Zona euro, ripresa prosegue, greggio rischio per crescita
Zona euro, ripresa prosegue, greggio rischio per crescita - Bce
FRANCOFORTE, 14 ottobre (Reuters) - La Banca centrale europea torna a dar voce al rischio che le elevate quotazioni del greggio possano compromettere la crescita dell'area euro in cui la ripresa resta comunque in atto.
"Qualsiasi scenario sugli sviluppi futuri è circondato da una notevole incertezza, legata al momento in particolare ai prezzi del petrolio" scrive la Bce nel bollettino di ottobre, riecheggiando i commenti del presidente Jean-Claude Trichet in occasione della conferenza stampa della scorsa settimana.
"Se i corsi del petrolio dovessero rimanere su questi livelli, o addirittura crescere ulteriormente, potrebbero rallentare la forza della ripresa sia all'interno sia all'esterno della zona euro".
In linea alle attese del mercato, il consiglio dell'istituto centrale di Francoforte, composto da diciotto membri, ha scelto giovedì scorso di mantenere i tassi di riferimento stabili sul 2%, livello su cui sono fermi da giugno dell'anno scorso.
A parere degli analisti i commenti di Trichet sulla situazione economica si sono decisamente ammorbiditi rispetto al mese scorso e la Bce non intende mettere fine alla politica monetaria accomodante.
I derivati sul greggio, arrivati in settimana a superare la soglia dei 54 dollari il barile sul mercato Usa, mantengono una pressione al rialzo sull'inflazione ormai da mesi, ma soltanto di recente la Bce ha iniziato a parlare più apertamente dei rischi legati al petrolio.
La fiammata del greggio si è trasferita in fretta sull'indice generale dell'inflazione, ma a parere della banca centrale gli effetti secondari - che portano al rialzo dei salari o dei margini per recuperare le uscite derivanti dal rincaro energetico - sembrano essere contenuti.
"Guardando ancora avanti, le informazioni disponibili non indicano che si stanno accumulando a livello interno maggiori pressioni sull'inflazione" scrive la Bce.
L'istituto ricorda comunque la necessità di una "attenta vigilanza" per monitorare che l'ampia offerta monetaria e altri fattori non rappresentino un rischio per l'inflazione futura.