News, Dati, Eventi finanziari le NEWS del 1 luglio 2004

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Tokyo chiude contrastata, Nikkei a +0,31%, Topix a -0,1%

Borsa Tokyo chiude contrastata, Nikkei a +0,31%, Topix a -0,1%

TOKYO, 1 luglio (Reuters) - Chiusura contrastata per la Borsa di Tokyo, dove la pubblicazione dello studio sulla fiducia delle imprese (Tankan) ha dato una spinta positiva al Nikkei, mentre le banche sono arretrate dopo il downgrade di Goldman Sachs al settore.
Il Nikkei chiude in progresso dello 0,31% a 11.896,01 punti, mentre l'allargato Topix termina la seduta cedendo lo 0,1% a 1.188,42.
 
Usa, Federal Reserve alza tassi di 25 punti base a 1,25%

Usa, Federal Reserve alza tassi di 25 punti base a 1,25%

NEW YORK, 30 giugno (Reuters) - La Federal Reserve ha deciso di alzare di 25 punti base i tassi sui Fed Funds, all'1,25%, al termine della riunione, cominciata ieri, del Federal Open Market Committee.
La Fed ha aumentato anche il tasso di sconto dello 0,25%, al 2,25%. Il voto del board è stato unanime.
La decisione rispetta le attese dei mercati.
I tassi chiave sui prestiti overnight negli Stati Uniti erano stabili all'1% dalla fine di giugno 2003, quando la banca centrale aveva deciso l'ultimo di una serie di tredici allentamenti monetari, che, a partire dal 2001, avevano portato i tassi sui Fed fund al livello minimo dal 1958.

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da il Sole 24 ore:

Tassi Usa: più 0,25 per cento
Scelta «soft» di Greenspan: i Fed Funds salgono all'1,25%. Per ora non sono attese novità dalla Bce, ma il «corso neutrale» della curva punta al rialzo

di Piero Fornara


E' arrivata la stretta sui tassi Usa. Come previsto la Federal Reserve ha rialzato di un quarto di punto il tasso interbancario sui Fed Funds, che passa dall'1%, il livello più basso da 46 anni a questa parte, all'1,25 per cento. E' la prima volta da quattro anni a questa parte che la Fed decide di rialzare il costo ufficiale del denaro.

Nel consueto comunicato che accompagna la decisione della Fed, il presidente Alan Greenspan ha mantenuto la parola "misurato" (con riferimento all'atteggiamento di politica monetaria che sarà seguito nei prossimi mesi), con questo confermando che l' innalzamento del costo del denaro nei mesi a venire dovrebbe essere graduale.

Nel comunicato si afferma testualmente che, considerato che l' inflazione sottostante è ancora prevista essere «relativamente bassa» il Fomc (l' organo preposto alle decisioni di politica monetaria) ritiene che la politica accomodante fin qui seguita possa essere «rimossa ad un ritmo che probabilmente sarà misurato». In ogni caso la stessa Fed fa presente che lo stesso Fomc terrà conto dei possibili cambiamenti nelle prospettive dell'economia, in modo da adempiere ai suoi obblighi relativi al mantenimento della stabilità dei prezzi. La decisione odierna di alzare i tassi nella misura minima, ampiamente prevista dal mercato, è stata presa all' unanimità dai rappresentanti del Federal Open Market Committee.

Saranno importanti - spiegavano prima dell'annuncio gli analisti di Bnl Wholesale & International Banking - anche le parole che il presidente della Fed Alan Greenspan impiegherà nello stilare il consueto comunicato, per vedere se verrà confermato l'orientamento per una politica monetaria sì "restrittiva", ma anche "moderata", oppure se - dopo gli ultimi dati sul fronte dell'inflazione - potrebbe essere attuata una manovra più "aggressiva". Rientra comunque nella "normalità" un trend che porterebbe i Fed Funds a raggiungere a fine anno un tasso del 2 oppure 2,25 per cento.

La Banca centrale europea dovrebbe invece lasciare invariato il costo del denaro per la zona euro, ma se all'inizio dell'anno si ipotizzava un possibile taglio del tasso di riferimento - ora al 2% - anche nel Vecchio continente la curva è pronta a risalire vero l'alto (nei giorni scorsi hanno già deciso dei rialzi la Banca nazionale svizzera e la Banca d'Inghilterra).

Una conferma dell'inversione di tendenza del costo del denaro nel mondo è venuta anche da Basilea, dove si è riunita lunedì 28 giugno l'Assemblea annuale della Bri, la "banca delle banche centrali" come si usa definirla. La relazione della Bri sottolinea che«con l'accelerarsi della ripresa la minaccia deflazionistica è svanita e in tale contesto hanno assunto preminenza i rischi di un rialzo dell'inflazione a breve termine, derivanti dal deprezzamento del dollaro, dai forti rincari delle materie prime e dall'esuberanza del mercato delle abitazioni».

Davanti ai giornalisti il direttore generale della Bri Malcom Knight ha sottolineato che «l'attenzione si sposta a adesso sui tempi e sui modi di una manovra al rialzo dei tassi ufficali per ripristinare un "corso neutrale" della politica monetaria». Questo «punto di equilibrio» è necessario, ma anche delicato da individuare, perché - ha aggiunto Knigtht - «il rialzo dei tassi se sarà troppo accelerato rischia di compromettere la "sostenibilità" della ripresa in atto, se invece sarà troppo modesto potrebbe far ripartire in maniera più accentuata l'inflazione».
 
Swiss Life rinuncia a jv italiana con FonSai e Milano Ass.

Swiss Life rinuncia a jv italiana con FonSai e Milano Ass.

ZURIGO, 1 luglio (Reuters) - Swiss Life <SLHN.VX> ha interrotto le trattative con [LINK:a396603b94]FSA[/LINK:a396603b94] e Milano Assicurazioni finalizzate a creare una joint venture sul mercato assicurativo italiano, ha detto oggi la società svizzera.
Il gruppo Fondiaria-Sai ha precisato in una nota che le società hanno "valutato congiuntamente l'inesistenza dei presupposti per realizzare la prospettata joint venture" e hanno così convenuto di non portare avanti il progetto di una partnership strategica. FonSai continua ora a perseguire le proprie strategie nei rami vita in coerenza con il piano industriale, confortata dai brillanti risultati del primo trimestre 2004.
Swiss Life al momento si sta concentrando sui propri mercati principali e intende tagliare posti di lavoro per ripristinare l'utile. "Come già originariamente annunciato, Swiss Life punta a ritirarsi dal mercato italiano", ha spiegato la società svizzera.
Il volume di premi raccolto da Swiss Life sul mercato italiano nel 2003 ammonta a 24 milioni di franchi svizzeri.
 
Sintesi in Consob ducumenti Opa su Bastogi e Brioschi

Sintesi in Consob ducumenti Opa su Bastogi e Brioschi

MILANO, 30 giugno (Reuters) - Sintesi, la società che controlla il 53% di [LINK:c17ed1f577]Bastogi[/LINK:c17ed1f577] e a cascata il 62% di Brioschi, ha depositato in Consob i documenti di offerta obbligatoria totalitaria sui due titoli, dice una nota.
Il lancio dell'Opa è in capo a Raggio di Luna dopo che quest'ultima ha rilevato l'intero capitale sociale di Sintesi.
Il prezzo unitario dell'Opa è pari a 0,1333 euro per Bastogi e di 0,237 per Brioschi.
Periodo e modalità di adesione alle offerte saranno concordate con Borsa Italiana. Si prevede che tale periodo di adesione avrà inizio nella seconda metà di luglio per concludersi nella prima metà di agosto, spiega la nota.
 
Dmail: Banfort cede, Opa entro 30 giorni

Dmail: Banfort cede, Opa entro 30 giorni

Da il Sole 24 Ore: Banfort Consultadoria e Servicos, azionista di maggioranza di Dmail, ha ceduto il 29,9% della società a una cordata che fa capo agli imprenditori Adrio de Carolis (11,5% a Lumbini), Antonio Percassi (11,45% a Smeraldo) e alla famiglia De Nora (7% a Norfin) per circa 5,32 milioni di euro.
Verrà lanciata pertanto entro 30 giorni un'Opa ptotalitaria sulla quota residua della società a 2,93 euro per azione.
 
Consob incalza i soci Rcs

da Spystocks.com:

Consob incalza i soci Rcs
(7/1/2004 8:51:16 AM)

La Consob fa pressione sul patto [LINK:cb4037a6a3]Rcs[/LINK:cb4037a6a3], perchè vengano prese posizioni formali, sulla ripartizione dell'8,7% di azioni messo a disposizione da Gemina, in una situazione che appare ancora decisamente fluida e che non permette di effettuare valutazioni sul nuovo assetto azionario di Rcs e sulle sue eventuali implicazioni.
Nell'assemblea del 21 giugno, era stato stabilito il 30 giugno, come termine perentorio per comunicare agli organismi del patto, la decisione dei soci sindacati in merito all'acquisto pro-quota delle azioni (al netto del pacchetto Gemina).
Ma la situazione non è ancora chiarita. Sempre il 21 infatti, sembra che i soci abbiano autorizzato solo Intesa, Italcementi e Pirelli, a sottoscrivere l'eventuale inoptato, ma successivamente, il consiglio di amministrazione di Mediobanca si è espresso a favore dell'acquisto delle azioni spettanti pro-quota e di quelle che non fossero state assegnate.
 
Merloni a picco (-3%) dopo dimissioni di Guerra

da Spystocks.com:

Merloni a picco (-3%) dopo dimissioni di Guerra
(7/1/2004 9:53:23 AM)

Apertura di seduta in forte calo per il titolo [LINK:e12834a5ff]Merloni[/LINK:e12834a5ff] che a pochi minuti dall'inizio delle contrattazioni cede più del 3%. A pesare come un macigno sulla società produttrice di elettrodomestici sono le dimissioni inaspettate dell'ad Andrea Guerra, che sembra destinato a prendere il timone di Luxottica. Al suo posto è stato scelto Marco Milani, che era già numero uno di Merloni nel Regno Unito.
 
Italia, Pmi manifattura giugno scende a 52,3 da 52,8

Italia, Pmi manifattura giugno scende a 52,3 da 52,8

MILANO, 1 luglio (Reuters) - Il settore manifatturiero italiano in giugno registra il nono mese consecutivo di espansione. L'indice dei direttori degli acquisti, calcolato da Reuters/Adaci, però, scende a 52,3 da 52,8 di maggio, quando aveva toccato il massimo da febbraio 2001.
In calo, a 53,7, la produzione, che in maggio aveva fatto segnare il record da gennaio 2001. Scendono anche i nuovi ordini (sebbene siano al nono mese consecutivo di espansione), mentre sale la componente occupazionale, che si riporta vicina alla soglia di 50, che separa l'espansione dalla contrazione, sotto la quale si trova dal gennaio di quest'anno.
Crescono, poi, gli indicatori sui tempi di consegna, sempre abbondantemente sotto la barriera di 50, e sulle scorte, il cui barometro torna a segnare espansione, un fatto che non si verificava da aprile 2003. L'incremento delle giacenze è conseguenza delle previsioni delle aziende di un'ulteriore crescita della domanda.


RALLENTA LA CORSA DEI PREZZI, MA AZIENDE ANCORA TIMOROSE
In giugno l'indice dei prezzi pagati è sceso a 66,0, confermando il trend di rallentamento dopo che in aprile aveva raggiunto il livello massimo da settembre 2000.
Anche i prezzi all'output, però, calano, a 54,2 a riprova delle difficoltà delle aziende a scaricare sui consumatori gli aumenti registrati dalle materie prime.
"Le imprese italiane sono particolarmente preoccupate dell'andamento ciclico: la dinamica dei prezzi è in lieve rallentamento, ma rimane molto elevata", spiega Chris Williamson, economista di Ntc Research.
Williamson aggiunge che "il cambio ha visto una lieve correzione, ma resta su livelli storicamente alti, che danneggiano la competitività del Paese".
La forza dell'euro è ancora più preoccupante se si considera che, come evidenzia Williamson, "si vedono crescenti segnali di una ripresa trainata esclusivamente dalle esportazioni, mentre la domanda interna rimane debole". Infatti, la componente export in giugno è salita a 54,2, toccando il massimo da novembre 2003.


MALE I BENI DI CONSUMO, RIPRENDONO GLI INVESTIMENTI
Qualche segnale di ripresa proviene dal mercato del lavoro. L'indice generale dell'occupazione, come detto, a giugno è risalito a 49,4 da 48,0.
La debolezza del mercato del lavoro, sottolinea Williamson, "si riflette sulla domanda dei consumatori", il cui indicatore è calato a 50,5, scendendo a un livello che non vedeva dal febbraio scorso.
Si conferma, al contrario, il trend di ripresa dei beni di investimento, che raggiungono quota 59,0, massimo da ottobre 2000. Però, anche all'interno dei beni di investimento, la componente occupazionale resta sotto la soglia di 50.
In calo, infine, la produzione di beni intermedi, a 52,1, la cui componente occupazionale è però risalita a 49,0, livello che non raggiungeva da ottobre 2003.
 
indice Pmi giugno per la manifattura della zona euro

ZONA EURO: A giugno l''indice Pmi per la manifattura della zona euro scivola a 54,4 da 54,7 di maggio, segnalando un lieve rallentamento nella crescita del settore. Le attese degli economisti erano per un rialzo a 55,0. Tra le componenti da segnalare quella relativa all''occupazione che, a giugno, sale a 49,4 da 48,7, segnando il massimo da agosto 2001.
I prezzi input scendono a 70,3 da 72,3, mentre la componente relativa alla produzione scivola a 56,0 da 56,5. In calo anche i nuovi ordini che passano a 55,9 da 56,7.
 

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