Italia, Pmi servizi ottobre a 54,4, minimo 13 mesi
Italia, Pmi servizi ottobre a 54,4, minimo 13 mesi
MILANO, 3 novembre (Reuters) - L'espansione del settore
italiano dei servizi rallenta per il quarto mese consecutivo in
ottobre, spingendo l'indice Reuters/Adaci al minimo da settembre
2003.
L'indicatore Pmi servizi scivola infatti a 54,4 da 56,1 nel
mese appena trascorso ma, mantenendosi al di sopra della soglia
critica di 50, continua a riflettere la crescita dell'attività
del terziario.
I nuovi affari hanno, infatti, continuato a salire per il
sedicesimo mese consecutivo. Il ritmo dell'incremento, tuttavia,
risulta il più basso da marzo di quest'anno: 53,2 da 54,8 di
settembre.
"La fiacchezza dei consumi in Italia non sostiene una
crescita robusta al momento e questo è uno dei fattori [dietro
il calo dell'indice], ma ce ne sono altri, in particolare la
debolezza della manifattura", commenta Chris Williamson,
economista di Ntc.
"Una grossa fetta dell'economia dei servizi è costituita da
servizi all'industria: consulenza, contabilità e così via. Dove
possibile, le imprese riducono gli acquisti di servizi e questo
ha fatto rallentare il tasso di crescita", aggiunge.
La moderazione dell'aumento dei nuovi affari ha consentito
alle imprese del campione di ridurre ulteriormente il lavoro
inevaso, in contrazione ormai da nove mesi.
Prosegue in ottobre la discesa dei prezzi applicati dalle
aziende, confermando la tendenza al ribasso osservata negli
ultimi nove mesi e la pressione concorrenziale tra gli operatori
del terziario. Il sottoindice relativo alla tariffe rimane sotto
50, pur avanzando a 47,1 da 46,4, a riflesso di una deflazione
meno marcata.
"I consumatori sono tuttora riluttanti a spendere. Sebbene
ci siano segnali di ripresa sono molto legati agli sconti sui
listini e ad altre iniziative per invogliare alla spesa. Dietro
il rimbalzo della fiducia dei consumatori potrebbe esserci
questo", dice Williamson. In ottobre l'indicatore Isae sulla
fiducia dei consumatori ha raggiunto il livello più alto
dell'ultimo anno.
A fronte di tariffe in declino i costi di produzione
continuano ad aumentare e le aziende interpellate imputano tali
incrementi al costo del lavoro e ai prezzi del petrolio, che si
riflettono su benzina ed energia. L'indice dei prezzi input
sale, infatti, a 60,8 a 59,4.
Le aspettative delle imprese sull'andamento futuro degli
affari rimangono in ogni caso sostenute. Molte prevedono un
miglioramento dell'attività a seguito degli investimenti in
tecnologia o nelle campagne di marketing o in nuovi servizi per
attirare clienti. Una parte del campione confida in un
miglioramento delle condizioni dell'economia. Il sottoindice
'business expectations' rallenta leggermente, ma rimane elevato,
passando a 69,7 da 72,7.