Italia, Pmi manifattura giugno scende a 52,3 da 52,8
Italia, Pmi manifattura giugno scende a 52,3 da 52,8
MILANO, 1 luglio (Reuters) - Il settore manifatturiero italiano in giugno registra il nono mese consecutivo di espansione. L'indice dei direttori degli acquisti, calcolato da Reuters/Adaci, però, scende a 52,3 da 52,8 di maggio, quando aveva toccato il massimo da febbraio 2001.
In calo, a 53,7, la produzione, che in maggio aveva fatto segnare il record da gennaio 2001. Scendono anche i nuovi ordini (sebbene siano al nono mese consecutivo di espansione), mentre sale la componente occupazionale, che si riporta vicina alla soglia di 50, che separa l'espansione dalla contrazione, sotto la quale si trova dal gennaio di quest'anno.
Crescono, poi, gli indicatori sui tempi di consegna, sempre abbondantemente sotto la barriera di 50, e sulle scorte, il cui barometro torna a segnare espansione, un fatto che non si verificava da aprile 2003. L'incremento delle giacenze è conseguenza delle previsioni delle aziende di un'ulteriore crescita della domanda.
RALLENTA LA CORSA DEI PREZZI, MA AZIENDE ANCORA TIMOROSE
In giugno l'indice dei prezzi pagati è sceso a 66,0, confermando il trend di rallentamento dopo che in aprile aveva raggiunto il livello massimo da settembre 2000.
Anche i prezzi all'output, però, calano, a 54,2 a riprova delle difficoltà delle aziende a scaricare sui consumatori gli aumenti registrati dalle materie prime.
"Le imprese italiane sono particolarmente preoccupate dell'andamento ciclico: la dinamica dei prezzi è in lieve rallentamento, ma rimane molto elevata", spiega Chris Williamson, economista di Ntc Research.
Williamson aggiunge che "il cambio ha visto una lieve correzione, ma resta su livelli storicamente alti, che danneggiano la competitività del Paese".
La forza dell'euro è ancora più preoccupante se si considera che, come evidenzia Williamson, "si vedono crescenti segnali di una ripresa trainata esclusivamente dalle esportazioni, mentre la domanda interna rimane debole". Infatti, la componente export in giugno è salita a 54,2, toccando il massimo da novembre 2003.
MALE I BENI DI CONSUMO, RIPRENDONO GLI INVESTIMENTI
Qualche segnale di ripresa proviene dal mercato del lavoro. L'indice generale dell'occupazione, come detto, a giugno è risalito a 49,4 da 48,0.
La debolezza del mercato del lavoro, sottolinea Williamson, "si riflette sulla domanda dei consumatori", il cui indicatore è calato a 50,5, scendendo a un livello che non vedeva dal febbraio scorso.
Si conferma, al contrario, il trend di ripresa dei beni di investimento, che raggiungono quota 59,0, massimo da ottobre 2000. Però, anche all'interno dei beni di investimento, la componente occupazionale resta sotto la soglia di 50.
In calo, infine, la produzione di beni intermedi, a 52,1, la cui componente occupazionale è però risalita a 49,0, livello che non raggiungeva da ottobre 2003.