Fiat: GM non vuole pagare il put e svaluta la propria part.
da Repubblica.it:
La casa Usa svaluta di 200 milioni di dollari e azzera l'investimento nella divisione auto dell'azienda italiana
Fiat, GM non vuole pagare il put
Montezemolo convoca un vertice
Summit del Lingotto con l'amministratore delegato Marchionne
Smentita la voce di un Consiglio d'amministrazione straordinario
MILANO - General Motors ha annunciato di aver effettuato una svalutazione di 220 milioni della propria partecipazione in Fiat Auto Holding B. V.. Con questa iniziativa, di fatto il gruppo americano azzera il valore del proprio investimento nel gruppo torinese. L'azzeramento è il frutto di precedenti svalutazioni che GM aveva effettuato via via che la crisi di Fiat peggiorava. Nell'ottobre del 2002, il valore dell'investimento era stato già ridotto da 2,4 miliardi di dollari a 220 milioni di dollari. La notizia sarà esaminata domani a Torino in un incontro tra l'amministratore delegato del Gruppo Fiat, Sergio Marchionne, e il presidente Luca Cordero di Montezemolo. Smentita la notizia di un cda straordinario convocato, sempre per domani, al Lingotto.
La casa americana ha annunciato la notizia in occasione di un incontro con la comunità finanziaria a Dearborn, nei pressi di Detroit. Erano presenti il numero uno Richard Wagoner e il direttore finanziario Johen Devine. La svalutazione di 220 milioni di dollari sarà inserita nei risultati del quarto trimestre del 2004 che saranno resi noti il prossimo 19 gennaio.
Marchionne è rientrato a Torino nella serata di oggi dal lungo giro americano, iniziato lunedì a Chicago, dove ha incontrato l'amministratore delegato di Cnh, Paolo Monferino. A Detroit ha visto il rivale Wagoner nell'ambito di una riunione tra i costruttori automobilistici europei, giapponesi e americani. La visita negli Usa si è conclusa a New York, con colloqui con i legali della Fiat.
La situazione, fino alla mossa di General Motors di oggi, sembrava in una fase di stallo. Ma certamente questa novita potrebbe dare un taglio diverso alla soluzione. Per evitare di utilizzare l'opzione che gli consente di vendere l'intero settore auto a Detroit, la Fiat ha avanzato precise richiese economiche, che ammonterebbero ad oltre tre miliardi di dollari. Ma sul fronte americano non c'è stata disponibilità, con l'ipotesi di una cifra non superiore ai 500 milioni di dollari.
Con il tempo che passa (la "mediation" prevede ancora dieci giorni prima dell'avvio di una ipotetica causa da parte della GM, che ha avviato l'azione ostile contro Fiat lo scorso 16 dicembre), la data che potrebbe risultare decisiva per trovare una soluzione sembra essere quella del prossimo 24 gennaio. In quella data, inizierà il periodo di cinque anni, durante i quali l'azienda torinese potrà esercitare, quando lo vorrà, l'opzione di vendita del settore auto all'alleato americano. Nello stesso giorno, GM dovrebbe depositare alla Sec la sua documentazione sull'andamento della "mediation", mentre cinque giorni prima, il 19 gennaio, illustrerà i dati sull' andamento del quarto trimestre del 2004. Il 24 gennaio ha anche un significato importante per la Fiat: è il secondo anniversario della morte di Gianni Agnelli.
Oggi Montezemolo era a Firenze, nella veste di presidente di Confindustria. Dopo avere respinto le domande dei giornalisti sullo scontro tra GM e Fiat, si è limitato a dire, come presidente della Fiat, che "è stato un errore non aprirsi alla concorrenza". "Questo Paese - ha aggiunto - ha bisogno di far funzionare meglio il mercato in tutti i settori dell'economia, dalle pubblic utilities, alla finanza, ai servizi pubblici locali, alle professioni, alla distribuzione". E su questi temi, ha proseguito, "occorre operare in fretta, recuperando uno spirito bipartisan".
Senza fare riferimenti diretti alla Fiat, oggi Giovanni Bazoli, presidente di Banca Intesa (uno degli istituti di credito che hanno assicurato alla Fiat il convertendo da tre miliardi di euro in scadenza nel settembre di quest'anno) ha detto che "le banche non hanno nessuna intenzione di tralignare rispetto a un compito che oggi è di sostegno e di finanziamento dell'industria".
Secondo Bazoli tale rapporto "è un problema di equilibrio, non credo si possa tornare a passati superati, quando non c'era una distinzione tra il compito delle banche e quello dell'industria". Parole che fanno pensare a un orientamento delle quattro banche protagoniste del convertendo per un allungamento del prestito.
(13 gennaio 2005)