Fiorani: «Avvertiti dal sottosegretario alla Giustizia»
da Corriere.it:
Le rilevazioni dell'ex amministratore delegato della Bpi Fiorani
«Avvertiti dal sottosegretario alla Giustizia»
Per il banchiere fu il deputato Valentino (An) a parlare a Ricucci delle intercettazioni
MILANO - È il sottosegretario al ministero della Giustizia, il deputato di Alleanza nazionale Giuseppe Valentino, la persona additata dal banchiere Gianpiero Fiorani come il politico che da Roma all'inizio dell'estate avvisò l'immobiliarista Stefano Ricucci dell'esistenza di intercettazioni telefoniche disposte dalla magistratura milanese ed eseguite dalle Fiamme gialle nell'inchiesta Antonveneta: «soffiata» che poi Ricucci (sempre secondo quanto Fiorani ha messo a verbale sabato e domenica scorsi) girò al banchiere lodigiano, innescando l'allarme-intercettazione fin quasi sulla soglia dell'ambiente familiare del Governatore Antonio Fazio.
Era stata in particolare una telefonata del 14 luglio, infatti, a far alzare le antenne agli inquirenti: quella delle ore 11.30 (come riassume il gip Forleo nell'ordinanza di arresto martedì scorso di Fiorani) «tra il Fazio e la Rosati», cioè tra il Governatore e sua moglie, nella quale «il primo informa la seconda di aver appreso che Fiorani era intercettato» e «la donna palesa atteggiamento di sorpresa dal momento che, come affermava, una certa persona vicina a Grillo (senatore di Forza Italia, ndr) li aveva informati in senso contrario». Interrogato quattro volte da indagato a piede libero tra il 31 agosto e il 17 ottobre, Fiorani — sintetizza il gip — «affermava di non aver mai avuto notizie sulle operazioni di intercettazione a suo carico, e di aver a un certo punto utilizzato maggiori cautele solo perché, a seguito dell'avviso di garanzia, aveva avuto il sospetto di essere intercettato». Versione che il gip Forleo, nell'arrestarlo, ha definito «risibile», specie in rapporto alla telefonata appunto del 14 luglio.
Ecco invece adesso, ma dal carcere, la nuova verità di Fiorani: ebbene sì, c'e stato chi ci ha passato notizie riservate su sviluppi giudiziari come l'esistenza di intercettazioni. Ma chi riceveva queste notizie, sostiene, non era lui direttamente, bensì Ricucci, alleato del banchiere lodigiano nella scalata all'Antonveneta e nel contempo scalatore (fino al 20%) della Rcs anche con parte dei soldi (850 milioni) prestatigli dalla Bpl. Ricucci, aggiunge Fiorani, a sua volta aveva le notizie da Roma. Da uno dei quattro vice del ministro della Giustizia: il 50enne avvocato penalista calabrese Giuseppe Valentino, prima in Senato anche come componente la Giunta per le Immunità parlamentari e membro del Comitato parlamentare per i servizi di informazione e sicurezza, poi dal 2001 deputato e appunto sottosegretario alla Giustizia. La chiamata in causa di Fiorani, al vaglio come tutte le altre dei primi due interrogatori in carcere improntati a una volontà di collaborazione tutta da verificare, lascia comunque aperte tre possibilità. Che Fiorani dica il vero. Che Fiorani stia calunniando tanto l'immobiliarista quanto il sottosegretario. O che, a mezza strada, il nome di Valentino sia stato speso presso Fiorani da Ricucci a copertura di altre sue fonti.
Il troncone principale dell'inchiesta, intanto, accanto a un inesauribile catalogo di voci del tutto inventate (ma che galleggiano per ore prima che le verifiche le sgonfino), ha vissuto ieri anche un curioso fuoriprogramma: la visita alla Bpi di Lodi di un correntista presentatosi a chiedere di incassare dal proprio conto 1,3 milioni di euro, ovviamente subito invece sequestrati dalla GdF. Luigi Pacchiarini, infatti, è citato nell'ordinanza di arresto di Fiorani come uno dei clienti privilegiati di Bpi, sui conti i vertici della banca avrebbero operato con l'intesa poi di spartire le percentuali delle plusvalenze. I magistrati, che ieri hanno interrogato l'ultimo degli arrestati, Silvano Spinelli, tesoriere personale di Fiorani che ha parlato di un nuovo conto a Montecarlo, già oggi ricominceranno ad ascoltare l'ex direttore generale della Bpl, Gianfranco Boni, prima di tornare entro Natale da Fiorani. All'avvocato di Fazio, professor Franco Coppi, la Procura ha invece risposto che non prevede di interrogare a breve l'ex Governatore indagato per insider trading, sul cui conto solo la valutazione complessiva degli altri interrogatori indurrà o meno i pm a formulare nuove contestazioni come in teoria il concorso nell'appropriazione indebita contestata a Fiorani.
Luigi Ferrarella Biagio Marsiglia
21 dicembre 2005