La Svizzera e gli altri non lavano più bianco (1 Viewer)

Sharnin 2

Forumer storico
SEGRETI BANCARI
La Svizzera e gli altri non lavano più bianco
di Anna Maria Merlo - PARIGI

L'ultimo bastione del segreto bancario resta il Principato di Monaco: dopo che la Svizzera e l'Austria hanno annunciato «concessioni» per evitare le sanzioni promesse da Germania, Francia, Gran Bretagna e Usa contro i paesi della finanza oscura e dei miliardi esentasasse. Anche il Fmi promette «azioni alla dinamite» Spinta dalla crisi, l' Europa va a caccia di evasori E i paradisi fiscali trattano per non finire sulla lista nera
Ieri pomeriggio l'ultimo bastione a non aver ancora ceduto alle ingiunzioni di Germania, Francia, Gran Bretagna e Usa a due settimane dal G20 di Londra era il Principato di Monaco. Montecarlo, uno dei paradisi fiscali «non cooperativi» della lista nera dell'Ocse, continua a battersi contro l'assedio. Ma i suoi alleati - di grado diverso - nelle cittadelle della non trasparenza finanziaria cominciano a mandare segnali al mondo e prevedono compromessi. L'ultima a dare segnali di cedimento è stata ieri l'Austria, che peraltro aveva organizzato solo la scorsa settimana un mini-summit con Lussemburgo e Belgio per cercare di organizzare la difesa. Il Lussemburgo ha assicurato di volersi conformare alle «norme Ocse», anche se il primo ministro (nonché ministro delle finanze del suo paese e presidente dell'eurogruppo) Jean-Claude Juncker finge di non capire: «Non posso immaginare che Lussemburgo, Austria e Belgio figurino sulla lista nera dei paradisi fiscali, mentre rispettano le norme europee». E ha precisato: «Il segreto bancario non è sinonimo di paradiso fiscale».
E' su questa sottile differenza che i paesi del segreto bancario (di cui fa parte anche la Svizzera) cercano di differenziarsi dai paradisi fiscali che già figurano sulla lista nera dell'Ocse (una quarantina in tutto tra cui Monaco, Andorra, le Bermude, Caiman, Nauru eccetera). Ma il Gafi (Gruppo di azione finanziaria) è stato incaricato, prima del G20 del 2 aprile a Londra, di rivedere la lista nera e aggiungervi i paesi «non cooperativi» in materia fiscale. Di qui la corsa a mostrasi «cooperativi».
Ieri la Svizzera, che teme di finite nella lista nera, ha assicurato di essere disposta a «migliorare la cooperazione» nel caso di persone sospettate di evasione dal fisco di un altro paese. Ma Berna ha precisato, come avevano già fatto Lussemburgo e Liechtenstein, che lo scambio di informazioni potrà avvenire solo «caso per caso», quando la giustizia del paese interessato fornisce prove concrete di sospetto di frode. Il Liechtenstein ha evocato la possibilità di concludere «accordi bilaterali» con alcuni paesi: in particolare, è in difficoltà con la Germania, dopo che Berlino ha svelato una frode fiscale di 800 contribuenti che avevano messo al sicuro 4 miliardi di euro a Vaduz. Il Belgio afferma che dal 2010 metterà in atto «un sistema di scambio di informazioni» con i partner dell'Ue. Andorra, sotto pressione della Francia, afferma di voler togliere il segreto bancario entro novembre. Anche l'isola di Jersey è ormai sulla difensiva e ha appena firmato un accordo minimo di scambio di informazioni con la Gran Bretagna, per cercare di salvare il salvabile dei suoi 500 miliardi di euro di attivi finanziari, le sue 47 banche (cioè una ogni 1.125 abitanti) e le imposte a tasso zero sui profitti delle società straniere.
L'Ocse definisce «paradiso fiscale» dei luoghi «non cooperativi» con le amministrazioni fiscali degli altri paesi, dove le tasse sono inesistenti o quasi, dove il segreto bancario è assoluto e ne godono anche i non residenti. Sarebbero una cinquantina (ci sono anche Singapore e Hong Kong, che a febbraio hanno promesso concessioni). Secondo Transparency International più di 400 banche hanno sede in questi centri, che ospitano più di 2 milioni società fantasma, una buona fetta dei famigerati hedge funds e dove non c'é multinazionale che non abbia una filiale. Secondo un'inchiesta fatta dal magazine Alternatives économiques, il 100% delle multinazionali francesi (cioè tutto il Cac 40, le blue chips della Borsa di Parigi) hanno filiali in un paradiso fiscale, così non pagare tasse sugli utili e hanno liquidi pronti per eventuali corruzioni. In questi paradisi sarebbero dissimulati 10mila miliardi di dollari (non solo evasione e frode fiscale, ma anche denaro sporco di provenienza criminale).
Con la crisi finanziaria c'è stata un'offensiva concertata. Dominique Strauss-Kahn, presidente dell'Fmi, ha minacciato «un'azione alla dinamite». Giovedi Nicolas Sarkozy e Angela Merkel, che si sono incontrati a Berlino, hanno ribadito la richiesta di «sanzioni» contro i paesi che non rispetteranno le norme Ocse della trasparenza e che non accetteranno di seguire le richieste del rapporto di de Larosière sulla regolazione finanziaria in Europa. Il G20 di Londra (a differenza di quello di novembre, dove non è uscita una riga sui paradisi fiscali) vuole essere un appuntamento determinante per favorire la trasparenza, poiché per gli stati in deficit la perdita di entate fiscali è diventata intollerabile.
 

msldnl

Nuovo forumer
SEGRETI BANCARI
La Svizzera e gli altri non lavano più bianco
di Anna Maria Merlo - PARIGI

L'ultimo bastione del segreto bancario resta il Principato di Monaco: dopo che la Svizzera e l'Austria hanno annunciato «concessioni» per evitare le sanzioni promesse da Germania, Francia, Gran Bretagna e Usa contro i paesi della finanza oscura e dei miliardi esentasasse. Anche il Fmi promette «azioni alla dinamite» Spinta dalla crisi, l' Europa va a caccia di evasori E i paradisi fiscali trattano per non finire sulla lista nera
Ieri pomeriggio l'ultimo bastione a non aver ancora ceduto alle ingiunzioni di Germania, Francia, Gran Bretagna e Usa a due settimane dal G20 di Londra era il Principato di Monaco. Montecarlo, uno dei paradisi fiscali «non cooperativi» della lista nera dell'Ocse, continua a battersi contro l'assedio. Ma i suoi alleati - di grado diverso - nelle cittadelle della non trasparenza finanziaria cominciano a mandare segnali al mondo e prevedono compromessi. L'ultima a dare segnali di cedimento è stata ieri l'Austria, che peraltro aveva organizzato solo la scorsa settimana un mini-summit con Lussemburgo e Belgio per cercare di organizzare la difesa. Il Lussemburgo ha assicurato di volersi conformare alle «norme Ocse», anche se il primo ministro (nonché ministro delle finanze del suo paese e presidente dell'eurogruppo) Jean-Claude Juncker finge di non capire: «Non posso immaginare che Lussemburgo, Austria e Belgio figurino sulla lista nera dei paradisi fiscali, mentre rispettano le norme europee». E ha precisato: «Il segreto bancario non è sinonimo di paradiso fiscale».
E' su questa sottile differenza che i paesi del segreto bancario (di cui fa parte anche la Svizzera) cercano di differenziarsi dai paradisi fiscali che già figurano sulla lista nera dell'Ocse (una quarantina in tutto tra cui Monaco, Andorra, le Bermude, Caiman, Nauru eccetera). Ma il Gafi (Gruppo di azione finanziaria) è stato incaricato, prima del G20 del 2 aprile a Londra, di rivedere la lista nera e aggiungervi i paesi «non cooperativi» in materia fiscale. Di qui la corsa a mostrasi «cooperativi».
Ieri la Svizzera, che teme di finite nella lista nera, ha assicurato di essere disposta a «migliorare la cooperazione» nel caso di persone sospettate di evasione dal fisco di un altro paese. Ma Berna ha precisato, come avevano già fatto Lussemburgo e Liechtenstein, che lo scambio di informazioni potrà avvenire solo «caso per caso», quando la giustizia del paese interessato fornisce prove concrete di sospetto di frode. Il Liechtenstein ha evocato la possibilità di concludere «accordi bilaterali» con alcuni paesi: in particolare, è in difficoltà con la Germania, dopo che Berlino ha svelato una frode fiscale di 800 contribuenti che avevano messo al sicuro 4 miliardi di euro a Vaduz. Il Belgio afferma che dal 2010 metterà in atto «un sistema di scambio di informazioni» con i partner dell'Ue. Andorra, sotto pressione della Francia, afferma di voler togliere il segreto bancario entro novembre. Anche l'isola di Jersey è ormai sulla difensiva e ha appena firmato un accordo minimo di scambio di informazioni con la Gran Bretagna, per cercare di salvare il salvabile dei suoi 500 miliardi di euro di attivi finanziari, le sue 47 banche (cioè una ogni 1.125 abitanti) e le imposte a tasso zero sui profitti delle società straniere.
L'Ocse definisce «paradiso fiscale» dei luoghi «non cooperativi» con le amministrazioni fiscali degli altri paesi, dove le tasse sono inesistenti o quasi, dove il segreto bancario è assoluto e ne godono anche i non residenti. Sarebbero una cinquantina (ci sono anche Singapore e Hong Kong, che a febbraio hanno promesso concessioni). Secondo Transparency International più di 400 banche hanno sede in questi centri, che ospitano più di 2 milioni società fantasma, una buona fetta dei famigerati hedge funds e dove non c'é multinazionale che non abbia una filiale. Secondo un'inchiesta fatta dal magazine Alternatives économiques, il 100% delle multinazionali francesi (cioè tutto il Cac 40, le blue chips della Borsa di Parigi) hanno filiali in un paradiso fiscale, così non pagare tasse sugli utili e hanno liquidi pronti per eventuali corruzioni. In questi paradisi sarebbero dissimulati 10mila miliardi di dollari (non solo evasione e frode fiscale, ma anche denaro sporco di provenienza criminale).
Con la crisi finanziaria c'è stata un'offensiva concertata. Dominique Strauss-Kahn, presidente dell'Fmi, ha minacciato «un'azione alla dinamite». Giovedi Nicolas Sarkozy e Angela Merkel, che si sono incontrati a Berlino, hanno ribadito la richiesta di «sanzioni» contro i paesi che non rispetteranno le norme Ocse della trasparenza e che non accetteranno di seguire le richieste del rapporto di de Larosière sulla regolazione finanziaria in Europa. Il G20 di Londra (a differenza di quello di novembre, dove non è uscita una riga sui paradisi fiscali) vuole essere un appuntamento determinante per favorire la trasparenza, poiché per gli stati in deficit la perdita di entate fiscali è diventata intollerabile.
Ho appena sentito sl tg5 che hanno fermato uno alla frontiera con 70 milioni di dollari in bond, sharnin hai fatto cacare sotto qualcuno.:D
 

willys

Nuovo forumer
Quindi Sharnin hanno finalmente eliminato i paradisi fiscali europei, anche se ho letto che in svizzera ci sara' un referendum e sembra che da un sondaggio effettuato l'80% della popolazione voglia lasciare il segreto cosi' com'e'.
Ma per tutti gli altri paradisi non europei (Singapore, Hong Kong, che sembra abbiano solo fatto promesse) e penso ce ne siano ancora diversi non collaborativi cosa stanno facendo?
 

Sharnin 2

Forumer storico
Quindi Sharnin hanno finalmente eliminato i paradisi fiscali europei, anche se ho letto che in svizzera ci sara' un referendum e sembra che da un sondaggio effettuato l'80% della popolazione voglia lasciare il segreto cosi' com'e'.
Ma per tutti gli altri paradisi non europei (Singapore, Hong Kong, che sembra abbiano solo fatto promesse) e penso ce ne siano ancora diversi non collaborativi cosa stanno facendo?
Io ho solo postato un articolo che non ho scritto io.
Comunque seguendo la stampa svizzera si vede che sono preoccupatissmi di questa cosa, se la stanno facendo sotto.
La Svizzera campa di questo, se no che cosa? Cioccolato? gli orologi non li fanno neanche più lì.
 

Users who are viewing this thread

Alto