Entrate boom, manovra-bis ridotta
da Repubblica.it:
Entrate boom, manovra-bis ridotta
Il varo atteso per il 7 luglio
ROMA - Il buon andamento delle entrate fiscali consentirà al governo di limitare l'entità della manovra-bis. Forse dai 10 miliardi previsti si potrà scendere a circa 6 miliardi. Dei tre addendi - "risanamento", "crescita", "equità" - si partirà da quest'ultimo con un gigantesco piano di lotta all'evasione dell'Iva, aggressione ad aree di privilegio, contrasto dei comportamenti elusivi nella compravendita di case con incentivi a chi dichiara valori più congrui, ma anche misure che lambiranno i settori dell'informatica, dei telefonini e dell'auto.
Dall'intero pacchetto di lotta all'evasione Iva e dalle entrate dovrebbe venire gran parte della manovra per una cifra pari a 4 miliardi. Il resto, dagli 1 ai 2 miliardi, verrebbe invece dal fronte del taglio degli sprechi e delle spese: circa un miliardo proverrà soprattutto dai tagli al bilancio dello Stato e da risparmi sulle "tabelle C e B" della Finanziaria (fondi per il servizio civile, scuole e università private, contributi ad enti). Il resto dal pubblico impiego, un primo assaggio da parte dell'unica delle voci strutturali coinvolte dalla manovra bis (ma per il momento vengono escluse la moratoria sui contratti e il blocco degli automatismi salariali). Lo sviluppo dovrebbe avere le sue risorse: 2,5 miliardi recuperati con la manovra andranno ad Anas e Ferrovie.
Rinviati alla Finanziaria invece i tagli strutturali alla sanità, agli enti locali, alla previdenza e al pubblico impiego che avevano provocato una levata di scudi dei sindacati che ora, in prossimità del vertice di domani, sembrano usare toni più distesi. La partita dunque si spalma su un arco temporale più lungo anche per dare al ministero dell'Economia più margini per mettere a punto le misure e dunque per concertarle. Punto di svolta il vertice dell'altra notte a Palazzo Chigi con Prodi, Padoa-Schioppa (Economia), Bersani (Sviluppo) e Ferrero (Politiche sociali): anche in questo caso si è valutato che l'intervento poteva essere meno doloroso del previsto. Mentre si considera ancora aperta l'ipotesi di uno slittamento di un anno del rientro dell'Italia sotto la soglia del 3 per cento del rapporto deficit-Pil.
Sarà dunque il piano-Visco l'asse portante della manovra che sarà varata il 7 luglio a meno di un blitz che la anticipi al consiglio dei ministri di venerdì. Una serie di norme interverrano sui settori che sono nel mirino per evasione ed elusione dell'Iva: compravendite immobiliari, import-export di autovetture, "caroselli" di fatture nei settori dei cellulari e dell'informatica. Interventi anche sull'imposta di registro sui terreni edificabili, sugli ammortamenti e sui brevetti (l'abolizione dell'imposta ha favorito solo le multinazionali). Attacco anche al vecchio problema della sottodichiarazione, in sede di rogito immobiliare, del valore di mercato di un appartamento: una seri di norma impedirà e scoraggerà l'indicazione del mero valore catastale oggi consentito.
Del resto l'ammontare dell'Iva netta incassata dallo Stato, sul totale del valore del Pil è largamente inferiore rispetto a quanto registrato negli altri paesi. Il magro risultato dell'Italia rispetto al resto d'Europa si spiega mettendo a confronto l'andamento dell'Iva lorda, cresciuta in modo significativo negli ultimi anni, con quello dell'Iva netta, aumentata molto meno. Nel 2005 il rapporto era di 106,7 milioni di euro dell'Iva lorda contro 85,1 milioni di euro dell'Iva netta. Alla base di questa divaricazione, spiegano i tecnici, c'è sicuramente la congiuntura economica ma anche l'evasione e le frodi.
28/06/2006 - 08:19