04/07/2002 Melomenoamaro: Maestro, Le pongo alla Sua attenzione una storia che merita una Sua riflessione. La ringrazio anticipatamente per la risposta che vorrà darmi.
IL PENSIERO DEL FILOSOFO SULL'ETA' CHE PASSA......
Legenda: (F) = filosofo; (R) = ragazzi
Era un caldo giorno estivo nell'isola greca di Tiberina, ed il vecchio filosofo greco Socrates detto "tacco di Dio" (così chiamato per la segreta passione verso i tacchi a spillo), era immerso come al solito nei suoi pensieri.
Ad un certo punto venne distratto dal sordo rumore di un peto, proveniente dall'imberbe sedere di un fanciullo, impegnato in una curiosa gara con altri coetanei.
Il vecchio filosofo dapprima sorrise, memore dei goliardici scherzi ai quali ricorreva anche lui nella relegata giovinezza. Successivamente, però, quando la brezza che spirava verso di lui, scompigliando i bianchi capelli, portò con se il risultato di quel sordo rumore, dovette improvvisamente alzarsi e fuggire verso una caletta riparata.
Ma mentre scappava a gambe levate pensò che "scappare è come morire", e grattandosi gli attributi, ritornò bruscamente indietro.
Guardando quei ragazzi, pensò che era giunto il momento di condividere con loro decenni di pensieri e dubbi sulla vita: l'essere o non essere, il concetto di normalità, l'identità dell'uomo, la depressione, e dubbi amletici del tipo: la rava o la fava?, Baggio o Del Piero?, Bertinotti o Stalin?, il 69 o la pecorina? una corretta pulizia dei denti aiuta veramente a prevenire la carie?
Concetti e dubbi che angosciavano il vecchio saggio, e che necessitavano di un confronto con le giovani leve.
Deciso e con il naso attappato, si avvicinò a quella chiassosa comitiva e cercò di attrarre la loro attenzione, dapprima con un timido cenno della mano, poi con un lieve schiarimento della voce ed infine con un imperioso rutto.
A quel punto i giovani, forse intravedendo in quell'uomo la loro futura guida, gli risposero in coro, con il risultato di allontanare animali ed uccelli, appassire i fiori e sradicare alcuni alberi di fragole.
Con passo stanco ed incerto, gli si fece incontro, e guardandoli negli occhi, il vecchio filosofo esordì con una domanda, apparentemente ingenua:
(F) PERCHE' UN UOMO AD UN CERTO PUNTO DELLA VITA SI METTE GLI OCCHIALI?
I ragazzi, guardando dubbiosi il vecchio filosofo risposero angosciati:
(R) FORSE PERCHE' NON CI VEDE PIU' BENE COME UNA VOLTA
Il vecchio filosofo, guardandoli con tenerezza, incalzò:
(F) CERTO RAGAZZI, MA PERCHE' SECONDO VOI NON CI VEDE PIU' BENE?
Un ragazzo dall'aria vispa, con tono deciso, disse:
(R) NON CI VEDE PIU' PERCHE' SI MASTURBA!
Il vecchio filosofo, con tono serio, gli fece notare come, nonostante anni e anni di masturbazione, lui gli occhiali non li portasse.
A quel punto i ragazzi, rassicurati, iniziarono ad incalzare il maestro, con una serie infinita di supposizioni. Dopo circa un'ora, sfiniti si arresero, e supplicarono il vecchio saggio di svelare loro l'arcano.
Il filosofo, divertito da quell'inaspettato interesse, decise che era giunto il momento di aprirli a quella splendida scienza chiamata filosofia e disse:
(F) L'UOMO QUANDO RAGGIUNGE I 46-47 ANNI DI ETA' SI METTE GLI OCCHIALI PERCHE' INIZIA A LEGGERE I LIBRI.
Mentre diceva ciò, fu colpito da un improvviso dubbio, e con lo sguardo livido, si alzò in piedi ed urlando disse:
(F) GIA', MA PERCHE' UN UOMO, ARRIVATO A TALE ETA', INIZIA A LEGGERE I LIBRI?
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