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Forumer storico
ovvero sulla "beneficienza" leggendaria
Un caso di "ostensione": la leggenda diventa realtà
di Lorenzo Montali
Nel numero di Focus del settembre 2002, nel rispondere a un lettore che chiedeva lumi sulla raccolta di tappi di plastica per donare una carrozzina a un handicappato, scrivevo che si trattava di una leggenda che circola in tutto il mondo da molti anni e di cui esistono decine di versioni. Talvolta varia l’oggetto della raccolta, e dagli scontrini dei negozi si passa ai biglietti dell’autobus o alla carta stagnola delle sigarette, altre volte cambia l’obiettivo della raccolta che diventa l’acquisto di una macchina per la dialisi o l’aiuto per i bambini di un orfanotrofio. In tutti i casi, però, dopo aver riempito i cassetti del bene prezioso si scopre di essere caduti vittime di una leggenda perché quegli oggetti non interessano a nessuno e anche l’amico che aveva suggerito di iniziare la raccolta confessa che in realtà non ha mai capito bene a chi andassero consegnati.
Secondo un’interpretazione su cui concordano molti ricercatori, il diffondersi di queste leggende è legato al bisogno di attenuare il sentimento di disagio o di colpa che molte persone vivono in relazione al loro comportamento consumistico. La possibilità di riciclare tutto o in parte il bene consumato e di devolvere in beneficenza gli utili che ne conseguono consente, infatti, di non modificare le proprie abitudini di consumo e allo stesso tempo di pensare che si stanno aiutando altri che non vivono nella stessa condizione di privilegio.
Dopo la pubblicazione su Focus, alcuni lettori scrissero alla rivista per protestare, segnalando il fatto che la raccolta dei tappi di plastica la facevano davvero e che ne avevano ricavato buoni risultati. Scoprii così che mi ero imbattuto in quello che gli esperti di leggende chiamano un’"ostensione", ovvero il trasformarsi di una leggenda in realtà. Ma andiamo per gradi.
Un caso di "ostensione": la leggenda diventa realtà
di Lorenzo Montali
Nel numero di Focus del settembre 2002, nel rispondere a un lettore che chiedeva lumi sulla raccolta di tappi di plastica per donare una carrozzina a un handicappato, scrivevo che si trattava di una leggenda che circola in tutto il mondo da molti anni e di cui esistono decine di versioni. Talvolta varia l’oggetto della raccolta, e dagli scontrini dei negozi si passa ai biglietti dell’autobus o alla carta stagnola delle sigarette, altre volte cambia l’obiettivo della raccolta che diventa l’acquisto di una macchina per la dialisi o l’aiuto per i bambini di un orfanotrofio. In tutti i casi, però, dopo aver riempito i cassetti del bene prezioso si scopre di essere caduti vittime di una leggenda perché quegli oggetti non interessano a nessuno e anche l’amico che aveva suggerito di iniziare la raccolta confessa che in realtà non ha mai capito bene a chi andassero consegnati.
Secondo un’interpretazione su cui concordano molti ricercatori, il diffondersi di queste leggende è legato al bisogno di attenuare il sentimento di disagio o di colpa che molte persone vivono in relazione al loro comportamento consumistico. La possibilità di riciclare tutto o in parte il bene consumato e di devolvere in beneficenza gli utili che ne conseguono consente, infatti, di non modificare le proprie abitudini di consumo e allo stesso tempo di pensare che si stanno aiutando altri che non vivono nella stessa condizione di privilegio.
Dopo la pubblicazione su Focus, alcuni lettori scrissero alla rivista per protestare, segnalando il fatto che la raccolta dei tappi di plastica la facevano davvero e che ne avevano ricavato buoni risultati. Scoprii così che mi ero imbattuto in quello che gli esperti di leggende chiamano un’"ostensione", ovvero il trasformarsi di una leggenda in realtà. Ma andiamo per gradi.