Parmalat: oggi Cda E Staffetta Bondi-Tanzi
Parmalat: oggi Cda E Staffetta Bondi-Tanzi
(ANSA) - MILANO, 14 DIC - Tourbillon di incontri e telefonate tra tecnici e legali, summit a quattr' occhi tra il superconsulente Enrico Bondi e il patron dell' azienda di Collecchio Calisto Tanzi. Con il primo a cercare un equilibrio per prendere in mano da domani la [LINK:9cc076e1f7]Parmalat[/LINK:9cc076e1f7] senza lasciare gli incarichi operativi assunti per il risanamento avviato della Lucchini, ed il secondo a tentare di rendere chiaro all' uomo scelto per il salvataggio della sua azienda anche gli angoli più remoti del suo impero economico.
E' stato tutto questo la giornata di oggi, decisiva per il futuro della Parmalat. Una giornata da cui esce l' embrione di un' azienda rinnovata i cui contorni saranno ufficializzati domani nel consiglio di amministrazione straordinario che si terrà alle 18, con ogni probabilità nello stabilimento di Collecchio.
A Milano si sono tenuti gli incontri tecnici e legali, cui sarebbero stati presenti anche rappresentanti di alcune banche, a Collecchio, negli stessi uffici della Parmalat per lavorare in tranquillità, si sono invece confrontati per ore Enrico Bondi e Calisto Tanzi accompagnati dai rispettivi manager. Da parte sua, Bondi non solo ha sciolto ogni riserva sull' incarico di risanare la Parmalat, ma si sarebbe anche detto pronto a prendere in mano le redini del gruppo entrando da subito nel cda che lo vedrà cooptato già da domani. Poi, assumerà l' incarico di amministratore delegato. E comunque, fin da domani potrebbero essere scelti gli advisor che dovranno aiutarlo a districarsi sulla complessa contabilità del gruppo. Le attese sono per l' assegnazione di questo delicato incarico a Mediobanca e a Lazard.
Il manager sembra credere nel risanamento al punto che avrebbe anche esposto già oggi a Tanzi una prima bozza di intenti. Insomma, le linee guida sulle quali intende muoversi, fermo restando che per definire un vero e proprio piano di rilancio ci vorranno un paio di mesi. Inoltre, avrebbe chiesto posti in cda per manager fidati, un' altra richiesta cui Tanzi non si sarebbe opposto.
Da parte sua, Tanzi avrebbe dato quindi il suo via libera. Carta bianca, insomma. E già da domani si sarebbe detto pronto a uscire dai vertici dell' azienda di Collecchio, come d' altra parte avevano chiesto le banche per dare un segnale di rinnovamento al mercato. Se appare certa l' uscita di Tanzi, però, non è detto vi sia la necessità del 'sacrificio' e dell' uscita dal cda anche del fratello Giovanni e soprattutto del figlio Stefano. Come, però, continuano invece a chiedere molti soci di minoranza per marcare un' immediato strappo con il passato. Sta di fatto, che l' intesa sulla cooptazione immediata di Bondi in consiglio fin da domani - con la successiva attribuzione della delega di ad - e l' uscita di scena del patron della Parmalat è stata raggiunta.
Secondo fonti qualificate, per ora Bondi resterà anche come ad del gruppo Lucchini, che da qualche mese sta conducendo sulla via del risanamento. I due incarichi non appaiono incompatibili sul piano formale. Il problema è però la preoccupazione del cavalier Lucchini, che non vorrebbe perdere il manager che ha impostato il salvataggio della sua azienda. E, se certo, appare difficile che Bondi possa seguire operativamente l' azione di risanamento di entrambe le realtà, tuttavia solo una volta definita la situazione in Parmalat il manager vedrà come muoversi rispetto all' azienda bresciana, comunque già avviata sulla strada del rilancio. "Le modalità si trovano, le ipotesi di lavoro possono essere di varia natura", fanno presente fonti vicine al gruppo Lucchini, lasciando intuire che c' è un sostanziale via libera per il nuovo incarico del manager purché continui a seguire in qualche maniera anche l' azienda di cui amministratore delegato è già, carica che quindi potrebbe formalmente lasciare senza però abbandonare la conduzione del gruppo bresciano.
Non si è parlato solo dell' ingresso di Bondi nel cda Parmalat, nella convulsa giornata di oggi. Si è ricostruita in parte anche la vicenda finanziaria che ha portato l' azienda di Collecchio allo stremo. Secondo i primi approcci ai bilanci, il buco nei conti sarebbe di diversi miliardi di euro, e richiederebbe una forte azione industriale. Il problema, però, affermano i sindacati Cgil e Cisl di Parma, è che su questo fronte la Parmalat ha già fatto il massimo in questi due anni, con l' uscita dal lavoro di oltre un migliaio di dipendenti e la chiusura di diversi stabilimenti. "Non si può più intervenire sul personale, tanto più che l' azienda ora produttivamente e commercialmente va bene come non avveniva da anni", sostengono i sindacati.
Che fare, allora? Bondi vorrebbe impostare una seria cura dimagrante del gruppo, sia sul piano finanziario che industriale. A suon di cessioni. Andrebbe al miglior offerente per esempio l' 1,5% del Mediocredito Centrale che sembra interessare Vittorio Merloni. Poi, sarebbero ceduti Mother's Cake e Arch Way, due controllate americane che realizzano un fatturato complessivo di oltre 400 milioni di euro, mentre resta sul piatto anche la cessione del settore prodotti da forno. Per quanto riguarda le scadenze finanziarie, mercoledì è prevista la scadenza dell' opzione per l' acquisizione del 18% di una controllata brasiliana, la Parmalat Empreendimentos e Administracao, che comporterebbe un esborso di 400 milioni di euro ai soci di minoranza. Su questo fronte è già stata avviata una rinegoziazione dei termini.(ANSA).