermo e Cagliari .
Infine vi segnalo un link ad un illuminante articolo di Michele Ainis ,un bravissimo , forse il migliore costituzionalista e divulgatore sul tema delle architetture istituzionali
Regioni, una sciagura lunga 40 anni. Michele Ainis per il Corriere della Sera | Blitz quotidiano
Michele Ainis - Corriere della Sera
cantonenordovest (blog)