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Forumer storico
Vedo spesso un mio vecchio amico. È ligure come me. Ha esattamente la mia età: in questo momento, mentre pochi lettori mi leggono distrattamente, compie, come me, ottant´anni, un mese e ventidue giorni. Lui è un famoso e venerato fisico atomico del Cern di Ginevra: io mi occupo, come posso, di letteratura. Possediamo in comune una sfrenata curiosità per il futuro. Non ne abbiamo alcuna paura, ansia o preoccupazione, perché la fetta che la vita ci riserva è così breve. Ci piace immaginarlo, descriverlo, fantasticarlo, deriderlo: giocando con le infinite possibilità, che stanno nascoste dietro la linea dell´orizzonte.
L´altro giorno gli dissi: «Secondo te, adesso cosa succede?». Il mio amico fisico si arrabbiò: «Tu dimentichi sempre il viagra». Io non so nulla del viagra: non so se sia un tubero, un ravanello, un tartufo, un topinambùr, una medicina indiana, o una semplice pasticca. «Che c´entra il viagra?» gli chiesi. «Sai, – mi rispose gravemente – quello che ti dico è una tradizione orale. Potrebbe essere stato immaginato, fantasticato: una favola, raccontata da un buontempone lombardo in un´osteria di Varese o di Abbiategrasso. Come tutti sanno, anni fa Umberto Bossi disse che la Lega CELHADURO. E allora – dice questa tradizione –, una sera per provare i suoi doni sessuali, Bossi andò con una ragazza in uno degli innumerevoli alberghi che decorano i paesotti e le cittadine della Pianura Padana».
«Per accrescere la propria forza, ingoiò non una ma due pasticche di viagra. Gli venne un colpo; e di notte, segretamente, venne portato in una clinica svizzera. Ora, se lo vedi alla televisione, balbetta, biascica, sbrodola. Ma Calderoli sostiene che il colpo ha fatto diventare Bossi molto più intelligente di prima: ora è un genio assoluto; qualcosa come Nietzsche dopo l´accesso di follia a Torino».
«Non lo sapevo, gli dissi. Bossi mi è sempre stato simpatico. Ma sono certo che la sinistra, austera e severa com´è, non sa nemmeno cosa sia il viagra. Puoi immaginare che Fassino prenda il viagra?» «Sei il solito ingenuo, mi disse il fisico ridendo. Certo, Fassino non prende il viagra. Ma esiste un aristocratico senese, che possiede colline dove nasce il Brunello di Montalcino, che ha una passione per la sinistra. Stranamente, è amico di un grasso fascista. In un momento di delirio erotico, l´aristocratico senese prese del viagra, e cadde a terra. Quando il fascista grasso accorse, l´amico stava disteso a terra, rantolando». «Pazzo, quante pasticche hai preso», chiese. L´aristocratico senese allargò stancamente cinque dita della mano destra. Col tempo si riprese. Come vedi, almeno per questo verso, la sinistra è molto superiore alla destra».
«Negli ultimi anni, il consumo di viagra si è allargato smisuratamente: lo prendono gli ansiosi e timidi diciottenni, che temono il fallimento amoroso, come tanti anni fa lo temeva Stendhal. Ed è facile immaginare che questo consumo renderà l´Italia - l´Italia amorosissima ed eroticissima di Tasso e di Marino - un paese quasi privo di sensibilità erotica. Se una pasticca lo sostituisce, Eros è morto».
Quando ci accorgemmo che il discorso rischiava di perdersi, il mio amico mi domandò: «Secondo te, chi diventerà presidente nel 2013? Berlusconi ce la farà?» «Berlusconi - risposi - non ce la farà. Lo desidera troppo, e le cose troppo desiderate non si realizzano mai. Berlusconi ama il Quirinale molto più di quanto ami Mediaset, la famiglia, le sue 70 ville, le donne. Adora ogni cortile del Quirinale, ogni stanza, ogni ufficio, ogni cavallo, ogni impiegato, ogni corazziere, ogni cuoco, ogni salotto, ogni quadro, ogni arazzo, ogni poltrona, ogni stanza da pranzo, ogni profumata toilette. È una vera passione. Essere lì, in alto, in alto, sopra di tutti, apparire l´ultimo dell´anno alla televisione, venir amato da tutti gli italiani, che non potranno che cedere al fascino irresistibile del suo sorriso, dei suoi capelli rinvigoriti e delle sue battute... Succederà qualcosa. Non so che cosa. Non gli auguro nessun male... Ma certo succederà qualche evento imprevedibile. Nel 2013, Berlusconi dovrà tornare dolorosamente nelle sue settanta ville. Comprerà quadri alle aste: stamperà piccoli libri; e pianterà rose, gardenie e azalee e poterà arbusti nei suoi giardini».
Cambiai argomento. «Non so se conosci bene Sondrio e la Valtellina. È una regione bellissima, che produce le migliori mele, vini, formaggi e bresaole d´Italia. La cucina, che sa di montagna e di Medioevo, è squisitissima. Il vino è così straordinario, che nei tempi del Sacro Romano Impero, alla corte l´imperatore e gli aristocratici bevevano soltanto vini, che dopo un lento e lungo percorso a dorso di mulo, erano arrivati da Bormio e da Livigno. Un imperatore adorava lo Sfursatt (un vino prodotto nell´inverno, con uva appassita) - e lo giudicava il migliore del mondo. Oggi, la piazza di Sondrio è circondata da quattro edifici: la Banca Popolare di Sondrio, la Banca d´Italia, un grande albergo, e la Farmacia Tremonti. È una farmacia meravigliosa: più bella addirittura di quella della famiglia Arbasino, a Voghera. Con la sua civiltà, la sua discrezione e le sue belle fossette nelle guance, Tremonti potrebbe diventare Presidente. Ma nemmeno lui lo diventerà. Forse, un giorno, entrerà nella sua Farmacia abbandonata, dove da bambino giocava con le medicine. Forse, in un momento di distrazione, scambierà l´aspirina con una medicina pericolosa. Niente di grave. Ma basterà a tenerlo lontano dalla Presidenza della Repubblica».
Il mio amico fisico si arrabbiò. Voleva da me cose precise, certe, sicure, anche se fantastiche. «Io, invece, disse, ho una idea chiarissima. Il consumo di viagra si diffonderà, tra vecchi e giovani: il paese (salvo qualche oasi fortunata) crescerà in sciocchezza: l´imprecisione e il pressappoco e l´all´incirca e il «così così» avranno partita vinta. Allora, ci sarà un solo presidente possibile: Umberto Bossi. Immagina, ti prego, la bellezza incomparabile dei suoi discorsi di fine d´anno: voci dialettali, parolacce, oscenità, errori di grammatica e di sintassi, strizzate d´occhio agli italiani, manate affettuose sulle spalle del figlio, detto il trota, verità e sentenze raccolte trent´anni fa nelle osterie del Varesotto, e un quasi incomprensibile biascio e blaterio».
«Il federalismo (anche quello fiscale) si affermerà definitivamente. I funzionari dello Stato, delle regioni e delle province, le dattilografe, le computeriste, le segretarie, i portapacchi, i portaborse, le automobili di servizio si moltiplicheranno come una incontenibile massa d´olio. Per ogni funzione, ci saranno quattro funzionari. I parlamentari non diminuiranno. A Montecitorio e al Senato, ogni deputato o senatore esigerà i prediletti e costosissimi cibi locali: la fonduta col tartufo, la torta pasqualina, l´aragosta alle ostriche. Il ministro della Pubblica Istruzione pubblicherà gratuitamente tutti i poeti e i romanzieri dialettali: decine di migliaia. E le bandiere, le camicie, i foulards, le bretelle della Lega sventoleranno sinistramente sopra i disastri d´Italia.
L´altro giorno gli dissi: «Secondo te, adesso cosa succede?». Il mio amico fisico si arrabbiò: «Tu dimentichi sempre il viagra». Io non so nulla del viagra: non so se sia un tubero, un ravanello, un tartufo, un topinambùr, una medicina indiana, o una semplice pasticca. «Che c´entra il viagra?» gli chiesi. «Sai, – mi rispose gravemente – quello che ti dico è una tradizione orale. Potrebbe essere stato immaginato, fantasticato: una favola, raccontata da un buontempone lombardo in un´osteria di Varese o di Abbiategrasso. Come tutti sanno, anni fa Umberto Bossi disse che la Lega CELHADURO. E allora – dice questa tradizione –, una sera per provare i suoi doni sessuali, Bossi andò con una ragazza in uno degli innumerevoli alberghi che decorano i paesotti e le cittadine della Pianura Padana».
«Per accrescere la propria forza, ingoiò non una ma due pasticche di viagra. Gli venne un colpo; e di notte, segretamente, venne portato in una clinica svizzera. Ora, se lo vedi alla televisione, balbetta, biascica, sbrodola. Ma Calderoli sostiene che il colpo ha fatto diventare Bossi molto più intelligente di prima: ora è un genio assoluto; qualcosa come Nietzsche dopo l´accesso di follia a Torino».
«Non lo sapevo, gli dissi. Bossi mi è sempre stato simpatico. Ma sono certo che la sinistra, austera e severa com´è, non sa nemmeno cosa sia il viagra. Puoi immaginare che Fassino prenda il viagra?» «Sei il solito ingenuo, mi disse il fisico ridendo. Certo, Fassino non prende il viagra. Ma esiste un aristocratico senese, che possiede colline dove nasce il Brunello di Montalcino, che ha una passione per la sinistra. Stranamente, è amico di un grasso fascista. In un momento di delirio erotico, l´aristocratico senese prese del viagra, e cadde a terra. Quando il fascista grasso accorse, l´amico stava disteso a terra, rantolando». «Pazzo, quante pasticche hai preso», chiese. L´aristocratico senese allargò stancamente cinque dita della mano destra. Col tempo si riprese. Come vedi, almeno per questo verso, la sinistra è molto superiore alla destra».
«Negli ultimi anni, il consumo di viagra si è allargato smisuratamente: lo prendono gli ansiosi e timidi diciottenni, che temono il fallimento amoroso, come tanti anni fa lo temeva Stendhal. Ed è facile immaginare che questo consumo renderà l´Italia - l´Italia amorosissima ed eroticissima di Tasso e di Marino - un paese quasi privo di sensibilità erotica. Se una pasticca lo sostituisce, Eros è morto».
Quando ci accorgemmo che il discorso rischiava di perdersi, il mio amico mi domandò: «Secondo te, chi diventerà presidente nel 2013? Berlusconi ce la farà?» «Berlusconi - risposi - non ce la farà. Lo desidera troppo, e le cose troppo desiderate non si realizzano mai. Berlusconi ama il Quirinale molto più di quanto ami Mediaset, la famiglia, le sue 70 ville, le donne. Adora ogni cortile del Quirinale, ogni stanza, ogni ufficio, ogni cavallo, ogni impiegato, ogni corazziere, ogni cuoco, ogni salotto, ogni quadro, ogni arazzo, ogni poltrona, ogni stanza da pranzo, ogni profumata toilette. È una vera passione. Essere lì, in alto, in alto, sopra di tutti, apparire l´ultimo dell´anno alla televisione, venir amato da tutti gli italiani, che non potranno che cedere al fascino irresistibile del suo sorriso, dei suoi capelli rinvigoriti e delle sue battute... Succederà qualcosa. Non so che cosa. Non gli auguro nessun male... Ma certo succederà qualche evento imprevedibile. Nel 2013, Berlusconi dovrà tornare dolorosamente nelle sue settanta ville. Comprerà quadri alle aste: stamperà piccoli libri; e pianterà rose, gardenie e azalee e poterà arbusti nei suoi giardini».
Cambiai argomento. «Non so se conosci bene Sondrio e la Valtellina. È una regione bellissima, che produce le migliori mele, vini, formaggi e bresaole d´Italia. La cucina, che sa di montagna e di Medioevo, è squisitissima. Il vino è così straordinario, che nei tempi del Sacro Romano Impero, alla corte l´imperatore e gli aristocratici bevevano soltanto vini, che dopo un lento e lungo percorso a dorso di mulo, erano arrivati da Bormio e da Livigno. Un imperatore adorava lo Sfursatt (un vino prodotto nell´inverno, con uva appassita) - e lo giudicava il migliore del mondo. Oggi, la piazza di Sondrio è circondata da quattro edifici: la Banca Popolare di Sondrio, la Banca d´Italia, un grande albergo, e la Farmacia Tremonti. È una farmacia meravigliosa: più bella addirittura di quella della famiglia Arbasino, a Voghera. Con la sua civiltà, la sua discrezione e le sue belle fossette nelle guance, Tremonti potrebbe diventare Presidente. Ma nemmeno lui lo diventerà. Forse, un giorno, entrerà nella sua Farmacia abbandonata, dove da bambino giocava con le medicine. Forse, in un momento di distrazione, scambierà l´aspirina con una medicina pericolosa. Niente di grave. Ma basterà a tenerlo lontano dalla Presidenza della Repubblica».
Il mio amico fisico si arrabbiò. Voleva da me cose precise, certe, sicure, anche se fantastiche. «Io, invece, disse, ho una idea chiarissima. Il consumo di viagra si diffonderà, tra vecchi e giovani: il paese (salvo qualche oasi fortunata) crescerà in sciocchezza: l´imprecisione e il pressappoco e l´all´incirca e il «così così» avranno partita vinta. Allora, ci sarà un solo presidente possibile: Umberto Bossi. Immagina, ti prego, la bellezza incomparabile dei suoi discorsi di fine d´anno: voci dialettali, parolacce, oscenità, errori di grammatica e di sintassi, strizzate d´occhio agli italiani, manate affettuose sulle spalle del figlio, detto il trota, verità e sentenze raccolte trent´anni fa nelle osterie del Varesotto, e un quasi incomprensibile biascio e blaterio».
«Il federalismo (anche quello fiscale) si affermerà definitivamente. I funzionari dello Stato, delle regioni e delle province, le dattilografe, le computeriste, le segretarie, i portapacchi, i portaborse, le automobili di servizio si moltiplicheranno come una incontenibile massa d´olio. Per ogni funzione, ci saranno quattro funzionari. I parlamentari non diminuiranno. A Montecitorio e al Senato, ogni deputato o senatore esigerà i prediletti e costosissimi cibi locali: la fonduta col tartufo, la torta pasqualina, l´aragosta alle ostriche. Il ministro della Pubblica Istruzione pubblicherà gratuitamente tutti i poeti e i romanzieri dialettali: decine di migliaia. E le bandiere, le camicie, i foulards, le bretelle della Lega sventoleranno sinistramente sopra i disastri d´Italia.